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La variabile

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nessunostellina PXlab venerdì 30 gennaio 2009 06:111/9
In un programma la variabile deve essere definita per poter avere il riferimento.
Il nome della variabile è il nome con cui viene identificato il riferimento.
Il nome della variabile è arbitrariamente libero, sta al programmatore la decisione.
Gli attuali sistemi informatici prevedono un range di caratteri per definire il nome della variabile. Ogni linguaggio ha le sue proprie caratteristiche e le combinazioni possibili per attribuire un nome variabile sono limitate perchè appartenenti ad un insieme finito.
Il contenuto della variabile è il riferimento.
Ogni variabile è formata da 2 quantità: l’identificativo nominale e il contenuto. Sono uniti dal simbolo di assegnazione, il simbolo di "uguale".
Teoricamente le combinazioni possibili per definire una variabile sono infiniti per la nominale e sono infiniti per il contenuto. Le infinite quadro combinazioni diventano infinite non appena si decide il nome e diventa una unica combinazione non appena si decide il contenuto. Generalizzando tale ragionamento teorico si può affermare che ogni programma che non è ancora stato scritto vive in un range da infinito quadro combinazioni e la scelta del nome finito da parte del programmatore trasforma l’insieme immaginario in un insieme da infinite possibilità di scelta e la scelta del contenuto definisce univocamente la variabile. Un teorico linguaggio di programmazione così immaginato è formato da una sola variabile che è l’insieme di tutte le possibilità combinatorie. L’esistenza di un linguaggio infinitamente infinito è dimostrazione che il punto di metà (il simbolo di uguaglianza) rappresenta il costante realizzarsi dell’istante presente in quanto l’infinito nome variabile e l’infinità dei contenuti sono un doppio verso esistenziale che si incontra nel centro di definizione, che è appunto il simbolo di assegnazione. L’istante presente è sempre una risultante di incontro di due direzioni opposte, la realtà e l’immaginazione. L’istante presente è una finitizzazione dell’infinito che concede la possibilità di definire un nome variabile finito ed un contenuto finito. Per simmetria con quanto affermato risulta che il simbolo di uguaglianza di una qualunque assegnazione è l’infinita unione tra nome e contenuto dato che il nome è un verso reale ed il contenuto un verso immaginario.
Un ideale linguaggio di programmazione non ha limite numerico alla quantità combinatoria dei nomi variabile e non ha limite numerico alla quantità combinatoria dei contenuti. Che è l’esistenza del doppio infinito che si incontra nella metà da infinito^2 possibilità. Un linguaggio tale è predisposto ad accettare infiniti caratteri a formare il nome variabile ed è predisposto ad accettare infiniti contenuti. Un programmatore che ha la possibilità di scrivere software con un linguaggio infinito si trova nella impossibilità di definire il riferimento in completezza dato che per scrivere infiniti caratteri formativi del nome variabile gli occorrerebbe infinito tempo ed il chè coinciderebbe con il non aver modo di assegnare il contenuto perchè dovrebbe continuare a scrivere il nome senza mai fermarsi, senza quindi mai digitare il simbolo di uguaglianza che unisce (divide) il nome dal contenuto. Non appena si fermasse, digitando il simbolo di "=" avrebbe finitizzato la nominale della variabile e potrebbe iniziare a scrivere l’infinito contenuto numerico ma anche in tal caso non dovrebbe mai fermarsi perchè se si fermasse definirebbe la finitizzazione del riferimento. Siccome la vita si realizza anche in questo istante è deducibile che costantemente avviene una finitizzazione dell’infinito letterario (nome variabile) e contemporanemanete avviene una finitizzazione dell’infinito numerico (contenuto variabile) dato che le direzioni esistenziali dei due insiemi sono inverse. L’incontro del futuro col passato, che è costante coincidenza, genera l’istante presente, che è una uguaglianza di metà, che è la realtà immaginata.

nessunostellina stellina stellina stellina stellina stellina DottCacchiuc venerdì 30 gennaio 2009 08:432/9
..."semantica dei linguaggi di programmazione"..una scienza orami praticamente morta...come l'elettrotecnica..
ciao

ormai..chiedo scusa della mia cecità...ma la tastiera braille mi provoca problemi, a volte..
nessunostellina stellina fabioMD1960 giovedì 5 novembre 2009 16:413/9
Il 30/01 06:11 PXlab ha scritto:
la vita si realizza anche in questo istante è deducibile che costantemente avviene una finitizzazione dell’infinito letterario (nome variabile) e contemporanemanete avviene una finitizzazione dell’infinito numerico (contenuto variabile) dato che le direzioni esistenziali dei due insiemi sono inverse. L’incontro del futuro col passato, che è costante coincidenza, genera l’istante presente, che è una uguaglianza di metà, che è la realtà immaginata.
Bella l'esposizione. A mio modesto avviso, nullo il significato

Due osservazioni per motivare la mia affermazione:

1 un linguaggio di programmazione simile a quello ipotizzato necessiterebbe di un sistema di compilazione (vedi nota) che avesse in se' il concetto di infinito.
Dovrebbe essere quindi piu' che un compilatore una sorta di sistema di intelligenza artificiale.
A parte questa 'inezia tecnologica', mi domando il vantaggio pratico di un simile linguaggio.

2. il futuro e' un concetto mentale e non esiste in quanto realta' dell'universo (o perlomeno non e' stata ancora dimostrata scientificamente la sua esistenza).

Pertanto l'iperbole che cito testualmente

"costantemente avviene una finitizzazione dell’infinito letterario (nome variabile) e contemporanemanete avviene una finitizzazione dell’infinito numerico (contenuto variabile) dato che le direzioni esistenziali dei due insiemi sono inverse. L’incontro del futuro col passato, che è costante coincidenza, genera l’istante presente, che è una uguaglianza di metà, che è la realtà immaginata."

e' a mio parere un'affermazione totalmente priva di senso in quanto si basa su concetti che si validano a vicenda ma che non hanno appigli sul reale.

(nota): semplificando al massimo per i non addetti ai lavori, un 'compilatore' e' un programma che traduce il codice scritto usando un linguaggio di programmazione in istruzioni eseguibili dal processore o CPU (il cosiddettto 'codice macchina')
nessunostellina stellina stellina stellina stellina stellina DottCacchiuc venerdì 6 novembre 2009 08:354/9
e' a mio parere un'affermazione totalmente priva di senso in quanto si basa su concetti che si validano a vicenda ma che non hanno appigli sul reale.

,,,concordo sulla "ignobile" tautologia, peraltro totalmente immaginaria!!
qualcuno, però, potrebbe dirmi per favore se vi sono connessione con la "fuzzy logic"?
sayonara
nessunostellina stellina fabioMD1960 martedì 10 novembre 2009 17:345/9
Il 06/11 08:35 DottCacchiuc ha scritto:
concordo sulla "ignobile" tautologia, peraltro totalmente immaginaria!! qualcuno, però, potrebbe dirmi per favore se vi sono connessione con la "fuzzy logic"? sayonara
mi e' piaciuta l'espressione 'ignobile tautologia'.. rende bene l'dea.
In effetti avevo provato un piccolo moto di sano sdegno razionale di fronte a cotante circonvoluzioni per dimostrare che esiste l'aria fritta (ovviamente con tutto il rispetto dovuto a PXlab che coraggiosamente aveva messo il post...).

Per quanto riguarda la tua curiosita' sulla fuzzy logic, la mia societa' lavora nel campo della ricerca e sviluppo delle tecnologie innovative, ma non conosco abbastanza la materia in questione per darti una risposta sensata.
Quando ho due minuti, mi documento per fornire una degna risposta
nessunostellina PXlab martedì 24 novembre 2009 05:046/9
Il 05/11 16:41 fabioMD1960 ha scritto:
2. il futuro e' un concetto mentale e non esiste in quanto realta' dell'universo (o perlomeno non e' stata ancora dimostrata scientificamente la sua esistenza).
Se esiste un passato esiste di certo anche un futuro, il tempo di metà è la costante dimostrazione. L'infinito è ovunque.

Il 10/11 17:34 fabioMD1960 ha scritto:
mi e' piaciuta l'espressione 'ignobile tautologia'.. rende bene l'dea. In effetti avevo provato un piccolo moto di sano sdegno razionale di fronte a cotante circonvoluzioni per dimostrare che esiste l'aria fritta (ovviamente con tutto il rispetto dovuto a PXlab che coraggiosamente aveva messo il post...).
Infatti la certezza è numerica, non è di certo letteraria, la lettera è variabile libera, il numero sancisce. Per trasmettere concetti è buona abitudine utilizzare forme di linguaggio, e linguaggio può anche essere un linguaggio di programmazione. Identità percettivo-inanimata.
nessunostellina stellina stellina stellina stellina stellina DottCacchiuc martedì 24 novembre 2009 08:207/9
L'infinito è ovunque.
....perchè semplicemente non esiste se non come astrazione della nostra mente!!
nessunostellina stellina fabioMD1960 martedì 24 novembre 2009 15:528/9
Il 24/11 05:04 PXlab ha scritto:
Se esiste un passato esiste di certo anche un futuro, il tempo di metà è la costante dimostrazione. L'infinito è ovunque.
Infatti la certezza è numerica, non è di certo letteraria, la lettera è variabile libera, il numero sancisce. Per trasmettere concetti è buona abitudine utilizzare forme di linguaggio, e linguaggio può anche essere un linguaggio di programmazione. Identità percettivo-inanimata.
A me non piace disquisire e soprattutto ragionare per geroglifici (a meno che non sia conscio della debolezza di un ragionamento e decida di gettar fumo negli occhi degli altri per nascondere la mia carenza).

ordunque ben vengano il pragmatismo e la semplicita' d'animo come motori delle azioni umane e che si abbandoni, una volta per tutte, la necessita' di trasformare tutto in rigurgiti gassosi di una formica che ha mal digerito il pranzo...
nessunostellina PXlab mercoledì 25 novembre 2009 21:009/9
Il 24/11 15:52 fabioMD1960 ha scritto:
A me non piace disquisire e soprattutto ragionare per geroglifici (a meno che non sia conscio della debolezza di un ragionamento e decida di gettar fumo negli occhi degli altri per nascondere la mia carenza). ordunque ben vengano il pragmatismo e la semplicita' d'animo come motori delle azioni umane e che si abbandoni, una volta per tutte, la necessita' di trasformare tutto in rigurgiti gassosi di una formica che ha mal digerito il pranzo...
Non ti piace disquisire, che ci stai a fare qui dentro? Non ti piace ragionare, chissà cosa ti piace fare.. vabbè, poco importa.... buona digestione
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