{ mercoledì 1 novembre 2006 } Non t'amo più... È un finale banale. Banale come la vita, banale come la morte. Spezzerò la corda di questa crudele romanza, farò a pezzi la chitarra: ancora la commedia perché recitare! Al cucciolo soltanto, a questo dolccismo mostriciattolo peloso, non è dato capire perché ti dai tanta pena e perché io faccio altrettanto. Lo lascio entrare da me, e raschia la tua porta, lo lasci passare tu, e raschia la mia porta,
C'è da impazzire, con questo dimenio continuo... O gattone sentimentalone, non sei che un giovanotto... Ma io non cederò al sentimentalismo. Prolungar la fine equivale a continuare una tortura.
Il sentimentalismo non è una debolezza, ma un crimine quando di nuovo ti impietosisci, di nuovo prometti e provi, con sforzo, a mettere in scena un dramma dal titolo Ottuso "Un amore salvato".
È fin dall'inizio che bisogna difendere l'amore dai "mai" ardenti e dagli ingenui "per sempre!". E i treni ci gridavano: "Non si deve promettere!". E i fili fischiavano "Non si deve promettere!".
I rami che s'incrinavano e il cielo annerito dal fumo ci avvertivano, ignoranti presuntuosi, che è ignoranza l'ottimismo totale, che per la speranza c'è più posto senza grandi speranze.
È meno crudele agire con sensatezza e giudiziosamente soppesare gli anelli prima di infilarseli, secondo il principio dei penitenti incatenati. E' meglio non promettere il cielo e dare almeno la terra, non impegnarsi fino alla morte, ma offrire almeno l'amore d'un momento.
È meno crudele non ripetere "ti amo", quando tu ami. È terribile dopo, da quelle stesse labbra sentire un suono vuoto, la menzogna, la beffa, la volgarità quando il mondo falsamente pieno, apparirà falsamente vuoto.
Non bisogna promettere... L'amore è inattuabile. Perché condurre all'inganno, come a nozze? La visione è bella finché non svanisce. È meno crudele non amare, quando dopo viene la fine.
Guaisce come impazzito il nostro povero cane, raspando con la zampa ora la mia, ora la tua porta. Non ti chiedo perdono per non amarti più. Perdonami d'averti amato. |