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Questa storiella stava forse meglio nella sezione dei dialetti, ma possiede anche un finale comico. Nelle campagne urbinati, come altrove in tempi di carestia, si doveva stringere la cinghia: due fette di pane erano un pasto già più che accettabile. Alcune famiglie, con notevole sforzo, potevano procurarsi un'aringa, che appendevano in cucina e contro la quale era permesso appoggiare una sola volta le due fette, per insaporirle un poco. L'aringa stava su per parecchi mesi, finché, per la vigilia di Natale, veniva adoperata per un buon brodo di pesce e per il gatto. L'operazione di accostamento dela pane all'aringa si chiamava "tirle - tirle", sulla cui origine lessicale sarebbe interessante indagare. Una volta un ragazzino particolarmente goloso fece due volte il "tirle - tirle", ma fu scoperto dal "capoccia", che era il nonno o il bisnonno, il quale, guardando severamente il giovane, esclamo': "Csa fe', burdell! Vo schiope'?".
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