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Il richiamo del bosco
Un senso di frescura sulla pelle,
gli scarponi che affondan nella terra
facendo gracidar le foglie morte,
luce irreal filtrata dalle chiome
di alberi svettanti verso il cielo.
L'occhio si posa su ridenti fiori,
il piede inciampa su sterpi contorte,
il profumo del muschio inebria l'aria.
S'ode stormir di fronde e mille uccelli
intracciano lor canti con i grilli.
E' il bosco, degli gnomi e delle fate,
affascinante e dal mistero avvolto,
dove la mente trova il suo ristoro
e l'alma un indicibile conforto.
segnalata da amicuscertus martedì 16 ottobre 2007
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In compagnia del mare
La spiaggia ormai è deserta, silenziosa,
a piedi nudi amo passeggiare
sulla battigia, proprio dove l'onda,
increspandosi e sussurrando lieve,
viene a baciar la riva, in don lasciando
qualche conchiglia, un gonfio legnetto,
alghe strappate ad un lontano scoglio.
Affondo il piede nel mollo arenile,
corre un'onda a richiuder la ferita,
in un balen scompare la mia orma
ed il geloso mar torna a giocare.
Ora il sole già basso all'orizzonte,
un purpureo saluto manda al cielo
e sembra il mar, col suo perenne moto,
voler essere culla al suo riposo
e l' onde acquieta ed addolcisce il canto.
A sera poi l'abbraccio della luna
calmo lo troverà e allor le stelle,
testimoni di questo idillio arcano,
lo scintillio del pelago godranno.
segnalata da amicuscertus martedì 16 ottobre 2007
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Appeso ad un aquilone
Sto viaggiando appeso al lungo filo
dell'aquilone della fantasia,
mi libro in cielo, mentre pian piano
la terra sotto me se ne va via .
Diventato un puntino nell'immenso,
in compagnia di bianche nuvolette,
provo un'intensa gioia dentro al petto,
che di gridar la voglia già mi mette.
Vedo rimpicciolirsi uomini e cose,
non mi arriva il brusio della vita,
rimango a galleggiar dentro il silenzio,
pago che ogni angoscia sia finita.
Ma un suono alle mie spalle mi ridesta:
davanti a me il semaforo è già verde,
bisogna che riprenda la mia corsa
e il sogno già nel traffico si perde.
segnalata da amicuscertus martedì 16 ottobre 2007
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mal di testa
Che dire del solito mal di testa
che saltuariamente si fa sentir?
Non auguro a nessuno di patir
una simile atrocità, questa
sorta di lotta interna, tempesta
di pensier che non vuole farti dormir.
Come volesse farti un dispetto
spesso viene quando sei a letto.
Pronto ad immergerti tra i sogni,
ecco! Senti un'indolenzimento
che dalla parte destra del mento
sale sù verso la tempia e ogni
movimento che fai ti infogni
sempre di più che, da questo momento,
un unico pensiero dominerà,
quello che recita: -quando smetterà!-
Non si può dire d'essere coscenti
in quei momenti che il dolore
sembra non avere nessun pudore
nei tuoi confronti; non contenti,
si aggiunge pure il mal di denti
con relativa goccia di sudore:
fà l'inverso dell'indolenzimento,
dalla tempia scende fino al mento.
Sei sempre stato ateo, ma ora,
come il migliore dei fedeli,
preghi con fervore tutti i cieli:
-che smetta 'sto dolor che mi divora!-
e preghi, preghi, e preghi ancora:
-fai che questo male si congeli!
Ti prego, non farmi subir più questo!
Ti prego, aspirina, fai presto!-
segnalata da Francesco Deiana lunedì 15 ottobre 2007
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Gli occhi persi nel vuoto,
un vuoto dalle mille parole.
Dietro di me una porta:
l'ingresso e l'uscita,
la voglia di ricominciare.
Le mani ferme in tasca,
non posso muoverle,
non ci riesco.
Socchiudo gli occhi e
cerco di cancellare quel silenzio
che riecheggia nella mia mente,
che riempie le mie lacrime,
accarezza i miei pensieri.
Pensieri malinconici,
pensieri d'adolescente,
sogni che si accumulano
nel silenzio della mia stanza.
Un silenzio racchiuso nelle parole della canzone che
si prende gioco di me, dei miei sentimenti.
Ora sono steso sul letto,
il cuscino sopporta il mio peso,
si bagna delle mie lacrime, dei miei pensieri e
come spugna trattiene tutto.
Quella porta è ancora lì...
Un colpo secco alla radio e
il mio mondo scompare.
E' inutile restare qui ora.
Passo la soglia, sono fuori.
Gli occhi pieni di vita e dietro un vuoto...
un vuoto dalle mille parole.
segnalata da elio domenica 14 ottobre 2007
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