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In questa categoria oggi sono stati inseriti 12 aforismi.
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Non dimenticare mai che l’amore che provo per te è come il vento: non potrai mai vederlo, ma potrai sempre sentirlo… Ovunque sarai.
*
Il segreto di un’esistenza felice e realizzata dipenda dalla direzione che si sceglie.
E la chiave, figlio mio, è imboccare la tua strada,
nessun’altra, solo quella che ti detta direttamente il cuore.
*
La vita è breve…Perdona in fretta, bacia lentamente, ama davvero, ridi sempre di gusto…
E non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere.
*
Se cadi, rialzati, affronta le avversità e trova sempre il coraggio di proseguire.
Fai della tua esistenza qualcosa di spettacolare.
*
La sola battaglia che non puoi vincere è quella che non vuoi combattere.
*
Abbandona il tuo guscio di certezze, esci dal coro: parti, va’ lontano.
Abbatti tutte le pareti che hai innalzato intorno a te.
Sii libero, lascia che il tuo spirito voli verso il tuo destino.
*
Posso confidarti un segreto? Non importa quanti anni vivrai, ma come li vivrai.
Dai valore al tuo tempo.
Se in futuro, per esempio, ti troverai a percorrere giorno dopo giorno
il tragitto casa-ufficio al volante di un’auto,
con gli occhi incollati sulla distesa d’asfalto di fronte a te,
trova ogni tanto il coraggio di spezzare la routine e
ritagliati un istante per goderti le piccole meraviglie della Natura:
soffermati ad ammirare un tramonto, stupisciti davanti al volo di un colibrì…
*
Vivere in pace, figlio mio, è rispettare le opinioni altrui e dare molto, molto di più di quanto si prende.
*
Puoi sentirti vecchio pur essendo soltanto un ragazzino se non vivi un giorno per volta, se smetti di sognare, se vendi il tuo spirito in cambio del conforto della sicurezza.
*
Un’ultima cosa prima di concludere questa lettera: cerca sempre di scoprire il mondo con i tuoi occhi, e non attraverso quelli degli altri. Solo così potrai trovare la verità.
*
Le uniche cose che ti appartengono davvero sono i tuoi sogni e la libera volontà di vivere la vita nel modo in cui desideri farlo. Tutto il resto lo prendiamo soltanto in prestito.
Sergio Bambarèn - tratto da da Lettera a mio figlio sulla felicità
segnalata da marines lunedì 22 agosto 2011
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Notte... di nuovo... penultima
Oggi il sentimento è rabbioso, provoca un lontano ma costante dolore fisico, non localizzato, ma riesco senza
particolare difficoltà a risalire alla causa.
Che strane che sono le notti senza sonno, obbligato a rimaner sveglio; hai tempo quasi infinito per pensare, e pensare... E sei tra i pensieri più caldi, più vivi, oggi più dolorosi perché non sei qui, sei relativamente lontana, arrotolata nel lenzuolo fresco... e corro veloce a te che riposi accanto a me, ai tuoi capelli, al tuo "pigiamino", al tuo viso da bambola quando struccato, alle risa sul letto morbido.
Lontana, oggi con lo stringer dei denti, sembra anni luce... Innamorato. Poche ore fa te l'ho detto e volevo spiegarti che poca è la differenza tra "mi sto innamorando" e "lo sono".
Oggi poco mi importa di sapere se sono sulla via o ci sto arrivando, se, con lo zaino in spalla, ti sto cercando, o ti ho già trovata.
Probabilmente non ti troverò mai, la via non la troverò o se l'ho imboccata sarà una via senza una fine.
L'unica cosa che oggi sono cosciente di sapere è che ci sono, da qualche parte, su una scalinata che sto salendo lentamente, non sapendo se però il gradino dopo è più alto, più basso o non c'è...
Che pensieri contorti... Sulla scala, dove ogni giorno posso dirti "sono innamorato", ed il giorno dopo ripetertelo perché è più di ieri, e domani chissà... "Mi sto innamorando", oggi lo sono già, domani forse
sarà di più, e sarà un reinnamorarsi di nuovo, perché l'amore non ha meta, un treno che non ha stazione...
E probabilmente il giorno o l'epoca in cui riuscirò a dire che più di così non potrò più amare, e non ti ripeterò che mi sono innamorato, sarà il giorno d'inizio autunno, dove la scala ha solo gradini in discesa, quando ti ritroverò ma non troverò nulla nel mio zaino da darti, quando vedrò la fine della strada e sarò costretto a tornare...
Oggi sono così... Con i pensieri che singhiozzano nella penna, con la logicità di un uomo che ha sonno,
o forse di un uomo innamorato che sa che domani è un altro giorno, saprà amare di più se come oggi, saprà
dar da bere a cuore e anima per un altro giorno...
Ti ridirò che mi sono innamorato ed il giorno lontano in cui saprò non ripetertelo sarà il soffio dolce su una
candela, con il sottile rivolo di fumo che si sparge nell'aria, voce ed eco della fiamma che prima urlava ed ora tace... Lontano come spero sia l'orizzonte del mare che guardiamo io e te seduti su una spiaggia bianca, abbracciati nel sole, quando non servirà parola, ma i nostri corpi dialogheranno senza voci, senza rumori, in un giorno senza fine, dove non esiste tramonto, dove non c'è stanchezza ed il respiro rimane sospeso nell'aria, tra lo spumeggiar delle onde del mare....e immobili come pietre scriviamo con i piedi sulla sabbia le parole
segnalata da DINO. DI GIROLAMO domenica 14 agosto 2011
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Il dilemma dei porcospini
Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini,
per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati.
Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme,
si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali.
finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca,
che rappresentava per loro la migliore posizione.
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità,
spinge gli uomini l'uno verso l'altro;
le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili,
però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro.
La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare
e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
A colui che non mantiene quella distanza,
si dice in Inghilterra: keep your distance! –
Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto,
in compenso però non si soffre delle spine altrui.
- Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società,
per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli.
segnalata da marines venerdì 12 agosto 2011
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Amici, romani, concittadini! Ascoltate: vengo a seppellire, non a lodare Cesare.
Il male che si fa vive dopo di noi: il bene è spesso sepolto con le ossa.
E sia così per Cesare.
Il nobile Bruto Vi ha detto che Cesare era ambizioso.
Se era così, il suo era un grave difetto, e Cesare l’ha scontato gravemente.
Qui, con licenza di Bruto e degli altri (poiché Bruto è uomo d’onore,
e così gli altri, tutti uomini d’onore) io vengo a parlare al funerale di Cesare.
Era un mio amico, leale e giusto con me:
ma Bruto dice che era ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.
A Roma aveva riportato molti prigionieri, il cui riscatto ha riempito il pubblico tesoro:
poté questo sembrare un atto d’ambizione?
Quando i poveri piangevano, Cesare ha lacrimato:
di più dura tempra dovrebbe esser fatta l’ambizione.
Pure Bruto dice che era ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.
Tutti ai Lupercali avete visto che tre volte gli offrii la corona di re,
e Cesare la rifiutò tre volte. Ambizione questa?
Ma Bruto dice che era ambizioso,
e di sicuro egli è uomo d’onore.
Non parlo per smentire ciò che ha detto Bruto,
ma sono qui per dire quel che so.
Tutti l’amavate un tempo, e con motivo; che motivo vi trattiene allora dal piangerlo?
O discernimento, sei fuggito dalle bestie brute, e gli uomini han perso la ragione.
Perdonatemi.
Il mio cuore è nella bara lì con Cesare E debbo fermarmi finché non mi ritorni.
William Shakespeare - tratto da Antonio nel Giulio Cesare
segnalata da marines venerdì 12 agosto 2011
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Essere o non essere, questo è il problema.
che cos'è piu' nobile, soffrire nell'animo per i sassi e i dardi scagliati dall'oltraggiosa fortuna, o impugnare le armi contro un mare di affanni e combatterli fino a farli cessare?
Morire, dormire...niente piu'.
E con il sonno dire che poniamo fine al dolore della carne
e alle mille afflizioni naturali a cui la carne è destinata?
Questa è la fine che bisogna desiderare ardentemente!morire,
dormire.., forse sognare. Ecco il difficile.
Perchè quali sogni potranno visitarci in quel sonno di morte,
quando saremo usciti dalla stretta di questa vita piena di affanni mortali?
E’ un pensiero su cui ci si deve fermare a riflettere .
e sono proprio pensieri siffatti a prolungare la durata della sventura.
Perchè, chi sopporterebbe le sferzate e le irrisioni del tempo,
i torti dell'oppressore, le offese dei superbi, le pene di un amore respinto,
i ritardi della legge, l'arroganza dei potenti,
gli scherni che il meritevole pazientemente subisce da parte di gente indegna,
potendo trovare pace da se stesso con la semplice lama di un pugnale?
Chi sarebbe disposto a portare carichi sulle spalle,
a gemere e sudare per le difficoltà della vita,
se non ci fosse il timore di qualcosa dopo la morte,
questa terra inesplorata dai cui confini nessun viaggiatore è mai tornato indietro,
timore che, confondendo la nostra volontà ci induce a sopportare i mali di cui siamo afflitti, piuttosto da spiccare il volo verso altri a noi completamente ignoti?
Cosi' la riflessione ci rende tutti vili.
segnalata da marines venerdì 12 agosto 2011
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