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categoria: Barzellette

La colletta

Alcuni giorni prima di Natale. Nell'Ufficio Postale di un paesino gli impiegati trovano nella cassetta una lettera con su la scritta "Per Babbo Natale". Non sapendo dove mandarla la aprono e leggono:
"Caro Babbo Natale,
sono un bambino di sette anni, mi chiamo Marco e vorrei chiederti un regalo.
La mia famiglia è poverissima, perciò non ti chiedo giocattoli, ma che mandi al mio indirizzo un milione di lire, così anche noi possiamo festeggiare il Natale con gioia"
Gli impiegati della posta, commossi e impietositi, fanno una colletta e, raggiunta la cifra di 500.000 lire, spediscono le banconote all'indirizzo del povero bambino. L'anno successivo, nello stesso periodo, nello stesso Ufficio Postale, gli impiegati trovano un'altra busta "Per Babbo Natale". La aprono e leggono:
"Caro Babbo Natale,
sono Marco, il bambino povero che ti ha scritto l'anno scorso.
Vorrei chiederti lo stesso regalo dell'anno scorso, un milione di lire.
Ti ringrazio per aver esaudito il mio desiderio lo scorso anno, ma quest'anno mandami un assegno non trasferibile, perché l'altra volta quei ladri delle poste m'hanno fregato mezzo milione!"

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categoria: Barzellette

Il gran ballo degli scienziati

Ecco le risposte che sono state ricevute dopo aver spedito gli inviti al GRAN BALLO DEGLI SCIENZIATI:

Pierre e Marie Curie irradiarono entusiasmo;
Einstein pensò che sarebbe stato relativamente facile parteciparvi;
Volta si sentì elettrizzato;
Ampere non ne fu messo al corrente;
Ohm al principio oppose resistenza;
Boyle disse che era troppo sotto pressione;
Edison pensò che sarebbe stata un'esperienza illuminante;
Stephenson si mise a sbuffare;
i fratelli Wright si sentirono volare;
il dottor Jekyll declinò, dicendo che ultimamente non era se stesso;
Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto;
Franklin disse che sarebbe arrivato in un lampo;
Meucci avrebbe telefonato per conferma;
Von Braun sarebbe arrivato come un missile;
Fermi disse che era una notizia atomica;
la moglie di Coulomb si sentì carica;
Hertz si sentì sulla cresta dell'onda;
Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro;
Nobel esplose di gioia per la notizia;
Kelvin disse che era in grado di partecipare;
Fourier aveva già una serie di impegni;
Cantor rifiutò: preferiva gli insiemi piu compatti;
Abel invece accettò di buon grado: si trovava bene in gruppo... e
Avogadro non fu avvisato: nessuno si ricordava il suo numero!

stelline voti: 24; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette » religione

Doni divini

Quando Dio creò Adamo ed Eva, aveva due regali da dare a loro. Dio disse: "Ho due regali da darvi, uno è l'arte di far pipì in piedi..."
Adamo lo fermò subito: "Sì, lo voglio io, sarebbe bellissimo, la vita sarebbe molto più semplice e molto più divertente"
Dio guardò Eva ed Eva fece un cenno di approvazione: "Perché no, non è così importante per me". Allora Dio lo diede all'uomo. Adamo urlò di gioia, fece salti e pipì da tutte le parti, spruzzò sulle pareti ed corse fino in spiaggia dove fece di nuovo pipì e ammirò il motivo che era riuscito a fare nella sabbia. Dio ed Eva guardavano l'allegria di Adamo, ed Eva chiese a Dio: "E cos'era l'altro regalo che volevi dare?"
"Il cervello Eva, il cervello"

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categoria: Barzellette

Un tizio va dal dottore poiche' ha il verme solitario. "Dottore, non ce la faccio piu'... " Gli dice quasi piangendo. Il dottore fa: "non si preoccupi, io so come curarla. Per tre mesi lei deve ingerire a pranzo, cena e colazione un ovetto e una mozzarella, poi torni qui" Il tipo sgargiante di gioia ringrazia e torna a casa. Passano i tre mesi e torna stravolto per la dieta quasi suicida. Il dottore lo guarda attentamente per due minuti poi dice: "Ora mangi questo ovetto e si spogli e si stenda sul lettino a pancia in giu'" Questo esegue gli ordini diligentemente.. passano 10 minuti e il verme solitario gli esce dal sedere dicendo "e la mozzarella? "

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categoria: Barzellette

L'imperatore Giap chiama al suo cospetto i suoi tre valenti Samurai Tutiro, Tutero e Tutoro: "Ho avuto notizia di tre draghi che seminano il terrore nelle lontane province dell'impero. Voglio che vi rechiate sul posto per ucciderli ". I tre samurai prendono congedo e si consultano per stabilire la strategia da adottare. Decidono di recarsi individualmente a nord, ovest e sud, affrontare i draghi per poi ritrovarsi di li' ad un mese. Passa il tempo e finalmente, sul finire del mese le carovane di Tutiro e Tutero si incontrano. Hanno sconfitto i relativi draghi e festeggiano con grande gioia l'avventura che li ha visti valorosi protagonisti. Rendendosi conto dell'assenza del loro compagno, decidono di andargli incontro e si incamminano verso sud. Ad un tratto scorgono, di là da una bassa collina, un bagliore sfolgorante... "Sarà Tutoro che festeggia, presto, raggiungiamolo!". Entrano in una piccola valle in cui vi è al centro una statua di cristallo che brilla... La morale: Non è Tutoro quello che luccica!

stelline voti: 13; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Un bimbo non dice una parola fino ai tre anni. Il giorno del suo compleanno il bambino strilla: - nonno! Tutta la famiglia comincia a strillare di gioia, festeggia, canti balli,... Il giorno dopo muore il nonno. La famiglia cade nello sconforto.. pero' il bimbo ha parlato.. in fondo il nonno era vecchio... Passa un anno esatto, e il giorno del 4° compleanno il bimbo strilla: - zio! Tutta la famiglia torna ad esultare, festa grande... Il giorno dopo muore lo zio. La famiglia comincia a pensare alla coincidenza, ma in fondo è felice perché il bimbo ha parlato. Passa un anno esatto, e il giorno del 5° compleanno il bimbo strilla: - babbo! Il giorno dopo muore il vicino di casa!

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categoria: Poesie

Non è amore

Non è Amore. Ma in che misura è mia
colpa il non fare dei miei affetti
Amore? Molta colpa, sia
pure, se potrei d'una pazza purezza,
d'una cieca pietà vivere giorno
per giorno... Dare scandalo di mitezza.
Ma la violenza in cui mi frastorno,
dei sensi, dell'intelletto, da anni,
era la sola strada. Intorno
a me alle origini c'era, degli inganni
istituiti, delle dovute illusioni,
solo la Lingua: che i primi affanni
di un bambino, le preumane passioni,
già impure, non esprimeva. E poi
quando adolescente nella nazione
conobbi altro che non fosse la gioia
del vivere infantile - in una patria
provinciale, ma per me assoluta, eroica -
fu l'anarchia. Nella nuova e già grama
borghesia d'una provincia senza purezza,
il primo apparire dell'Europa
fu per me apprendistato all'uso più
puro dell'espressione, che la scarsezza
della fede d'una classe morente
risarcisse con la follia ed i tòpoi
dell'eleganza: fosse l'indecente
chiarezza d'una lingua che evidenzia
la volontà a non essere, incosciente,
e la cosciente volontà a sussistere
nel privilegio e nella libertà
che per Grazia appartengono allo stile.

Pier Paolo Pasolini

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categoria: Barzellette » animali

Il cane bellissimo: Un signore passa davanti ad una vetrina di animali e vede un cane che gli piace da morire, entra e chiede: Quanto costa, lo voglio!. Il commesso risponde: il cane costa 15 milioni! Il signore chiede: come mai è così caro?? E' così caro, perche sà camminare sull'acqua; risponde il commesso. Il signore ci pensa un po' e decide: lo compro! Il giorno dopo si reca alla spiaggia e gli tira un legno in acqua. Il cane correndo e camminando sull'acqua glielo riporta. Il proprietario si guarda intorno ed esclama: accidenti non mi ha visto nessuno, in lontanaza vede pero' un pescatore, allora prende il cane gli si avvicina e tira il pezzo di legno. Il cane latrando di gioia glielo riporta camminando sull'acqua. Lui si avvicina al pescatore e gli dice: ha visto che cane? Il pescatore con non curanza gli chiede: quanti anni ha? Lui risponde: 2! Il pescatore: secondo me' non impara più a nuotare.

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Alcuni giorni prima di Natale. Nell'ufficio postale di un paesino gli impiegati trovano nella cassetta una lettera con su la scritta "Per Babbo Natale". Non sapendo dove mandarla la aprono e leggono: "Caro Babbo Natale, sono un bambino di sette anni, mi chiamo Marco e vorrei chiederti un regalo. La mia famiglia è poverissima, perciò non ti chiedo giocattoli, ma che mandi al mio indirizzo un milione di lire, così anche noi possiamo festeggiare il Natale con gioia.". Gli impiegati della posta, commossi, decidono di fare una colletta e, raggiunta la cifra di 500.000 lire, spediscono le banconote all'indirizzo del povero bambino. L'anno successivo, nello stesso periodo, nello stesso ufficio postale, gli impiegati trovano un'altra busta "Per Babbo Natale". La aprono e leggono: "Caro Babbo Natale, sono Marco, il bambino povero che ti ha scritto l'anno scorso. Vorrei chiederti lo stesso regalo dell'anno scorso, un milione di lire. Ti ringrazio per aver esaudito il mio desiderio lo scorso anno, ma quest'anno mandami un assegno non trasferibile, perché l'altra volta quei ladri delle poste si sono fregati mezzo milione!".

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categoria: Poesie

La quiete dopo la tempesta

assata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo à suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.

Giacomo Leopardi

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categoria: Barzellette

Una giovane coppia di sposi ha dei problemi ad avere un figlio, per cui si reca dal dottore il quale alla fine della visita dice loro che sono possibili tre tipi di intervento chirurgico da fare alla moglie e consiglia quello più semplice. La coppia accetta e l'intervento viene effettuato, ma tre mesi dopo la coppia ritorna dal dottore asserendo che nulla è cambiato: la donna non riesce a rimanere incinta. Il dottore allora consiglia l'intervento di media complessità e la coppia accetta. Ma anche dopo tale intervento la donna non riesce a rimanere incinta per cui torna dal dottore che non può fare altro che consigliare l'intervento più complesso. Questa volta dopo l'intervento la donna rimane incinta. Piena di gioia la giovane sposa torna dal dottore per la normale visita di controllo durante la gravidanza e chiede al dottore: "Finalmente, dottore, sono molto felice di questo terzo intervento. Ma, mi dica, in cosa consisteva? Infatti i primi due non sono stati tanto pesanti, ma dopo il terzo sono stata male per diverse settimane!". E il dottore: "Vede, signora, poiche' le prime due operazioni standard sono fallite, ho sospettato che fosse il vostro metodo e non la vostra abilità ad avere dei problemi, per cui ho fatto una connessione fra la vostra gola e il vostro utero...!".

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categoria: Barzellette

Una splendida ragazza, corteggiata da tutti i compaesani ha il tragico problema di avere perennemente un alito che dire fetido e' poco! Essendo nubile, ha moltissimi pretendenti. Lei pero', conscia di questa sua tragedia, non esce mai di casa. Un giorno deve per forza andare nella citta' piu' vicina perche' deve fare dei documenti in comune. Appena sbrigate le pratiche, e "tramortiti" un paio di impiegati comunali, esce e sta per tornare a casa quando incontra un uomo bellissimo. I loro sguardi si incrociano per degli attimi che sembrano interminabili. L'uomo, preso coraggio, la prende per un braccio e la ferma:
- Mi scusi, signorina! Non vorrei sembrarle sgarbato, ma credo di essermi innamorato di lei! Per me e' il classico colpo di fulmine. La ragazza per non rovinare tutto, decide di non dare "fiato" alla terrifica bocca e percio' rimane in silenzio. Io debbo assolutamente rivederla! Vuole uscire con me a cena stasera? La ragazza fa cenno di si con la testa.
- Oh mio Dio, che gioia che mi da! Allora la passo a prendere questa sera alle otto, le va bene?
La ragazza annuisce di nuovo e gli scrive i suo indirizzo su un foglio di carta. La sera stessa lui, elegantissimo, si presenta con la sua fuoriserie sotto casa di lei. Bussa e poco dopo scende la ragazza in un vestito nero attillatissimo da far girare la testa ad un eunuco.
- Sei strepitosa! Io in vita mia non ho mai incontrato una ragazza bella come te!
La ragazza risponde solo con un mezzo sorriso, stando bene attenta a non aprire la bocca putrida. L'uomo mette in moto e si dirige verso il piu' bel ristorante della citta'. Durante la cena lui le parla di tutta la sua vita, di quello che ha fatto e quello che sono i suoi progetti per il futuro. La ragazza non apre mai bocca e fa solamente cenni con la testa, tanto che lui pensa che lei sia timidissima.
- Io penso proprio di essermi pazzamente innamorato di te. Pero' ho bisogno di sapere se anche tu provi la stessa cosa per me.
La ragazza:
- Mmmmh! Mmmmh!
- Ti prego, lo so che sei timida! Non mi devi dire per forza che mi ami, mi basta anche solo una piccola risposta!
- Mmmmh!
- Ti supplico, te lo chiedo in ginocchio! Una sola parola! Ma tu mi ami?
La ragazza commossa, si mette una mano davanti alla bocca per cercare di diminuire l'effetto e fa:
- Si!
Lui mezzo tramortito:
- SNIFF... SNIFF... ma che hai scoreggiato?
- No!
- Allora ti sei mangiata i calzini?!? 

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categoria: Poesie

All’Automobile da corsa

Veemente dio d’una razza d’acciaio,
Automobile ebbra di spazio,
che scalpiti e fremi d’angoscia
rodendo il morso con striduli denti
Formidabile mostro giapponese,
dagli occhi di fucina,
nutrito di fiamma
e d’olî minerali,
avido d’orizzonti, di prede siderali
Io scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,
scateno i tuoi giganteschi pneumatici,
per la danza che tu sai danzare
via per le bianche strade di tutto il mondo!
Allento finalmente
le tue metalliche redini,
e tu con voluttà ti slanci
nell’Infinito liberatore!
All’abbaiare della tua grande voce
ecco il sol che tramonta inseguirti veloce
accelerando il suo sanguinolento
palpito, all’orizzonte
Guarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggiù!
Che importa, mio dèmone bello?
Io sono in tua balìa! Prendimi! Prendimi!
Sulla terra assordata, benché tutta vibri
d’echi loquaci;
sotto il cielo accecato, benché folto di stelle,
io vado esasperando la mia febbre
ed il mio desiderio,
scudisciandoli a gran colpi di spada.
E a quando a quando alzo il capo
per sentirmi sul collo
in soffice stretta le braccia
folli del vento, vellutate e freschissime

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontane
che mi attirano, e il vento
non è che il tuo alito d’abisso,
o Infinito senza fondo che con gioia m’assorbi!
Ah! ah! vedo a un tratto mulini
neri, dinoccolati,
che sembran correr su l’ali
di tela vertebrata
come su gambe prolisse

Ora le montagne già stanno per gettare
sulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,
là, a quel sinistro svolto
Montagne! Mammut in mostruosa mandra,
che pesanti trottate, inarcando
le vostre immense groppe,
eccovi superate, eccovi avvolte
dalla grigia matassa delle nebbie!
E odo il vago echeggiante rumore
che sulle strade stampano
i favolosi stivali da sette leghe
dei vostri piedi colossali

O montagne dai freschi mantelli turchini!
O bei fiumi che respirate
beatamente al chiaro di luna!
O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!
Su questo mio mostro impazzito!
Stelle! mie stelle! l’udite
il precipitar dei suoi passi?
Udite voi la sua voce, cui la collera spacca
la sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaia
e il tuonar de’ suoi ferrei polmoni
crrrrollanti a prrrrecipizio
interrrrrminabilmente?

Accetto la sfida, o mie stelle!
Più presto! Ancora più presto!
E senza posa, né riposo!
Molla i freni! Non puoi?
Schiàntali, dunque,
che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urrà! Non più contatti con questa terra immonda!
Io me ne stacco alfine, ed agilmente volo
sull’inebbriante fiume degli astri
che si gonfia in piena nel gran letto celeste!

Filippo Tommaso Marinetti

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categoria: Frasi d'amore

BRIAN TI AMO!!! sei nel mio cuore, sei sempre nei miei pensiere, ti voglio un bene immenso!! ti starò vicina sempre!!

gioia

segnalata da gioia mercoledì 2 ottobre 2002

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Frasi d'amore

L'AMORE VERO

alcuni dicono che l'amore non esiste,
altri pensano ceh non possa mai essere eterno,
altri ancora credono nell'opportunismo.
.......................................
sai cosa creod???????????
credo ceh queste persone non ci abbiano mai conosciute,
credo ceh esse non riescano a vivere,
persone sofferenti,
persone................
persone che non hanno mai incontrato una persona come te!!!!!!!!!!!!!!
STEFANO TI AMOOOOOOOOOOOO

Gioia

segnalata da Gioia sabato 1 marzo 2003

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categoria: Frasi d'amore

STEFANO

sdraiata su una nuvola tu vuoi soffiarmi via per legarmi a terra ma la mai testa vola via, e come un aquilone vuole spazi e libertà sdraiata su una nuvola perchè
da qui il mondo scivola..... se noi due stiamo insieme io non avrò paura mai e tu non avrai confini con me perche siamo anime leggere io e te.
Ti sento nell'aria già cambiata.. io ti aspetto sdraiata su una nuvola perchè il nostro amore può volare leggero come un angielo........... TI AMO grazie di esistere

Gioia

segnalata da Gioia sabato 1 marzo 2003

stelline voti: 6; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Frasi d'amore

Ci si accorge sempre dell'importanza di una persona solo nel momento in cui la perdiamo..perciò mi chiedo a cosa serve il cuore se quando troviamo il vero amore ha paura di esprimere questo sentimento che ostinatamente continuiamo a cercare per tutta la vita e che pochi riescono a trovare?....
non ho ancora una risposta...

Gioia

segnalata da gIOIA lunedì 5 maggio 2003

stelline voti: 85; popolarità: 3; 0 commenti

categoria: Frasi d'amore

La lontananza

Ogni goccia di pioggia è una lacrima.... di felicità per averti conosciuto e amato...... di tristezza per non averti vicino.....

Gioia

segnalata da Anna lunedì 3 novembre 2003

stelline voti: 11; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

Rosa dei venti

Madre di tutti i venti,
principio di ogni soffio,
musa di poeti e navigatori,
sussurri fra traiettorie ardite,
blando o irrequieto,
il mutamento di illusioni,
auspici e follie...

Christian Di Gioia

segnalata da Christian domenica 15 giugno 2008

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

Io

Io amo te, come Giulietta amò Romeo,
io amo te, come Giuseppe amò Maria,
io amo te, come amor che voglio che io sia,
io sogno, una realtà più vera,
io sogno, un futuro senza luna nera,
io sogno, un presente più agiato,
per un nostro domani abbiente e consolidato,
io...

Christian Di Gioia - tratto da me

segnalata da windrose venerdì 11 luglio 2008


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