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categoria: Aforismi » vita
Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Sì, è vero, ma lo siamo in modo diverso, siamo di quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo
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categoria: Barzellette
Litigio tra coniugi.
Il marito: "Tu mi avrai pure dato le pagine più belle della tua vita, ma io ti ho dato le pagine più belle del mio libretto di assegni!".
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categoria: Barzellette
Frasi dette veramente da persone di mia conoscenza: -nella mia via stanno costruendo delle villette a cassiera! -ieri sera é venuto un ragano e ha spazzato via i tetti delle case!! -ad un documentario ho visto una famiglia di porcellini lindi! -per salvarle la vita le hanno dovuto fare una lavanda castica! -scusi, in questo ristorante si può pagare con il batman?
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categoria: SMS pronti » figli
Ringrazio i miei genitori per avermi dato la vita! E quando penso a questo.. prendo fiato e dico.. grazie!
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Da quando ti ho conosciuto mi hai reso felice mi hai dato tutto ciò che desidero, la mia anima ormai è nel tuo cuore, spero di passare tutta la mia vita con te!
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categoria: SMS pronti » fidanzato-a
Amore, da quando ti conosco la mia vita è cambiata: tu mi hai saputo dare tutto l'amore che cercavo. Ti amo tanto, rimani sempre così, sei fantastico!
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categoria: Poesie
Fumatori di carta
Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan si che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.
Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.
Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent'anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. Imparò a lavorare
nelle fabbriche senza un sorriso. Imparò a misurare
sulla propria fatica la fame degli altri,
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi,
traballanti fantocci sperduti. Era giunto a Torino
un inverno, tra lampi di fabbriche e scone di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini
lo accertassero e al mondo ci fosse giustizia.
Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta. Sentivano in sè
tanta disperazione da vincere il mondo.
Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni,
vegliavamo a una luce mancante. Ii fratello studiava
su un inutile tornio costruito da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.
D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,
far la libera fame, rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
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categoria: Barzellette
Una splendida ragazza, corteggiata da tutti i compaesani ha il tragico problema di avere perennemente un alito che dire fetido e' poco! Essendo nubile, ha moltissimi pretendenti. Lei pero', conscia di questa sua tragedia, non esce mai di casa. Un giorno deve per forza andare nella citta' piu' vicina perche' deve fare dei documenti in comune. Appena sbrigate le pratiche, e "tramortiti" un paio di impiegati comunali, esce e sta per tornare a casa quando incontra un uomo bellissimo. I loro sguardi si incrociano per degli attimi che sembrano interminabili. L'uomo, preso coraggio, la prende per un braccio e la ferma:
- Mi scusi, signorina! Non vorrei sembrarle sgarbato, ma credo di essermi innamorato di lei! Per me e' il classico colpo di fulmine. La ragazza per non rovinare tutto, decide di non dare "fiato" alla terrifica bocca e percio' rimane in silenzio. Io debbo assolutamente rivederla! Vuole uscire con me a cena stasera? La ragazza fa cenno di si con la testa.
- Oh mio Dio, che gioia che mi da! Allora la passo a prendere questa sera alle otto, le va bene?
La ragazza annuisce di nuovo e gli scrive i suo indirizzo su un foglio di carta. La sera stessa lui, elegantissimo, si presenta con la sua fuoriserie sotto casa di lei. Bussa e poco dopo scende la ragazza in un vestito nero attillatissimo da far girare la testa ad un eunuco.
- Sei strepitosa! Io in vita mia non ho mai incontrato una ragazza bella come te!
La ragazza risponde solo con un mezzo sorriso, stando bene attenta a non aprire la bocca putrida. L'uomo mette in moto e si dirige verso il piu' bel ristorante della citta'. Durante la cena lui le parla di tutta la sua vita, di quello che ha fatto e quello che sono i suoi progetti per il futuro. La ragazza non apre mai bocca e fa solamente cenni con la testa, tanto che lui pensa che lei sia timidissima.
- Io penso proprio di essermi pazzamente innamorato di te. Pero' ho bisogno di sapere se anche tu provi la stessa cosa per me.
La ragazza:
- Mmmmh! Mmmmh!
- Ti prego, lo so che sei timida! Non mi devi dire per forza che mi ami, mi basta anche solo una piccola risposta!
- Mmmmh!
- Ti supplico, te lo chiedo in ginocchio! Una sola parola! Ma tu mi ami?
La ragazza commossa, si mette una mano davanti alla bocca per cercare di diminuire l'effetto e fa:
- Si!
Lui mezzo tramortito:
- SNIFF... SNIFF... ma che hai scoreggiato?
- No!
- Allora ti sei mangiata i calzini?!?
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categoria: Barzellette » computer
Questa non è proprio una barzelletta, ma una di quelle storielle con la morale. Un disoccupato sta cercando lavoro come uomo delle pulizie alla Microsoft. L'addetto del personale gli fa fare un test (spazzare il pavimento), poi lo intervista, e alla fine gli dice: "Sei assunto, dammi il tuo indirizzo e-mail, così ti mando un modulo da riempire insieme a luogo e data in cui ti dovrai presentare per iniziare.". L'uomo, sbigottito, risponde di non avere né computer né tantomeno e-mail. Il tipo gli risponde che se non ha un indirizzo e-mail significa che virtualmente non esiste, e che quindi non possono dargli il lavoro. L'uomo esce, disperato, senza sapere cosa fare e con soli 10 $ in tasca. Decide allora di andare al supermercato e comprare una cassa di pomodori. Vendendoli porta a porta, in meno di due ore riesce a raddoppiare il capitale, e ripetendo l'operazione altre tre volte si ritrova con 150 $. Capisce a quel punto di poter sopravvivere in quel modo. Parte ogni mattina più presto da casa e rientra sempre più tardi, e ogni giorno raddoppia o triplica il capitale. In breve si compra un carretto, poi un camion, e in un batter d'occhio si ritrova con una piccola flotta di veicoli per le consegne. Nel giro di cinque anni è il proprietario di una delle più grandi catene di negozi alimentari degli Stati Uniti. Allora pensa al futuro e decide di stipulare una polizza sulla vita per lui e per la famiglia. Contatta un assicuratore, sceglie un piano previdenziale e, quando alla fine l'assicuratore gli chiede l'indirizzo e-mail per mandargli i dettagli, lui risponde di non avere né computer né e-mail. "Curioso:" osserva l'assicuratore "avete costruito un impero e non avete neppure la posta elettronica; immaginate cosa potreste essere adesso, se aveste avuto un computer!"; e lui, riflettendo: "L'uomo delle pulizie della Microsoft.". Morale n° 1: internet non risolve la vita. Morale n° 2: se vuoi essere assunto alla Microsoft, cerca di avere un'e-mail. Morale n° 3: anche se non hai un computer ma lavori sodo puoi diventare miliardario. Morale n° 4: se questa storia l'hai ricevuta via e-mail o l'hai letta su un sito internet, hai più probabilità di diventare un uomo delle pulizie che un miliardario.
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categoria: Barzellette
Pierino chiede alla mamma: "Mamma, ma come nascono i bambini?". La mamma ritiene che sia giunto il momento di spiegare al piccolo i misteri della vita: "Vedi, Pierino, papà e mamma si sono piaciuti, si sono sposati e poi si sono dati tanti bacini e hanno fatto l’amore e sei arrivato tu". "Ma allora vuol dire che se prendi l’uccellino di papà nella tua patatina arrivano i bambini?". "Bravo, proprio cosi'!". "Ma tu ieri sera tenevi l’uccellino di papà in bocca... e allora cosa arriva?". "Gioielli e regali!".
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Quando Dio creò Adamo ed Eva, aveva due regali da dare loro. Egli disse: "Ho due doni da farvi; uno è l'arte di fare la pipì in piedi..."; subito Adamo lo fermò: "Sì, lo voglio io, sarebbe bellissimo, la vita sarebbe molto più semplice e più divertente...". Dio guardò Eva, ed Eva fece cenno di approvazione: "Perché no, non è così importante per me."; così Dio lo diete all'uomo. Adamo urlò di gioia, fece salti e pipì da tutte le parti, spruzzò piante e corse fino in spiaggia dove fece di nuovo pipì e ammirò il motivo che era riuscito a fare sulla sabbia. Allora Eva chiese a Dio: "Qual era l'altro dono che volevi darci?"; e Dio: "Il cervello, Eva, il cervello...".
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categoria: Barzellette » religione
Doni divini
Quando Dio creò Adamo ed Eva, aveva due regali da dare a loro. Dio disse: "Ho due regali da darvi, uno è l'arte di far pipì in piedi..."
Adamo lo fermò subito: "Sì, lo voglio io, sarebbe bellissimo, la vita sarebbe molto più semplice e molto più divertente"
Dio guardò Eva ed Eva fece un cenno di approvazione: "Perché no, non è così importante per me". Allora Dio lo diede all'uomo. Adamo urlò di gioia, fece salti e pipì da tutte le parti, spruzzò sulle pareti ed corse fino in spiaggia dove fece di nuovo pipì e ammirò il motivo che era riuscito a fare nella sabbia. Dio ed Eva guardavano l'allegria di Adamo, ed Eva chiese a Dio: "E cos'era l'altro regalo che volevi dare?"
"Il cervello Eva, il cervello"
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categoria: Barzellette
4 mogli
Due amici si vedono dopo anni: "Oreste, come stai?"
"Non troppo bene Luigi, sono sfortunato con le donne, non riesco ad avere una vita sentimentale tranquilla, proprio il mese scorso mi sono sposato per la quarta volta"
"E le altre tre mogli?"
"Sono morte!"
"E come sono morte?"
"Alla prima piacevano tanto i funghi, una volta ne ha mangiato uno avvelenato e non c'è stato niente da fare, è morta subito"
"E le altre?"
"Anche alla seconda piacevano tanto i funghi. Ha fatto la stessa fine"
"Non mi dirai mica che anche la 3a moglie è morta avvelenata dai funghi!?"
"No Luigi, la terza è morta dalle botte che le ho dato perché non voleva mangiare i funghi!"
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categoria: Barzellette
Un ricco banchiere muore e va in paradiso. All’Ingresso trova pero' un guardiano che si rifiuta di farlo entrare: "Mi dispiace, ma il suo nome non è nell’elenco" "Come è possibile! Protesta il banchiere. Io in vita mia non ho fatto altro che bene, ho fatto beneficenza ai poveri, ho dato lavoro a centinaia di persone, ho aiutato chi aveva bisogno..." "Si, d’accordo" - risponde il guardiano - "tutte azioni meritevoli, ma qualche cattiva azione ci sarà pur stata!" "Qualcuna si, è inevitabile, ma le ho rivendute subito!"
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categoria: Poesie
I fiori vengono in dono e poi si dilatano
I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.
Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché
io oggi abbia tanti anni
la pioggia è sterile.
Puntando ai semi distrutti
eri l'unione appassita che cercavo
rubare il cuore d'un altro per poi servirsene.
La speranza è un danno forse definitivo
le monete risuonano crude nel marmo
della mano.
Convincevo il mostro ad appartarsi
nelle stanze pulite d'un albergo immaginario
v'erano nei boschi piccole vipere imbalsamate.
Mi truccai a prete della poesia
ma ero morta alla vita
le viscere che si perdono
in un tafferuglio
ne muori spazzato via dalla scienza.
Il mondo è sottile e piano:
pochi elefanti vi girano, ottusi.
Amelia Rosselli - tratto da Documenti
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categoria: Barzellette » avvocati
L'avvocato Conforti muore e va all'altro mondo. Bussa alle porte del paradiso e gli va ad aprire San Pietro. Alle spalle di San Pietro, Dio siede in una immensa sfera di luce. Pietro chiede all'avvocato: - Ha mai compiuto buone azioni in vita sua? L'avvocato, sforzandosi di ricordare, temporeggia: - Buone azioni, eh? Mi faccia pensare... Dopo qualche minuto gli sovviene un particolare: - Ah si, una volta ho dato cinquecento lire ad un mendicante! - Tutto qui? - No, mi dia un attimo per pensare... si, ecco... una volta durante la messa di Natale ho anche offerto mille lire!! - Basta così? - Beh, direi proprio di si! A quel punto una voce tuona dalla sfera di luce: - Pietro, dai a quest'uomo millecinquecento lire e digli di andare all'inferno!!
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categoria: Barzellette » animali
Allo zoo un gorilla e una gorilla condividono la stessa gabbia da anni, e poiche' vanno d'accordo e conducono una intensa e armoniosa vita amorosa, sono felici e sereni.Un brutto giorno, pero', il gorilla muore e la gorilla si deprime talmente da rifiutare il cibo.Il Direttore dello zoo, preoccupato, fa chiamare uno degli inservienti, il più basso, tarchiato e peloso e gli dice: "Dovresti passare una notte in gabbia con la gorilla e fare l'amore con lei!"-"Cosa??"-"Si, per un milione!" L'inserviente ci pensa un po'e poi risponde: "Accetto a due condizioni.La prima è che nella gabbia ci sia anche uno stereo che suoni musica romantica; la seconda è che il milione ve lo possa dare a rate..."
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Il Sig. Rossi, seduto maccanto al letto della moglie agonizzante, singhiozza e piange disperatamente. A un tratto la moglie, con uno sforzo estremo, riesce a sussurrare: "Enzo, non posso passare a miglior vita senza confessarti i miei torti" "Non ora, cara" risponde il marito commosso. "Sta tranquilla e non pensarci". "Non posso." replica lei "Altrimenti la mia anima non avrà pace. Ti ho tradito, Enzo, in questa stessa stanza, non più di un mkese fa...". "Calmati, tesoro." dice Enzo "So tutto. Altrimenti perché ti avrei dato il cianuro?".
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Un marito torna a casa inaspettato e trova la moglie a letto con il suo migliore amico. Dopo un primo attimo di smarrimento, fuori di se' dalla rabbia, comincia la sua invettiva: "Tu! - rivolgendosi alla moglie - io ti ho dato i giorni migliori della mia vita! Tutti i miei sogni erano riposti in te e tu guarda come mi ricambi! Solo due anni fa, in abito bianco, mi hai giurato eterna fedeltà e oggi ti ritrovo qui, nel nostro letto, con questo Giuda traditore! Sì, sporco lurido individuo - rivolgendosi all'amico - con la tua faccina d'angelo, sempre in vacanza insieme, sempre inseparabili, ti porti a letto mia moglie! E' proprio vero che gli amici sono i primi a mettertelo in quel posto! Ma io spacco tutto! Io non posso tollerare questa situazione! Io vi faccio fuori tutti e due! Io vi apro la testa e poi ci sputo dentro! Non avrei mai pensato che... si, vabbe' ragazzi! Ma fermatevi almeno mentre vi parlo!"
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categoria: Poesie
Passero solitario
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
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