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categoria: Poesie
La gente,un addio e la neve .
Si sorprende se le ombre
avvolgono una spiga dorata,
dorme vivendo
su fresche abitudini,
cerca un sogno di stelle ,
due occhi
e un lago profondo
nel quale specchiarsi .
Vuole un cuore
grande
da abitare e non sa
dove andarlo a cercare .
Scrivo queste righe
sulla gente
in una notte
senza voce
e immagino la mia città
rubata dalla neve ,
pura e limpida sconosciuta ;
le cose più belle
potrei scrivere
con le dita
sulla strada di un amico
sdraiato
in un pensiero
che mai andrà perduto.
La neve,
magico candore ...
su di lei
potrei lasciarmi andare ,
mentre mia madre
sogna,
e corre nel sonno
i suoi campi fioriti .
segnalata da Carlo Bramanti domenica 16 febbraio 2003
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categoria: Poesie
Mille luci spente
Mille luci spente
che si accendono quando ti vedo,
quando ti parlo,
ti tocco,
ti sfioro....
Sei in un sogno,
un sogno che si impadronisce
improvvisamente della mia anima,
mille diari,
quei diari,
fatti di luce spenta
accanto a un focolaio,
scritti per anni di angosce totali,
di depressioni che mi uccidevano dentro,
vedo le pagine,
una mano tremante
di una vecchia ottantenne,
le rivedo...
dita sciupate da una vita vissuta male,
con lo sguardo incupito
da pensieri assillanti,
ora sono lì,
in quella scatola che chiuderò per sempre,
le mie mani non vogliono più toccare il buio,
ne ho già "abbracciato" tanto, troppo,
voglio rivederle vive
e non vogliono prendere più quella penna
che ha visto le macchie del quaderno...
ora accanto al focolaio
c'è un diario nuovo
che sto aprendo pagina per pagina,
la mano non è più quella di un tempo,
è bagnata di lacrime passate
ma non nuove...
un sogno,
il mio sogno:
ora sei tu !!!
segnalata da Tecnogatta giovedì 18 novembre 2004
voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: poesie
Mamma
Hai iniziato a tribolare fin dalla mia nascita
E' stato un crescendo di bordate pesanti
Intervallate da momenti abbastanza tranquilli
Hai fatto sempre la tua parte, con onesta serenità
Con picchi di gratuita severità, che non meritavo, e che non ti si addiceva
A onor del vero ti ha stressato di più il babbo
Altero, irrequieto, supponente, a volte anche prepotente
Ma senza mai alzare un dito, anche se la lingua fa male più degli schiaffi
E tu, impassibile, paziente, assorbivi tutto e lo fai ancora
Anche se ora è diverso, anche lui
Buffo...
Quando potevate darvi e darmi tanto, il piede era sul freno, inamovibile
Ora, che le primavere sono già considerevoli
E si affacciano pericolosi effetti collaterali
Il fiume della vostra vita scorre lento, ma ancora forte
E parlate, parliamo, ma mai abbastanza, come tutti
Mi spiace, e tanto, di avervi abbreviato l'esistenza
Quel giorno malefico vi è costato anni
Il giorno dopo era già visibile, il cambiamento
Così com'è stato per i nonni...
Per loro ancora peggio, perché già carichi di acciacchi
Nell'arco di 6 anni, da autonomi...
Sono finiti rigidi, in orizzontale, alla mercè del nulla
O al cospetto del tutto...
Sai quanto c'ho pensato, mamma?
Tantissimo, e talvolta mi pare un incubo...
Ma non riesco a sentirmi responsabile
E' una colpa che disconosco, e tu più di altri lo sai
Il rammarico, certo, quello è rimasto
Ma tuo figlio non ha mai avuto un buon rapporto con la dea bendata
E nel tuo cuore conti le cicatrici
Che io ho altrove
Però resisti, ancora, e grazie a me, anche
Che tante volte ti rimprovero di lamentarti troppo
O di non accontentarti di quanto hai, di come sei, di come siamo
Comunque sia... sei stata, e lo sei tuttora, forte
Davvero.
bigbruno - tratto da Pensieri
segnalata da bigbruno domenica 10 giugno 2007
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categoria: poesie
IL CIELO FRA I RAMI
Dicevi che non c’era più nulla da dire
Che non ero più colui a cui pensavi
Prima di dormire
Mentre mi davi la buonanotte e ti giravi.
Ora, in questi giorni di confusione
Non stupirti se non ricordo subito il tuo nome.
La casa ora è vuota
E non trovo più la mia vita.
Sono qui solo come un cane
A cercare ciò che rimane.
Qualche amico mi consola
Qualche ragazza è sempre sola
Ma io non me la sento più
Se quella ragazza non sei tu.
Ogni notte guido in città
Seguo la mia vita che non sa
Qual è la direzione
Dov’è quell’emozione
Che non è più per me
Te la sei portata via con te.
Cerco il cielo fra i rami
Allungo il braccio ma mi taglio
Il sogno finisce quando inizia il domani
Quando inutilmente sarò sveglio.
Mi agito come sabbia al vento
Cado sempre sul cemento
Non sono più quello di pochi giorni fa
Le cose cambiano, ed il perché non si sa.
Mi metterò in testa che ognuno ha la sua vita
E, svelta, scivola fra le dita.
Io cerco la mia strada e continuerò
E cercherò il cielo fra i rami finchè non lo troverò.
LucaG - tratto da MyLyrics
segnalata da LucaG giovedì 28 giugno 2007
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categoria: poesie
NON VOGLIO CRESCERE PIUì
Quante domande ti facevi quando guardavi tutto dal basso
E le risposte che ti davano non eran le stesse che ti danno adesso
Quante cose sapevi di quel mondo in cui vivi
Ora ne sai un po troppe e infatti sei qui che scrivi
Quante volte giocavi al soldato prima di capire che c'è chi ci gioca davvero
Che se il tuo cielo è limpido e sereno da qualche parte tuona ed è nero
Sembravi un'altra persona ma la pelle è sempre quella
Credi ancora di poter afferrare con un dito una stella?
Bambino mio rimani sempre tu
Ed io non voglio crescere più
Guarda lo specchio sei sempre tu
Ma non voglio crescere più
Ti ricordi quando mamma ti prendeva in braccio e ti teneva la
Ora tutto questa chissà quando riaccadrà
Quando dormivi con una favola e sembrava tutto vero
Ma adesso quando parli capisci di essere un uomo per davvero
La notte di natale aspettavi in cielo quella scia
Bastava così poco per far sembrare tutto una magia
Adesso i regali sei tu che li devi fare
Ma ad ogni modo per niente al mondo vorresti scappare
Bambino mio rimani sempre tu
Ed io non voglio crescere più
Adesso sei tu che guardi all'ingiù
Ma non voglio crescere più
Il treno è partito e non sai la destinazione
Con gli anni avrai più chiara la direzione
Tu ci sei sempre dentro di me sempre più in fondo
Chissà se un giorno ti rivedrò in questo dannato mondo
Bambino mio ti sento sempre di più
Non voglio crescere più
Tra le tante immagini che avrò ci sarai solo tu
Perché non voglio crescere più
LucaG - tratto da MyLyrics
segnalata da LucaG lunedì 29 ottobre 2007
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categoria: Poesie
Ho imparato...
Ho imparato...
Che ignorare i fatti non cambia i fatti.
Ho imparato... Che quando vuoi vendicarti di qualcuno lasci solo che quel qualcuno continui a farti del male.
Ho imparato... Che l'amore, non il tempo guarisce le ferite. Ho imparato... Che il modo più facile per crescere come persona è circondarmi di persone più intelligenti di me.
Ho imparato... Che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da un'altra parte.
Ho imparato... Che un sorriso è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.
Ho imparato... Che quando tuo figlio appena nato tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ti ha agganciato per la vita.
Ho imparato... Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
Ho imparato... Che è meglio dare consigli solo in due circostanze: quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.
Ho imparato... Che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana.
Ho imparato... Che quando sei innamorato, si vede.
Ho imparato... Che appena una persona mi dice, "mi hai reso felice! ", ti rende felice.
Ho imparato... Che essere gentili è più importante dell'aver ragione.
Ho imparato... Che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.
Ho imparato... Che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo.
Ho imparato... Che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio... Ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.
Ho imparato... Che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire.
Ho imparato... Che la vita è come un rotolo di carta igienica... Più ti avvicini alla fine, più velocemente va via.
Ho imparato... Che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo.
Ho imparato... Che i soldi non possono acquistare la classe.
Ho imparato... Che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare.
Ho imparato... Che sotto il duro guscio di ognuno c'è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.
Ho imparato... Che il signore non ha fatto tutto in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?
Ho imparato... Che ogni persona che incontri merita d'essere salutata con un sorriso.
Ho imparato... Che non c'è niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.
Ho imparato... Che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.
Ho imparato... Che la vita è dura, ma io sono più duro.
Ho imparato... Che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu. Che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse.
Ho imparato... Che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare. Ho imparato... Che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa fare con queste sensazioni.
segnalata da °°Shooting.Star°° martedì 19 febbraio 2008
voti: 3; popolarità: 1; 0 commenti
categoria: Poesie
Luce lontana
Persa nel buio.
Nessuna luce mi può raggiungere.
Il mio cuore è rimasto nell'ombra,
ancora una volta;
troppo a lungo ho sperato,
ora anche la speranza m'abbandona.
Come posso io credere alla felicità
quando questa mi sfugge dalle dita
senza neppure concedrmi
un solo istante?
Vedo la luce da lontano,
ma non mi ha mai raggiunta.
Non un singolo raggio di sole
ha mai sfiorato il mio viso.
E poi anche quel lontano barlume scompare
e mi lascia sola,
sola al buio,
sola senza speranza.
Cerco di sfuggire all'illusione,
ma mi è impossibile.
Mi aggrappo a false speranze,
ma non mi portano da nessuna parte.
E cadere
dall'alto dell'illusione
è sempre più doloroso,
e difficile.
Voglio sfuggire dal buio,
ma non ci riesco.
La solitudine
toglie ogni forza.
E rimango qui,
nell'ombra.
So che la luce tornerà,
e di nuovo la vedrò avvicinarsi a me...
Ma non mi raggiungerà.
Non mi raggiungerà mai.
segnalata da Ramylie Douglas giovedì 16 luglio 2009
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categoria: Poesie
Lacrime dal cuore
Lacrime silenziose solcano il mio viso,
scivolano stanche lungo le guance arrossate dal pianto e dalla passione
si infrangono sulla pelle macchiata d'inchiostro
poi svaniscono, portate via da dita tremanti
E di nuovo si rincorrono timide e discrete;
passano senza far rumore
passano e nessuno se ne accorge...
Stringo a me il cuscino,
forte
ancora più forte, come per soffocare la rabbia che sento crescere dentro,
poi lo scaravento a terra, insoddisfatta di quel falso contatto
di quel finto e inutile conforto
Mi sento sola,
nemmeno le lacrime riescono più a farmi compagnia
così, all'apice del mio masochismo, apro il diario e prendo la sua foto
lo guardo e tutto mi sembra bellissimo
lo guardo e tutto mi sembra terribilmente triste
Labbra turgide e tremanti sussurrano il suo nome,
lo implorano invano di venire da loro,
gli chiedono umilmente di poter sfiorare la sua pelle, la sua bocca...
Ma lui non risponde
continua a fare quello che sta facendo
senza sospettare che un giovane cuore si lacera di giorno in giorno per lui;
ripenso ai suoi sguardi e ai suoi sorrisi,
ai suoi occhi e alle sue mani
All'improvviso mi scrollo dalle mie tiepide illusioni e comprendo...
comprendo forzatamente che è e rimarrà solo un'utopia,
un fantasma evanescente che più rincorro, più si allontana
un morbido sogno che s'infrange brutalmente al suono della sveglia mattutina
E così mi rendo perfettamente conto che lui non potrà mai appartenermi;
eppure continuo a pensare a lui...
continuo a versare lacrime per lui, a contemplare la sua foto,
ad assaporare l'aroma dei ricordi di quei pochi momenti passati in sua compagnia
E perchè?
a che serve tutto questo, che senso ha?
ah, spiegatemelo voi!
datemi voi una risposta valida, perchè io proprio non riesco a trovarla...
Com'è crudele con me l'amore
mi rallegra col lieve profumo dei suoi candidi fiori,
ma non mi lascia assaporare il gusto intenso dei suoi frutti scarlatti;
mi sorride ingenuamente e poi, col volto dell'astuzia, mi accoltella alle spalle;
una ferita precisa e profonda
E di nuovo continua a sorridere
e mi guarda con occhi di luce,
mentre, ormai arresa a questo cinico gioco, mi rallegro di perire per sua mano.
segnalata da Meleth lunedì 10 gennaio 2005
voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Poesie
L'Equivalenza
L’eccitazione
non fa rumore
tra le mie dita
ti sento viva
Tutto per caso
poi naso a naso
usi le mani
sussurri un “mi ami?”
Ma un uomo è un uomo, le sue incertezze
se poi mi uccidi con le carezze
La seduzione
ha il tuo sapore
con un sorriso
hai già deciso
Lasciarsi adesso
ma prima sesso
o forse niente
eventualmente
Ma un uomo è un uomo, la mia incostanza
trovarti ancora nella mia stanza
L’equivalenza è una storia che non può finire
è una splendida vergogna a cui non so sfuggire
Far l’amore di nascosto tanto lei non sa
che ogni volta che ritorno sono stato qua
L’equivalenza è scivolare nelle tentazioni
ogni giorno più feroci, sempre più leoni
E’ nascondere a se stessi che così non va
l’autostrada degli eccessi di velocità
Albergo ad ore
per questo amore
legato al letto
il tuo verdetto
Trattengo il fiato
giusto o sbagliato
lei non sa niente
non vede niente
Ma un uomo è un uomo, la mia incertezza
perseverare la debolezza
L’equivalenza è una storia che non può finire
è una splendida vergogna a cui non so sfuggire
Far l’amore di nascosto tanto lei non sa
che ogni volta che ritorno sono stato qua
L’equivalenza è scivolare nelle tentazioni
ogni giorno più feroci, sempre più leoni
E’ nascondere a se stessi che così non va
l’autostrada degli eccessi di velocità
L’equivalenza è un po’ tradire senza dirsi niente
fare finta di star bene, fare come sempre
Affogare nella gioia dell’infedeltà
cambiare letto ed ogni letto ritrovarti là
segnalata da Laurab mercoledì 21 dicembre 2005
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categoria: poesie
Un fagotto
Ho fatto un fagotto
di fiabe e fandonie,
di luoghi comuni,
di frasi già fatte.
Ci ho messo i racconti
di mamme e di nonni,
le mode e i clichè
le fedi e gli inganni,
e ogni illusione
inventata per l'uomo.
Ho aggiunto entusiasta
le facili lodi
di chi non ascolta,
lusinghe sfacciate,
mielose preghiere,
i versi cantati
con le belle rime,
proverbi, rimedi,
scongiuri, bugie.
Il peso degli occhi
coi loro giudizi,
le dita puntate,
i ridicoli gesti
di chi non ha voce
per farsi ascoltare,
gli intrighi e le trame
per farci inciampare.
Gli stili pomposi,
la forma perfetta,
le pillolette
che danno saggezza,
la voce impostata
per fare più effetto,
i sorrisi stampati,
i falsi e cortesi,
i modi affettati
e il sottile bon ton.
E nella mia foga,
ancor più decisa,
ho tolto i cimeli
dal vecchio baule,
i futili segni
dei tempi passati,
carcasse ormai erose,
inutili pesi.
Che leggerezza
improvvisa, inattesa,
se avessi saputo
lo stato beato
ci avrei già pensato
prima ancor di capire.
segnalata da RitaS domenica 27 dicembre 2009
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categoria: Poesie
Fievole Baldanza
Fievole Baldanza
Tra le dita del timore
vi è la verità
che si sgretola via
come frammenti di puzzle,
esiguo germoglio
è il suo palpitare
nei lassi dei tempi
dagli ostili eventi,
avvilita senza speranza
di sopravvivere
si corruga alle intemperie
delle menzogne,
che come fiocchi di neve
lentamente scendono
al suolo pregno di probità
nel suo cuore,
seppellendo incatenando
zirli di quei graffi
delle stanche mani
al suo volere ammutolito,
Oh imbelle verità,
monti in sella alla pavidità
cavalcando pusillanime!
Dileguandoti tra le vie,
illustri fievole baldanza
agli iridi degli andirivieni!
Disperdi dignità
sui sassi del tragitto
tra le lacrime di cicatrici
che in bisaccia raccogli
per dissetare la tua doglianza,
ti lascerai perire
sotto le ali del vittimismo,
poiché è più facile annullarti
che continuare
a preponderare orgogliosa
le tue ragioni in una élite
sagomate di fumo e fuoco
su ciocchi di abete,
dalla pelle di fuliggine
e dalle vesti di aria,
Fuggi lontano o verità delusa,
deponendo l'ascia
sul tuo grembo partoriente
di sfacelo per allattarlo
nei suoi lamenti!
Demotivate ormai
son le tue parole,
pugno di mosche al vento
in arbitrio in aura priva di vita,
una dignità ammalata
coinvolta nel grande turbine
della rassegnazione
a estirparla come fola mentecatta.
©Laura Lapietra
segnalata da Laura Lapietra mercoledì 25 ottobre 2023
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categoria: Poesie
Eterno Amore
Eterno Amore
Oh tenero eterno amore,
dipinge acquiescente senza posa
che rifiati la mia bianca anima,
come seta mulberry
nelle piaghe dei pallidi sorrisi
nei refoli di vento primaverili,
con tocchi gentili agli occhi
ad accarezzare dolcemente
le mie gracili gote
trasognanti delle tue dita
a percepire con oro rosa e brunito
le antiche reminiscenze
sui melliflui versanti
del mio veemente cuore,
ancora drudo e perso di te!
Con la malleabile pennellessa
del miraggio che riflette
leggiadre giravolte rarefatte
di atone caterve fiorite
in aliti d'amore mai eclissati,
e drappi di brezza d'albore!
Dipinge ancor originando etra
intinta nel fato dei singulti
della danzante nostalgia
sul lapideo suolo cinereo,
l'anima mia intrisa in colori
di spente tacite lacrime
sgretolate sul trabucco
ove lo sciabordio di risacca
inerme mi riconducono
nei desueti e giulivi momenti,
tra le tue braccia olezzanti
di porpora amore vero
e amaranto impeto puro,
mentre lentamente spira
la speme del mio gouaches
nel non dissolverti
tra i tenui colori senza fine
dei miei pigri amorfi giorni,
senza liridi nel blu della notte
come fulgide sorelle amiche
a darmi sguardi di luce
come boccioli di rose rosse.
Dove le mie cupidità
si traducono in realtà
solo nell'infinito dei miei sogni...
Ove l'inesorabile realtà
non può strapparti più via il respiro
dei tuoi lieti sogni,
e dei tuoi lemmi più profondi,
ove il tuo riposo eterno
si perpetua sol col mio,
nel dolce sonno di questo eterno amore, senza più sole.
Laura Lapietra ©
segnalata da Laura Lapietra venerdì 18 ottobre 2024
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