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steblizz giovedì 16 aprile 2009 20:18 | 1/11 |
Si può produrre energia elettrica dall'acqua usando materiali conduttivi che non vengono consumati in acqua a differenza della pila di Volta.Servoni due elettrodi , uno di silicio e uno di carbonio. I due elettrodi vengono immersi in acqua senza che si tocchino. La grandezza di ogni singolo segmento non è rilevante in quanto l'energia prodotta è identica sia con segmenti grandi che con segmenti piccoli. La somma delle celle darà la l'aumento del voltaggio.Le celle devono essere collegate in serie, in parallelo non funziona, almeno a me.Lo stagno è il miglior metallo che sono riuscito a trovare per collegare le celle per ora.La sequenza dei materiali è stagno-carbonio-acqua-silicio-stagno- eccetera. Lo stagno non deve toccare l'acqua per evitare l'ossidazione.L'elettrodo in graffite o fibra di carbonio non si consuma in acqua così come l'elettrodo in silicio. Il silicio è difficile da trovare in commercio perciò si può provare con una roccia che lo contiene e che viene fusa da una fiamma ossidrica per rendere la strittura più cristallina o per meglio dire vetrosa. Ogni cella da un voltaggio da 0.2 a 0.6 volt circa e funziona con una goccia d'acqua al giorno. Attenzione! Evitare di usare fibra di carbonio in quanto pericolosa come l'amianto, ha le stesse grandezze e struttura, solo che l'amianto è fatto dal silicio. In Italia ancora non se ne parla ma a maggio del 2008 uno studio ha dimostrato che è cancerogena alla stessa maniera se respirata. |
steblizz sabato 18 aprile 2009 07:13 | 3/11 |
certo che conduce elettricità, l'ho usato anche come elettrodo per fare l'elettrolisi dell'acqua e funziona che è una meraviglia. io per adesso ho collegato solo 5 celle, ho usato il contenitore col quale si fa il ghiaccio nel frigo visto che è già separato.in ogni buco ci ho messo un pezzo di silicio che sporge fuori e un pezzo di graffite.collego il silicio della prima cella con la graffite della seconda e cosi via.ci accendo un led da 1.5 volt . è un pò fiacco ma è acceso per giorni. a dire la verità ne sono passati 4 ma chissà ancora quanti anni ci vorranno prima che qualcuno si accorga che ci vorranno millenni prima che si sciolgano gli elettrodi.non si tratta di una reazione chimica, è un effetto elettrocinetico dell'acqua che è causa di un'altro effetto, cioè la stimolazione sulla superficie cristallina del silicio e anche del carbonio che è tale è quale all'effetto piezoelettrico dei cristalli. se ci pensi è veramente una s#######a!...l'acqua scambia continuamente atomi tra le varie molecole. essendo il grado della molecola di 105' significa che gli atomi si spostano fisicamente nel momento degli scambi. è questo che stimola i cristalli conduttivi. visto che c'è una differenza di potenziale nei due elettrodi è chiaro che ogni volta che c'è movimento c'è anche conduzione di elettroni che ha anche una direzione ed è sempre continua. e l'acqua lo fa troppissime volte al secondo! |
Coraggio martedì 21 aprile 2009 23:24 | 4/11 |
...guarda...niente di nuovo all'orizzonte. si sa che si genera un potenziale anche dalla 'giunzione' di due materiali diversi come rame e costantana...con cui si fanno le termocoppie per leggere la temperatura ambientale...si sa inoltre che è possibile produrre energia da frutti, limoni, arance, ecc mediante l'uso di elettrodi tipo zinco e rame...il fatto non è che queste teorie non siano valide, il problema sta nel credere di avrer trovato la soluzione a tutti i problemi energetici! bisogna pensare a quello che si intende quando si parla di energia!! il sogno dell'uomo è disporre di un'energia illimitata immediatamente disponibile nell'istante in cui si utilizza... purtroppo siamo ancora distanti da questo sogno, l'energia non è ne eterna ne illimitata e per renderla immediatamente disponibile bisogna buciare migliaia di tonnellate di combustibile continuamente senza sosta e tutta l'energia prodotta e non consumata è PERSA!! infatti l'energia NON SI PUO' ACCUMULARE se non in piccolissime quantità (batterie)... |
steblizz giovedì 23 aprile 2009 00:08 | 5/11 |
non è un effetto elettrochimico bensì elettrocinetico. ho scoperto che non devo cambiare l'acqua. se lo chiudo funziona lo stesso con la stessa intensità da giorni ormai. ho collegato due condensatori e li scarico ogni tanto per vedere quanto ci mette l'acqua a scaricarsi ma finora non trovo riscontro sul fatto che prima o poi si scaricherà. sarà duro convincere le persone di questo, invece di sperimentare e vedere da soli chè è una cosa strana per la scienza odierna , TUTTI cercano di convincere me che è la solita pila di Volta, quindi capisco che questa cosa non è per tutti. voglio comunicare solo con persone che hanno sperimentato una cosa simile o coloro che prima di cercare di convincere me provino a convincere se stesse che il sistema mio funziona...oppure no. contattatemi su skype cercando "steblizz" oppure scrivetemi una mail a stefan.danov@yahoo.it . Cercherò di aiutarvi il più possibile sperando di trovare gente che sia più capace di me e che in cambio possa aiutare me. |
Coraggio venerdì 24 aprile 2009 12:05 | 6/11 |
cosa intendi per effetto elettrocinetico? giustifica fisicamente i concetti che esponi! a quanto ne so l'effetto elettrocinetico si ha in conseguenza ad un flusso in movimento...in soldoni il flusso genera il potenziale... ho lavorato ad un progetto all'università che utilizzava l'effetto elettrocinetico per spostare delle gocce d'acqua...in pratica su una piastra in pvc venivano deposti dei collegamenti elettrici che avevano una forma particolare..tipicamente quadrata...applicando una opportuna differenza di potenziale veniva generato un campo elettrico che spostava le gocce d'acqua nella direzione voluta...essendo l'acqua un liquido polare! esistono relazioni specifiche che giustificano questo fenomeno...l'elettrocinesi si basa sul fatto che...quando un liquido scorre in prossimità di una superfice non tutto il liquido scorre con la stessa velocità!..la parte in prossimità della superfice per effetto delle forze viscose (attrito) scorre più lentamente...questo comporta una separazione delle cariche parallela all’interfase che dà origine a una differenza di potenziale...come tutti i fenomeni elettrici il processo è reversibile! quindi applicando una differenza di potenziale si genera il muovinento... |
steblizz mercoledì 9 settembre 2009 17:41 | 7/11 |
Fa una bella cosa: Prendi un pezzo di silicio monocristallino della grandezza che ti piace di più, una mina di matita sempre della grandezza a te più desiderata e immergili senza farli toccare dentro ad quan quantità qualsiasi d'acqua pura. Testa la corrente , il voltaggio e inizia a darti le risposte che io non sono in grado di dare per mancanza di prove. |
fabioMD1960 venerdì 9 ottobre 2009 14:16 | 8/11 |
La prima domanda che mi pongo e': ma quanta energia riesco ad ottenere da questo processo e che relazione ci deve essere tra volume di acqua utilizzata ed energia ottenuta ? Inoltre, se i volumi di acqua necessaria sono elevati, quali difficolta' tecnologiche incontro e quale impatto ho sull'ambiente di fronte all'utilizzo dell'acqua stessa ? La questione e' fondamentale, perche' uno dei parametri essenziali per parlare di fonti energetiche realmente utilizzabili e non inquinanti/invasive e' la dimensione della fonte a parita' di energia disponibile. L'altro parametro e', come scrivevo prima, l'impatto ambientale. |
quercia mercoledì 9 dicembre 2009 21:25 | 11/11 |
Il 16/04 20:18 steblizz ha scritto:Scusa, dici che da ogni cella si ricavano dai 0.2 ai 0.6 volt: mi sai dire anche (all'incirca) quanti milliAmpere riesce a fornire una cella? Grazie. |