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stelline voti: 16; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: Poesie

Tenerezza

Mi ami? Cosa stai facendo?
Tu non dici niente.
Mettiti più accanto: lasciale queste cose
da cui sei tanto preso e, suvvia, vieni a stendirti qui!
Farò molta attenzione per non rovinarti i capelli.
Leviamo via i cuscini se ti danno noia
e vediamo di sistemarci bene.
Datemi, brutto cattivo, le mani
e fissatemi gli occhi dentro gli occhi.
Se voi sapeste come siete amato!
Guardatemi meglio...meglio ancora...
deve leggersi bene nei miei occhi
che io ho donato a voi tutta me stessa.
Lo vedi? Lo comprendi?
Questa sera il mio amore è tanto grande e fondo,
tanto grave e tenero!...
Ma no, non puoi capire... Si dici? Sei caro.
Ti dico, amore mio, tutto questo perchè sappia,
perchè ti renda conto...
Insomma guarda, lo vedi,
mi spuntano le lacrime.
E niente esiste, niente conta
se non questi occhi, queste mani.
China un pò la testa verso la luce
e lascia che ti metta le palme delle mie mani sulle tempie
come una fascia.
Allora, cucciolotto mio, è proprio vero che
questi occhi attenti e dolci,
questa bella fronte uguale riassumono per me le tenerezze supreme?
E' vero, dici, è vero?
Ti amo. Ah, ti amo!...
Io vorrei farti del male.

segnalata da VoLaVeRuNt domenica 30 novembre 2003

stelline voti: 25; popolarità: 10; 0 commenti

categoria: Aforismi » sorriso

Non togliermi il tuo sorriso...

Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma non togliermi mai il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno con gli occhi stanchi, a volte, d'aver visto la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi ed apre per me tutte le porte della vita.
Amor mio,
nell'ora più oscura sgrana il tuo sorriso,
e se d'improvviso vedi che il mio sangue macchia le pietre della strada,
ridi, perchè il tuo riso sarà per le mie mani come una spada fresa.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore, voglio il tuo riso
come il fiore che attendevo, il fiore azzurro,
la rosa della mia patria sonora.
Riditela della notte, del giorno, della luna,
riditela delle strade contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno, quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria, la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perchè io ne morirei.

Neruda

segnalata da VoLaVeRuNt domenica 30 novembre 2003

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