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categoria: Poesie

La notte lava la mente


Poco dopo si è qui come sai bene,
fila d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.

Mario Luzi - tratto da Onore del vero

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categoria: Poesie

La conchiglia marina


O conchiglia marina, figlia
della pietra e del mare biancheggiante,
tu meravigli la mente dei fanciulli

Salvatore Quasimodo - tratto da Lirici greci

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categoria: Poesie

Perché ti vedi giovinetta e bella

Perché ti vedi giovinetta e bella,
tanto che svegli ne la mente Amore,
pres'hai orgoglio e durezza nel core.
Orgogliosa se' fatta e per me dura,
po' che d'ancider me, lasso, ti prove:
credo che 'l facci per esser sicura
se la vertù d'Amore a morte move.
Ma perché preso più ch'altro mi trove,
non hai respetto alcun del mi' dolore.
Possi tu spermentar lo suo valore.

Dante Alighieri

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categoria: Poesie

Deh, Violetta, che in ombra d'Amore

Deh, Violetta, che in ombra d'Amore
negli occhi miei sì subito apparisti,
aggi pietà del cor che tu feristi,
che spera in te e disiando more.
Tu, Violetta, in forma più che umana,
foco mettesti dentro in la mia mente
col tuo piacer ch'io vidi;
poi con atto di spirito cocente
creasti speme, che in parte mi sana
la dove tu mi ridi.
Deh, non guardare perché a lei mi fidi,
ma drizza li occhi al gran disio che m'arde,
ché mille donne già per esser tarde
sentiron pena de l'altrui dolore.

Dante Alighieri

stelline voti: 17; popolarità: 4; 0 commenti

categoria: Poesie

Maravegiusi ingani


Maravegiusi ingani
dei fiuri che no' dura
dei nuo'li sensa afani
che navega per l'aria asura.

Me mai ve disdire'
de voltri he' senpre se',
e co' la mente inferma
più v'amo de la tera ferma.

Feste dei mili
che l'alto siel 'nbriaga
e pu'o un'ariosa maga
disperde i petali sutili;

primavera matana
ista'e che 'l cuor tu brusi,
sol che tu lusi
nel sangue che bacana:

senpre ve benedisso
co' boca tonda me ve lodo:
in ogni modo,
me vogio el vostro abisso.

Biagio Marin - tratto da El vento de l'eterno se fa teso

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categoria: Poesie

O iubelo del core


O iubelo del core
che fai cantar d'amore!

Quanno iubel se scalda,
si fa l'omo cantore,
e la lengua barbaglia
e non sa che parlare:
dentro non po' celare,
tant'e' granne 'l dolzore.

Quanno iubel è acceso
si fa l'omo clamare;
lo cor d'amor è appreso,
che nol po' comportare:
stridenno el fa gridare,
e non virgogna allore.

Quanno iubelo ha preso
lo core ennamorato,
la gente l'ha 'n deriso,
pensanno el suo parlato,
parlanno esmesurato
de che sente calore.

O iubel, dolce gaudio
ched entri ne la mente,
lo cor deventa savio
celar suo convenente:
non po' esser soffrente
che non faccia clamore.

Chi non ha costumanza
te reputa 'mpazzito,
vedenno esvalianza
com'om ch'e' desvanito;
dentr' ha lo cor ferito,
non se sente da fore.

Jacopone Da Todi

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categoria: Poesie

Il tempo ci rapisce, e il cielo e' solo


Il tempo ci rapisce, e il cielo è solo
anche di queste rondini che il volo
intrecciano, pericolosamente,
come chi va cercando nella mente

qualche nome perduto... e il ritrovarlo
nemmeno conta, poiche' ormai è già sera.
Eh si! s'invecchia, e ritorna più vera
la vita che già fu, rosa da un tarlo...

un tarlo che la monda. E vien la sera.
E i pensieri s'intrecciano, e le rondini.
E non siamo più noi; siamo i profondi
cieli dell'esistenza, ahi come intera

e profondissima, cupa, nel suo indaco.

Carlo Betocchi - tratto da L'estate di San Martino

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categoria: Poesie

A chi tanto e a chi gnente!

Da quanno che dà segni de pazzia,
povero Meo! fa pena! È diventato
pallido, secco secco, allampanato,
robba che se lo vedi scappi via!
er dottore m'ha detto: - È 'na mania
che nun se pô guarì: lui s'è affissato
d'esse un poeta, d'esse un letterato,
ch'è la cosa più peggio che ce sia! -
Dice ch'er gran talento è stato quello
che j'ha scombussolato un po' la mente
pe' via de lo sviluppo der cervello...
Povero Meo! Se invece d'esse matto
fosse rimasto scemo solamente,
chi sa che nome se sarebbe fatto!

>

Trilussa

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categoria: Poesie

Inno alla Morte


Amore, mio giovine emblema,
Tornato a dorare la terra,
Diffuso entro il giorno rupestre,
E' l'ultima volta che miro
(Appie' del botro, d'irruenti
Acque sontuoso, d'antri
Funesto) la scia di luce
Che pari alla tortora lamentosa
Sull'erba svagata si turba.

Amore, salute lucente,
Mi pesano gli anni venturi.

Abbandonata la mazza fedele,
Scivolero' nell'acqua buia
Senza rimpianto.

Morte, arido fiume...

Immemore sorella, morte,
L'uguale mi farai del sogno
Baciandomi.

Avro' il tuo passo,
Andro' senza lasciare impronta.

Mi darai il cuore immobile
D'un iddio, saro' innocente,
Non avro' più pensieri ne' bonta'.

Colla mente murata,
Cogli occhi caduti in oblio,
Faro' da guida alla felicita'.

Giuseppe Ungaretti - tratto da Sentimento del tempo

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categoria: Poesie

Sospiri azzurri di speranze bianche



Sospiri azzurri di speranze bianche
mi vengon nella mente, e tornan fuori,
seggonsi a pie' dell'uscio con dolori,
perché dentro non son deschetti o panche.

Cosi le mosche, quando sono stanche,
nelle selve de i Barbari o de' Mori,
seguitate da fieri cacciatori,
nelle gran nebbie par lor esser franche.

Quei nugoli che dormon co i pie' mezzi,
fanno al liuto mio si lunga guerra,
che corda non vi sta che non si spezzi.

Tanto fe' Diomede in Inghilterra,
ch'arebbe fatto di lui cento pezzi,
se non che un nibbio lo levo' di terra.

Dice Cato, e non erra,
se una pecchia cacasse quanto un bue,
rinvilierebbe il mele a due a due

Il Burchiello (Domenico Di Giovanni)

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categoria: Poesie

A Silvia

Silvia, rimembri ancora
quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea
negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare
di gioventù salivi?

Sonavan le quiete
stanze, e le vie dintorno,
al tuo perpetuo canto,
allor che all'opre femminili intenta
sedevi, assai contenta
di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
così menare il giorno.

Io gli studi leggiadri
talor lasciando e le sudate carte,
ove il tempo mio primo
e di me si spendea la miglior parte,
d'in su i veroni del paterno ostello
porgea gli orecchi al suon della tua voce,
ed alla man veloce
che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
le vie dorate e gli orti,
e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
quel ch'io sentiva in seno.

Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?

Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
da chiuso morbo combattuta e vinta,
perivi, o tenerella. E non vedevi
il fior degli anni tuoi;
non ti molceva il core
la dolce lode or delle negre chiome,
or degli sguardi innamorati e schivi;
né teco le compagne ai dì festivi
ragionavan d'amore.

Anche peria tra poco
la speranza mia dolce: agli anni miei
anche negaro i fati
la giovanezza. Ahi come,
come passata sei,
cara compagna dell'età mia nova,
mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
i diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
onde cotanto ragionammo insieme?
questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
tu, misera, cadesti: e con la mano
la fredda morte ed una tomba ignuda
mostravi di lontano.

Giacomo Leopardi

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categoria: Poesie

Meravigliosamente un amor mi distringe


Meravigliosamente
un amor mi distringe
e mi tene ad agn'ora.
Com'om che pone mente
in altro exemplo pinge
la simile pintura,
cosi, bella, facc'eo,
che 'nfra lo core meo
porto la tua figura.

In cor par ch'eo vi porti,
pinta como parete,
e non pare di fore.
O Deo, co' mi par forte.
Non so se lo sapete,
con' v'amo di bon core:
ch'eo son si vergognoso
ca pur vi guardo ascoso
e non vi mostro amore.

Avendo gran disio,
dipinsi una pintura,
bella, voi simigliante,
e quando voi non vio ,
guardo 'n quella figura,
e par ch'eo v'aggia avante:
come quello che crede
salvarsi per sua fede,
ancor non veggia inante.

Al cor m'arde una doglia,
com'om che ten lo foco
a lo suo seno ascoso,
e quando più lo 'nvoglia ,
allora arde più loco
e non po' stare incluso:
similemente eo ardo
quando pass'e non guardo
a voi, vis'amoroso.

S'eo guardo, quando passo,
inver' voi, no mi giro,
bella, per risguardare.
Andando, ad ogni passo
getto uno gran sospiro
che facemi ancosciare ;
e certo bene ancoscio,
c'a pena mi conoscio ,
tanto bella mi pare.

Assai v'aggio laudato,
madonna, in tutte parti
di bellezze ch'avete.
Non so se v'e' contato
ch'eo lo faccia per arti,
che voi pur v'ascondete.
Sacciatelo per singa ,
zo ch'eo no dico a linga ,
quando voi mi vedrite.

Canzonetta novella,
và canta nova cosa;
le'vati da maitino
davanti a la più bella,
fiore d'ogni amorosa,
bionda più c'auro fino:
"Lo vostro amor, ch'e' caro,
donatelo al Notaro
ch'e' nato da Lentino."

Giacomo Da Lentini

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categoria: Poesie

Gia' per l'aula beata a cento intorno


Già per l'aula beata a cento intorno
Dispersi tavolier seggon le dive,
Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
Gloria somma o speranza. Ove di quattro
Un drappel si raccoglie: e dove un altro
Di tre soltanto. Ivi di molti e grandi
Fogli dipinti il tavolier si sparge:
Qui di pochi e di brevi. Altri combatte;
Altri sta sopra a contemplar gli eventi
De la instabil fortuna e i tratti egregi
Del sapere o dell'arte. In fronte a tutti
Grave regna il consiglio: e li circonda
Maestoso silenzio. Erran sul campo
Agevoli ventagli, onde le dame
Cercan ristoro all'agitato spirto
Dopo i miseri casi. Erran sul campo
Lucide tabacchiere. Indi sovente
Un'util rimembranza un pronto avviso
Con le dita si attigne: e spesso volge
I destini del gioco e de la veglia
Un atomo di polve. Ecco sen ugne
La panciuta matrona intorno al labbro
Le calugini adulte: ecco sen ugne
Le nari delicate e un po' di guancia
La sposa giovinetta. In vano il guardo
D'esperto cavalier, che già su lei
Medita nel suo cor future imprese,
Le domina dall'alto i pregi ascosi:
E in van d'un altro, timidetto ancora,
Il pertinace pie' l'estrema punta
Del bel pie' le sospigne. Ella non sente
O non vede o non cura. Entro a que' fogli ,
Ch'ella con man si lieve ordina o turba,
De le pompe muliebri a lei concesse
Or s'agita la sorte. Ivi è raccolto
Il suo cor la sua mente. Amor sorride;
E luogo e tempo a vendicarsi aspetta.

Giuseppe Parini - tratto da Il Giorno. Le odi. Dialogo sopra la nobilta'

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categoria: Poesie

I limoni

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall' azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell' aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest' odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l' odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s' abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l' anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità
Lo sguardo fruga d' intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità

Ma l' illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l' azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s' affolta
il tedio dell' inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l' anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d' oro della solarità.

Eugenio Montale

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categoria: Poesie

Volo con la mente , volo con il cuore...

Oramai il tramonto calante sul mio viso
oscurisce il cuore di tristezza....
Volo con la mente , volo con il cuore.
Oramai il galoppare dell'autunno inncalza imbizzarito e l'immagine del tuo corpo
appare come bagliore nei miei occhi privi di speranza, dove si annida solo il riflesso del tuo viso...
Volo con la mente , volo con il cuore.
Quel sussurro di vento rimembra solo i lineamenti del tuo corpo,
l'ultimo bagliore di sole riscalda leggermente, un'animo gelido e consapevole della tua lontananza.
Volo con la mente , volo con il cuore...
ma non sorvolerò mai con il mio ricordo di averti incontrato.

Nico Gurr...

segnalata da nico venerdì 20 settembre 2002

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categoria: Poesie

Risorti nella mente

Varco il fatal cancello
dove riposa chi ci ha preceduto
e subito le orecchie si chiudono
ai rumori del mondo, al frastuono,
ed una gelida calma mi pervade,
mentre pensoso percorro lunghi viali
di poderosi, severi cipressi.

Mi guardo intorno,
sento la maestà silente
di un luogo lugubre ma solenne,
che più che rattristare infonde pace;
avverto netta la presenza amica
di chi ha concluso il proprio cammino,
e la mente riposa ed il cuor s'acquieta.

Leggo un nome, una data, guardo una foto
e subito un flash nella memoria s'accende
e in quell'istante qualcuno si ridesta
e rivive in me, nella mia mente,
anche se per un attimo;
poi l'oblio ridistende un pietoso sudario
su quei volti tornati pallidi e sereni.

Ignazio Amico

segnalata da amicuscertus giovedì 1 novembre 2007

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categoria: poesie

Ho in mente una poesia

Ho in mente una poesia,
la rivincita della mia fantasia
sulla razionalità costretta
per un pò ad andare via.

Non sarà la più bella che ci sia,
Ma ho la soddisfazione che è tutta mia

E che in un mondo in avaria,
Dove tutto è ipocrisia
e della tristezza e dell`apatia
Ovunque mi giri avverto la scia
Ancora una volta ho trovato la via
Per portare nel mondo ancora un pò
di poesia.

Valentina(io) - tratto da me stessa...e grazie al commento di nikozeus! ciao

segnalata da Valentina venerdì 2 novembre 2007

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categoria: Poesie

mente

la mente..
profandamente..
agile
straziante
e contorta

con anima e corpo ..
così pensiamo e danziamo..
cullati..
dai nostri pensieri e parole.

francesca - tratto da me

segnalata da francesca sabato 7 agosto 2010

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categoria: Poesie

nella mente e nel cuore

nella mente e nel cuore
io vivo nella storia,
porto nel mio sangue
pensieri antichi
trasudano dalle pietre
bianche e impossibili,
sotto quelle stelle perenni e splendendi,
quello spirito segue me,
da secoli o forse da millenni
insegue me per tutto l'universo,
quello spirito si chiama:
amore

daniela cesta

segnalata da Daniela cesta lunedì 5 novembre 2012

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

L'amore è invasivo, non s'accontenta, sua, mente, corpo e il cuore tutto..

grazia

segnalata da Grazia Tamagno mercoledì 19 giugno 2013


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