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danut sabato 27 agosto 2005 11:56 | 1/2 |
Ebbene mi son fattodue calcoli oggi scoprendo quanto la qualità della vita sia diminuita rispetto a molti anni fa nell boom economico dove bastava solo una persona in famiglia che lavorasse e tutti potevano vivere non male. E' vero che al giorno d'oggi la tecnologia è avanzata ma è anche vero che i costi sono fuori controllo. Per primo affitti o case, il loro prezzo non hanno più nessun collegamento con la realtà dei fatti, costringono persone a svenarsi per avere un diritto naturale di vita e questo è incacettabile, non me ne abbiano coloro che investono in immobili, ma alla fine per me è immorale chiedere un affitto assurdo come è asssurdo il prezzo con cui si comprano le case (moderne caverne di pietra). Poi noto come tutto sia costoso al giorno d'oggi, l'energia prima di tutto, che per noi legati al petrolio ha un costo notevole, maledetto il referendum populista che fu fatto contro il nucleare (a dire il vero per legge si potrebbe costruire centrali ma sono terribilmente contro l'opinione pubblica). Ed alla fine una famiglia per me ha bisogno di minimo 2000 Euro per poter vivere senza pensare ad aiuti da parte di genitori o altro. A fronte di questo fanno piangere gli attuali stipendi, che non possono essere più alti per le lavorazioni che noi abbiamo adesso in Italia, ma mi chiedo perchè non specializzare la nostra industria in lavorazioni di tecnologia avanzata così da lasciare ai paesi emergenti la produzione di base. Eppure chi è in Italia non investe sul moderno preferendo il proprio e vecchio orticello e dal momento che è una opinione comune la nostra nazione scivola semprepiù in probemi che nessuno avrà il coraggio di risolvere (non è il governo che può risolvere tutto, ma qui sono gli imprenditori). Una industria più avanzata comporterebbe stipendi più elevati ed una maggiore specializzazzione, ma allo stesso tempo obbligherebbe allo studio, cosa comunque necessaria in un paese di non più braccianti. Allo stesso tempo vedo che non sono solo gli imprenditori a rallentare questo fenomeno ma gli stessi sindacati che con relative e giuste preoccupazioni per ogni cambiamento dello status provocano il famoso scontro datore di lavoro lavoratori. Ogniuno ha paura di perdere il proprio stato di essere ed allla fine noi rimaniamo fermi nella nostra situazione e tutti dicono solo una cosa "il governo dovrebbe fare qualcosa", non comprendendo che se non c'è la volontà di fare una legge serve a ben poco, come dimostra anche il paassato. Non è dando incentivi che si crea ricchezza, ma solo furbi che ne usufriuiranno. Alla fine mi chiedo cosa sia la causa di questo immobilismo che è tutto in europa e che ci condannerà nel giro di pochi anni di essere superati da paesi emergenti che hanno la nostra stessa tipologia di produzione ma a minor costo. |
emilia80 lunedì 29 agosto 2005 10:16 | 2/2 |
Caro Danut sono pienamente d'accordo con quanto affermi a partire dalla consapevolezza di una fatica sempre maggiore a fare fronte a tutto. Intendo tutto con le spese quotidiane che l'italiano deve affrontare e dei conti che deve continuamente fare in base ai soldi che ha in tasca. La cosa più triste e ancora più evidente è che questa consapevolezza del peggioramento delle condizioni di vita sembra come nascosta l'italiano standard non mette in piazza la propria povertà ma si nasconde dietro un'ostentato essere benestante a tutti i costi (il Veneto per dirne una è una delle regioni più bigotte in questo senso). Tutti giudicano negativamente il governo ma pochi parlano della classe dirigente che coglie tutti i fiorellini per riempirsi il taschino: vedi l'alta immigrazione o la nuova legge sui contratti a progetto e simili. E d'altra parte cosa abbiamo? Io penso ai giovani, laureati per lo più che a 25 anni entrano nella sfera magica che si chiama "mercato del lavoro" e capiscono dopo qualche mese che sono il ceto sociale meno ricco e diventano per magia i neolavoratori più disponibili e adattabili: l'unico strumento che hanno per avere un contratto decente e un badget sufficiente per sè stessi. Dopo alcune persone, stranamente le benpensanti figlie di papà che non hanno mai assaggiato la vita quotidiana di una famiglia di medio ceto sociale, vengono a dire: studio anche fino a 28 - 29 anni tanto oggi si fatica atrovare lavoro. Io apprezzo quelli che rimboccandosi le mani e compreso da subito come si muove questo mercato del lavoro, studiano e lavorano anche contemporaneamente per acquistare un domani una casa anche con un onesto mutuo di vent'anni. C'è poca comprensione da parte della classe dirigente di queste difficili condizioni dei giovani, e continua difficoltà per questi ultimi di farsi capire dai primi. Parlando sempre di società, contesto infine gli stessi giovani che criticano l'andazzo attuale di nascite sempre meno numerose a fronte di un numero sempre più elevato di nascituri stranieri (indiani, slavi, africani eccetera). Si riconduce tutto a un discorso economico. Tu dici che si vive discretamente con duemila euro al mese: una coppia, che ha due tre rate tra casa e automobili, ma il resto? Se nasce un figlio, dove lo mettiamo? E se i genitori non lo possono tenere? L'asilo nido, quanto mi costa? Servirebbe un altro forum per i dilemmi di questa discreta coppia di lavoratori... I probelmi sono tanti, la soluzione è sempre una: l'ottimismo. |