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Tutte le frasi dell'autore Vulca

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categoria: poesie

Messaggio D'amore

Non ci sono parole che possano lenire il dolore
di un uomo che perde la propria compagna amata.

Solo un vuoto incolmabile dopo la lotta strenue
ed il coraggio raccolto nel profondo dell'anima,
per lei, per non farla soffrire oltre.

Girarsi intorno e vedere soltanto ombre,
ignobile giustizia la morte quando arriva
e prende chi è viva, chi ti ha sorriso e amato.

Chi con forza ha tracciato il percorso della tua vita
e ti ha fatto sentire completo, sicuro, appagato.

Quello che è più sconcertante, incomprensibile,
violento, lo strappo che senti dentro,
quel pezzo di lei che hai nel cuore
sta uscendo da te con tanto dolore.

Inaccettabile fino al punto che imprechi il creato
di farti vivere questo tempo.
Ma devi mantenere la calma, per te, per chi ti ama,
per chi rimane, continuare a soffrire in silenzio
e sperare, per non morire dentro.

Cercare nei suoi occhi sinceri lo sguardo dolce che ti ha lasciato,
immortale messaggio d'amore che resiste alla morte,
nel breve tratto che rimane unisce ognuno nella sua luce.

vulca - tratto da riflessioni

segnalata da vulca domenica 11 ottobre 2009

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categoria: poesie

Nascita

Eccolo è arrivato, il giorno più atteso
un aria nuova entra nella casa
due raggi di sole mi tengon sospeso
la vita continua, innocente, meravigliosa.

Il miracolo dell'amore mistero conteso
riaccende l'ardore per una vita favolosa
non si spiega a parole ma si legge nel viso
non sono più sola e non più solo sposa
quando un figlio ti guarda e ti regala un sorriso

Ma il ciel è costellato di astri, figli dell'universo
questo giorno il ciel si colora di un sole e di una luna
io sono loro padre e madre e non ho perso
il tempo in cui li cercavo filando l'ago nella cruna.

vulca - tratto da dedicato a una coppia

segnalata da vulca martedì 8 gennaio 2008

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categoria: Poesie

Roma

Roma! er pòlo de mille contraddizioni,
er centro de infinite coincidenze
er monno te guarda come a un laboratorio
e se n'canta davanti a tante bellezze,
doppo tutti quest'anni da quanno sei nata
le rughe della storia non t'hanno mutata.

Roma ladrona, si ma, de còri infranti
se la rivòrti se chiama amor,
su i sette colli ancora giocheno li du gemelli
e sur biondo tevere dolcemente li culli,
la lupa che l'allattò cresce ancora i tuoi figli.

Er pellegrino pò venì da ogni parte der monno,
chi se ferma a Roma, puro pè n'giorno
ce làssa er còre e ce vò rivenì,
a Roma da sempre ce ne passeno tanti,
poeti e pittori, pòri diavoli e santi,
pe tutti è sempre nà mamma
dorce e sincera, te coccola e nun te inganna.

I suoi martiri, che l'omo ha ingiustamente punito,
oggi li ricorda nelle piazze in pubblico suffragio
e mette alla gogna l'arroganza
der solito ottuso principe dell'ignoranza.

vulca - tratto da romanticherie

segnalata da vulca venerdì 24 agosto 2007

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categoria: Poesie

Amore

Ed io sento su di me la tua morbida pelle,
come una dolce forza che anima questa mia vita.

Sei entrata in me come l'aria che respiro,
e cosi, con un sospiro ne sei uscita.

Tu mi hai dato tutto senza chiedermi nulla,
mi hai dato la luce per vedere,
la tua voce per udire, il tuo calore,
mi hai dato l'amore per sognare.

I miei giorni vuoti di prima,
ora sono ancora piu vuoti se non ti vedo,
muti se non ti sento,
troppo freddi se non ti stringo.

vulca - tratto da vecchie poesie

segnalata da vulca giovedì 23 agosto 2007

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categoria: Poesie

Metamorfosi

E' notte fonda, un silenzio dolce aleggia su di me,
di tanto in tanto l'abbaiar di un cane
spezza l'armonia di questa pace,
quasi voglia riportarmi alla realtà,
ma non stò sognando, anzi, mi sento vivo.

Accarezzo il tempo a me vicino
mentre scivola, ora più lentamente,
e sfugge verso il passato.

Non importa se è quasi l'alba,
se il giorno è diverso,
se dietro la porta mi aspetta l'ignoto.

Non c'è nulla che può spaventare chi ha vissuto
e nella metamorfosi, dalla morte si è liberato.

vulca - tratto da vecchie poesie

segnalata da vulca giovedì 23 agosto 2007

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

infinito

Scriverò nel tempo la mia dimensione,
la mia angoscia, i miei timori di uomo vulnerabile,
la pace, l'amore, un sogno vero indissolubile.

Senza menzione alcuna, perché una è la verità!
Ed...io piccola luce che brilla nel buio,
cerco nel buio la luce che mi ha generata.

Tu amico cieco, che nel buio sospendi gli sguardi,
aiutami nel sentiero, a trovar la scia dei nostri ricordi,
affinché in noi riviva la memoria del creato.

vulca - tratto da vecchie poesie

segnalata da vulca giovedì 23 agosto 2007

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Passione

la fiamma arde fin che il tizzon si brucia

ma poi si spegne fioca sulla brace,

caldo tepor in evanescente fumo,

vivo color lucente in buio,

l'allegro crepitar, ora,

in triste silenzio tace.

vulca - tratto da vecchie poesie

segnalata da vulca giovedì 23 agosto 2007

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

il tuo viso

il tuo viso.

seduta davanti ai miei ricordi
il pensiero scivola dolcemente
uno specchio davanti a miei occhi
lo sguardo riflesso nella mente

una immagine che scruta il passato
adorna di un giardino fiorente
racchiusa nell'oro di un quadro
ha paura del giorno imminente

seduta davanti al tramonto
osserva immobile l'astro calante
immemore che il mondo è rotondo
e il sole risplende già a levante

non esser triste, lo specchio risponde,
io rendo sempre fedele ciò che prendo
e se qualche ruga ormai ti confonde
in verità quel viso è il tuo racconto

vi sarà racchiuso della tua vita ogni momento
esso lascerà ovunque andrai le tue impronte
è unico e irripetibile dai capelli al mento
dell'anima è lo specchio del cuor il ponte.

vulca - tratto da vulca

segnalata da vulca giovedì 23 agosto 2007

stelline voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Vecchio Mulino

Vecchio Mulino.... non macini più il frumento.
Tu del Piordo il paladino, eri difensore del lavoro dei campi,
ora i pesci del fiume non solleticano più le tue stanche mura.
Il Bue non si rifocilla più al tuo cospetto dopo il duro lavoro del giorno,
ne il gregge s'avvicina dopo il pascolo ad abbeverarsi ai tuoi piedi,
nemmeno il randagio cane si inchina a bere al tuo capezzale.
Sei stato abbandonato dall'uomo e dal suo ingegno...
egli ormai ha dimenticato quanto fosti utile un dì,
le macine giacciono a terra, mostrano la resa di chi ti costruì.
Del santo l'effige carpita e la porta sventrata,
Immobile ascolti il sussulto del fiume malato
che in piena trasporta sacchi di plastica e rami secchi
e il liquame del satollo patrizio romano.
Tu che di notte non hai più pace e profanato assisti al sacrilegio infame
dell'essere falso e maligno che deturpa il tuo cuore
e si abbandona a riti oscuri
e scrive svastiche sui Muri.
E tu antico Piordo.... Padre del Veientano Ager,
perché non susciti dell'antico elmo Marziano
eroe Etrusco che voglia riscattarti ?
Io lo spero... e prego... sulle spoglie di quel luogo sacro,
invoco ancora: Vecchio Mulino... dacci ancora il nostro pane... quotidiano.

Vulca - tratto da il mulino abbandonato sul Piordo

segnalata da Vulca domenica 31 luglio 2005

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categoria: Poesie

Il vento dell'Inverno

Come è gelido l'alito del cielo,
S'insinua prepotente subdolo come un serpente e ti fà sentire addosso un brivido di freddo, il vento dell'inverno.
Sono solo sulla strada, di ritorno verso casa, è buio ma la luna mi accompagna insieme alla mia ombra.
Il lupo ulula lontano, come canto al vento sparge le sue note tristi e melanconiche, preghiera e pianto al tempo che và, per colui che oggi non è più con noi.
Amara sorte o privilegio?
Come la notte scende oscura, lei la morte, porta via amori e dolori e alme d'eroi, li trasporta verso invisibili sentieri, in misteriosi lidi dove la luce a noi non appare. Come il vento d'inverno gelida scompare.

vulca - tratto da il caro estinto

segnalata da vulca domenica 24 aprile 2005

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