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In questa categoria oggi sono state inserite 204 poesie.


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Felice te, che nella tua carriera


Felice te, che nella tua carriera
t'avvenne di chiappar la via più trita ,
e ti s'affà la scesa e la salita,
e sei omo da bosco e da riviera!

Stamani a Corte, al Circolo stasera,
domattina a braccetto a un Gesuita,
poi, ricalcando l'orme della vita,
doman l'altro daccapo, al sicutera.

Che se codesta eterna giravolta
a chi sogna Plutarco e i vecchi esempi
il delicato stomaco rivolta;

và pure innanzi e lascia dir gli scempi,
che' tra la gente arguta e disinvolta
questo si chiama accomodarsi ai tempi.

Giuseppe Giusti

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L’eroe al caffè

È stato al fronte, sì, ma col pensiero,
però ti dà le spiegazioni esatte
delle battaglie che non ha mai fatte,
come vi fosse stato per davvero.

Dovresti vedere come combatte
nelle trincee d'Aragno! Che guerriero!
Tre sere fa , per prendere il Montenero,
ha rovesciato il bricco del latte!

Col suo sistema di combattimento
trova ch'è tutto facile: va a Pola,
entra a Trieste e ti bombarda Trento.

Spiana i monti, sfonda, spara, ammazza...
- Per me - borbotta - c'è una strada sola...
E intinge i biscotti nella tazza.

>

Trilussa

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La quiete dopo la tempesta

assata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo à suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.

Giacomo Leopardi

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La morte di Tantalo


Noi sedemmo sull'orlo
della fontana nella vigna d'oro.
Sedemmo lacrimosi in silenzio.
Le palpebre della mia dolce amica
si gonfiavano dietro le lagrime
come due vele
dietro una leggera brezza marina.

Il nostro dolore non era dolore d'amore
ne' dolore di nostalgia
ne' dolore carnale.
Noi morivamo tutti i giorni
cercando una causa divina
il mio dolce bene ed io.

Ma quel giorno già vania
e la causa della nostra morte
non era stata rinvenuta.

E calo' la sera su la vigna d'oro
e tanto essa era oscura
che alle nostre anime apparve
una nevicata di stelle.

Assaporammo tutta la notte
i meravigliosi grappoli.

Bevemmo l'acqua d'oro,
e l'alba ci trovo' seduti
sull'orlo della fontana
nella vigna non più d'oro.

O dolce mio amore,
confessa al viandante
che non abbiamo saputo morire
negandoci il frutto saporoso
e l'acqua d'oro, come la luna.

E aggiungi che non morremo piu'
e che andremo per la vita
errando per sempre.

Sergio Corazzini - tratto da La morte di Tantalo

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E’ l’amore che è essenziale

E’ l’amore che è essenziale.
Il sesso è solo un accidente.
Può essere uguale
o differente.
L’uomo non è un animale
è una carne intelligente,
anche se a volte malata.

Fernando Pessoa

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