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categoria: Barzellette » carabinieri
Un signore gira per la città sostenendo di conoscere una barzelletta che fa morire dal ridere. Effettivamente raccontandola miete vittime su vittime finche' viene arrestato e processato. Al processo il giudice gli intima di raccontare tale barzelletta come prova da mettere agli atti. Il barzellettiere si rifiuta, sostenendo che chiunque l'avesse ascoltata sarebbe morto dalle risate. Il giudice lo obbliga ed egli racconta. In aula muoiono tutti tranne uno. Chi? ma il carabiniere in fondo, che non L'aveva capita!
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categoria: Barzellette
Un uomo in viaggio d'affari si reca in uno dei più lussuosi alberghi della citta'. La sera, al bar, attacca discorso con una splendida ragazza e, in breve, decide di portarsela a letto. Prima di salire in camera fa registrare la ragazza come sua moglie. Il giorno dopo, dovendo ripartire, chiede il conto e, con enorme sorpresa, vede che ammonta ad oltre un milione. - Guardi che ci deve essere un errore - dice al portiere - Io sono stato qui soltanto una notte! - Lei si. - risponde il portiere - Ma la sua signora viene qui da un paio di mesi...
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categoria: Barzellette
Classico viale di una grande città alle 11 di sera. Molte ragazze si appoggiano al lampione o passeggiano qua e la'. Arriva una auto completamente bianca, con pararuote bianchi, tergicristalli bianchi, ecc. Al volante un autista comnpletamente vestito di bianco, con cappello bianco, cravatta bianca ecc. Scende e gentilmente fa salire nel sedile posteriore una di queste "signorine". All'interno un uomo completamente vestito di bianco, con capelli bianchi, lunga barba bianca, ecc. La macchina si allontana. Dopo qualche ora torna e lascia la ragazza. La ragazza, un po' sconmcertata da tutto questo bianco, si rivolge al signore e dice: "Ma sa che lei scopa veramente da Dio!?" Al che il signore grida all'autista: "Scappa Pietro, che ci hanno scoperti!"
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categoria: Barzellette
Un giovane missionario italiano viene spedito in Africa e giunge in un piccolo villaggio. Dato che il missionario è molto fortunato, il villaggio è abitato da un folto gruppo di cannibali. Dopo qualche giorno, il capotribù si reca nella città più vicina e chiede di poter parlare con il vescovo in Italia. Lo mettono in contatto con 'sto vescovo e il capotribù chiede l'immediato invio di un altro missionario. Il vescovo allora chiede "Ma ne abbiamo inviato uno appena una settimana fa. Ci sono problemi? Non fa il suo dovere?". E il capotribù "No... pero'... l'abbiamo quasi finito!".
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categoria: Poesie
La Fiera
Non ricordi la turbinante fiera?
I pagliacci e la giostra coi lumini?
Tutto fu bello, musica e lustrini,
solo al ritorno nella buia sera.
Tu pedalavi vaporosa in avanti,
ed io a volo dietro il tuo cappello,
come in un delizioso carosello
mosso da Dio sol per noi amanti.
Sull’erba della darsena intrecciammo
le nostre impolverate biciclette
come in gelosa lotta due caprette.
Sul loro esempio, muti, ci avvinghiammo.
E quando entrammo a piedi dalla porta
tra gli sguardi dei pochi curiosi
composti e seri come vecchi sposi,
la città non mi parve più così morta.
I baci nella sera freddolina
riscaldato mi avevano d’amore,
dandomi dei sussulti dolci al cuore
come quei colpi, là, di carabina.
Ed io ti vedevo in un barbaglio,
per effetto dei tuoi baci brucianti,
sotto le stelle, strane e doloranti,
come le bianche pipe del bersaglio.
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categoria: Barzellette
Bergamo
Bergamo
Città abitata per metà da bergamaschi, e per l'altra metà da bergafemmine
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categoria: Barzellette
Un americano arriva all' aereoporto di milano e prende un taxi.il tassista gli chiede: dove devo portarla? E l'americano: mi portti a vedere la città per favore! Allora il tassista lo porta a vedere il duomo e gli dice: questa è la costruzione più bella di milano!ci abbiamo messo 5 anni per costruirla! L'americano risponde: in america 2 anni massimo! Allora il tassista un po' contrariato lo porta alla basilica più bella di milano e gli dice: questa basilica è stata costruita in 2 anni! L'americano allora dice: ma sapete che voi italiani siete proprio lenti!in america massimo 1 anno! Allora il tassista che ormai nn ci vede più dalla rabbia schiaccia sull'acceleratore e va a schiantarsi contro un palazzo.l'americano tutto sorpreso gli urla: ma è impazzito? E il tassista gli risponde: mi scusi ma questo palazzo stamattina non c'era!!
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categoria: Barzellette » politica » osama bin laden
24 Dicembre 2001, cielo di Kabul, un elicottero dei Carabinieri in missione intercetta Babbo Natale con la sua slitta trainata dalle renne piena di pacchi per i bambini afghani: - Atterri immediatamente, lei è pazzo! Non sa che c'è il divieto di sorvolo su tutta la citta'? E con quel ridicolo costume rosso e quella barba chi è lei, è forse Bin Laden? E cosa contengono quei pacchi? Forse antrace, esplosivo, materiale propagandistico o cosa? Favorisca i documenti!! - Ma io sono Babbo Natale!! Porto doni per i poveri bambini afghani. Domani è Natale pure per loro! - Ah si? Questa è buona! - dice il maresciallo pilota - ci segua in caserma. Lei è proprio spiritoso, lei è sicuramente Bin Laden! Per chi ci ha preso? E' finito il tempo delle barzellette sui carabinieri... ora siamo tutti laureati, non più poveri ignoranti come qualche anno fa. Lo sanno tutti che il Capitano Natale è orfano, quindi ci segua in caserma e niente domande...
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categoria: Poesie
Pensieri di Deola
Deola passa il mattino seduta al caffè
e nessuno la guarda. A quest'ora in città corron tutti
sotto il sole ancor fresco dell'alba. Non cerca nessuno
neanche Deola, ma fuma pacata e respira il mattino.
Fin che è stata in pensione, ha dovuto dormire a quest'ora
per rifarsi le forze: la stuoia sul letto
la sporcavano con le scarpacce soldati e operai,
i clienti che fiaccan la schiena. Ma, sole, è diverso:
si può fare un lavoro più fine, con poca fatica.
Il signore di ieri, svegliandola presto,
l'ha baciata e condotta (mi fermerei, cara,
a Torino con te, se potessi) con sè alla stazione
a augurargli huon viaggio.
E' intontita ma fresca stavolta,
e le piace esser libera, Deola, e bere il suo latte
e mangiare brioches. Stamattina è una mezza signora
e, se guarda i passanti, fa solo per non annoiarsi.
A quesr'ora in pensione si dorme e c'è puzzo di chiuso
- la padrona va a spasso - è da stupide stare lì dentro.
Per girare la sera i locali, ci vuole presenza
e in pensione, a trent'anni, quel po' che ne resta, si è perso.
Deola siede mostrando il profilo a uno specchio
e si guarda nel fresco del vetro. Un po' pallida in faccia:
non è il fumo che stagni. Corruga le ciglia.
Ci vorrebbe la voglia che aveva Marì, per durare
in pensione (perché, cara donna, gli uomini
vengon qui per cavarsi capricci che non glieli toglie
nè la moglie nè l'innamorata) e Marì lavorava
instancabile, piena di brio e godeva salute.
I passanti davanti al caffè non distraggono Deola
che lavora soltanto la sera, con lente conquiste
nella musica del suo locale. Gettando le occhiate
a un cliente o cercandogli il piede, le piaccion le orchestre
che la fanno parere un'attrice alla scena d'amore
con un giovane ricco. Le basta un cliente
ogni sera e ha da vivere. (Forse il signore di ieri
mi portava davvero con sè). Stare sola, se vuole,
al mattino, e sedere al caffè. Non cercare nessuno.
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categoria: Barzellette
Un giovane papà riceve per telefono la comunicazione che sua moglie ha partorito il suo primo figlio maschio. In tutta fretta si precipita all'ospedale della citta per avere notizie. "infermiera mi scusi..." "si, midica" fa lei, e lui: "so che mia moglie ha partorito da poco e vorrei vedere il mio bellissimo bambino, mi dice dove devo andare?" "Guardi, segua quel corridoio, arriverà a delle scale, dove troverà i reparti infantili, sa qui ordinano i bambini in base alla loro bellezza". Il govane papà si incammina sale la prima rampa di scale e arriva al primo reparto neonatale sulla porta c'è scritto: "Bambini Meravigliosi". Il giovane inorgoglito inizia a cercare suo figlio Ciro tra quelli presenti, ma non lo trova. " Vabe' vorra dire che non è meraviglioso, che ci vuoi fare!" Sala quindi al secondo piano, dove trova scritto: "Bambini Belli" e anche qui inizia a cercare suo figlio ma niente da fare. Senza scoraggiarsi sale un altro piano fino ad arrivare ad una porta su cui c'è scritto: "Bambini Brutti" Anche qui inizia la sua ricerca, un poco dispiaciuto del fatto che il suo figliolo non è tra i bambini più belli, ma stranamente neanche qui lo trova. Prova a salire un'altro piano e dinuovo una porta " Bambini Orripilanti". Ormai rassegnatosi il neo papà si lancia alla ricerca di Ciro, ma nemmeno qui lo trova. Convinto di aver sbagliato ospedale, sta per andarsene quando vede una una luce provenire dall'alto della rampa di scale, sale e si trova di fronte ad un'insegna che recita: " ciro"
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categoria: Barzellette
Ho visto... (parte seconda)
HO VISTO... (parte seconda)
Ho visto lenti da sole in cerca di compagnia.
Ho visto una moschea piena di zanzare.
Ho visto pescatori morire di fame perché non sapevano che pesci pigliare.
Ho visto un uomo con un occhio pesto e uno ragù.
Ho visto un'attrice diventare porno per aver preso tutto sottogamba.
Ho visto una porta chiudersi in un ostinato mutismo.
Ho visto preti guariti negare di essere stati curati.
Ho visto un grande regista girare l'angolo.
Ho visto la Madonna di Fatima andare in vacanza a Lourdes.
Ho visto sci con attacchi epilettici.
Ho visto servizi segreti con la tazza nascosta dietro al bidét.
Ho visto un topo d'appartamento inseguito dal gatto delle nevi.
Ho visto un torero incornato dal marito di una entraineuse.
Ho visto un verme battersi per farsi chiamare single e non solitario.
Ho visto canguri aver le tasche piene dei loro figli.
Ho visto animali in via di Estinzione cambiare indirizzo.
Ho visto cannibali starnutire e dire: era una ragazza tutto pepe.
Ho visto giardinieri innaffiare le piantine della città.
Ho visto 22 giocatori di calcio dare botte ad un pallone gonfiato.
Ho visto donne di servizio apparecchiare una tavola numerica.
Ho visto dentisti estrarre la radice quadrata di un dente.
Ho visto tossici chiedere un limone per farsi una pera...
... ho visto tutto questo, ma ancora adesso non riesco a capire una cosa molto importante: ma una rosa senza spine... va a batteria?
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categoria: Poesie
Poesie mondane
Ci vediamo in proiezione, ed ecco
la città, in una sua povera ora nuda,
terrificante come ogni nudità.
Terra incendiata il cui incendio
spento stasera o da millenni,
è una cerchia infinita di ruderi rosa,
carboni e ossa biancheggianti, impalcature
dilavate dall'acqua e poi bruciate
da nuovo sole. La radiosa Appia
che formicola di migliaia di insetti
- gli uomini d'oggi - i neorealistici
ossessi delle Cronache in volgare.
Poi compare Testaccio, in quella luce
di miele proiettata sulla terra
dall'oltretomba. Forse è scoppiata,
la Bomba, fuori dalla mia coscienza.
Anzi, è così certamente. E la fine
del Mondo è già accaduta: una cosa
muta, calata nel controluce del crepuscolo.
Ombra, chi opera in questa èra.
Ah, sacro Novecento, regione dell'anima
in cui l'Apocalisse è un vecchio evento!
Il Pontormo con un operatore
meticoloso, ha disposto cantoni
di case giallastre, a tagliare
questa luce friabile e molle,
che dal cielo giallo si fa marrone
impolverato d'oro sul mondo cittadino...
e come piante senza radice, case e uomini,
creano solo muti monumenti di luce
e d'ombra, in movimento: perché
la loro morte è nel loro moto.
Vanno, come senza alcuna colonna sonora,
automobili e camion, sotto gli archi,
sull 'asfalto, contro il gasometro,
nell'ora, d'oro, di Hiroshima,
dopo vent'anni, sempre più dentro
in quella loro morte gesticolante: e io
ritardatario sulla morte, in anticipo
sulla vita vera, bevo l'incubo
della luce come un vino smagliante.
Nazione senza speranze! L'Apocalisse
esploso fuori dalle coscienze
nella malinconia dell'Italia dei Manieristi,
ha ucciso tutti: guardateli - ombre
grondanti d'oro nell'oro dell'agonia.
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Due ragazze venete stanno facendo l’autostop. E’ estate, fa un caldo boia, dall’asfalto sale un’onda di calore insopportabile, e la strada non ha un filo d’ombra, e non passa nessuno. Dopo una lunga ora interminabile, si vede in lontananza un puntolino, e’ una macchina! Si avvicina e le due ragazze vedono che la targa e’ tedesca. A bordo, ci sono due tedeschi. Mi non so parlar el crucco - dice la prima all’altra - Prova un fia’ ti’! - e la manda avanti. La poverina gesticola un po’, fa dei segni, ripete due o tre volte il nome della citta'’ dove devono andare, e alla fine il tedesco al volante fa cenni di aver compreso, e risponde: Jawhol! - Cosi’ la seconda torna indietro dall’amica che vuole sapere come e’ andata la conversazione. - Che xe che te ga dito? - le chiede.? Me ga dito che ja vol - La tizia allora si guarda attorno (il calore dell’asfalto e’ un forno), guarda la strada deserta e ci pensa su un momento... - Beh... se la vol, noi ghe a demo... -
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categoria: Frasi d'amore » lettere
Per Louise de Coligny-Chatillon - 28 Settembre 1914
Avendovi detto questa mattina che vi amavo, mia vicina di ieri sera, provo ora meno vergogna a scrivervelo. L'avevo già capito quel giorno a colazione a Nizza nella città vecchia, quando i vostri grandi e begli occhi di cerbiatta mi avevano cosi turbato che me ne ero andato al più presto per evitare la vertigine che mi procuravano. E quello sguardo che rivedo dovunque, piuttosto che i vostri occhi di questa notte di cui il mio ricordo ritrova soprattutto la forma e non lo sguardo. Di questa notte benedetta ho soprattutto conservato davanti agli occhi il ricordo dell’arco teso della bocca semiaperta di giovane fanciulla, di una bocca fresca e ridente, che proferiva le cose più ragionevoli e più spirituali con un suono di voce cosi incantatore che, con lo spavento e il dispiacere in cui ci gettano i desideri impossibili, sognavo che vicino a una Luisa come voi, non avrei voluto essere nient'altro che il Taciturno*. Potessi ancora tuttavia udire una voce il cui fascino procura illusioni cosi meravigliose! Sono passate solo ventiquattro ore da questi avvenimenti e già l'amore mi prostra e mi esalta di volta in volta cosi in alto e cosi in basso che mi domando se ho già veramente amato. E io vi amo con un brivido così deliziosamente puro che ogni volta che io mi immagino il vostro sorriso, la vostra voce, il vostro sguardo tenero e malizioso mi sembra che, non dovessi più vedervi di persona, la vostra cara apparizione legata al mio cervello non smetterà mai di accompagnarmi. Come potete vedere, ho preso, ma senza volerlo, delle precauzioni da disperato, perché dopo un minuto vertiginoso di speranza non spero più, se non che voi permettiate a un poeta che vi ama più della vita di eleggervi sua signora e di dirsi, mia vicina di ieri sera a cui bacio, le adorabili mani, il vostro appassionato servitore.
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categoria: Poesie
Via
Palazzeschi, eravamo tre,
Noi due e l'amica ironia,
A braccetto per quella via
Cosi nostra alle ventitre'.
Il nome, chi lo ricorda?
Dalle parti di San Gervasio;
Silvio Pellico o Metastasio;
C'era sull'angolo in blu.
Mi ricordo pero' del resto:
L'ombra d'oro sulle facciate,
Qualche raggio nelle vetrate;
Agiatezza e onorabilita'.
Tutto nuovo, le lastre azzurre
Del marciapiede annaffiato,
Le persiane verdi, il selciato,
I lampioni color caffe';
Giardinetti disinfettati,
Canarini ai secondi piani,
Droghieri, barbieri, ortolani,
Un signore che guardava in su;
Un altro seduto al balcone,
Calvo, che leggeva il giornale,
Tra i gerani del davanzale
Una bambinaia col be'be';
Un fiacchere fermo a una porta
Col fiaccheraio assopito,
Un can barbone fiorito
Di seta, che ci annuso';
Un sottotenente lucente,
Bello sulla bicicletta,
Monocolo e sigaretta,
Due preti, una vecchia, un lacche'.
- Che bella vita - dicesti -
Ammogliati, una decorazione,
Qui tra queste brave persone,
I modelli della citta'.
Che bella vita, fratello! -
E io sarei stato d'accordo;
Ma un organetto un po' sordo
Si mise a cantare: Ohi Mari...
E fummo quattro oramai
A braccetto per quella via.
Peccato! La malinconia
S'era invitata da se'.
Ardengo Soffici - tratto da Intermezzo
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categoria: Barzellette
Un giovane irlandese entra in un bar di New York e ordina da bere. Arriva un altro giovane e si siede accanto a lui. Dopo qualche bicchiere il primo dice: "Tu hai l'aria di essere irlandese." "Infatti lo sono." "L'occasione merita una bevuta." e i due bevono. Il secondo chiede: "e tu di che città sei?" "Di Dublino" "Anch'io. Beviamo." e bevono. "e in quale zona sei nato?" "Dietro la stazione." "Anch'io'. E bevono un'altra volta. "In che via?" "Camden Street." "Anch'io." e bevono. "a che numero?" "20" "Anch'io" Bevono e bevono ancora. In quel momento squilla il telefono. Il barista risponde e dice: "Si. Gli affari vanno benino. I gemelli 'o Malley si stanno ubriacando un'altra volta."
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categoria: Barzellette » fortuna
Un giovane medico apre il suo primo gabinetto in un paesino di campagna e subito la prima notte è chiamato d'urgenza per un parto. Egli si precipita, ovviamente col cuore in gola, ed entra nella camera della partoriente. Nota che il feto si presenta male e decide di usare il forcipe. Ma a causa dei forti tremori che presenta il ferro gli sfugge di mano e colpisce in testa la madre che muore sul colpo. Allora il giovane medico, disperato per il guaio combinato, afferra il neonato per la testa e tira cosi' forte che perde l'equilibrio e il bebe' vola attraverso la stanza e colpisce il padre che sta prendendo una boccata d'aria alla finestra, cadendo cosi' tutti e due di sotto dal settimo piano. Il giovane medico, rendendosi conto della vastità del suo disastro, decide di cambiare paese ed apre un altro gabinetto medico in un altra città molto lontana dalla precedente. Un mese più tardi viene nuovamente chiamato d'urgenza al capezzale di una partoriente. Due ore dopo è di ritorno a casa sua e la moglie gli chiede angosciata: "Allora, come è andata?". "Non troppo male. Questa volta sono riuscito a salvare il padre!".
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categoria: Barzellette » animali
Un tuareg del deserto e' felice possessore di un giovane e forte cammello,
di cui e' particolarmente fiero per le doti di velocita' e resistenza. Pero'
questo suo cammello ha un unico difetto... quando vede qualche cammella
perde subito la testa e si imbizzarrisce, le corre dietro. Il tuareg
decide malvolentieri di far castrare il cammello, pero', essendogli molto
affezionato, vuole trovare un metodo indolore per eseguire tale operazione.
Gira cosi' per tutto il Nord Africa finche', dopo due settimane di ricerche,
trova nella casbah di una piccola citta', una botteguccia in cui nota questo
cartello: "CASTRAZIONE INDOLORE DI CAMMELLI"... finalmente!
Entra dentro e fa al titolare:
- Salam, io sarei venuto qui per vedere come avviene questa castrazione
indolore...
- Lei e' fortunato! Io devo "operare" un cammello proprio ora, venga pure a
vedere!
Condotto il tuareg nella stalla, il tipo raccoglie da terra due grosse
pietre, tenendole una per mano. Poi si avvicina al posteriore del
cammello, apre le braccia alla massima estensione e con violenza schiaccia
le palle del cammello tra le due pietre. Il cammello, per il dolore,
emette un verso terrificante e cade svenuto lateralmente colle quattro
zampe irrigidite...
Il tuareg inorridito:
- Ma come??? Non aveva detto che era indolore?
- Certo... BASTA NON SCHIACCIARSI I POLLICI!!!
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categoria: Barzellette » religione » preti e suore
Milano. Il Piero, giovane industrialotto, incontra due suoi amici: Luca e Valter: "Uhe raga', venite come con me a fare un giro sul nuovo Ferrarino che mi sono fatto!". Tutti d'accordo, salgono sull'auto che parte lasciando mezzo chilo di pneumatici sull'asfalto. Pieno centro citta': 100, 120 km/h. Il Luca: "Dai, Piero, rallenta un po'!". "Ma dai, questa è una macchina sicura e poi abbiamo sant'Ambrogio che ci protegge!". "Fammi scendere, tu sei matto!". Ed il Luca scende nella sicura periferia milanese. Il Piero riparte con il Valter che è un po' preoccupato. Sgommata, accelerazione super: 150, 200 km/h. Il Valter non ce la fa piu': "Fammi scendere, fammi scendere!". "Ma dai, la domino benissimo questa macchinetta e poi figurati col sant'Ambrogio che ci protegge!". Ed anche il Valter riesce infine a scendere. Il Piero riparte, sgommata, 200, 250 km/h. Ad un certo punto sente due colpi sulla spalla. Un po' impaurito chiede: "Uhe chi l'e'?". "Sono il sant'Ambrogio, fammi scendere!"
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categoria: Barzellette » fortuna
L'autoradio
Un giorno Pino decide di comprasi per la sua Fiesta una bellissima autoradio di marca. Spende un capitale per farsi fare un impianto degno di una discoteca e felice gira per la città facendoci schiattare dall'invidia. Un giorno va in un bar a prendersi un caffè e quando esce non trova più l'autoradio in macchina. Nero come un antilope indiana si fa montare in macchina una nuova autoradio di quelle che costano una valle di soldi. Stessa situazione, scende un minuto, il tempo necessario per andarsi a prendere il caffè, quando uscendo dal bar trova lo slot dell'autoradio vuoto... comincia a bestemmiare in venusiano con sottotitoli in turco e nero come *due* antilopi indiane si fa mettere una nuova autoradio ancora più costosa del modello precedente.
La mattina va al solito bar e memore di ciò che gli era successo beve il caffè alla velocità della luce finendo quasi ustionato alla lingua, esce e... gli han ciulato di nuovo l'autoradio...
A questo punto decide di non comprarsi più autoradio, l'indomani mattina va tranquillo al bar e prima di uscire mette nello slot dell'autoradio un fogliettino con su scritto: "Non ce la metto più"
Entra tranquillo nel bar, prende con tutta calma il caffè, chiacchera un po', poi con tutta freschezza esce e non vede più la sua macchina, affannato corre dove l'aveva parcheggiata e trova solo un foglietto per terra con scritto: "CE LA METTIAMO NOI!"
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