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Di seguito trovi tutte le frasi segnalate da Antonio Paladini. Potrebbero esserci più persone che si sono firmate con questo nome. Il confronto degli indirizzi e-mail, riportati tra parentesi se lasciati, può dare l'indicazione di eventuali casi di omonimia.
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categoria: Poesie
La notte.
La notte è il silenzio che al tuo cuore inquieto è rimasto, la notte e’ addormentarsi, con una triste parola o un verso di speranza, con una confusa preghiera o la solita noia. Questa rara notte e’ un sogno, oppure stanotte sognerò; potrei realizzare per te, ma posso sognare soltanto per me. Se la notte porta consiglio, tu fai di quel consiglio la prima pietra del tuo giorno. Stanotte è colpa della luna, ma hai cominciato prima tu. La notte è accantonare i tuoi dubbi, nell’unica stanza che hai dato per certa. Chi ti racconta la sua favola, per essere ascoltato, e chi ti rassicura sopra le tue incertezze, facendoti capire che la vera incertezza, non è una notte dove non sai più cosa pensare, ma è il tuo domani. La notte e’ silenzio, parla il resto. La notte è un muro, che soltanto con l’alba crolla.
segnalata da Antonio Paladini domenica 22 maggio 2011
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categoria: Poesie
Il mondo.
Poter chiudere gli occhi al mondo intero, non perche non l’hai mai fatto, per poterli aprire di nuovo sotto un cielo migliore, per poi capire che il mondo non guardava te, anche te; con l’insolito passaggio tra il tuo mondo e il mondo che è. Il mondo ormai non ha bisogno di buoni sentimenti, ma di buoni azioni. Accorgersi che il mondo ti ha voltato le spalle, e per un momento sentire l’ebbrezza di ritrovarsi di fronte a Dio. Chi dice che il mondo è grande guarda la sua natura, le sue montagne e l’immensità del mare, chi dice che è piccolo, è un modo per dire che a volte è facile incontrarsi con le persone che neanche immaginiamo. Anche a te è capitato, quando ti sentivi troppo laggiù, ai confini del resto, di dire a te stesso, "Il mondo è da quella parte".
segnalata da Antonio Paladini domenica 22 maggio 2011
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categoria: Poesie
Dal giorno alla notte.
Quell’attimo la mattina per vedere il tuo giorno, l’irripetibile insieme al consueto, e vedere chi ce’, come e quando, per capire il solito giorno, un altro; l’uomo scopre, ciò che il giorno conserva, adesso piangi, oppure fino a qui si ride. E poi la calura del pomeriggio, dove il tempo sembra fermarsi, per la sera che arriva improvvisa. La sera e’ la tenerezza che ha lasciato il giorno, la sera e’ qualcosa da decidere, mentre essa va, la sera e’ guardarsi intorno, per capire domani, e non vuoi immaginare ciò che hai deciso, la sera e’ il resto, mentre il resto continua. Ce’ sempre una festa in giro, di gente che gira, tra un saluto mancato e un incontro perfetto, di un uomo solo, in disparte, che ha capito con una frase, la sua, il perche della vita, e l’incertezza del domani. E’ difficile afferrare il domani, come non vuoi smuovere gli attimi della sera, quasi per non toccare il mistero; ma il mistero della vita non e’ oggi e domani, e’ uno solo, e si può capire soltanto alla sera della vita.
segnalata da Antonio Paladini domenica 22 maggio 2011
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categoria: Poesie
Caro calendario dei giorni a venire, misteriosi per natura e rivestiti di speranza da noi, dei giorni trascorsi dimenticati a metà e ricordati quasi per cancellare i sensi di colpa, dei giorni presenti di quella malinconia che non vuoi rimuovere ne’ capire, ma magari vuoi soltanto aggiungere buono al buono, per poi nascondersi nel peggio. Ma ti ho appeso, caro calendario, in ogni stanza non soltanto per la data di oggi, ma per tenere stretto quel tempo che passa alla cieca, nella speranza che non diventiamo ciechi anche noi.
segnalata da Antonio Paladini domenica 22 maggio 2011
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categoria: Poesie
Dicembre.
Dicembre non conosce il mare, dicembre è l’ultimo tratto di anteprima di un anno che sta per affacciarsi, l’ultima transenna da metterci dietro ogni mitico traguardo, e al solito percorso, per poter immaginare un confine di gloria, sia pure nel pianto, che nel sorriso; e ti ritiri nella tua cella immaginaria per comprendere meglio il reale che hai lasciato. Dicembre è aspettare il Natale, ricordo antico, ma sempre nuovo, Natale che illumina là dove lo lasci illuminare. Dicembre è il confine di un anno che sta per finire, ma i nostri orizzonti non hanno confini. Eppure riuscirà mai qualcuno ad avere la meglio quando ha visto il diverso, il diverso di un anno che sta per iniziare, riportarsi dietro la pietra passata, quella di sempre, tutto ciò che serve per continuare a costruire; quello che ripeti sul diverso, o tutto di nuovo sul solito. E vedrai che deciderai anche tu, senza accorgertene, dietro la porta di dicembre, con un istinto ispirato dall’amore per la vita, il tuo da fare per l’anno che viene, proprio quando sei consapevole dei dolori e delle gioie della vita. Dicembre è smettere di andare lontano per restare più vicini, malinconie curate da sguardi affettuosi, nostalgie di amori perduti, unico motivo per attendere ancora, e propositi più credibili per l’anno nuovo. E alla sera del trentuno, quando ti scegli il tuo angolo solitario, per i tuoi ultimi sogni abbaiati da una festa che sembra non finire, per stupirsi ancora un po', per poi riunirsi insieme all’improvviso, agli ultimi minuti della mezzanotte, come per dire "Andiamo, un altro anno ci aspetta, facciamolo insieme".
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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categoria: Poesie
La vita.
Se guardiamo indietro e’ perché la vita guarda all’inverso, ma tu volta lo sguardo avanti, pensando che evitare gli errori futuri sono sempre più importanti di quelli passati, e’ come se tutto ricominciasse da qui, in ogni momento, sapendo che il dolore passato può diventare germoglio di vita per il futuro; non vuoi sorridere quando l’altro soffre e magari soffre per te : pensando che ogni giorno devi dividerlo con qualcuno, soltanto cosi può essere tuo, ti basta pensare che la normalità e’ tutto ciò che ricopre la follia, proprio l’equilibrio poggia sulla follia, ritrovarsi nella strana decisione se prendere la vita con il viso o come un leone. E anche tu hai capito l’indescrivibile della vita, capire senza dire, e illudersi della banalità dell’esistenza, quando invece e’ l’essenziale. Il resto di questa vita incorniciata alla fine di ogni cosa e di ogni situazione e’ tragedia, il resto di quello che non vogliamo vedere o che abbiamo messo da parte e’ tragedia, il resto e’ tragedia e’ Lassù lo sanno; vuoi pensare alla morte per sapere che stai vivendo, forse la vita e’ un libro dove ce’ scritto solo il concetto di ogni cosa, i particolari spettano a te, se vuoi raggiungere i petali della rosa devi prima camminare sulle spine, e’ l’unico vero duello della vita. Non devi credere, devi arrivare a credere, la vita ha ragione dopo, sei tu che devi capire prima, capiremo dopo quello che non potevamo mostrare prima, e scoprire che tutti hanno bisogno di credere che la morte ha paura del tuo sorriso.
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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categoria: Poesie
Silenzi di sempre.
Parole semplici per buoni ritrovi, sicure comparse per buoni motivi, non esiste silenzio senza movente, quel silenzio certo dopo un discorso. Cos’è che tace nella notte, se non la vita di tutti i giorni; tace il grido, tace il lamento del giorno, l’uomo che sceglie, senza volerlo, la frenesia di ogni giorno, e il rumore delle strade; i rumori del giorno tacciono la notte. E nella notte non resta il silenzio, ma è silenzio. L’ultima musica di un orchestra, fatta per pochi dove sembrano molti, le ultime camminate lungo i corsi, pochi sguardi indiscreti, per salutar così, sì, a domani. Domani sera un altro verso irripetibile colorerà il silenzio; vorrei tacere anch’io con quel silenzio, fa male, ma solo così potrò capire cosa mi è stato tolto oggi, scavare dentro se stessi, per capire l’unico perche, quello della vita. Ma poi sarà la notte stessa a portarti via, ti dirà che il resto che c’è da capire, non appartiene più alla sera, ma all’incertezza del domani; sì, fidati, che è meglio credere nel domani, invece che capirlo, se non vuoi che non serva più amare.
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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categoria: Poesie
Il cielo.
Com’è freddo sentire, il cielo del non voler capire; proprio in mezzo al di’, quando non sai cosa fare, ma perche prima hai fatto quello che non dovevi. E alla sera, ti basta uscire dalla solita porta, per guardare il cielo, come unico sovrano. Parole al cielo dove la terra non ascolta. Veramente, alla sera, il cielo sembra rispecchiare l’umore di Dio per quello che hanno potuto combinare, oggi, gli uomini da questa parte; sì, anche oggi aveva ragione lui, il cielo. Quale giorno non hai bisogno di credere in quel tratto di cielo; e il cielo non finisce qui. Il cielo, ognuno sembra avere il suo, quasi per non sbagliarsi. Quando da piccolo guardavi il cielo, per vedere le strane forme che facevano le nuvole, mentre aspettavi che il vento cancellasse quella nuvola irripetibile, era un sogno. Adesso, invece, è un sogno inseguirlo il cielo, nella vita di tutti i giorni, e tutto ciò che si insegue è inutile starlo a guardare. Che tu mi insegni, cielo, non c’è la faccio a capire, ma soltanto così posso credere.
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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categoria: Poesie
C’è sempre qualcosa di povero.
Chi non ha un tetto non voleva un cartone per ripararsi, chi non ha da bere, non voleva un sorso d’acqua al momento, chi ha fame non voleva che gli lasciassi un pezzo di pane, e aspettare il prossimo. Non voleva solo questo. Non vogliamo capire cosa cercano tanti poveri, finche non vogliamo dare veramente. Cercano la dignità, come la tua, cercano il non essere diversi, come te, cercano la vita di tutti i giorni, come la tua. Nessuno vuole sentirsi al di sotto di tutti; quando a un uomo hai dato di sentirsi e di essere come gli altri, non potevi dare di più. Perche oltre alla povertà dell’avere, c’è anche quella dell’essere. Se è più povero lui che non ha niente, oppure tu, dentro di te, che non vuoi dare. Poter guardare ai poveri, per capire quello che non dicono: "Fammi sentire come te, se sei un uomo, fammi sentire un uomo".
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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categoria: Poesie
Dov’è la fine.
Il resto non è dietro, ma non ci pensi mai che è avanti, quello che non sapevi di avere e ciò che speri di seguire; il resto è il paesaggio che non vedi. E’ un mistero adesso, era la verità dopo. Oggi è così, dicesti, quando era sul serio, e dai per scontato la solita monotonia di vita; e facesti dei piccoli errori che ti hanno insegnato delle follie. La vita non può coincidere con se stessa, ma con la sua fine, tutto ciò che facciamo non è mai fine a se stesso, ma ogni cosa della nostra vita, ogni momento buono o brutto che sia, sembra racchiudersi in un solo cerchio, verso un solo scopo, per un solo giudizio. Se è vero ciò che è giusto, o tutto ciò che chiede la fine. E per un momento nulla di ciò, ma qualcosa di tutto, del resto.
segnalata da Antonio Paladini domenica 6 febbraio 2011
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