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L A I L A (continuazione)dinanzi a se' un'infinità di giocattoli uno più bello dell'altro e felice ed emozionato non sa quale usare per primo nei suoi giochi, così mi sentivo io che volevo ma non sapevo come fare per iniziare e con quale mossa cominciare.
L A I L A (continuazione)rimanere con la bocca chiusa per non contrariarla. Mi chiese se anch'io avessi sete e al mio "no grazie" non insistette più di tanto. visto che lei era impegnata nella guida. Cercai nella borsa l'accendino che doveva pur esserci da qualche parte, lo trovai finalmente, e appoggiai la sigaretta in quelle sue sue labbra morbide da baciare ma senza l'ombra di un rossetto, quel giorno era completamente senza trucco, acqua e sapone e forse fu meglio per me perche non avrei potuto resisterle se fosse stata truccata magari come una vamp o una prostituta o un'attrice di film porno. Immaginai per un attimo come potesse essere bella ed attrante se fosse stata truccata e fui colto da un altro ennesimo brivido di eccitazione, fortunatamente, questa volta di breve durata. Con le mani tremanti portai l'accendino vicino alle sue labbra e lei accese la sigaretta spostando leggermente la faccia in avanti e sorridendomi con un sorriso complice, come chi prometteva al più presto una ricompensa, riprese quindi a guardare la strada. Avrei voluto chiederle il motivo per il quale in quel giorno non fosse truccata e se amava farlo di solito ma poi un altro pensiero mi convinse a stare zitto, non capivo neanch'io il perchè. sicurezza, mi dava invece l'impressione di essere alquanto spaventata come se temesse di essersi spinta oltre il limite fino a sconfinare là dove sarebbe stato difficile poi controllarsi, faccia a faccia con il volto inquietante del rischio. tenero, con la assurda presunzione di nascondere ad una donna che stava proprio al mio fianco e molto più esperta di me, quello che nel corpo e nei miei pensieri provavo. Non avevo l'esperienza e la maturità di comprendere che ad una donna se sei furbo e sai recitare, puoi nasconderle tutto, tranne la reazione fisica che hai nel desiderarla. quella ragazza, molto più grande della mia età, mi avrebbe trasportato con se' in posti inesplorati, sconosciuti, indefiniti, non compatibili con la ragione o con la morale ma, proprio per questo, attraenti e ricchi di fascino dove la libertà dell'istinto e delle sensazioni più intime dell'animo umano, non conoscono limiti, non sanno e non vogliono fermarsi davanti a niente. Dicono che le storie d'amore tra persone di età differente, siano destinate a fallire in breve tempo e si presume non abbiano prospettive future di alcun tipo ma io, della mia Laila molto più grande di me, conservo ancora il ricordo, ed è il ricordo più bello di tutta la mia vita. È notte fonda ed io sono ancora sveglio con lo sguardo assente nella mia camera silenziosa, unica mia compagna, testimone di tanta solitudine. Senza chiudere occhio, penso a tutto e a niente. I vecchi soliti dubbi mi si accavallano in mente: come posso dormirci sopra? Sì, lo so! Fermarsi qui a pensare non si può, farla finita neanche. È solo mia la tristezza, la fine. Non ho più la forza di lottare ormai. Un altro inverno è in me, non devo crollare proprio adesso buttandomi via, devo trovare il coraggio di andare avanti da solo: Dove siete amici miei che avevo? Anche tu mi hai detto infine addio voltandomi le spalle, non sono più niente per nessuno ormai. Mi guardo intorno e vedo solo il vuoto. Grida la voce del mio cuore, spenta dal dolore che nessuno ascolta più. Vorrei non essere mai nato, chiudere gli occhi e scomparire in un attimo. Non so che sarà di me, sono confuso, disorientato, mentre gli anni passano veloci. Fuori è buio ed io tremo, comincio ad aver paura. Mi rigiro nel letto, grido nel sonno, ho incubi, sto male, piango e non ce la faccio più. Ho vissuto una vita che non è mai stata vita. La mia vita è una strana vita, solitaria, incomprensibile, senza senso. Continue rievocazioni della mia adolescenza, sogni irrealizzabili, emozioni intensissime, una impressionante anche per me creatività che mi spinge a scrivere sempre, e poi amori platonici ed immaginari verso ragazze giovani, forse per illudermi pateticamente di ringiovanire. Chimere di eternità le mie, che non hanno nessun riscontro pratico destinate a morire e a dissolversi nel nulla. Su tutto questo sfacelo regna sovrana la signora Solitudine, è sempre e solo lei a starmi accanto fedele, fino ad incitarmi a dialogare con me stesso, parlando naturalmente e tranquillamente da solo, io con me stesso e nessun altro, in fondo sto bene col mio io e mi amo, forse questo è anche un bene che mi permette di tirare avanti senza deprimermi. Non ho una compagna che mi ami e mi dia calore dormendo al mio fianco, non ho figli da educare e crescere, né soldi per campare, niente lavoro per realizzarmi e rendermi utile, nemmeno amici per scambiare quattro chiacchiere, niente di tutto questo: sono il chiaro esempio di come non si dovrebbe mai vivere. Sono anche ossessionato dal continuo timore d’invecchiare e di morire o di essere preda di malattie corporali e questa specie di nevrosi mi perseguita da sempre, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo. Temo la vecchiaia e la morte perché paradossalmente amo fortemente la vita anche se nella maggior parte dei miei scritti, trasmetto tristezza. Possiedo però una grande virtù che non tutti hanno la fortuna di avere: sono tremendamente sincero nell’arte come nella vita. Le ragioni di questo mio non fare, sono da ricercarsi nel fatto che mi son convinto ormai da tempo che non vale la pena impegnarsi nella vita pratica di tutti i giorni perché la morte arriverà prima o poi per tutti e saremo costretti ad abbandonare ogni cosa di questa terra quindi non ha senso impegnarsi in nulla di materiale, e mi ritorna in mente a tal proposito la famosa frase “gli ultimi saranno i primi” ed io mi sento orientato proprio verso gli ultimi della scala sociale, mai verso coloro che osservano dall’alto. Lo so, davanti ai tuoi occhi, caro lettore che mi leggi in questo momento, sembrerò pazzo, tanto da aver bisogno di mille psicologi ma ti prego rifletti per un attimo prima di giudicarmi e almeno sforzati di comprendermi. Durante questa mia assurda e solitaria esistenza non ho costruito proprio nulla di pratico e nulla ho intenzione di creare per il mio futuro. Preferisco rimanere immerso fino al collo in questo personalissimo mare di inguaribile monotonia e piattezza con una sola ma importante novità: sto cercando Dio con tutto me stesso, forse per riempire quell’enorme vuoto che ho dentro, chiedendo a Lui e solo a Lui tutto quell’amore che ho sempre cercato e non ho mai avuto. Non so spiegare nemmeno a me stesso il perché debba vivere così, forse è stata una mia libera scelta in sintonia con la mia anima inquieta e tormentata, o forse i continui e micidiali attacchi d’ansia sempre presenti sin da piccolo in me, hanno inevitabilmente condizionato tutta la mia esistenza, rendendomi totalmente schiavo di paure ed inibizioni. Ma non ho alibi adesso e non cerco giustificazioni di nessun tipo, sono così e basta e forse, paradossalmente e consapevole di una lucida follia, sono anche felice e orgoglioso di esserlo. Io sono questo, sono fatto così ormai e non mi piango addosso ma, al contrario, mi accetto e mi amo per quello che sono. Ho però dentro di me quell’inquietudine, quell’eterna immotivata per certi versi insoddisfazione che sarebbe giusto chiamare angoscia, che mi rende scrittore, artista, creativo e senza la quale non potrei mai esserlo. Messina 16-12-1989 Claudio Cisco |