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categoria: Poesie

Io ardo" dissi e la risposta invano


"Io ardo" dissi, e la risposta invano,
come 'l gioco chiedea, lasso, cercai;
onde tutto quel giorno e l'altro andai
qual uom, ch'e' fatto per gran doglia insano.

Poi che s'avide, ch'io potea lontano
esser da quel penser, più pia che mai
ver me volgendo de' begli occhi i rai,
mi porse ignuda la sua bella mano.

Fredda era più che neve; ne' 'n quel punto
scorsi il mio mal , tal di dolcezza velo
m'avea dinanzi ordito il mio desire.

Or ben mi trovo a duro passo giunto,
che', s'i' non erro, in quella guisa dire
volle Madonna a me, com'era un gelo.

Pietro Bembo

stelline voti: 23; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Eros


Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi,
a scherno credo, ripetuti.
In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
E' fascino? E' disgusto? E' l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,
una marcia guerriera.

Umberto Saba - tratto da Cuor morituro

stelline voti: 18; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

A mia figlia

io tenero germoglio,
che non amo perché sulla mia pianta
sei rifiorita, ma perché sei tanto
debole e amore ti ha concesso a me;
o mia figliola, tu non sei dei sogni
miei la speranza; e non più che per ogni
altro germoglio è il mio amore per te.

La mia vita mia cara
bambina,
è l’erta solitaria, l’erta chiusa
dal muricciolo,
dove al tramonto solo
siedo, a celati miei pensieri in vista.
Se tu non vivi a quei pensieri in cima,
pur nel tuo mondo li fai divagare;
e mi piace da presso riguardare
la tua conquista.

Ti conquisti la casa a poco a poco,
e il cuore della tua selvaggia mamma.
Come la vedi, di gioia s’infiamma
la tua guancia, ed a lei corri dal gioco.
Ti accoglie in grembo una sì bella e pia
Mamma, e ti gode. E il suo vecchio amore oblia.

Umberto Saba

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categoria: Poesie

Quasi un madrigale


Il girasole piega a occidente
e già precipita il giorno nel suo
occhio in rovina e l'aria dell'estate
s'addensa e già curva le foglie e il fumo
dei cantieri. S'allontana con scorrere
secco di nubi e stridere di fulmini
quest'ultimo gioco del cielo. Ancora,
e da anni, cara, ci ferma il mutarsi
degli alberi stretti dentro la cerchia
dei Navigli. Ma è sempre il nostro giorno
e sempre quel sole che se ne va
con il filo del suo raggio affettuoso.

Non ho più ricordi, non voglio ricordare;
la memoria risale dalla morte,
la vita è senza fine. Ogni giorno
è nostro. Uno si fermerà per sempre,
e tu con me, quando ci sembri tardi.
Qui sull'argine del canale, i piedi
in altalena, come di fanciulli,
guardiamo l'acqua, i primi rami dentro
il suo colore verde che s'oscura.
E l'uomo che in silenzio s'avvicina
non nasconde un coltello fra le mani,
ma un fiore di geranio.

Salvatore Quasimodo

stelline voti: 16; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Passero solitario

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.

Giacomo Leopardi

stelline voti: 18; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Gia' per l'aula beata a cento intorno


Già per l'aula beata a cento intorno
Dispersi tavolier seggon le dive,
Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
Gloria somma o speranza. Ove di quattro
Un drappel si raccoglie: e dove un altro
Di tre soltanto. Ivi di molti e grandi
Fogli dipinti il tavolier si sparge:
Qui di pochi e di brevi. Altri combatte;
Altri sta sopra a contemplar gli eventi
De la instabil fortuna e i tratti egregi
Del sapere o dell'arte. In fronte a tutti
Grave regna il consiglio: e li circonda
Maestoso silenzio. Erran sul campo
Agevoli ventagli, onde le dame
Cercan ristoro all'agitato spirto
Dopo i miseri casi. Erran sul campo
Lucide tabacchiere. Indi sovente
Un'util rimembranza un pronto avviso
Con le dita si attigne: e spesso volge
I destini del gioco e de la veglia
Un atomo di polve. Ecco sen ugne
La panciuta matrona intorno al labbro
Le calugini adulte: ecco sen ugne
Le nari delicate e un po' di guancia
La sposa giovinetta. In vano il guardo
D'esperto cavalier, che già su lei
Medita nel suo cor future imprese,
Le domina dall'alto i pregi ascosi:
E in van d'un altro, timidetto ancora,
Il pertinace pie' l'estrema punta
Del bel pie' le sospigne. Ella non sente
O non vede o non cura. Entro a que' fogli ,
Ch'ella con man si lieve ordina o turba,
De le pompe muliebri a lei concesse
Or s'agita la sorte. Ivi è raccolto
Il suo cor la sua mente. Amor sorride;
E luogo e tempo a vendicarsi aspetta.

Giuseppe Parini - tratto da Il Giorno. Le odi. Dialogo sopra la nobilta'

stelline voti: 33; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Al padre

Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.

La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.

Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo - difficile affinità
di pensieri - per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
"Baciamu li mani". Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.

Salvatore Quasimodo

stelline voti: 17; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

amare per gioco

Le ginocchia sulle quali
il mio cuore prende fiato
é donato da un innato amore per te.
Recupero energie in attesa di svegliarmi
capire e riconoscere emozioni lontane.
Altalenante amore questo pungente episodio
vita passata all'insegna di te
cuore ricambiato da parole bruciate
fretta di volere amare per gioco
ripudio le tue frasi ritenute irreali.
Guardandoti negli occhi detterò il mio pensiero
qui termina tutto,sia il falso che il vero.

alberto fertillo - tratto da il mio libro overniente pensieri oltre il limite

segnalata da alberto fertillo sabato 28 agosto 2004

stelline voti: 28; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: poesie

Io gioco ancora

Io gioco ancora,
per non perdermi nella consapevolezza della crescita,
Per poter correre ancora,avere dei sogni e ridere di niente,
Io gioco ancora,
senza età ne vincoli,senza sicurezze solo istinti
gioco per non crescere troppo e perdere la purezza
Io gioco ancora,
senza motivi certi,solo per il piacere di farlo
solo per il piacere di vivere

Valentina(io) - tratto da me stessa

segnalata da Valentina domenica 2 dicembre 2007

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

Crudele il gioco del cuore.

All’ombra di una ricerca
di un tragico amore,
il destino batte le ali,
abbandonando il cuore al dolore.
Crudele gioco il suo.
Silenzio nei miei pensieri del passato,
sul mistero di una rosa sbocciata sulla neve,
per quella lettera ingiallita di una sconosciuta
che accarezzava un sogno.
Il cielo lacrima al bacio di una donna
che ha lasciato la sua ombra,
sulla spiaggia bagnata.
naida santacruz

naida santacruz

segnalata da naida santacruz sabato 28 marzo 2009

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

il gioco incantato

silenzio!
le stelle giocano con
la schiuma di mare!
tin tin tin...
le stelle a volte scendono sulla terra
per giocare con le acque del mare
trasparenza d'amore che vibra
tra il cielo e la terra,
tin tin tin..
etereo gioco,
che scintilla nella notte,
evanescente sotto la luce della luna,
tin tin tin..
che grande divertimento
tra le stelle e le acque del mare!

daniela cesta

segnalata da Daniela cesta domenica 22 luglio 2012

voti: 0; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

giochi

giochi di mare
giochi d'estate
giochi sabbie di castelli in aria
giochi di onde e di baci

guido arci camalli

segnalata da guido arci camalli sabato 10 agosto 2019

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

giochi

gioochi di luce, acqua e rocce,
l'acqua del mare, rotola con gioia, verso le rocce
gioia della terra, giochi della natura

giochi di amore che si alternano
mentre il cielo, scintillante,osserva divertito
e il sole riscalda con i suoi, miracolosi raggi caldi

l'acqua schiumosa, abbraccia le rocce sporgenti
come un grande abbraccio, forte e vigoroso,
l'acqua corre veloce, rotola gioiosa, per il tocco finale,

le rocce osservano, l'acqua e l'orizzonte
aspettano l'onda, e la dolce, poderosa schiuma
aspettano ansiose, il suo dolce e fresco abbraccio.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta giovedì 20 marzo 2014

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categoria: Poesie

L'amore non è un gioco

L'amore non è un gioco,
non è in vendita
è privo di garanzia,
nasce spontaneo,
impossibile viverlo
con una effimera
presenza,
bensì con un amore
costante.
Entra nel cuore
con delicatezza,
ti avvolge,
sussurra
dolci melodie,
un groviglio
di emozioni,
di respiri,
di sospiri,
aliti di vita.

Ilari Luigia

segnalata da Ilari Luigia giovedì 8 febbraio 2024

stelline voti: 8; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Lontano...

Se esiste un posto dove scappare…dove non esistono ombre…perchè nemmeno la luce riesce ad entrare…un lago tanto profondo da fare paura agli spettri degli abissi…se esiste o è esistito un tempo in cui gli uomini temevano il giudizio…allora io sto vivendo in un incubo…sopravvivo all’odio…a testa alta…guardo negli occhi i sette vizi capitali e sorrido…per me è un gioco…tiro i dadi…mi muovo e continuo a muovermi finchè non finirà questa partita…e se sarò io l’ultimo a muovere…mi sveglierò dall’incubo…ma non vedrò nulla…non me ne accorgerò nemmeno…ma avrò vinto!!!

MONTERO17 - tratto da me stesso

segnalata da MONTERO17 lunedì 9 agosto 2004

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categoria: Poesie

amarti

all'improvviso accadde l'amore,
io e te ci incontrammo nel gioco degli sguardi,
tutti e due ci ritrovammo per mano nel gioco dell'amore.
Stupendi intrecci naquero,i visi presero forme del mare,due cuori uniti verso un unico destino,
e tutto ad un tratto bagliori di luce che accendono i cuori.

vincenzo pace

segnalata da vincenzo pace venerdì 19 dicembre 2008

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categoria: Poesie

Respiro

Si odono armoniosi canti nell’essenza dell’anima mia; si intrecciano le note quando inspiro la vita ed espiro l'amore; tutt'intorno il paese è simbolo d'azione. Un gesto d'affetto vince il torpore di un passato occluso da un tiepido sole. Rinasci o alba continua e costante sotto lo sguardo incantato della stella calante che brilla ormai fioca nel cielo pensante . E nel pensar rivivo con semplice passione l'ultimo respiro che la vita in me ripropone come il gioco eterno del dio ingannatore.

Marcello Civale - tratto da mie

segnalata da Marcello Civale martedì 8 dicembre 2009

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categoria: poesie

ultimo traguardo

non e un addio,e solo un ciao,non si puo ripescare come il piu bravo navigatore del mare cio che si e perso fra le onde si puo solo ricordare rimescolare gli attimi ma non si puo rivivere cio che fa parte del passato ,io e te ci siamo persi nell ultimo abbraccio fra le gocce del mare che si infrange negli scogli ,ci siamo persi nella fatalita del gioco strano della vita,ritrovati in due vite opposte ,oggi diverse per essere rivissute e le onde nel mare proseguono insieme al pescatore in un traguardo con direzioni diverse nella congiunzione delle anime perdute.................

katia lazzeroni

segnalata da katia giovedì 11 marzo 2010

stelline voti: 14; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

droga

droga quante vite hai distrutto! ti diverti a tenerne il conto?! ti piace continuare? il tuo è un gioco meschino: attrai nella tua tela assassina,fai innamorare di te la preda, la leghi a te e poi...quando sei stanca di giocare getti nella disperazione coloro che hanno messo nelle tue sporche mani i loro problemi...con l'illusione di cambiare tutto!spiega tu alle loro madri che ti sei presa la vita dei loro figli...vigliacca, tu ridi mentre io grido questo con le lacrime agli occhi, piena di rabbia e di rancore; vorrei venire al tuo funerale; distruggerti pian piano anche se tu ridi e pensi che io non posso farcela...io dico di si, la forza del singolo puòfare molto sai?basta una persona che alzi la voce, che si faccia sentireperchè altri si alleino e poi, poi sarà la tua fine. ti giuro che ti faremo morire lentamente ma definitivamente...che cosa c'è? non ridi +?!!...RIDERò IO...

ciccina...

segnalata da ciccina... giovedì 5 agosto 2004

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

MARE MIO

Sono qui in alto seduta a guardare te di sotto mentre ti agiti sbattendo sulle grosse pietre che ti ostacolano il percorso...se ti guardo e sorrido è perchè il lieve e soave suono che emetti mi placa l'anima ormai da tempo tormentata da grossi dispiaceri...
Oh! Mare mio, quanto sei bello, quante emozioni mi hai fatto provare, adesso invece è tutto diverso, non sono piu' una bambina , i miei fratelli non si rincorrono sghizzandosi , è tutto finito!Le risate , i giochi , le marachelle , niente è rimasto tale....solo ricordi,ricordi che spero un giorno diventeranno realta'!!!

daniela 83 - tratto da "la mia vita"

segnalata da daniela 83 sabato 7 giugno 2008


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