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categoria: Poesie

SOLIDARIETA'...

Poesia della settimana 23 del 2010

SOLIDARIETA’

Rispondere ad un sorriso,
compartecipare al dolore
di un vittima dell’ingiustizia,
capire chi soffre per fame,
per odio o per amore profondo,
aiutare a capire chi ancora
non riesce a concepire la fratellanza,
condividere il pensiero del diverso,
penetrare a fondo nell’animo
di chi non riesce a comunicare,
fare l’elemosina al povero miliardario
e gioire della gioia del poeta
che gode per la nascita policroma
di un umile fiore di campo,
ascoltare la musicalità di un bimbo
che piange per un giocattolo
a forza asportato da un coetaneo,
gioire col mondo al sorgere del sole…
Questa è la nuova solidarietà!

Catello Nastro

Catello Nastro

segnalata da Catello Nastro mercoledì 2 giugno 2010

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categoria: poesie

Messaggio D'amore

Non ci sono parole che possano lenire il dolore
di un uomo che perde la propria compagna amata.

Solo un vuoto incolmabile dopo la lotta strenue
ed il coraggio raccolto nel profondo dell'anima,
per lei, per non farla soffrire oltre.

Girarsi intorno e vedere soltanto ombre,
ignobile giustizia la morte quando arriva
e prende chi è viva, chi ti ha sorriso e amato.

Chi con forza ha tracciato il percorso della tua vita
e ti ha fatto sentire completo, sicuro, appagato.

Quello che è più sconcertante, incomprensibile,
violento, lo strappo che senti dentro,
quel pezzo di lei che hai nel cuore
sta uscendo da te con tanto dolore.

Inaccettabile fino al punto che imprechi il creato
di farti vivere questo tempo.
Ma devi mantenere la calma, per te, per chi ti ama,
per chi rimane, continuare a soffrire in silenzio
e sperare, per non morire dentro.

Cercare nei suoi occhi sinceri lo sguardo dolce che ti ha lasciato,
immortale messaggio d'amore che resiste alla morte,
nel breve tratto che rimane unisce ognuno nella sua luce.

vulca - tratto da riflessioni

segnalata da vulca domenica 11 ottobre 2009

stelline voti: 14; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: Poesie

ho sbagliato ad innamorarmi di te

Pensavo che il destino voleva dividerci...
pensavo che tutti i miei amici erano contro me,
ma invece volevano solo il mio bene...
volevano farmi capire che stavo sbaliando...
ma io me ne fregavo solo per amare te!
per amare te ho fatto di tutto:ho sofferto,
ho rischiato, ho lottato e ho anche sbagliato...
ho lottato contro il destino e contro i miei amici
per ferti capire quanto " ti amavo "
ma quello che dovevo capire io stessa era che
stavo sbagliandoad innamorarmi di te...
ma me ne sto accorgendo solo adesso...
solo adesso mi sto accorgendo che le persone
che sembrano andarti contro sonosolo quelle
che vogliono farti capire i tuoi sbagli...ma io
non l'ho avevo mai capito per ero troppo
innamorata di una persona che voleva solo
FARMI SOFFRIRE!!!

cristina

segnalata da cristina venerdì 14 maggio 2004

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categoria: Poesie

“Promessa”

Paura,
oggi ne ho provata tanta.
Ma con gioia.

Mai sofferto con gioia?

“Oggi si”

Immensa gioia e profonda tristezza,
contemporaneamente.

Ti vedevo star male,
ed io ero così impotente…

Però per un attimo ho creduto di potercela fare,

ho creduto che io e te, insieme, fossimo importanti.

E forse lo siamo davvero.

Anzi si.

Lo siamo.

Sicuramente.

Noi due,
sempre,
insieme.

“Sei parte di me”

E ci sarò,
con te, per te….

Noi due, sempre.

Laura - tratto da il mio libro che uscirà a breve!!!

segnalata da Laura mercoledì 14 dicembre 2005

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categoria: Poesie

Ci siamo conosciuti e dopo un mese stavamo già insieme.
Quante litigate, si è vero, ma quanti sorrisi, quanti abbracci e quanti baci.
E' vero, ti ho fatto soffrire lasciandoti la vigilia di Natale in una fredda e triste giornata.
Però mi mancavi..
E così il 13 gennaio di nuovo insieme... io e te.
Ma qualcosa non andava, lo sapevamo entrambi;
e così quasi un mese e mezzo dopo decidiamo di farla finita...
a scuola non ci parliamo, non ci guardiamo.. perchè?
Passa un mese, ormai la nostra è una vecchia storia... quasi dimenticata.
Ma quella sera alla festa..
tu vieni da me, cominci a massaggiarmi le spalle, improvvisamente tutto riaffiora alla mente..
Quelle giornate passate a parlare, quegli abbracci tanto caldi in fredda giornate d'inverno.
Io non resisto. Ti prendo il braccio e me lo stringo forte sulla vita.
Si è lui, il mio amore, è tornato..
poi il vuoto, non ricordo nulla.
Un bacio, così scopro il giorno dopo.
Proprio un bacio. Te l'ho dato io...
Io ero ubriaca ma tu, tu c'eri con la testa.
Perchè ai lasciato che accadesse?
"Il bacio più dolce che tu mi abbia mai dato" mi dicesti il giorno dopo.
Ebbene eccoci di nuovo qua;
tu mi vuoi ancora.. tutta per te..
ma io no, sarà paura? Non lo so però io preferisco aspettare.
Tu però sei stanco di aspettare... oppure sei stanco di me?
L'ennesima litigata.
L'ultima litigata.
A scuola di nuovo quegli interminabili silenzi , ma più pesanti, più sentiti.
Una settimana dopo vengo a sapere che ti sei fidanzato con un'altra..
Io soffro... gelosia?
Non lo so, probabile, anzi sicuro.
Tu sei stato mio e ora non lo sei più.
Io sono stata tua e ora non lo sono più.
Al mio posto c'è un'altra.
Ora ti odio.
Forse per smettere di amarti.

Cori - tratto da me

segnalata da CORI martedì 2 maggio 2006

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categoria: Poesie

...una mamma è.......

Una mamma è...
Una mamma è come un albero grande
che tutti i suoi frutti ti da:
per quanti gliene domandi
sempre uno ne troverà.
Ti da il frutto, il fiore, la foglia,
per te di tutto si spoglia,
anche i rami si taglierà.
Una mamma è come una sorgente,
più togli acqua e più ne getta,
sempre fresca, sempre lucente,
nell’ombra e nel sol è corrente.
Non sgorga che per dissetarti,
se arrivi ride, piange se parti.
Una mamma è come il mare,
non c’è tesoro che non nasconda,
con la sua dolce onda ti culla
e ti viene a baciare.
Anche la ferita più profonda
non la farà mai sanguinare,
subito torna ad azzurreggiare.
Una mamma è questo mistero:
tutto comprende tutto perdona,
tutto soffre, tutto dona,
non coglie fiore per la sua corona.
Puoi passare da lei come straniero,
puoi farle male in tutta la persona.
Ti dirà: "Buon cammino bel cavaliere!"
Una mamma è questo mistero.

segnalata da Teresa venerdì 19 gennaio 2007

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categoria: Poesie

Guerra

Un grido nella notte…
“Taci! Sei riprovevole!”

Un Tono implorante…
<Ti Prego Ascoltami…>

“No! Non devo e non posso darti ascolto!
Io detto le regole, l’ho sempre fatto!”

<Ed io ti ho sempre ascoltato, seguito, ammirato…
ma ho sempre sofferto…>

“Quante ferite in più avresti se non ci fossi stata io?
Ci hai mai pensato?”

<Io non penso…io Agisco!
Io non pondero…io Vivo!
Da Sempre…>

La rabbia esplode…
“Ingrato!
Ti ho protetto, ti ho preservato dalle peggiori sofferenze!
E Ora pretendi di nuovo di essere ascoltato…”

<Non puoi ignorarmi…
non puoi annientare ciò che ho dentro
e far finta che non sia mai esistito…>

“Il potere sta nel volere…
e io voglio solo dimenticare…”

<Ma io non dimentico…mai…
porto con me ogni ricordo…
e ne sono afflitto…>

“ Non fai altro che soffrire e preoccuparti…
tu, sempre devoto agli altri…
a me non pensi?”

<Sei forte…supererai anche questo…>

“Sono così stanca…”

<Io gli appartengo
Non puoi strapparmi a lui…>

Una lacrima…
“Ragiona! Lui non ti appartiene!
Sei folle e io… ”

Una dolce carezza…
<Lui ci appartiene…Non piangere…
Ce la faremo…insieme…
Smettiamo di combattere questa guerra…
Questo è il mio volere…
Scava dentro te stessa…scoprirai che è anche il tuo…
E’ un nuovo giorno questo…
Lascia, per una sola volta,
che sia io a guidarti
Lascia che mi prenda cura di te…di Lui… >

...E così dicendo, il cuore, abbracciò la mente…

Chiara - tratto da me :)

segnalata da chiara sabato 29 gennaio 2005

stelline voti: 28; popolarità: 11; 0 commenti

categoria: Poesie

IL PRINCIPE

Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.

Tutto volevamo disimparare
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.

Ora ho costruito un castello
su un'estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
- principessa, dove sei rimasta?

Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.

Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti
e devono rubarti il sonno -
principessa, quando tornerai?

H. HESSE

segnalata da basilicom martedì 13 aprile 2004

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categoria: Poesie

Le vere emozioni provate non si dimenticano,
solo a volte qualcuno ti costringe ad accantonarle…
come un urlo che non avrà mai più sfogo,
che c’è stato ma che non ci sarà mai più.
Qualcosa che ti pungerà nell’orgoglio,
che ti farà soffrire…
proprio per il muro che c’è tra istinto e realtà….
realtà che ci è stata imposta,
realtà che devi accettare se vuoi continuare a vivere libero…
senza alcun rimorso o rimpianto,
senza alcuna sensazione che ti faccia pensare che stai sbagliando.
A volte, per colpa di chi ami,
sei costretto a difenderti dall’amore con l’odio,
un po’ come vivere di notte abbagliati dalla luce del sole…
seguo la realtà, quella crudele,
quella che ti dice di agire razionalmente e di farlo per te stesso…
ti ho amato…e ora?
Anche se fosse ancora così,
anche se sentissi ancora il bisogno di te…
….mi hai cancellata dal tuo mondo…
e ora urlalo a tutti che mi vuoi…
…frutto dell’immaginazione, presa dalla foga, ti penso…
la realtà me lo impedisce, ho già chiuso da tempo lo scrigno che racchiude quel puro sentimento…
ma nessuna chiave lo potrà riaprire…
e nell’infinito futuro non sarà altro che un dolce e stramaledetto ricordo.

Antonella Diana

segnalata da Antonella domenica 11 gennaio 2004

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categoria: Poesie

La vita non è qui.

La notte si descriveva come se fosse una poesia senza rima
e si cuciva il contorno,si preparava a raccontare quel giorno
di silenzio e orrore e con il canto di chi muore.
Una ragazza smarrita cercava di capire dove fosse
mentre qualcuno nascosto studiava piano piano le sue mosse
ed inseguiva i suoi passi fino a arrivare dietro di lei.
Le ha già strappato il vestito e lei perplessa non ha ancora capito,
ha già sofferto abbastanza a stare chiusa sempre dentro una stanza
che non ha più sole e che si scioglie alle parole.
La spinge poi contro il muro e nei suoi occhi c'è un terrore leggero
e poi le sfiora la bocca e con le mani silenziose le tocca
tutto il corpo e il cuore e graffia nelle sue paure.
Le lacrime sono scese e le sue mani ormai si sono arrese,
son stati attimi eterni ma finalmente i loro corpi son fermi
dentro un'espressione che sa di sesso senza nome.
Ma lui non ancora contento voleva soffocare quel sentimento
e recitò la sua parte di quello che ne decideva la sorte
e lei seguiva il destino, la ritrovarono al mattino.
In una notte scura l'amore fa paura
e in una notte un pò così la tenerezza non è qui.
E sogni appesi a un chiodo e nella gola un nodo
ma in una notte un pò così
ormai la vita non è qui.

Alessandro Cercignani.

segnalata da Alessandro mercoledì 23 ottobre 2002

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categoria: Poesie

Un Padre

Quando un Padre muore
il tuo cuore scoppia,
non hai più parole.

Ti senti inerme e svuotato dentro,
il filing che ti univa
si recide in un momento.

Lui che ti ha protetto sempre dalle insidie quotidiane,
ora ti costringe ad affrontarle tutte...
anche quelle più dolorose e strane.

Se sei cresciuto, fai finta di accettare questo evento naturale,
ma poi, quando sei solo con te stesso, provi tanto male.

Hai dentro un buco nero e profondo,
che non si riempirà mai del tutto...
neanche se ti aggrapperai alle gioie del mondo.

Non potrai più parlargli o farci questione,
non vedrai più il suo sguardo allegro
o i suoi muscoli in tensione.

Non ti urlerà più:- Falla finita!
Ma ti farà venir voglia di seguirlo nell'altra vita.

Un Padre che se ne va per sempre,
è un tarlo che hai nel cervello,
un tarlo che pian piano ti rosicchia la mente.

Andrai avanti aggrappandoti ad altri affetti,
ad altre emozioni,
ma lui sarà sempre dentro di te
a controllare le tue travolgenti passioni.

Vorrai sognarlo e vedere il suo viso ogni giorno della vita,
ma lui per non farti soffrire si nasconderà...
e tu berrai una dose d'oblio,
per ricominciare la giornata in salita.

Un Padre è una figura strana ed affascinante,
quando ce l'hai, lo accusi sempre...
quando lo perderai non potrai che camminare con le tue sole gambe.

Ed allora recandoti a trovarlo in una tomba bianca,
dentro di te avrai voglia di urlare...
ti sentirai solo e stanco.

Vallant Langosco

segnalata da Vallant giovedì 14 gennaio 2010

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categoria: poesie

quando incontri l'amore

come si fa a sapere
quando hai trovato l'amore.
non è scolpita nella
corteccia di olmo maestoso
. non è scritto nel cielo
sopra. i fiumi e corsi d'acqua
e neanche sui libri,
né sulle foglie degli alberi
tutti noi facciamo molti errori
nella nostra vita,
e a volte sono troppi e
non si possono contare,
ma adesso capisco che
sel vostro cuore è
riscaldato dal sorriso
di un anima lontana
e sentire la tua anima piena di gioia,
così come sentire il suo dolore,
molto profondamente,e voi accorgete che
lunghe lacrime scivolare su guance dolci
e i due cuori soffrono insieme,
questo è l'amore completo che
rende completi entrambi,
. due anime si avvolgono
tra lacrime e sorrisi
una nuova vita nasce
per diventare uno!

daniela cesta

segnalata da Daniela cesta giovedì 6 settembre 2012

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categoria: poesie

CORONA DI SPINE

io sono cresciuta, ai piedi della chiesa,
giocavo a nascondino, e mi nascondevo tra i sedili
oppure dietro le statue dei santi,

guidati dal sacerdote, nella quaresima
noi ragazzi, decidemmo di fare una corona di spine,
i maschi con i spessi guanti, tagliarono i filari di spine,

intrecciarono una corona di spine, che sembrava
scintillare sotto i raggi del sole di aprile,
la posero sotto la croce, accanto all'altare,

io piccola e ingenua, la guardavo e mi sembrava,
molto bella, di un verde vivo, con le spine aculee e grosse
poi, nella mia mente, venne il pensiero di Gesu..

il Signore aveva portato quella corona, io la toccavo
incuriosita, pensavo"è davvero dolorosa, sul capo?"
senza pensarci ancora, la poggiai sul mio capo...

il mio urlo fu terribile! Gettai la corona in terra,
toccai la mia testa e il dolore tra i capelli,
dove la spina aveva spinto, nella mia carne,

stavo per fuggire, ma qualcosa trattenne me
raccolsi la corona di spine, con delicatezza,
la poggiai sotto la Croce, e mi sedetti ai suoi piedi.

Quel momento un velo squarciò, la mia mente,
immaginai tutto il dolore sofferto dal Signore,
rimasi in silenzio fino a quando, il sole tramontò

e sentii la voce di mia nonna che chiamava il mio nome.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta lunedì 24 novembre 2014

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categoria: Poesie

Ho sognato di scrivere una lettera...

Era indirizzata a una persona .

La mia mente la odiava...

Per tutta una vita avevamo giocato a nascondino , e mai una volta

che l'avessi scoperta. Era timida , si nascondeva dietro agli alberi del giardino,

sembrava temesse il calore del sole,

perchè vedevo la sua sagoma scura solo di notte...

E i minuti correvano veloci come le mie gambette instancabili e

i miei pensieri ribelli..

Poi una notte ci scontrammo, di botto cosi, io mi trovai a sbarrargli la corsa e lui a ostacolare la mia.

<Scusa non volevo venirti addosso!>disse la mia tiepida vocetta bambina

<No non c'è problema ...Tolgo il disturbo...> e lui, era un ragazzo,mi voltò le spalle

<< Aspetta! te ne vai?>>

<< Si so che non vuoi conoscermi...ma io non mi impongo a chi non mi vuole, ciao>>

Rimasi a bocca aperta. Il ragazzo che avevo visto per tanto tempo giocare nel mio giardino mi stava dicendo questo...

<Ma sei tu che per anni ti sei nascosto dietro gli alberi, non sei mai venuto a parlarmi ...hai paura della luce?>

<< No ho paura di te, delle persone, io dipendo dalle persone. Mi si scorge di notte, nei sogni, quando non è la mente a funzionare, ma il cuore . Non mi impongo, te l'ho detto, accompagno sempre le ragazze come te nei loro giochi qui in giardino ma solo se loro mi cercano sono disposto ad aprirmi a loro...Come te tutti si accorgono che c'è una persona nel loro giardino...Ma ti assicuro che solo due o tre mi riconoscono...Tu ora mi hai visto, mi hai scelto, e d'ora in poi la tua vita sarà diversa...>>

E così conobbi questo essere simile a me eppure così superiore, che aveva una risposta per tutto, mi confortava nei momenti bui,mi rendeva felice come non mai....e mi faceva soffrire

Questi furono i primi attimi di una storia indimenticabile...della mia favola..che non è ancora finita...

La mia mente lo rifiuta, ma il mio cuore crede in lui ...

E l'altra notte ho sognato di scrivergli una lettera...

Iniziava così...

"Caro Amore...."

Kengah (giulietta fanchin)

segnalata da Kengah mercoledì 3 ottobre 2007

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categoria: Poesie

IL CORAGGIO CHE NON C'E'

Ci sono giorni in cui la vita è piena di perché
La speranza fa fatica a risolvere i tuoi se
Perdi fede nell'amore nella gente e pensi che
Sia impossibile soffrire più di te
Sono i giorni in cui ti arrendi al mondo intorno per
Non sentire la paura di un coraggio che non c'è
E ti senti così solo da non poterne più
Senza forza per lottare aspetti

Una via di uscita un domani che
Curi la ferita chiusa dentro te
Se la cercherai, troverai il coraggio che non c'è

E quando sbagli non importa ci riproverai
Ci sarà sempre una porta un ostacolo per noi
Quel che conta veramente è non rinunciare mai
Perché forse c'è soltanto a un passo

Una via d'uscita, un domani che
Porti un'altra vita per tutti anche per te
Se ci crederai, troverai il coraggio che non c'è

Per tutti quelli che non l'hanno più
Per chi l'ha perso e lo sta cercando
E per chi sta male come stavi tu
Ma che ancora spera fino a che poi ci sarà

Una via d'uscita un domani che
Porti un'altra vita per tutti anche per te
Una strada che non si perda nel dolore

Non lasciarti andare cerca dentro te
Quella via d'uscita, il domani che
Tu ritroverai dentro quel coraggio che ora c'è

Mattel

segnalata da matteo mercoledì 7 novembre 2007

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categoria: Poesie

Melanconia Pioggia

Melanconica Pioggia

Nel giorno cupo
la pioggia forte scroscia,
tra le strade deserte
e i vetri oscuri.
Un'anima solitaria soffre,
nel suo cuore solo ombre!
Sotto il cielo grigio,
triste patema!
Gocce come lacrime
dal cielo cadono,
come pensieri affranti
che nel cuore affondano,
e il freddo umido nell'animo
si aggrovigliata nei respiri.
E l'ombra della solitudine
si espande come bomba d'acqua.
L' anima si fa lago,
ristagna il dolore,
soffre supplizio,
si arrende all'oblio!
Tra i riflessi d'argento
dell'acqua che scorre,
è la melanconia
che avvolge come un velo,
nella pioggia che ancora cade
senza un compenso.
Ma allo schiarire dei nembi,
una stella di sera brilla,
guidando il cammino
con dolcezza e scintilla,
a rischiarare speranze,
in un nuovo giorno sereno,
ove ogni palpito di vita
sia essenza d'amore
nella calda gioia di sapersi amare.

Laura Lapietra

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra giovedì 16 maggio 2024

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categoria: Poesie

Mar Dell'Oblio

Oh mio orizzonte d'oceano
increspate e danzanti onde
son le tue schiume sepolte
nelle tue viscere.
Sei scompigliato tappeto
in andirivieni intessuto di seta
dall'alchimia dei fugaci venti,
e le tue mire si svelano
meraviglie nell'incredibile
tra la procella che scuote
le vele innocenti con ira,
la tua energia selvaggia
romba in oscuri crescendi
orchestra in tempesta
di fulmini e lampi tra nembi
in caterve di pioggia.
Oh mia battaglia dei cieli!
La luce languente si posa
sui freddi scogli
e sulla tua pelle, o mare mio,
come perlacee gemme
sparse come stelle cadenti,
sfiorandomi il viso.
E mentre io intensamente
ti penso, oh amor mio,
che oltre l'immenso azzurro
batte il tuo respiro,
rapita da questi frangenti
che s'infrangono
sul mio destino mugghiante,
affronto affranta
questa triste ballata dei sensi!
Fanno coro piccoli gabbiani
che impazienti risuonano
sinfonie nel reticolo dell'aria,
ancestrale lamento di sete
di pace di bel tempo,
mesto al mio laconico pianto.
Migrano lontano i miei sogni
verso quei rugghi silvestri
che alle mie spalle emettono
trilli disperati e contrastanti,
giungla interiore vittima
di violenza del soffrire
l'amore della vita,
che soffia via nell'impeto
di questa perturbazione
che percuote la mia anima.
Oh mio nubifragio del cuore!
Dio Giove ha scagliato
la sua furia in me,
piccola anima ora naufraga
nel mar dell'oblio.

©Laura Lapietra

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra lunedì 11 settembre 2023

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categoria: Poesie

SOLO SGUARDI

Ci si incontravano gli sguardi
Solo quelli
Ci si flirtava con gli occhi
E i suoi erano belli

I nostri,
due mondi lontani
lei una promessa,
io da qualche altra parte

Gli amici dicevano
Non si puo’ fare
Ci sono regole,non scritte
Che non si possono cancellare

Ma io l’ amavo assai
E ne sono certo
Anche lei
E non finivo mai di sognarla

Le notti,aspettavo il mattino
Per poterla incontrare
Sognando di baciarla
E continuare a sognare

Oggi,quelle regole poco chiare
Sono meno chiare
Ma ci sono ancora,
non si possono cancellare

E gli amori,
quegli amori,impossibili
di cui non si deve parlare
ci sono ancora,
non si possono evitare

Lei,per non continuare
A soffrire
Ho deciso di partire
Ho preso un treno
E poi un altro ancora

Nuovi amori,altre avventure
Con lei nel cuore,
sperando sempre
di ripeterla incontrare

Come nel sogno,
vestita di niente.
venirmi incontro
e dire,finalmente
anche io,ti amo

Ma il tempo e tiranno
Cambia le cose
E non te ne accorgi nemmeno

E di lei
che avresti voluto
Averla per sempre, non te ne importa piu niente

segnalata da aurimper martedì 12 febbraio 2013

stelline voti: 18; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

2 aprile 2005, ore 21,37

Carissimo padre,
o dovrei chiamarti
Santità?

Invece no...
ti chiamerò soltanto
Giovanni Paolo,

come tu
ci hai insegnato,
nella semplicità

dell’amore,
della giovinezza
e del candore...

Tu,
padre santo
e buono,

che hai sofferto
nella vita
e ci hai guidato

col tuo esempio
e con le parole,
forti e dolci,

di una grande
ispirazione...
Tu ci hai dato

l’entusiasmo
per sostenere
le nostre prove

e per credere
nella novella
di Gesù

Cristo Signore.
Tu, caro Karol,
questa sera

sei tornato al Cielo,
donde eri venuto...
e in cui s’è accesa

una stella
intestata a tuo nome,
che ci fa

l’occhiolino,
come a volerci
rassicurare,

che tu ancora
ci pensi
e ci vegli di lassù,

perché ci vuoi
sempre bene
e ci vuoi confortare

di tutte
le nostre pene...
Caro

padre santo,
che hai segnato
la storia

e le nostre vite,
come nessuno
avrebbe osato

nemmeno immaginare...
Resta con noi,
caro papa,

almeno in spirito.
Continua a guidarci
nell’impervio cammino...

Solo con te
riusciremmo
a sentirci meno soli

e più sicuri
e vicini a Gesù
Nostro Signore.

Addio Santo Padre...
anzi arrivederci,
Giovanni Paolo,

in Paradiso.

FernyMax - tratto da 1 pensiero x S.S. Karol Woitila

segnalata da FernyMax domenica 3 aprile 2005

stelline voti: 41; popolarità: 0; 1 commenti

categoria: Poesie

A mio cugino fratello

Caro Paolo,
al di là di questa scrittura,
che forse nemmeno leggerai...

vale il mio pensiero,
che è energia e spero
ti aiuti a restare in vita

dopo due infarti.
Infatti non vorrei
perderti, mai e poi mai...

Grazie di esserci,
ho bisogno di saperti
ancora su questo mondo...

gli è che la vita
non riesco proprio
a immaginarla

neanche per un attimo
senza che tu ci sia...
Caro da sempre,

mio compagno
di giovinezza e di giochi.
Piccoli entrambi

a farci le scarpe
nella considerazione
di nonno Costantino,

che mi domandava...
perché mai
io mi lamentassi di te.

Poi piangemmo entrambi
su quelle care spoglie
morte, abbandonate

su quel letto,
ricomposte, ma prive
del respiro e della voce

del nostro caro nonno,
che ci aveva fatto
da padre adottivo

a entrambi... io questo,
mio cugino e amico
di giochi, non l’ho mai

dimenticato, grazie
Paolo, e... fammi il piacere
di vivere, ancora x molto.

Anzi, facciamo un patto...
nonostante i tuoi due
infarti... seppelliscimi tu!

Non sia mai che mi lasci
quaggiù da solo. Io, ormai
non ho più quasi

nessuno, della mia
epoca. Ci sei ancora tu,
invece. Quindi ti prego,

non te ne scordare,
perché mi faresti
solo male, se te ne andassi,

così, senza prevviso...
e senza poterti salutare.
Lascia che sia io,

invece, che non ho figli.
Tu potrai restare accanto
ai tuoi ancora a lungo.

Riguardati la salute
e fallo. Forse sei
migliore di me.

Ti voglio bene,
non sono generoso,
ma accompagnami tu,

lo preferisco, al...
grande addio, che
per me è un arrivederci...

Tu ancora non sei pronto,
non ci credi ancora
al Santo dei santi...

Io da lì ti prometto
di venirti a dare una voce,
in modo da farti persuaso.

Ti darò una mano,
perché so che te la meriti.
Hai molto sofferto...

per questo hai dubitato,
ma stai tranquillo,
che lo troverai anche tu,

nostro Signore, almeno
prima di concludere...
con l’ultimo afflato.

Da me con l’affetto
di sempre, caro Paolo,
che t’ho sempre amato...

Fernando

FernyMax - tratto da la sorgente profonda dell'amore

segnalata da FernyMax domenica 19 giugno 2005


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