In questa categoria oggi sono state inserite 175 poesie.
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IN ME
ti avvicini...poi ti allontani...
cerco di dimenticarti ma tu
ti sei ripresentato per poi
andartene di nuovo
facendo riemerge tutte le
emozioni che mi avevi fatto provare
e che io tavo riuscendo a sotterrare...
non capisco perchè lo fai...
ma intanto mesi passano
e tu sei ancora qui...
dentro di me!
io - tratto da me
segnalata da SoleSpento sabato 16 ottobre 2004
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Ciao Barby
Veglia su di me mio bellissimo angelo !
Splendido fiore in questo arido deserto chiamato mondo
Raggio di sole caldo e costante
Riscalda sempre il mio cuore
che non smetterà mai di urlare
tutto il suo DOLORE !
segnalata da jdh23 giovedì 14 ottobre 2004
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Infanzia ( ver.v)
Io sono il santo,in preghiera sulla terrazza come le bestie pacifiche pascolano in Palestina
Io sono il dotto della poltrona scura.I rami e la pioggia si gettano contro la finestra della biblioteca
io sono il viandante della strada maestra che attraversa i boschi nani : il frastuono delle chiuse copre i miei passi.
Osservo lungamente il malinconico bucato d'oro del tramonto.
Sarei davvero il fanciullo abbandonato sul molo che si slancia verso l'alto mare,il piccolo valletto che segue il viale la cui fronte tocca il cielo.
I sentieri sono aspri.I dossi si ricoprono di ginestre.L'aria è immobile.Come sono lontani gli uccelli e le fonti !.Non può essere che la fine del mondo più in là.
Arthur Rimbaud - tratto da Illuminazioni
segnalata da jdh23 giovedì 14 ottobre 2004
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4 G.
Amo impazzire davanti alla tua sconvolgente sensualità...
Amo pensarmi morire con piacere in un tuo nudo abbraccio...
e rubarti mille baci da quelle labbra incantate.
segnalata da Antonella mercoledì 13 ottobre 2004
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FUGGIRE
Vivere un attimo mentre il tempo brucia i fogli di un calendario appeso ad una parete di una stanza vuota. Immagini, castelli di cristallo e fanciulle dai capelli d'oro, favole soltanto favole che il pensiero crea per dare un senso alla triste vita di un uomo stanco. Fuggire? Ma dove!! e la proiezione di mondi irreali copre ancora una volta, le pareti della stanza vuota. E sembra che pianga quel cane di stoffa accuciato sul divano. L'uomo apre una finestra e guardando il cielo si accorge che le stelle brillano ancora. E le sedie divengon castelli e i tappeti vallate coperte di grano maturo e le lacrime ruscelli di un pianeta lontano.
segnalata da gianni ardi mercoledì 13 ottobre 2004
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