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Diario di elrey

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{ lunedì 18 ottobre 2010 }

Giorno: ... Amnesie

...mi risvegliai in un letto d'ospedale. Cosciente. Cosciente di essere in trappola. Cosciente che avevano i documenti di mio padre. Cosciente che la data di nascita sui documenti di mio padre era un elemento troppo contrastante col mio aspetto fisico e dunque...era una questione di tempo.
L'ospedale era pulito, il cibo era decente ( sicuramente meglio di quello a cui mi ero abituato a mangiare in tutto questo tempo ) e le infermiere cortesi. Ero li da più di sette giorni e nessuno ancora era venuto a cercarmi. Polizia ovviamente. Io non ho nessuno. Era una questione di tempo. Il Dottore parlava una lingua che non capivo, ogni volta che mi visitava io non parlavo, voleva sapere il mio nome ma facevo finta di non ricordare niente. Era piuttosto facile. Dopo ogni controllo prendeva un telefonino e chiamava qualcuno. Probabilmente teneva aggiornati gli sbirri ul mio stato di salute. Ma non era questa la cosa importante. Dovevo sapere dove mi trovavo e più importante ancora...dovevo trovare un modo per uscire da li...

elrey - 14:10 - 1 commento - commentainizio

{ lunedì 4 ottobre 2010 }

Giorno...: Risvegli

Arrivarono all’alba. L’orizzonte era una linea arancione che divideva in due il cielo. La motovedetta della polizia era esattamente al centro e puntava dritto verso la mia barca.
La donna sul ponte. Aveva guardato troppo a lungo me e la mia barca per illudersi che ero un ricco navigatore alla ricerca di solitudine. Forse aveva illustrato i suoi dubbi per così tanto tempo al capitano della nave che questi, esasperato, decise che se era vero che non poteva passare il tempo a controllare tutte le barche che incrociava, una chiamata alla guardia costiera avrebbe messo in pace la coscienza della signora e contemporaneamente riportato la pace nel ponte di comando.
Del resto me l’aspettavo una fine, prima o poi, dentro questa barca che ormai non era tanto diversa da una prigione. Non avevo idea di quello che avrebbero potuto farmi i poliziotti. Erano mesi che navigavo, avevo quasi del tutto finito le scorte di cibo. Avevo gettato tutto al mare il giorno che scoprii che l’uomo che avevo ucciso, fatto a pezzi e usato come esca per i pesci era mio padre.
Non ricordavo nemmeno più che sapore avesse l’acqua. Avevo crampi allo stomaco, incubi ricorrenti e febbre. Difficile prendere una decisione in questi casi. Rimasi sdraiato sul letto della cabina e aspettai la fine.
E la fine arrivò. Parlavano una lingua che non capivo, entrarono in barca, la perquisirono da cima a fondo trovando me, un portafoglio con dentro dei documenti e una nave praticamente abbandonata al suo destino. Sentii sollevarmi di peso e portarmi fuori su un’altra barca, con un corpo devastato dalla disidratazione e i documenti di mio padre.
Mi risvegliai in un letto d’ospedale…

elrey - 11:54 - 0 commenti - commentainizio

{ venerdì 1 ottobre 2010 }

Giorno ...: Ricordi.

Una nave mi passa accanto. Sopra il ponte un viavai di gente e sul ponte una donna incrocia il mio sguardo e io per poco non cado in mare.
Ci sono persone che non dimentichi. Volti che non dimentichi. Frasi che non dimentichi.
Certi ricordi sono più forti di noi. Non ci possiamo fare niente. Non se ne andranno mai via, nemmeno tra cento anni.
Assurdo. L’ho inseguita. Ho attraversato il deserto e ucciso gente, convinto che l’avrei riconosciuta anche in mezzo a un miliardo di persone.
Assurdo. Alla fine è stato davvero così.
Oggi che non c’è più invece, mi sembra di vederla ovunque e quella sicurezza che avevo un tempo. Quella certezza di saperla riconoscere ovunque lei fosse, in un lampo sparisce. Assurdo.
Così mi capita di vederla. Lei. Di sentire ancora una volta i suoi passi nascosti dalla polvere.
Di ascoltare la sua voce interrotta dall’orgasmo che mi dice di non lasciarla.
Faccio per chiamarla ma poi la vita mi apre gli occhi e guardo la verità che altro non è che una barca che s’allontana dalla mia con a bordo una sconosciuta in mezzo a tante sconosciute.
Persone diverse. Occhi diversi. Vestiti diversi.
Assurdo.
Credevo di riconoscerla in mezzo a tanta gente…
Oggi la confondo con i volti di tanta gente…
Certi la chiamano Nostalgia. Altri Assenza.
La verità è che certi Ricordi sono più forti di noi.
E non li puoi cancellare.

elrey - 16:49 - 0 commenti - commentainizio

{ martedì 28 settembre 2010 }

Giorno:... Cose che non puoi prevedere.

Ci sono cose che non puoi prevedere.
Quando rubai il motoscafo, ad esempio, non avevo fatto caso al lusso.
Una cucina piena di cibo, un bagno, una canna da pesca..insomma, nella fretta sono riuscito a rimediare una sorta di villaggio all-inclusive dove passare una vacanza a tempo indeterminato…da naufrago.
Ho spento le luci per conservare la batteria. Ho fatto a pezzi il mio cadavere e l’ho messo in frigo. Ne ho fatto esche da utilizzare per catturare i pesci.
Di giorno come di notte, le navi che incrociano la mia rotta non si fermano a controllare. Credono sia in viaggio verso chissà dove. La notte, spengo le luci per conservare la batteria e mi affido all’occhio addestrato degli altri marinai.

A parte queste comodità il mare è come il deserto, solo un po’ più rumoroso.
Il sole ti frigge la pelle e l’unica acqua che puoi permetterti di bere e quella che distilli dalla tua stessa urina. Ma io queste cose le avevo previste.
Eppure ci sono cose che non puoi prevedere. I documenti del morto ad esempio…te li ritrovi in mano quasi per caso, perché scivolano da una tasca mentre lo spogli e lo fai a pezzi. Poi li ritrovi, sempre per caso in un giorno qualunque che tanto non te ne frega di sapere che giorno è quando sei in alto mare.
Leggi una città Elrey, leggi una data di nascita e lo stato civile…poi corri a prendere la testa ormai congelata dal frigo e la sollevi fino a quando ti guarda dritto negli occhi. Solo allora ti rendi contro che non puoi prevedere tutto. Solo allora capisci che il tuo viaggio non è ancora finito e che devi lottare ancora, contro te stesso, contro i fantasmi che ti lasci dietro ogni volta che decidi di piantare chiodi invece di arrenderti e farti appendere alla croce, contro l’immagine di te stesso che ti raggiunge ogni notte e tra lampi e tuoni e coniati di vomito non smette di urlarti: Era tuo padre! Era tuo padre!

elrey - 14:04 - 1 commento - commentainizio

{ lunedì 27 settembre 2010 }

Perdido

Più di un mese. Dico così perchè non so contare e anche se sapessi contare odierei farlo.
Più di un mese, tanto è il tempo passato in compagnia di scorpioni e serpenti a sonagli, col caldo che ti spezza la voce.
Ma a voi, in fondo, cosa caz-zo importa se sono ancora vivo.
Più di un mese. Tanto mi ci è voluto per arrivare in Florida e scoprire che Lei, quella che mi ha fregato, è morta.
La trovai sui giornali. "Ritrovato il corpo di una giovane donna in riva al mare, misteriosa la sua identità. La polizia sta aspettando i risultati dell'autopsia per indentificarla".
Mi è bastato guardare la foto per capire che era Lei.
Non so chi l'ha uccisa e forse non lo saprò mai.
La rabbia mi monta dentro e mi riempie lo stomaco. Vorrei urlare ma non posso. Ho troppo caldo, troppa fame, troppa sete, troppo stanco per permettermi tutto questo.
Tornare indietro? Non se ne parla nemmeno.
Ci sono volte che ti senti come quel tale che decide di puntare tutto quello che ha su un numero della roulette. Non un numero a c###o, proprio un fottuto numero su una fottuta roulette di un fottuto casinò capite? Parte, si fa un viaggio allucinante e una volta arrivato al casinò trova il locale chiuso.
Resta con tutto quel che ha, poco, e non sa che fare.
Disperato? Sfigato? No, non credo siano queste le parole adatte. Arrivato. Forse è questa la parola che fa per me e quel tale.
Sono partito da Elrey e sono arrivato in Florida lasciandomi dietro un imprecisato numero di cadaveri e pallottole per scoprire che non ho più nulla per cui andare avanti.
La polizia prima o poi mi troverà, se mi trova mi arresta. Se mi arresta passerò la vita in carcere fracassando crani a chi cercherà di incularmi sotto la doccia comune.
Quando ti trovi a scegliere da che parte stare della croce hai solo due opzioni. O pianti o chiodi o stai appeso.
Così decido di prendere in mano il mio martello, una colt phyton del 71, e sequestro il primo motoscafo che trovo al porto. Costringo il proprietario a fare il pieno di carburante e poi mi faccio portare al largo, lontano dall'america verso non so nemmeno io dove.
Passano i giorni, le settimane. La benzina finisce e io resto solo con un cadavere su una barca di nove metri e una tempesta all'orizzonte che sicuramente passerà sopra la mia testa.
Perdido.
Ma ancora vivo.

elrey - 17:37 - 1 commento - commentainizio

{ giovedì 5 agosto 2010 }

Giorno 7: Desierto

Il Desierto. E' sempre lo stesso, non importa la regione, lo stato o il continente dove è ubicato. Di giorno il sole ti spezza il fiato in gola e ti brucia la pelle. Di notte il freddo ti entra dentro e ti congela le ossa. Cammini sicuro solo di due cose: che morirai o che sopravviverai se sarai cosi fortunato di incontrare sul tuo cammino una carovana e qualche oasi. Il Desierto. E' un luogo pieno di gente. Scorpioni, serpenti, ragni..quasi tutti velenosi. Quasi tutti nutrienti se li sai scovare e uccidere prima che loro uccidano te.
El Coyote me lo diceva. Attraversare El Desierto è una impresa folle. "La rua! La rua est mellor!" La strada è la via migliore.
Ma per me non esistono strade, non ancora per lo meno. Ho fatto il primo passo verso una vida nueva. Ho attraversato la Frontera. Il secondo è ottenere una nuova identità ma prima, prima devo trovare Lei, in Florida. Sarà li che morirò o ricomincerò tutto daccapo....

elrey - 09:35 - 0 commenti - commentainizio

{ lunedì 2 agosto 2010 }

Giorno 6: Mexicano

Messicani. Gente piccola dal sombrero grande.
Chi nasce in Messico sa che esiste una regola non scritta. Se la segui sopravvivi, se non la segui muori.
Si chiama Machismo. A sei anni un messicano sa già scannare e cucinare qualunque tipo di animale.
A dieci riesce a centrare un barattolo di latta a dieci metri di distanza. A Dodici anni hai già capito
tutto del sesso e di come si fa per ammazzare chi ti rompe i cojoni. Ecco, i cojoni quelli la. Un messicano
impara a tirarli fuori da piccolo. Se non ci riescono le botte e le esperienze lo fa l'alcool a farti venire
un fegato, e cojoni, grosso come quello di un toro. Se non ce la fa nemmeno l'alcool allora sei destinato
a diventare carne da macello, cuore senzapalle buono solo per essere espiantato venduto e trapiantato in qualche altro
senzapalle che durerà più o meno quanto sei durato tu prima di finire nella macchina del riciclo.
Ecco perchè, se sei nato in Messico, devi attenerti scrupolosamente alla regola del Machismo.
Le donne in Messico si dividono in due categorie. Le p#####e e le assassine.
Entrambe le categorie sono mamme a poco più di sedici anni. La differenza, anche qui, la fa El Machismo.
El Coyote mi disse che da qui alla Florida erano due giorni di viaggio. Voleva 3000 dollari solo per superare la frontera. Niente di più facile, bastava piantere un proiettile in testa
a un paio di ricercati e il gioco era fatto ma, come vi dissi in precedenza... la violenza di è organizzata.
Avevo appena iniziato a vedere la testadicazzo più quotata di Tijuana che già s'era sparsa la voce.
El b######o del Messico è a Tijuana e cerca te.
Sentire i gringos parlare di te come Il Messicano più grande che abbiano mai incontrato in tutta la loro vita fa un certo effetto.
Eppure la troppa fama non mi piaceva. Dovevo agire in modo diverso questa volta.
L'idea mi venne quando mi accorsi del poliziotto che camminava dietro di me. Niente di grave, facevamo la stessa strada.
Tuttavia appena girato il vicolo gli tesi un'imboscata.
Presi la sua divisa, il portafogli, i documenti e le chiavi della sua auto.
Per molti, un corpo morto significa tante cose.
Reni, cuore, cornee. Ma non era quella la mia vocazione, diciamo pure così.
Mi accontentari di farlo sparire per sempre.
El b######o del Messico diventa Poliziotto.
Buffa conbinazione. Superai la Frontera senza problemi. Senza Soldi. Senza sospetti.
Ridevo. Il mio viaggio verso la Florida era appena iniziato e fare quel viaggio su una macchina della polizia di Tijuana sulla strada che porta
da san Diego in Florida non sarebbe stato come fare un viaggio di piacere.
Il mondo si divide in due categorie: Chi ha voglia di farsi notare e chi va a piedi.
Io Camminavo.
Così, appena fuori dallo stato e appena prima del deserto. Diedi fuoco a tutto e proseguii a piedi...ma col pollice alzato.
Come chi cammina aspettando una guida che lo prende per mano...

elrey - 16:45 - 0 commenti - commentainizio

{ mercoledì 28 luglio 2010 }

Giorno 5: Tijuana

Non so dire per quanto tempo ho camminato nel deserto, a inseguire delle orme, unica traccia visibile di un sogno impossibile...
Alla fine i miei piedi mi hanno portato a Tijuana o almeno quello era il nome che leggevo su un cartellone sporco di terra e qualche altra sostanza che non mi va di descrivere.
A Tijuana puoi fare sostanzialmente tre cose: Entrare in un bar e ordinare Tequila, Pagare una prostituta e fumarti una canna dopo che te la sei s#####a. "Benvenido a Tijuana, Tequila Sexo y Marjuana". Per tutto il resto rischi la vita.
A Tijuana c'è un posto chiamato "El bordo". Una costruzione alta tre metri che può essere considerato il giusto tributo alla fallita politica bilaterale tra Messico e Stati Uniti sul tema della migrazione. Sostanzialmente è un muro ma non un muro qualunque. Quel muro divide la Tijuana con San Diego. Oltre "El bordo", la pena di morte non vale. Oltre El bordo continui ad essere un b######o, ma un b######o che respira.
Anche io feci quello che fanno tutti a Tijuana. Entrai in un Bar e ordinai una Tequila e poi la vidi. Era li, seduta accanto a me che fumava una canna. "Ma quanto c###o c'hai messo" mi disse prima di alzarsi e andare su, verso il piano superiore del locale. La segui come un cane affamato che segue una preda grondante di sangue... inutile dirvi quello che è successo dopo.
La mattina seguente trovai il portafoglio vuoto, la pistola scarica e un biglietto con su scritto "Segui il Coyote in Florida..."
Ah! Non vi ho detto una cosa. Il Coyote a Tijuana è un brutto tipo. Uno che paghi per farti trasportare come clandestino al di la di "El bordo". Un po' come gli scafisti albanesi con la differenza che se ti prendono quelli della "frontera", l'unico posto dove puoi pregare di finire è all'inferno...possibilmente presto.
Dunque era questo il suo gioco...Andare in Florida, lontana dal deserto, dalle pallottole volanti, dai trafficanti di armi e di droga, lontana da questo schifo. Che strano il destino. C'è gente al di la del bordo che rischia la vita per entrare in Mexico, per liberarsi definitivamente della polizia e una condanna a morte sicura. Lei invece faceva di tutto per uscire. Chi nasce nel caos cerca l'ordine e chi vive nell'ordine vorrebbe vivere nel caos. E io? Il b######o del Mexico? Cosa voglio io, a parte morire dopo averla rivista ancora e possibilmente ritrovare mio padre? Chissà, sono sempre stato un uomo di poche pretese ma da una volontà di ferro.
Ci sono domande che non troveranno mai risposta. Ho una donna da trovare e un posto da raggiungere, già questo mi rende più fortunato di tanta altra gente in questo mondo. Assaporo per un ultima volta il suo odore attraverso le lenzuola del letto. Poi Esco. Devo cercare un Coyote.

elrey - 15:35 - 0 commenti - commentainizio

{ lunedì 26 luglio 2010 }

Giorno 4: Orme

La vita è imprevedibile. Le volte le spalle un attimo e quella se ne approfitta per farti un brutto tiro, o per regalarti qualcosa di assolutamente inaspettato. Una volta non era così.
Una volta bastava un duello, un colpo di pistola o forse due e tutto finiva li. Oggi la faccenda si è fatta più complicata. Ci si organizza, si pianificano agguati, imboscate.
Oggi il mondo, perlomeno a Elrey, si divide in due categorie: chi vuole fargliela pagare e l'uomo morto che cammina.
a#######o la teoria del colpo singolo. Appena l'uomo morto che cammina arriva al centro della trappola, giù una raffica di proiettili e amen. La morte organizzata.
Come quella che avevano cercato di darmi quel branco di teste di c###o. Se non ci fosse stata Lei...
Si! La sto cercando! Nel deserto. La sto cercando nel deserto. Che follia! Follia... e orme, quelle del cavallo che trascina per non affaticarlo troppo.
Il mondo a Elrey si divide in due categorie...quelli che hanno un cavallo e quelli che camminano. Io cammino. Sotto il sole, ma per fortuna vedo ancora le orme...puntano diritte al confine, ma c'è ancora tanta strada da fare...e ho sete, una sete del diavolo.
A volte penso che dovevo mandarla a#######o e farmi uccidere li, su due piedi. Invece di scappare come un coniglio per poi tornare a cercarla...tutto per uno sguardo. Una volta era più semplice. Ti vedevi, scopavi e via. Oggi le persone, perlomeno a Elrey, per questo genere di cose si dividono in due categorie: Chi pensa di avere una buona scusa per lasciarti vivere e chi insegue.
Indovinate un po' a che razza di categoria appartengo io....

elrey - 14:32 - 0 commenti - commentainizio

{ venerdì 23 luglio 2010 }

Giorno 3: Coriandoli

Vi ho parlato di Elrey... vi ho parlato di me.
Vi ho detto chi sono e cosa faccio.
Quello che non vi ho detto è che la mia vita si è fermata il giorno in cui ho incontrato Lei.
Lei, si. Camminava e la polvere del deserto nascondeva i suoi piedi e dunque non potevi mai prevedere le sue vere intenzioni.
Qualcuno dice che per capire le intenzioni dell'altro basta guardarlo negli occhi. Con Lei questo giochetto non funziona per un semplice motivo. I Suoi occhi sono così belli che se la guardi troppo a lungo diventi pazzo.
Ci sono donne capaci di salvarti per poi fare a pezzi la tua vita. Lei era una di quelle Donne.
Quel giorno ero braccato dagli scagnozzi di un trafficante d'armi messicano che volevano vendicarsi per aver fottuto il loro capo.
Mi avevano circondato in mezzo al deserto - circondati in mezzo al niente... ironico vero? A volte la morte sa essere anche spiritosa - ero sul punto di sparare l'ultimo colpo rimastomi in canna dritto in gola quando sentii premere il grilletto della sua Colt. Quattro colpi secchi provenienti dal nulla di una nuvola di polvere e Quattro teste di c###o che vengono giù come sacchi di patate davanti i miei occhi increduli.
Poi il silenzio, i suoi occhi che spuntano dalla polvere e infine...
Coriandoli.
Coriandoli, il mio ultimo pensiero prima del nulla.
Coriandoli. La mia mente stracciata (1), fatta in mille pezzettini(2) e data in pasto al vento(3). Matto, in tre mosse.

Feci per avvicinarmi a lei, per ringraziarla o forse, per baciarla, ma non feci in tempo. Lei mi stava puntando la pistola diritta in testa.
"Ti do cinque minuti di tempo" disse. Poi ti uccido.
Cinque minuti.
Cinque minuti per diventare da cacciatore a preda.
Cinque minuti per sparire nel deserto.
Un paio di settimane di attesa in un luogo sicuro. Una vita, non saprei dire altrimenti...passata a pensare a cosa fare. Poi, un alba qualunque in un posto qualunque,la decisione di cercarla.
Tutto per colpa di uno sguardo che ha fatto coriandoli di quel poco di testa che m'era rimasta. t###a!!
Ora avevo Tre possibili finali.
Amarla, Ucciderla o Morire.
In ogni caso, pensai uscendo dal mi nascondiglio, avrei speso bene la mia vita.

elrey - 15:18 - 0 commenti - commentainizio

{ martedì 20 luglio 2010 }

Giorno 2: Identità

Elrey è una località, anzi, diciamo che è l'ultima località dove potresti incontrare qualcuno prima del deserto.
Ma se incontri qualcuno a Elrey, difficilmente si tratta di una brava persona e dunque, per farla breve è meglio che nessuno conosca Elrey.
Elrey è in Messico, dicevo. Quelle poche persone che la cercano lo fanno perchè stanno scappando da qualcosa o da qualcuno. Ladri, Assassini,Trafficanti di droga, questa è la popolazione e l'aspettativa di vita a Elrey, deserto a parte, è proporzionale al numero di pallottole che ti rimangono nella tua pistola.
Io ci sono nato li. Figlio di una p#####a, questo è chiaro. Quello che non ho mai avuto chiaro invece, è l'affiliazione. Chi era il b######o che tra tutti i b######i è riuscito a bucare l'ovulo che m'ha fatto venire al mondo. La domanda, tra una rissa e una sparatoria, mi ha sfiorato la mente solo una volta, quando confrontai la faccia tumefatta dell'ultima testadicazzo che aveva voglia di prenderle con l'immagine di un ricercato appesa come uno straccio all'ingresso del TittyTwister...
Fu allora che capii chi ero e che cosa avrei dovuto fare per ritrovare mio padre.
Fu allora che diventai un cacciatore di teste. Pensateci un attimo anche voi, un figlio di p#####a cresciuto tra figli di p#####a che si mette in testa di fregare tutti i figli di p#####a, geniale vero?
Il b######o del Messico.
Ecco chi sono.

elrey - 11:55 - 2 commenti - commentainizio

{ venerdì 16 luglio 2010 }

Diario di elrey. Giorno 1: Ho scoperto di avere un diario

Mi chiamo Elrey. Sono un naufrago. Ho trovato questo diario tra i pochi flussi rimasti del vasto mare delle informazioni che navigavo prima del disastro...e ho deciso di scrivere la mia storia.... una storia qualunque sia chiaro, io non sono nessuno anche se una volta conoscevo qualcuno che si faceva chiamare così..."nessuno" e quello si che ne aveva di cose da dire...
ma sto divagando e si sta facendo tardi.. chiudo così il mio primo giorno, con il pensiero di nessuno che vago tanto a lungo per ritornare a casa... gli sconosciuti, spesso, hanno storie bellissime da raccontare.

elrey - 10:38 - 2 commenti - commentainizio

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