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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
La cosa più brutta mentre stai soffrendo è che chi ti potrebbe far felice è proprio colui che ti sta facendo soffrire...
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Ricorda ragazza che nella vita ci sarà un ragazzo che ti farà soffrire, ma sarà l'unico che amerai varamente!
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categoria: Barzellette » dal medico
"Dottore, una persona su 10 soffre di vertigini; cosa possiamo fare?". "Intanto scenda dagli altri 10".
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categoria: SMS pronti » amore
Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire
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categoria: SMS pronti » amici
E' brutto quando la persona che ti fà soffrire è la stessa che potrebbe consolare e farti di nuovo felice..
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Ti prego dolce amore, torna da colui che ti fà tanto soffrire! Tattt
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
La cosa più brutta è che quando stai soffrendo l'unica persona che ti puo consolare è quella che ti sta facendo soffrire
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categoria: SMS pronti » genitori
Le persone che ami sono quelle che ti fanno soffrire, ma è solo per loro che vale la pena di vivere
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categoria: Frasi d'amore
Sento il rumore della pioggia che piange sul tetto della casa, vorrei fossero lacrime del tuo pentimento per avermi fatto soffrire
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categoria: Barzellette » dal medico
Un industriale soffre di insonia. Fa il solito giro di medici, prova di tutto: pillole, tisane, rimedi omeopatici, ma niente da fare. Finche' l'ennesimo dottore non gli consiglia il vecchio metodo di contare le pecore che saltano lo steccato. Dopo qualche giorno l'industriale torna dal medico che gli chiede se le pecore stiano funzionando. "In effetti" dice l'industriale "qualche risultato l'ho avuto. Alla decima pecora comincio a sbadigliare, alla ventesima mi si chiudono gli occhi da soli... ma alla trentesima le pecore entrano in sciopero per l'orario più corto e lo steccato più basso."
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categoria: Barzellette
C'e' un bambino poverissimo che abita al limitare di una grandissima tenuta di una famiglia ricchissima, d'inverno soffre il freddo, la fame, vive di quel che puo'. Nella famiglia ricchissima invece c'è un bambino bello, paffutello e soprattutto che può fare quel che gli pare. Un giorno s'incontrano e quello ricco decide di fare valere la sua superiorita': "Sai io ho una tenuta grandissima, servitori dappertutto e qualsiasi cosa io voglia, anche da mangiare, me lo portano subito!". "Si', ma io ho una cosa che tu non hai!". "Io tutti gli anni faccio un viaggio in un posto diverso del mondo e ci rimango per un mese e mi diverto un mondo!". "Si', ma io ho una cosa che tu non hai!". "Io ho tutti i giochi più divertenti e più disparati di questa terra, non faccio altro che spassarmela dalla mattina alla sera...". "Si', ma io ho una cosa che tu non hai!". "ma cosa E' questa cosa? (esasperato)". "il cancro!".
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categoria: Barzellette » dal medico
"Dottore, sono venuto a renderla partecipe di questa grande notizia: dopo cinque anni di sofferenze, le devo dire che la sciatica mi è passata. E tutto grazie al suo consiglio: fare l'amore almeno tre volte con mia moglie tutte le sere. Ma, mi consenta dottore, come le è venuta questa straordinaria intuizione?" "Eh sa... - risponde quello con un pizzico di imbarazzo - il segreto professionale mi impedirebbe di dirglielo. Comunque le confesso che anch'io come lei ho sofferto di sciatica fino a sei anni fa, anno in cui sua moglie ha iniziato a curarsi qui da me..."
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categoria: Barzellette
Un tedesco sta andando con la sua Mercedes nuova fiammante per le strade della campagna delle Marche. Ad un certo punto vede in lontananza un gregge di pecore con il pastore che le accompagna. Viaggia ai 230 e non vuole frenare... inizia quindi a suonare con il clacson. a 300 metri vede che le pecore non si spostano a 200 metri sono ancora lì a 100 metri inizia a frenare ma ormai è fatta le pecore e il pastore vengono investiti. Allora il tedesco esce dalla auto e si avvicina ad una pecora che è senza un gamba, la faccia ce l'ha schiacciata e sta sanguinando; tira fuori la pistola e mentre le spara dice : a me non piacere vedere animale soffrire !!! avanti 2 metri ce n'è un'altra... tutta disfatta; e come prima BUM:a me non piacere vedere animale soffrire !! avanti 3 metri c'è un'altra pecora morente senza gambe: BUM :a me non piacere vedere animale soffrire !!. Ad un certo punto esce il pastore che con un braccio rotto , lo stomaco che gli esce dalla pancia, una gamba spezzata dice: "Oh che bello che non mi sono fatto NIENTE !!!! "
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categoria: SMS pronti » amici
Non so se potrai mai perdonarmi per come ti ho fatto soffrire senza che me ne accorgessi, ma solo ora che non ci sei più capisco la tua importanza.. mi manchi!
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Si dice che l'amore sia il sentimento più bello che c'è... si dice che l'amore ti dia gioia e felicità, ma... nessuno vuole ammettere che l'amore fa soffrire.
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Non ho mai smesso d'amarti e non me ne pentirò mai; mi dispiace solo aver fatto soffrire chi non lo meritava, chi m'ha amato con tutta l'anima. Ti amerò sempre!
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Vederti ogni giorno mi fa soffrire.. la gelosia mi avvolge.. sii mio, non ce la faccio più senza di te! Dirti 'Ti amo' è troppo poco per esprimere ciò che sento
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categoria: Barzellette
Due amici che soffrono di stitichezza si trovano in due gabinetti, uno accanto all'altro, sono lì che si sforzano, respirano forte, si lamentano, spingono, ma nulla, non riescono proprio ad evacuare.e così per una mezz'oretta, finche' da un gabinetto si sente tutto a un tratto un "plop".-"Beato te che l'hai fatta!"esclama l'altro accanto. "Beato un corno!Mi è caduto l'orologio nel buco!"
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categoria: Barzellette » dal medico
Un contadino che soffre di forti dolori al fegato va a farsi visitare da un eminente gastroenterologo. Il professore lo fa accomodare ed inizia l'anamnesi: - Lei beve? - Ma si, mettimelo nu bicchiere va...
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categoria: Poesie
Fumatori di carta
Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan si che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.
Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.
Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent'anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. Imparò a lavorare
nelle fabbriche senza un sorriso. Imparò a misurare
sulla propria fatica la fame degli altri,
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi,
traballanti fantocci sperduti. Era giunto a Torino
un inverno, tra lampi di fabbriche e scone di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini
lo accertassero e al mondo ci fosse giustizia.
Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta. Sentivano in sè
tanta disperazione da vincere il mondo.
Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni,
vegliavamo a una luce mancante. Ii fratello studiava
su un inutile tornio costruito da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.
D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,
far la libera fame, rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
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