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Emigranti di una volta tre giovani cani italiani decidono di cercare fortuna all'estero e partono, concordando di rivedersi dopo qualche anno. Si ritrobano all'aeroporto di Fiumicino e si raccontano le proprie esperienze. Il primo si lamenta, perché in Svizzera ha dovuto lavorare come un cane, mentre in tutti i locali c'era la scritta: "vietato L'ingressso ai cani e agli italiani". Il secondo si lamenta perché in America toccava lavorare come bestie, ma i negri venivano trattati meglio dei cani. Il terzo, ben pasciuto, e piuttosto soddisfatto dice: "Io sono stato in Unione Sovietica. Stavo bene, lavoravo il giusto, venovo ben pagato, c'erano tutti i servizi...". "Ma allora -chiede uno dei soci- perché sei tornato?" "Perché avevo una gran voglia di abbaiare!".

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Dal veterinario: "Mi è morto il gattino dieci giorni orsono, non avrebbe qualcosa contro i vermi?".

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Uscito improvvidamente dalla tenda, un esploratore si trova di ronte un leone feroce ed affamato. Il nostro comincia a correre intorno alla tenda, tenendo la corda, per guadagnare in curva sul piu'potente, ma anche più ingombrante felino. L'altro esploratore, rimasto dentro, guarda la scena da una finestrella ed esorta il compagno in fuga. Questo, atleta valdissimo, corre così rapidamente e guafdagna tanto spazio, da trovarsi addirittuira dietro la belva. "Attento!", gli grida l'amico. E il nostro: "Non ti preoccupare", replica "ho un giro di vantaggio!". Trova dietro la belva

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Tra pesci: -Ehi, ti dico un segreto... Pero', mi raccomando, acqua in bocca!

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Il ragno alla mosca: "Vieni qui che ti insegno a tessere" e la mosca "No, grazie, preferisco filare

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