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categoria: Barzellette

La mucca e il Ferrarino

Il cumenda col suo Ferrarino è lì che viaggia ad una buona media, su una strada provinciale.
Ad un tratto scorge una persona sul ciglio della strada che sta facendo l'autostop: è un contadino che porta con se una mucca. "Dov'è che deve andare buonuomo?"
"Io devo da andà in paese! Che me lo dai 'no strappo?"
"Certo agricolo! Sali pure... però ho l'impressione che il ruminante dovremo lasciarlo qui!"
"Tu nun te stà a preoccupà, vai che la mucca ce segue!"
"Ma l'è proprio sicuro?"
"Oh fregate! Vai tranquillo!"
Il contadino sale ed il cumenda parte. Mette la prima e va piano piano. Vede che la mucca lo segue e così comincia ad aumentare il passo... venti, trenta chilometri orari. La mucca lo segue fedelmente al trotto e lui si decide a schiacciare sull'acceleratore... cinquanta, cento, centocinquanta chilometri all'ora. La mucca gli galoppa dietro praticamente incollata al posteriore della Ferrari, è la sua ombra!
Il cumenda si sente decisamente umiliato a sapere che una mucca può seguirlo a quelle velocità, così si decide a spremere la macchina 180, 200, 220, 250 chilometri orari. Guarda nello specchietto e vede che la mucca ha tirato fuori la lingua. "Ah finalmente, sono riuscito a farla stancare!"
"Non è possibile!", replica il contadino.
"Come no? Ha tirato fuori la lingua!"
"Ma dò ce l'ha? A sinistra o a destra?"
"A sinistra, perché?"
"Allora scansate che te deve sorpassà!!"

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Due sigarette


Ogni notte è la liberazione. Si guarda i riflessi
dell'asfalto sui corsi che si aprono lucidi al vento.
Ogni rado passante ha una faccia e una storia.
Ma a quest'ora non c'è più stanchezza: i lampioni a migliaia
sono tutti per chi si sofferma a sfregare un cerino.

La fiammella si spegne sul volto alla donna
che mi ha chiesto un cerino. Si spegne nel vento
e la donna delusa ne chiede un secondo
che si spegne: la donna ora ride sommessa.
Qui possiamo parlare a voce alta e gridare,
che nessuno ci sente. Leviamo gli sguardi
alle tante finestre - occhi spenti che dormono -
e attendiamo. La donna si stringe le spalle
e si lagna che ha perso la sciarpa a colori
che la notte faceva da stufa. Ma basta appoggiarci
contro l'angolo e il vento non è più che un soffio.
Sull'asfalto consunto c'è già un mozzicone.
Questa sciarpa veniva da Rio, ma dice la donna
che è contenta d'averla perduta, perché mi ha incontrato.
Se la sciarpa veniva da Rio, è passata di notte
sull'oceano inondato di luce dal gran transatlantico.
Certo, notti di vento. E' il regalo di un suo marinaio.
Non c'è più il marinaio. La donna bisbiglia
che, se salgo con lei, me ne mostra il ritratto
ricciolino e abbronzato. Viaggiava su sporchi vapori
e puliva le macchine: io sono più bello.

Sull'asfalto c'è due mozziconi. Guardiamo nel cielo:
la finestra là in alto - mi addita la donna - la nostra.
Ma lassù non c'è stufa. La notte, i vapori sperduti
hanno pochi fanali o soltanto le stelle.
Traversiamo l'asfalto a braccetto, giocando a scaldarci.

Cesare Pavese

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Un cow boy, con il suo cavallo, stancamente trotta nella prateria. Il cow boy canta una vecchia canzone. Da lontano vede un indiano steso completamente per terra con l'orecchio appoggiato sul terreno. Allora scende da cavallo e l'indiano: - Augh! A cinque minuti da qui essere diligenza! - Incredibile - pensa ad alta voce il cow boy - questi indiani riescono a percepire con le orecchie, ogni cosa! E l'indiano: - Augh! A cinque minuti essere diligenza trainata da quattro cavalli neri! - Allucinante - pensa il cow boy - forse ascolta il suono degli zoccoli che, evidentemente, emette un rumore da cui può riconoscere anche il colore dei cavalli... E l'indiano ancora: - Augh! A cinque minuti da qui essere diligenza, trainata da 4 cavalli neri, con quattro persone a bordo più conducente! A questo punto il cow boy, sull'orlo di una crisi di nervi, chiede: - Ma come fai a sapere che a cinque minuti da qui c'è una diligenza, trainata da 4 cavalli neri, con quattro persone a bordo più il conducente? L'indiano steso ancora per terra: - M'E' PASSATA SOPRA CINQUE MINUTI FA...

stelline voti: 49; popolarità: 12; 0 commenti

categoria: Poesie

Chiare fresche e dolci acque

Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Dà be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ho pace.

>

Francesco Petrarca

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

In un manicomio viene assunto un nuovo psichiatra. Il primo giorno di lavoro il nuovo psichiatra decide di passare un po' di tempo nella sala di ricreazione per entrare i confidenza con i pazienti, ma qui si trova di fronte ad una scena che non riesce a comprendere: tutti i pazienti sono radunati di fronte ad uno di loro che urla ad alta voce dei numeri: 25! E risate generali. 12! e risate. 23! grande ovazione. Preoccupato lo psichiatra va a consultarsi con un suo collega che gli spiega: "Per passare il tempo si raccontano tra di loro delle barzellette, ma siccome ormai sono sempre le stesse, hanno deciso di numerarle per non far fatica a raccontarle ogni volta". "Ah, ho capito, voglio fare una prova anch'io". Ritorna nella sala ricreazioni, raduna tutti i pazienti e si mette a gridare: 12! (Silenzio generale). 24! (Segni di disappunto). 35! (Fischi e proteste generali). Innervosito esclama: "Ma perché con me non ridete e con quell' altro si?". "Perché tu non le sai raccontare!".

stelline voti: 14; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette » religione

Un prete e una suora viaggiano di notte quando, a un certo punto, si ferma la macchina. I due decidono allora di passare la notte in un albergo vicino. Rivolgendosi all'albergatore scoprono che e' rimasta libera solo una stanza con letto matrimoniale. I due, anche se imbarazzati, decidono comunque di rimanere. Allora sistemano un lenzuolo fra i due letti, e si mettono a dormire. A un certo punto la suora si rivolge al prete dicendo: "Padre, ho freddo, mi potrebbe prendere una coperta? ". Il prete si alza e gliela da', e la suora mostra una spalla. E il prete, imperterrito, ritorna a dormire. Dopo un po', la suora: "Padre, ho ancora freddo, non me ne potrebbe prendere un'altra?" Il prete, sbuffando, la prende e gliela rida', e la suora mostra una gamba. Niente. Ancora dopo, la suora: "Padre, ho ancora freddo." E il prete, spazientito, dice: "Sorella, vogliamo fare come marito e moglie?"
"Sì sì sì" risponde la sorella. "Allora se le vada a prendere da sola !"

stelline voti: 24; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Arsenio

I turbini sollevano la polvere
sui tetti, a mulinelli, e sugli spiazzi
deserti, ove i cavalli incappucciati
annusano la terra, fermi innanzi
ai vetri luccicanti degli alberghi.
Sul corso, in faccia al mare, tu discendi
in questo giorno
or piovorno ora acceso, in cui par scatti
a sconvolgerne l'ore
uguali, strette in trama, un ritornello
di castagnette.
E' il segno d'un'altra orbita: tu seguilo.
Discendi all'orizzonte che sovrasta
una tromba di piombo, alta sui gorghi,
più d'essi vagabonda: salso nembo
vorticante, soffiato dal ribelle
elemento alle nubi; fa che il passo
su la ghiaia ti scricchioli e t'inciampi
il viluppo dell'alghe: quell'istante
è forse, molto atteso, che ti scampi
dal finire il tuo viaggio, anello d'una
catena, immoto andare, oh troppo noto
delirio, Arsenio, d'immobilità...
Ascolta tra i palmizi il getto tremulo
dei violini, spento quando rotola
il tuono con un fremer di lamiera
percossa; la tempesta è dolce quando
sgorga bianca la stella di Canicola
nel cielo azzurro e lunge par la sera
ch'è prossima: se il fulmine la incide
dirama come un albero prezioso
entro la luce che s'arrosa: e il timpano
degli tzigani è il rombo silenzioso
Discendi in mezzo al buio che precipita
e muta il mezzogiorno in una notte
di globi accesi, dondolanti a riva, -
e fuori, dove un'ombra sola tiene
mare e cielo, dai gozzi sparsi palpita
l'acetilene -
finché goccia trepido
il cielo, fuma il suolo che t'abbevera,
tutto d'accanto ti sciaborda, sbattono
le tende molli, un fruscio immenso rade
la terra, giù s'afflosciano stridendo
le lanterne di carta sulle strade.
Così sperso tra i vimini e le stuoie
grondanti, giunco tu che le radici
con sé trascina, viscide, non mai
svelte, tremi di vita e ti protendi
a un vuoto risonante di lamenti
soffocati, la tesa ti ringhiotte
dell'onda antica che ti volge; e ancora
tutto che ti riprende, strada portico
mura specchi ti figge in una sola
ghiacciata moltitudine di morti,
e se un gesto ti sfiora, una parola
ti cade accanto, quello è forse, Arsenio,
nell'ora che si scioglie, il cenno d'una
vita strozzata per te sorta, e il vento
la porta con la cenere degli astri.

Eugenio Montale

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Un gruppo di suore è in visita alla basilica del Santo a Padova. E' luglio e fa un caldo terrificante. Le suore gemono dal calore. Una suorina si avvanza e chiede alla superiora se non fosse possibile allegerire un po' la nera divisa, togliwendo qualche parafernalia. La risposta e': "No! Non possiamo sorella". Il calore è asfissiante, il sottanone lungo è terrificante. Già iniziano i primi malori. Sulla piazza non un filo d'ombra, se non un gruppo di alberi ai vicini giardinetti. Il branco (di suore) decide di spostarsi sotto l'ombra di quegli alberi. Il calore resta alto. La suorina riprova "Ma Superiora, potremmo almeno toglierci le mutande di lana... tanto con 'sti sottanoni non ci vede nessuno..." La risposta e': "No! Non si puo'...". Passano alcuni minuti... Arriva ai giardinetti un'anziana signora con una fetta di anguria, si avvicina ad una panchina e, dopo essersi tirata sù la gonna al ginocchio, si siede ed inizia a mangiare la sua anguria. La suorina, curiosa, osserva... non ha le mutande!! Ormai cecata dal calore infernale la poverella parte in avanscoperta. Si avvicina alla signora e chiede con voce flebile: "Signora, mi scusi, ma le non ha le mutande, vero?". La signora: "Per forza! Vuoi che tutte le mosche mi vadano sull'anguria?".

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette » animali

Due pulci, amiche di vecchia data, si incontrano dopo tanto tempo. Dice la prima: "Ciao bella, come va?".
"Ehhh, non troppo bene....etchhhuu.
Vedi, ho un brutto raffreddore".
"Mi dispiace e come mai sei ridotta cosí?".
"Vedi, io vivo nei baffi di un motociclista che va in giro senza mai mettersi il casco e quando lui corre io prendo freddo".
Allora la prima pulce le dà un consiglio: "Ma scusa, fai come me.
Io vivo nella peluria pubica di una bella bionda dove mi trovo benissimo".
La pulce ringrazia dicendo che seguirà il consiglio.
Passano i giorni e le due pulci si incontrano nuovamente: "Hei, come va?".
"Ehhh, non troppo bene... etchhhu.
Vedi ho sempre quel terribile raffreddore... etchuuu".
Allora la prima pulce chiede: "Ma scusa, hai seguito il mio consiglio?".
E la pulce: "Ma io cosí ho fatto.
Ho trovato un bella donna, mi sono insediata nei suoi capelli, poi sono scesa fino al pube dove vivevo comodamente...".
"E allora?". "Beh, all'improvviso... mi sono ritrovata nei baffi del motociclista!"

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Un contadino cammina per una strada tirandosi dietro una mucca, e curiosamente fa l' autostop! Una Ferrari si ferma e il conducente divertito offre il passaggio. Il contadino attacca la mucca dietro l'auto e si siede tranquillamente. "e la mucca?". "Non si preoccupi, lei faccia come se niente fosse!". Perplesso il ferrarista parte e procede a passo d' uomo, ma il contadino gli dice: "Ma perché va cosi' piano? Vada pure più forte". "Ma si è dimenticato che c'è la mucca?". "Lei non si preoccupi, faccia come se non ci fosse". La Ferrari accelera, e nonostante tutto, la mucca è sempre attaccata dietro. "Ma come mai questa macchina non va più forte?". "e poi la mucca?". "Ma non si preoccupi!". Il ferrarista, innervosito, accelera, ed a 50 Km/h guarda lo specchietto, e sbalordito constata che la mucca segue tranquilla. Accelera rabbiosamente, oltrepassa i 100 Km/h, mette la terza e... giù a tavoletta! A 230 Km/h finalmente: "Ecco! Vedo dallo specchietto che la sua mucca comincia a dare segni di stanchezza!". "Cooosa?". "Si'! Ha la lingua di fuori!". "Ma da che parte ha la lingua?". "a sinistra!". "No! Si è stufata di star dietro e mette la freccia per sorpassare!".

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La sera del dì di festa

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or dà trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.

Giacomo Leopardi

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categoria: Barzellette

Due tipi camminano in un bosco e trovano
un pozzo grande e apparentemente profondissimo. "Wow... sembra
veramente profondo" "Davvero! Prova a lanciare dei sassi così vediamo.."
Prendono un po' di sassolini, li tirano nel pozzo e... niente, nessun
rumore. Allora ne prendono un paio più grossi, stile pallone da calcio,
li buttano, aspettano e... ancora niente. "Madonna, deve essere VERAMENTE
fondo! Non è possibile. Dobbiamo trovare qualcosa di grosso che faccia
ancora più rumore." Si guardano intorno e proprio lì vicino c'e' una rotaia
abbandonata. Prendono una grossa traversina, la trascinano a fatica all'imboccatura
del pozzo e la lasciano cadere dentro. Due secondi dopo, dal bosco di
fianco, appare un asino che corre come un pazzo verso di loro. Non fanno
a tempo neanche a capire cosa succede che questo arriva al pozzo, salta
e si butta dentro. I due amici si guardano allibiti per quello che hanno
appena visto. Intanto dal bosco esce un contadino che li chiama a grandi
cenni. "Hey voi, ragazzi, avete visto per caso passare di qui il mio asino?"
"Senta, lei non ci crederà ma abbiamo assistito a una cosa sconvolgente.
Un asino è appena passato di qui correndo come un pazzo e si è buttato
nel pozzo!" "No, no" dice il contadino "non poteva essere il mio. Il mio
era legato a una grossa traversina di quella rotaia..."

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Due cannibali, padre e figlio, stanno camminando per le strade del borgo turistico della loro isola in cerca del pranzo... Figlio: 'Papa', papa'... Guarda quella donna la'... è cosi' bella cicciotta... sarà si e no 90 Kg...?' Papa': 'Ma sei scemo... tutto quel grasso... e poi chi ce lo leva il colesterolo?! No no, andiamo avanti che troveremo qualche cosa di meglio...' Dopo un po'... Figlio: 'Papa', papa', guarda quella la'... cosi' alta e snella...' Papa': 'Ma sei scemo... tutte ossa. E poi la pelle fa male... Passano le due... e il cibo ancora non si vede... Finalmente... Figlio: 'Papa', papa', guarda quella la'... tutte curve... bionda, con due occhieti blu...guarda che gambe... slurp slurp...' Papa': 'Ma sei scemo... quella la portiamo a casa e ci mangiamo la mamma!'

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

In un grande albergo di 80 piani si presenta un vecchietto con una donna bellissima. Va alla reception e, facendo notare al portiere la bella donna che è con lui, chiede: "Giovanotto, vorrei una camera, ma ai piani alti". "Va bene al trentesimo piano?" chiede l'impiegato. "Ceeerto, va benissimo" dice contento il vecchio e rivolgendosi alla donna le dice: "Tu comincia a salire con l'ascensore mentre io salgo a piedi". La settimana dopo il vecchietto si ripresenta con un'altra donna ancora più bella: "Giooovanotto, vorrei una camera, ma ai piani alti, molto alti". E cosi' dicendo, tutto giocondo, strizza l'occhio al giovane portiere, indicando la donna. "Abbiamo libera la camera al quinto piano, va bene?". "Ceerto, va benissimo - e poi rivolgendosi alla donna - tu comincia a salire con l'ascensore mentre io salgo a piedi". Il portiere resta sbigottito pensando ai piani che il vecchio deve farsi a piedi. Passa una settimana ed il vecchietto si presenta con due top model da favola, mostrando fiero le donne che ha con lui: "gioovanotto, la stanza più in alto che avete". "Guardi, più in alto dell'ottantesimo non si sale. Va bene?". "ceeerto, che va bene". E rivolto alle donne: "Voi salite con l'ascensore che io adesso salgo a piedi". Non potendone più il giovane chiede: "Ehi, nonnino, come fate dopo aver salito 80 piani a piedi a combattere con due donne come quelle?". E il vecchietto: "Vedi, figliolo, io ho 79 anni, e oramai il coso qui non funziona piu'. Ma dopo ottanta piani a piedi tiro fuori una lingua lunga cosi'..."

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Un uomo va dal dottore con una lunga storia di emicrania. Il dottore scopre che il suo povero paziente ha provato praticamente ogni terapia senza nessun miglioramento. "Ascolta" dice il dottore, "anch'io soffro di emicranie e il consiglio che posso darle non l'ho imparato all'Universita', ma dalla mia propria esperienza. Quando ho un attacco di emicrania, vado a casa, mi infilo in un vasca da bagno bella calda, e sto ammollo per un'ora. Poi mia moglie mi passa la spugna con l'acqua più calda possibile intorno alla fronte. Quindi esco dalla vasca, prendo mia moglie e la trascino in camera da letto, e mi sforzo di fare del sesso con lei. Quasi sempre il mal di testa se ne va immediatamente. Ora, provi anche lei e ritorni fra due mesi". Due mesi più tardi il paziente ritorna con un gran sorriso: "Dottore, ho seguito il suo consiglio e realmente funziona; ho avuto emicranie per 17 anni e questa è la prima volta che qualcuno mi ha aiutato!". "Allora" dice il medico "sono contento di averla aiutata". E mentre sta salutando il dottore il paziente aggiunge: "Ah, dottore, mi congratulo con lei: lei ha veramente una casa bellissima!".

stelline voti: 35; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette » ingegneri

Tre ingegneri della Compaq e tre ingegneri della Microsoft si incontrano alla stazione mentre stanno per recarsi ad un importante avvenimento informatico.
Gli ingegneri Microsoft comprano un biglietto ciascuno e, con grande sorpresa, notano chegli ingegneri Compaq comprano un solo biglietto in tre.
Stupiti, chiedono spiegazione ai colleghi che si mettono a ridere edicono: "Vedrete...".
Durante il viaggio, il controllore entra nella carrozza e, immediatamente, i tre ingegneri Compaq vanno verso la toilette e vi si chiudono dentro.
Gli ingegneri Microsoft osservano stupefatti la manovra poi, dopo essersi fatti controllare i biglietti, vedono il controllore bussare alla porta della toilette annunciando: "Biglietti, prego!".
Una voce dall'interno risponde: "Ecco!" e un biglietto passa sotto la porta.
Il controllore verifica il biglietto e poi se ne va.
Gli ingegneri Microsoft sono molto impressionati dalla tecnica dei colleghi Compaq.
Gli stessi sei ingegneri si incontrano alla stazione alla partenza del viaggio di ritorno.
Gli ingegneri Compaq comprano un biglietto, mentre quelli Microsoft non ne comprano nessuno.
Gli ingegneri Compaq fanno notare la cosa, ma gli ingegneri Microsoft si mettono a rideree dicono: "Vedrete...".
Durante il viaggio, il controllore entra nella carrozza e, immediatamente, gli ingegneri Compaq sidirigono verso la toilette e vi si chiudono dentro.
Gli ingegneri Microsoft meno pronti a reagire si incamminano lentamente.
Appena gli ingegneri Compaq sono chiusi dentro, uno degli ingegneriMicrosoft bussa alla porta della toilette e dice: "Biglietti, prego!", recupera il biglietto degli ingegneri Compaq e corre a chiudersi nella toilette con isuoi due altri compari... La morale? la Microsoft non si limita a copiare le idee degli altri, ma le "migliora"…

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categoria: Barzellette


Una piccola vecchia signora un giorno andò alla Banca del Canada portando con sé una borsa piena di denaro. Insistette che doveva parlare con il presidente della banca per aprireun conto perché "E' un sacco di denaro!".

Dopo un po' di ripensamenti, gli impiegati la portarono nell'ufficio presidente (il cliente ha sempre ragione!). Il presidente della banca le chiese quindi quanto voleva versare e lei disse "165.000 dollari" e buttò la borsa sulla sua scrivania. Il presidente fu, chiaramente, curioso di sapere come aveva fatto ad ottenere tutto quel contante, così glielo chiese: Signora, sono sorpreso di vedere che Lei si porta appresso tutto questo contante. Come ha fatto ad ottenerlo?".

La vecchia signora rispose: "Ho fatto delle scommesse".

Il presidente le chiese ancora: "Scommesse? Che tipo di scommesse?"

La vecchia signora rispose: "Per esempio, scommetto 25.000 dollari che le sue palle sono quadrate"

"Ah!" rise il presidente "E' una scommessa stupida. Lei non potrà mai vincere una scommessa di questo genere!"
La vecchia signora lo sfidò: "Allora, accetta la mia scommessa?"

"Certo" disse il presidente "Scommetto 25.000 dollari che le mie palle
non sono quadrate!"

Allora la vecchia signora disse: "Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?"

"Certo!" disse il fiducioso presidente.

Quella notte, il presidente era veramente nervoso a causa della commessa e passò un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle, girandosi a destra e a sinistra continuamente. Le controllò con attenzione finché non fu sicuro che non era assolutamente possibile che le sue palle fossero quadrate e che avrebbe vinto la scommessa.

Il mattino dopo alle 10 precise, la vecchia signora fece la sua comparsa con il suo avvocato nell'ufficio del presidente. Presentò l'avvocato al presidente e ripeté la scommessa: 25.000 dollari che le palle del presidente sono quadrate!"

Il presidente accettò di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiese di abbassare i pantaloni, così tutti avrebbero potuto vedere. Il presidente accettò. La vecchia signora scrutò attentamente le palle
e poi gli chiese se poteva toccarle.

"Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi credo che Lei debba essere assolutamente sicura.
" In quel momento, egli notò che l'avvocato stava silenziosamente sbattendo la testa contro il muro.
Il presidente chiese alla signora: "Che diavolo ha il suo avvocato?"

Ella disse: "Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000 dollari che alle 10 di stamattina avrei avuto nelle mie mani le palle del Presidente della Banca del Canada".

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categoria: Barzellette

Una piccola vecchia signora un giorno andò alla Banca del Canada portando con sé una borsa piena di denaro. Insistette che doveva parlare con il presidente della banca per aprire un conto perché "E' un sacco di denaro!".

Dopo un po' di ripensamenti, gli impiegati la portarono nell'ufficio presidente (il cliente ha sempre ragione!).

Il presidente della banca le chiese quindi quanto voleva versare e lei disse "165.000 dollari" e buttò la borsa sulla sua scrivania. Il presidente fu, chiaramente, curioso di sapere come aveva fatto ad
ottenere tutto quel contante, così glielo chiese: Signora, sono sorpreso di vedere che Lei si porta appresso tutto questo contante. Come ha fatto ad ottenerlo?".

La vecchia signora rispose: "Ho fatto delle scommesse".

Il presidente le chiese ancora: "Scommesse? Che tipo di scommesse?"

La vecchia signora rispose: "Per esempio, scommetto 25.000 dollari che le sue palle sono quadrate"
"Ah!" rise il presidente "E' una scommessa stupida. Lei non potrà mai vincere una scommessa di questo genere!"

La vecchia signora lo sfidò: "Allora, accetta la mia scommessa?"

"Certo" disse il presidente "Scommetto 25.000 dollari che le mie palle non sono quadrate!"
Allora la vecchia signora disse: "Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?"

"Certo!" disse il fiducioso presidente.

Quella notte, il presidente era veramente nervoso a causa della commessa e passò un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle, girandosi a destra e a sinistra continuamente.
Le controllò con attenzione finché non fu sicuro che non era assolutamente possibile che le sue palle fossero quadrate e che avrebbe vinto la scommessa.

Il mattino dopo alle 10 precise, la vecchia signora fece la sua comparsa con il suo avvocato nell'ufficio del presidente. Presentò l'avvocato al presidente e ripeté la scommessa: 25.000 dollari che le palle del presidente sono quadrate!"

Il presidente accettò di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiese di abbassare i pantaloni, così tutti avrebbero potuto vedere.

Il presidente accettò. La vecchia signora scrutò attentamente le palle e poi gli chiese se poteva toccarle. "Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi credo che Lei debba essere
assolutamente sicura."

In quel momento, egli notò che l'avvocato stava silenziosamente sbattendo la testa contro il muro.
Il presidente chiese alla signora: "Che diavolo ha il suo avvocato?"

Ella disse: "Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000 dollari che alle 10 di stamattina avrei avuto nelle mie mani le palle del Presidente della Banca del Canada".

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categoria: Barzellette

Due cannibali, padre e figlio, stanno camminando per le strade del borgo turistico della loro isola in cerca del pranzo. - Papa', papa'... Guarda quella donna la'... è cosi' bella cicciotta... sarà si e no 90 Kg! E il padre: - Ma sei scemo? Tutto quel grasso, poi chi ce lo leva il colesterolo? No, no, andiamo avanti che troveremo qualche cosa di meglio. Dopo un po'... - Papa', papa', guarda quella la'... cosi' alta e snella. E il padre: - Ma sei scemo? Tutte ossa. E poi la pelle fa male. Passano le due... e il cibo ancora non si vede. Finalmente... - Papa', papa', guarda quella la': tutte curve, bionda, con due occhietti blu... guarda che gambe... slurp slurp... e il padre: - Ma sei scemo? Quella la portiamo a casa e ci mangiamo la mamma!

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categoria: Aforismi

....L’amore fa passare il tempo,il tempo fa passare l’amore....

segnalata da gian luca giovedì 2 maggio 2002


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