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categoria: Poesie

Cosa e parola


Felicita', cosa che sa d'amaro,
parola che si lascia dire e ride,
fior che fiorisce come un frutto raro,
gioia che il cuor sopisce e non uccide;
felicita', larva di donna, riso
di donna, occhio di donna, ombra di donna,
seppi io forse il tuo gran rombo improvviso,
rabbrividii nel tuo bacio che assonna?
E se la stringo al mio cuore soave
la chiave della mia casa solinga,
felicita', forse t'ho chiusa a chiave,
fior, gioia, donna, ombra, infelicita'?

Marino Moretti - tratto da Il giardino dei frutti

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categoria: Poesie

Frammenti


Talvolta quando al tramonto
passeggio stanco pel Corso
(ch'e' vuoto), uno che incontro dice, forte,
il mio nome e fa: "buona sera!"

Allora d'un tratto, li sul Corso ch'e' vuoto,
m'imbatto stupito alle cose d'ieri
e sono pur io una cosa col nome.

Quando ti stringo la mano e tu ripigli
sicuro
il discorso di ieri,
non so qual riverbero giallo di ambigua
impostura
colori di dentro l'atto di me che t'ascolto.
Fingo d'essere con te e non ho cuore a dirti
d'un tratto: "Non so chi tu sia!" Amico, in verita',
non so chi tu sia.
E come tu vuoi ch'io rinsaldi l'oggi all'ieri
labbra d'abisso,
ferita divaricata dell'infinito?

Mi fermi per via chiamandomi a nome,
col mio nome di ieri.
Ora cos'è questo spettro che torna
(l'ieri nell'oggi)
e questa immobile tomba del nome?

Tepido letto del nome, sicura casa dell'ieri!
Soffice lana dei sofferti dolori,
sosta ombrosa delle gioie lontane.
Nave sul mare.
Zattera di naufraghi.
Ma l'oggi e', via, come una cateratta aperta.
Nubi cangianti nell'abissale cavo del cielo.

Non v'e' altro eterno che l'attimo.

Pietosamente mascheri alla mia
disperazione la tua felicita'.

Sei chiuso nella tua gioia com'io
nel mio dolore.

Dallo scoppio della mia gioia,
come una ferita, il tuo soffrire.
Compiuto il mio desiderio, con stupefazione,
ecco il tuo pianto.

Ma ciascuno si dibatta nel suo oggi,
carcerato nella cella.

Giovanni Boine

stelline voti: 20; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Il Rinato

Non videro la stella d'oriente
i magi, non andava innanzi a loro
ella per scorta su le nevi ardente;

non improvviso udiron elli il coro
dei Messaggeri in Betleem di Giuda
prostrandosi; non mirra, incenso ed oro

offersero alla creatura ignuda
sopra la paglia della mangiatoia
calda di fiati nella notte cruda;
né, curvi in calca sotto la tettoia
radiosa, i pastori di Giudea
intonarono cantico di gioia.

S'ebbe natività nella trincea cava il Figliuol dell'uomo; e solo quivi,
messo in fasce da piaghe, si giacea.

Fasciato di tristezza era tra i vivi
e i morti, solo; e il ferro e il sangue e il loto
erano innanzi a lui doni votivi.

E non piangea, ma intento era ed immoto.
Laude gli era il rimbombo senza fine
per il silenzio delle nevi ignoto;

cantico gli era il croscio delle mine
occulto; gli era aròmato il fetore
ventato su dalle carneficine.

E sanguinava in fasce; ed il rossore
Si dilatava come immenso raggio,
sicché tutti i ghiacciai parvero aurore,

tutte le nevi parvero il messaggio
dei dì prossimi, l'ombra fu promessa
di luce, il buio fu di luce ostaggio.

Ed intendemmo la parola stessa
del suo profeta: "Un grido è stato udito
in Rama, un mugolio di leonessa,

un lamento, un rammarico infinito:
Rachele piange i suoi figliuoli che non sono più.
Una cosa novella, ecco, è creata.

Il Signore ha creata una virtù
nella carne. Quel ch'apre la matrice
Ei farà santo. Ei semina quaggiù

una semenza d'uomini". Ora dicembre una voce: "Io farò rigermogliare
in carne i tuoi germogli, o genitrice.

Ritieni gli occhi tuoi di lacrimare,
ritieni la tua gioia del lamento;
perché come la rena del tuo mare

t'accrescerò, come la rena al vento
ti spanderò. Eccoti i tuoi figliuoli
moltiplicati dal combattimento.

Senza sudarii tu, senza lenzuoli,
li seppellisci ed io li dissotterro.
Rifioriranno ai tuoi novelli soli,

alla nova stagione ch'io disserro".
E quivi il Figliuol d'uomo era, il Rinato;
e quivi erano il loto e il sangue e il ferro.

E con fasce da piaghe era fasciato;
e sanguinava senza croce, come
per il colpo di lancia nel costato.

Ma "Colui ch'è il più forte" era il suo nome.

Gabriele D'Annunzio

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categoria: Poesie

Sogno

Per un attimo fui nel mio villaggio,
nella mia casa. Nulla era mutato.
Stanco tornavo, come da un viaggio;
stanco al mio padre, ai morti, ero tornato.
Sentivo una gran gioia, una gran pena;
una dolcezza ed un'angoscia muta.
- Mamma? - E' là che ti scalda un pò di cena. -
Povera mamma! e lei, non l'ho veduta.

Giovanni Pascoli

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categoria: Poesie

A mia figlia

io tenero germoglio,
che non amo perché sulla mia pianta
sei rifiorita, ma perché sei tanto
debole e amore ti ha concesso a me;
o mia figliola, tu non sei dei sogni
miei la speranza; e non più che per ogni
altro germoglio è il mio amore per te.

La mia vita mia cara
bambina,
è l’erta solitaria, l’erta chiusa
dal muricciolo,
dove al tramonto solo
siedo, a celati miei pensieri in vista.
Se tu non vivi a quei pensieri in cima,
pur nel tuo mondo li fai divagare;
e mi piace da presso riguardare
la tua conquista.

Ti conquisti la casa a poco a poco,
e il cuore della tua selvaggia mamma.
Come la vedi, di gioia s’infiamma
la tua guancia, ed a lei corri dal gioco.
Ti accoglie in grembo una sì bella e pia
Mamma, e ti gode. E il suo vecchio amore oblia.

Umberto Saba

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categoria: Poesie

Era de maggio

Era de maggio e te cadeano ‘nzino
a schiocche a schiocche li ccerase rosse...
Fresca era ll’aria e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciente passe.

Era de maggio — io, no, nun me scordo —
na canzona cantàvamo a ddoje voce:
cchiù tiempo passa e cchiù me n’allicordo,
fresca era ll’aria e la canzona doce.

E diceva. «Core, core!
core mio, luntano vaje;
tu me lasse e io conto ll’ore,
chi sa quanno turnarraje!»

Rispunnev’io: «Turnarraggio
quanno tornano li rrose,
si stu sciore torna a maggio
pure a maggio io stonco cca».

E so’ turnato, e mo, comm’a na vota,
cantammo nzieme lu mutivo antico;
passa lu tiempo e lu munno s’avota,
ma ammore vero, no, nun vota vico.

De te, bellezza mia, m’annamuraje,
si t’allicuorde, nnanze a la funtana:
l’acqua Ilà dinto nun se secca maje.
e ferita d’ammore nun se sana.

Nun se sana; ca sanata
si se fosse, gioia mia,
mmiezo a st’aria mbarzamata
a guardare io nun starria!

E te dico — Core, core!
core mio, turnato io so’:
torna maggio e torna ammore,
fa de me chello che buo’!

Salvatore Di Giacomo

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categoria: Poesie

La quiete dopo la tempesta

assata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo à suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.

Giacomo Leopardi

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categoria: Poesie

Non è amore

Non è Amore. Ma in che misura è mia
colpa il non fare dei miei affetti
Amore? Molta colpa, sia
pure, se potrei d'una pazza purezza,
d'una cieca pietà vivere giorno
per giorno... Dare scandalo di mitezza.
Ma la violenza in cui mi frastorno,
dei sensi, dell'intelletto, da anni,
era la sola strada. Intorno
a me alle origini c'era, degli inganni
istituiti, delle dovute illusioni,
solo la Lingua: che i primi affanni
di un bambino, le preumane passioni,
già impure, non esprimeva. E poi
quando adolescente nella nazione
conobbi altro che non fosse la gioia
del vivere infantile - in una patria
provinciale, ma per me assoluta, eroica -
fu l'anarchia. Nella nuova e già grama
borghesia d'una provincia senza purezza,
il primo apparire dell'Europa
fu per me apprendistato all'uso più
puro dell'espressione, che la scarsezza
della fede d'una classe morente
risarcisse con la follia ed i tòpoi
dell'eleganza: fosse l'indecente
chiarezza d'una lingua che evidenzia
la volontà a non essere, incosciente,
e la cosciente volontà a sussistere
nel privilegio e nella libertà
che per Grazia appartengono allo stile.

Pier Paolo Pasolini

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categoria: Poesie

All’Automobile da corsa

Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti, di prede siderali
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!
Che importa, mio dèmone bello?
Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi!
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali

O montagne dai freschi mantelli turchini!
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!
Su questo mio mostro impazzito!
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia
e il tuonar de’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?

Accetto la sfida, o mie stelle!
Più presto! Ancora più presto!
E senza posa, né riposo!
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

Filippo Tommaso Marinetti

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categoria: poesie

Rosa dei venti

Madre di tutti i venti,
principio di ogni soffio,
musa di poeti e navigatori,
sussurri fra traiettorie ardite,
blando o irrequieto,
il mutamento di illusioni,
auspici e follie...

Christian Di Gioia

segnalata da Christian domenica 15 giugno 2008

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categoria: poesie

Io

Io amo te, come Giulietta amò Romeo,
io amo te, come Giuseppe amò Maria,
io amo te, come amor che voglio che io sia,
io sogno, una realtà più vera,
io sogno, un futuro senza luna nera,
io sogno, un presente più agiato,
per un nostro domani abbiente e consolidato,
io...

Christian Di Gioia - tratto da me

segnalata da windrose venerdì 11 luglio 2008

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categoria: Poesie

Gioia

"La mia gioia non è la tua gioia
la tua gioia non è la mia gioia
la nostra gioia è solo nostra e non lo è per gli altri
La tua gioia mi darebbe però anche gioia
forse la mia gioia ti darebbe sul serio anche un po' di gioia
ci vorrebbe contemporaneità delle lontani gioie
così che durante la mia gioia anche tu hai trovato altrove gioia e
durante la tua gioia io mi accorga della mia gioia.
Ma di cosa stiamo parlando?
Il soggetto è il dolore
Dolore nostro -qui mettiamo il punto.
E ostiniamoci che la gioia arrivi in contemporanea
per entrambi
seppur divisi.

Lallapan

segnalata da Lallapan giovedì 11 ottobre 2007

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categoria: Poesie

La gioia

"La mia gioia non è la tua gioia
la tua gioia non è la mia gioia
la nostra gioia è solo nostra e non degli altri.
Servirebbe contemporaneità.
Così che quando io ho la gioia tu pure -altrove
e quando tu hai trovato la gioia anch'io riconosca quella che ho -qui-di gioia.
Quando tu lì avrai gioia sarò anche contenta
-da qui- per te
e tu pure quando io qui sarò in tempo di gioia sarai contento
-da lì- per me.
Ma di cosa stiamo parlando?
Il soggetto è il Dolore.
Il nostro dolore e qui mettiamo il punto.
Ma ostiniamoci a pensare
che verrà la contemporaneità della gioia
sottoforma di tregua o di grazia."

Laura

segnalata da Lallapan giovedì 11 ottobre 2007

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categoria: Poesie

Gioia d'amore

Vorrei congratularmi,
perché hai saputo fare
di un giorno qualunque
un memorabile evento.

Toglier lo slip in barca
non sembrava carino,
ma poi ti sei spogliata
uguale a una sirena...

E hai dato sensazioni,
dentro te, somiglianti
a inarrestabile marea,
a un deliquio infinito,

che ti si inondi lento,
e molle, lasciandoti
incollato alla sabbia,
fino a esser sommerso

interamente, e come
per un incantesimo
t'accorgi di respirare
perfino sotto l'acqua.

Allor la baci e provi
più di una corrente
di piacere e d'amore,
che va e che riviene,

che si propaga e sale,
quasi a far smarrire
totalmente la testa
preso nel suo corpo,

inchiodato a' suoi sensi,
e travolto dalle acque
erompenti da una diga
con la potenza del Fato.

Così infine, stremato,
ma felice, ringrazi Dio,
che ha ricreato in Lei,
tua compagna e amica,

la sublime consolazione
all'inclemenza del tempo,
per affrontare la vita
e ogni tipo di morte...

FernyMax - tratto da i ricordi dei vent'anni

segnalata da FernyMax giovedì 16 novembre 2006

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categoria: poesie

Gioia immensa

Sento nella mia anima di essere libera
lasciata a me stessa
è può essere buono ciò
però per me
la vita si spegne
e si viene considerati
delle nullità.
Adesso tutto quello che so
è che non ho più amici
perchè sono stata eliminata
come si elimina una scritta a matita.
Come si può restare indifferenti
al fragore di un pianto di qualcuno
che chiede aiuto
e come facevano con me
adesso faccio io con i più deboli.
Sono diversa loso
ma la vita è diversità
anche se quello schiaffo
me lo meritavo
perchè la mia
vita è soloun inutile schiaffo
una beffa all'esistenza
e non penso mai di chiedere scusa per questo.
Perdonami amico mio
anche se ti ho trascurato,
perdonami amico mio
anche se ti ho odiato,
amami amico mio perchè io ti amo...

Al mio amico cris

segnalata da kira domenica 2 marzo 2008

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categoria: Poesie

la gioia, la passione

brevi sono i sospiri del tempo,
la gioia, la passione
il peso d'un continuo cercarti
impossibil a fermar la clessidra.
intensi sono stati i dolori
della gioia e della passione,
che morranno con la consapevolezza
che il tempo...
non ti farà
mai mia.

Nico Gurr...

segnalata da Nico martedì 19 settembre 2006

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categoria: Poesie

La mia gioia

Da quando l'ho incontrato,
ho provato emozioni
che non avevo mai provato prima.
Quando sono con lui
è come se non esistesse più nessuno.
Ci siamo solo io e lui.
Cosa dire di lui?
E' tutto quello che di più bello
avessi maipotuto desiderare.
Mi sento la persona più felice del mondo,
anche perchè lui:
è la mia gioia!

ILARIA '84

segnalata da ILARIA domenica 15 settembre 2002

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categoria: Poesie

GIOIA INASPETTATA(XPAOLO B)

Ho cercato
un'intera vita l'amore.....
ho sbagliato tante volte
e altre invece ho creduto di avercela fatta,
ma invece la volta che credevo di essere innamorata
era perchè la ero davvero.
Quando ho conosciuto te
nella mia vita non c'è piu solitudine,
non c'è piu tristezza,
finalmente ho trovato la mia gioia.
Non smetterò di amarti
nemmeno quando il sole non si accenderà più,
nemmeno quando gli uccelli
non canteranno più,
perchè ora che ho capito quale ardore
riempie le mie giornate
e quale colore sfuma il mio amore
non lascerò volare questa magia altrove,
e tutto questo Sei tu!
nessuno che ti supera
e solo tu puoi vedere oltre il mio cuore,
dimostrandomi quanto mi ami
ogni giorno.
Ho sognato i tuoi baci
come una cosa irrealizzabile,
li ho sognati perchè ho paura di non averli mai...
vorrei continuare a dormire,
solo per potere continuare a sognarti.

piccola_stella

segnalata da piccola_stella sabato 17 luglio 2004

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

gioia

la mia gioia è quando sono triste perchè dentro di me c"è quella forza che voglio per poter essere felice

nicola calandriello di pisticci ( MT)

segnalata da nicola giovedì 26 agosto 2004

stelline voti: 9; popolarità: 0; 1 commenti

categoria: Poesie

Gioia nell'altro

Ho pensato a te intensamente,
Sentendo l’emozione della gioia
Che nel bello animo tuo è fiorita,
Vivi gli incantevoli baleni
Che cadono come neve molle
E rendono lucente la letizia

Danut

segnalata da Danut giovedì 16 dicembre 2004


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