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{ mercoledì 11 luglio 2007 } È vero che le borgate romane di Vitinia e Acilia sono state chiamate così in epIl villaggio di Acilia è stato fondato e chiamato così in epoca fascista; Vitinia, insediamento già esistente, si è chiamato in questo modo a partire dagli anni Cinquanta del secolo XX, in sostituzione del precedente toponimo Risàro. Il caso di Vitinia < Risàro è in netta controtendenza rispetto alla sostituzione di polionimi (nomi appartenenti a una serie comprendente varie unità nominali, usate per designare lo stesso concetto o lo stesso oggetto) in -ia, avvenuta dopo il crollo del regime fascista - in particolare nell'immediato dopoguerra - in quanto tale suffisso veniva sentito come fortemente connotato in senso ideologico, una sorta di segnale linguistico di appartenenza al Ventennio. Tale sentire non era immotivato. Mussolini stesso fu il principale onomaturgo di toponimi in -ia. La politica linguistica nazionalistica del fascismo si associò da subito al culto della romanità classica e il suffisso -ia, in virtù della sua forma latineggiante, permetteva di istituire un collegamento ideale proprio con tale romanità. Tra l'altro, a favorire la predilezione per -ia contribuì il fatto che non mancavano nella storia dell'Italia casi di cambiamenti di toponimi, a scopo celebrativo, con adozione di forme terminanti in -ia. Basti pensare a Urbania < Castel Durante (nelle attuali Marche), in onore di papa Urbano VIII (1636) e ad Alessandria in Piemonte (fine XII secolo), in onore di papa Alessandro III. Il prestigio del suffisso doveva essere consolidato se nel 1862 si ebbero Ausonia < Le Fratte (nel frusinate), Aquilonia < Carbonara (in Irpinia); nel 1872 Corneto Tarquinia (poi soltanto Tarquinia dal 1922) < Corneto (nel viterbese); nel 1911 Tuscania < Tuscanella (sempre nel viterbese). Dal 1925, cioè a partire dal consolidamento del regime fascista, tre circostanze favorirono la proliferazione di polionimi in -ia: l'aggregazione di due o più comuni in uno, sotto la spinta dell'autorità autocratica del podestà, con frequente cambiamento della denominazione; la nascita di nuovi centri abitati, assegnatari di un nuovo nome; l'avvio di una politica linguistica avversa all'alloglossia, anche in campo toponomastico, e la concomitante predilezione per soluzioni sostitutive magniloquenti. reby89vr - 20:48 |
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