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categoria: Poesie

X Agosto

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo favilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono...
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli

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categoria: Poesie

Le stelle intorno alla luna bella

Le stelle intorno alla luna bella
nascondono di nuovo l'aspetto luminoso,
quando essa, piena, di più risplende
sulla terra...

Saffo

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categoria: Poesie

Lettera alla madre


"Mater dolcissima, ora scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non sono
in pace con me, ma non aspetto
perdono da nessuno, molti mi devono lacrime
da uomo a uomo. So che non stai bene, che vivi
come tutte le madri dei poeti, povera
e giusta nella misura d'amore
per i figli lontani. Oggi sono io
che ti scrivo." - Finalmente, dirai, due parole
di quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto
e alcuni versi in tasca. Povero, così pronto di cuore
lo uccideranno un giorno in qualche luogo. -
"Certo, ricordo, fu da quel grigio scalo
di treni lenti che portavano mandorle e arance,
alla foce dell'Imera, il fiume pieno di gazze,
di sale, d'eucalyptus. Ma ora ti ringrazio,
questo voglio, dell'ironia che hai messo
sul mio labbro, mite come la tua.
Quel sorriso m'ha salvato da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te aspettano,
e non sanno che cosa. Ah, gentile morte,
non toccare l'orologio in cucina che batte sopra il muro
tutta la mia infanzia è passata sullo smalto
del suo quadrante, su quei fiori dipinti:
non toccare le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? O morte di pietà,
morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater."

>

Salvatore Quasimodo

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categoria: Poesie

Il principe rivoluzionario

"parla il cameriere"
Quando tiene i discorsi, è vero,
è rivoluzionario, lo ammetto:
ma quando non parla cambia aspetto,
diventa di tutt'altro umore.

È a casa che avviene il cambiamento:
povero me, se manco di rispetto!
o se nel dargli un foglio non lo metto
come vuole lui, nel vassoio d'argento!

Ti basti questo: quando va in campagna
a tenere le conferenze nei comizi
sua moglie la chiama: la compagna.
La compagna? Benissimo: ma allora
perché con le persone di servizio
continua a chiamarla: la mia signora?

Trilussa

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categoria: Poesie

Tu non sai le colline


Tu non sai le colline
dove si è sparso il sangue.
Tutti quanti fuggimmo
tutti quanti gettammo
l'arma e il nome. Una donna
ci guardava fuggire.
Uno solo di noi
si fermò a pugno chiuso,
Vide il cielo vuoto,
chinò il capo e morì
sotto il muro, tacendo.
Ora è un cencio di sangue
e il suo nome. Una donna
ci aspetta alle colline

9 novembre '45

Cesare Pavese

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categoria: Poesie

Freddissima resurrezione


Freddissima resurrezione, da
anni non è cosi: sui bastioni stenta,
torna clandestina la novita'
delle gemme, un'immensa, macilenta

spoglia dilaga, copre la citta'
anche se già il crepuscolo s'inventa
con loschi bagliori un'eternita'
senza gloria. Non più della perenta

pelle in cui vive, da cui sguscera'
per vivere la serpe è questo niente
che ci separa, aria da foglie, gente

che aspetta pallidamente di qua
e di là d'una lapide, i non morti
ancora dai non ancora risorti.

Giovanni Raboni - tratto da Ogni terzo pensiero

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categoria: Poesie

Gia' per l'aula beata a cento intorno


Già per l'aula beata a cento intorno
Dispersi tavolier seggon le dive,
Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
Gloria somma o speranza. Ove di quattro
Un drappel si raccoglie: e dove un altro
Di tre soltanto. Ivi di molti e grandi
Fogli dipinti il tavolier si sparge:
Qui di pochi e di brevi. Altri combatte;
Altri sta sopra a contemplar gli eventi
De la instabil fortuna e i tratti egregi
Del sapere o dell'arte. In fronte a tutti
Grave regna il consiglio: e li circonda
Maestoso silenzio. Erran sul campo
Agevoli ventagli, onde le dame
Cercan ristoro all'agitato spirto
Dopo i miseri casi. Erran sul campo
Lucide tabacchiere. Indi sovente
Un'util rimembranza un pronto avviso
Con le dita si attigne: e spesso volge
I destini del gioco e de la veglia
Un atomo di polve. Ecco sen ugne
La panciuta matrona intorno al labbro
Le calugini adulte: ecco sen ugne
Le nari delicate e un po' di guancia
La sposa giovinetta. In vano il guardo
D'esperto cavalier, che già su lei
Medita nel suo cor future imprese,
Le domina dall'alto i pregi ascosi:
E in van d'un altro, timidetto ancora,
Il pertinace pie' l'estrema punta
Del bel pie' le sospigne. Ella non sente
O non vede o non cura. Entro a que' fogli ,
Ch'ella con man si lieve ordina o turba,
De le pompe muliebri a lei concesse
Or s'agita la sorte. Ivi è raccolto
Il suo cor la sua mente. Amor sorride;
E luogo e tempo a vendicarsi aspetta.

Giuseppe Parini - tratto da Il Giorno. Le odi. Dialogo sopra la nobilta'

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categoria: Poesie

I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall' azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell' aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest' odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l' odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s' abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l' anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità
Lo sguardo fruga d' intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità

Ma l' illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l' azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s' affolta
il tedio dell' inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l' anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d' oro della solarità.

Eugenio Montale

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categoria: Poesie

Serata


Mi sono bardato per la serata
(dal momento che volete vedermi
nei vestiti che gridano: non è lui)
Io che respiravo alle giunture degli abiti vecchi
come un insetto
Mi son bardato per la serata.

E - tremando - dall'anticamera riscaldata
mi son prodotto nella luce, negli specchi e sorrisi

- un sorcio traversa il salone
del transatlantico -

E nuotando nella luce, negli specchi e sorrisi
dell'accoglienza cordiale
mi son trovato a parlare
delle sole cose care
a spiegare e difender la causa della mia vita.

Ma ho visto - a tempo -
il respiro della mia passione
congelarsi contro i vostri visi.
A un tempo mi avete guardato
come un drago che butta fuoco.

Mi domando perché mi avete invitato.

Ma se è perché ho scritto
tre parole sincere
e vorreste il segreto
di questo mestiere:
ci son sette porte
e ho perso la chiave
per poterci tornare.
Se le ho dette, vuol dir che avran traboccato.
Alzatevi presto
vedrete alzarsi la lodola
quando il sole ha chiamato.
Nella via mentre rincasate
su molle compensate
ritrovo la mia chiave, solo.

Sono stato visitato
sono stato auscultato
riconosciuto abile a vita coraggiosa.

Dieci volte respinto
ricomincero'
E se proprio fossi disteso
una polla di sangue al petto
aspettate a venirmi vicino
ancora non vi accostate...
Ma ho trovato la mia chiave
solo
ma vi ringrazio
ma son tornato dove non potete venire
dove son certo che la mia parola
senza averla gridata
non posso
morire.

Piero Jahier - tratto da Ragazzo

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categoria: Poesie

La sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or dà trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.

Giacomo Leopardi

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categoria: Poesie

Ti aspetto

Sei lontano ed io sono qui ad aspettare:aspetto di rivedere il tuo vis,di sentire le tue mani ke stringono le mie,di perdermi ancora nel tuo sguardo...mi sono innamorata dei tuoi okki profondi,ke mi fanno vedere il tuo cuore cn i suoi veri sentimenti...

segnalata da pikkolina martedì 15 giugno 2004

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categoria: Poesie

Aspetto!

Non so se qualcuno di voi può capire ,
afferrare un briciolo delle mie emozioni.
Non riesco a sommare tutti i ricordi con i miei sogni,
sono confusa!
Vago in un buio immenso di parole mai sentite,
che però mi bruciano sull’anima come se qualcuno le avesse espresse per non farmi dimenticare qualcosa o qualcuno!
Ma io non ricordo! Non riesco!
Sento solo un vuoto!
Cerco!
Cerco la risposta alle mie pene, ma non la trovo!
So che vivo a metà anche se stimo la vita, so di non respirare completamente l’aria che potrebbe saziare i miei polmoni, so anche di aspettare…
Ma a chi?
Questo purtroppo ancora non lo so! È come se amo qualcuno che non conosco,
che però so d’amare da tempo!
Sento le sensazioni che penetrano nel mio essere già da tempo!
Scruto nella mia anima per trovare almeno il nome, pero tacce, come se dovessi nascondere un segreto!
Sento una presenza che ancora non conosco, una persona che mi completa e che mi faccia sentire viva! So di aspettarla…
Ma quando arriverà il giorno in cui di nuovo la stringerò nelle mie braccia?

Vale - tratto da aspettando!

segnalata da Vale martedì 15 febbraio 2005

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categoria: poesie

Non aspettare...

...non aspettare troppo per dire ad una persona speciale cosa provi per lui.. dillo oggi stesso.. domani potrebbe essere troppo tardi!

Peppe_SMR - tratto da Scritte...

segnalata da Peppe domenica 30 settembre 2007

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categoria: poesie

ASPETTANDO

Il tempo passa
l'attesa distrugge
non sai cosa pensare....
ma lei cosa fa?..........
I suoi occhi profondi
li vedi sempre dentro i tuoi
il suo sorriso ti allieta l'attesa
ma non passa il tempo
sembrano anni
secoli, millenni
era solo ieri.......
Guardi il cielo
e voli da lei.......

GUALA FABIANO

segnalata da Guala fabiano mercoledì 4 novembre 2009

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categoria: Poesie

ti aspetto

quando la luna medaglia preziosa in cielo alta sta il mio cuore innamorato qui al porto ti aspetterà

eiko

segnalata da rossella sabato 28 maggio 2011

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categoria: poesie

ASPETTANDO IL NATALE

aspettando il Natale
ogni famiglia, ha adornato l'albero scintillante,
e tutte le case, sono piene di luci,

è la festa di ogni bambino, adulto e anziano,
ogni persona ,deve essere amata,
perchè questo è il significato del Natale!

L'amore di Dio arriva per noi tutti, portato dagli angeli,
la luce Divina abbraccia, tutta la terra,
da un piccolo cuore, fiammeggiante di amore,

doniamo amore, aiutiamo coloro che, sono vicino a noi,
nella nostra piccola quotidianità, facciamo quello che, possiamo fare,
importante è farlo, con amore e serenità,

stiamo lontani dalle cose cattive, dai vizi, dall'ira, dalla lussuria,
è bello vivere nella limpidezza di spirito, senza sotterfugi, bugie,
facciamoci ispirare dal nostro angelo custode,

viviamo semplicemente, regalando sorrisi, nell'amore di Dio,
ogni angelo custode, condurrà noi in Paradiso.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta venerdì 12 dicembre 2014

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categoria: Poesie

aspettando il Natale

lasciamoci sorprendere dal Natale
avvolgiamoci nella sua pace, umiltà, gioia,
ci trasmette la vera vita, anche nella sofferenza,

rinnoviamo il nostro spirito, accumuliamo
tesori infiniti per il granaio del cielo,
le promesse di Gesu cristo sono le verità,

che l'avvento dona a tutti, nella fiducia del cuore,
diventiamo tutti fanciulli intorno, al bambino divino,
con buoni e semplici sentimenti,

tempo di carità, gioia, gentilezza, compassione,
le campane sono la melodia degli angeli,
la voce di Dio che chiama dalla sua chiesa,

e noi tutti, di nuovo fanciulli, godiamo tra le mura
della nostra casa, prepariamo il presepe
e il nostro spirito per la venuta del Signore.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta venerdì 18 dicembre 2015

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categoria: Poesie

aspettando

aspetto l'esplosione del verde scintillante,
voglio sdraiarmi sull'erba fresca,
ascoltare i sorrisi delle piccole margherite,

la carezza della terra, mentre canta armonie gioiose,
nel bosco sussurante di amore e brezza tiepida,
i raggi del sole brillano sulle rocce, dei ruscelli gorgoglianti,

voglio godere, della metamorfosi della natura,
dell'energia vitale della vita, che entra dentro noi
lo Spirito di Dio è ovunque tra il cielo e la terra

in ogni albero e fiore, nel piu piccolo stelo d'erba
nel cuore dell'orso, del lupo, del cervo e della volpe
e anche nel mio cuore c'è la sua dimora

sempre lo ringrazio, di ogni giorno che mi dona.

daniela cesta

segnalata da DANIELA CESTA domenica 21 febbraio 2016

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categoria: Poesie

aspettando il natale

che bella l'attesa del Natale!
tempo freddo ma di gioia,
di dolcezza infinita dentro il cuore,

ogni Natale è sempre una grande sorpresa
tra ognuno di noi e Dio! tra il suo cuore e il nostro
danzano gli angeli nel cielo, briosi, vivaci, deliziosi,

lasciate tristezza, malinconia, dolore, dispiacere, sofferenza
spingete lontano queste brutte sensazioni,
Dio abbraccia tutti consolandoci, confortandoci

con il prezioso tesoro del suo figlio Divino.

daniela cesta

segnalata da DANIELA CESTA domenica 11 dicembre 2016

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

E' triste aspettare un segnale che arriverà soltanto nel momento in cui lo andrai a mendicare.

Vassago

segnalata da Vassago martedì 28 aprile 2009


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