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{ venerdì 16 ottobre 2009 }

L A I L A (continuazione)

sicurezza, mi dava invece l'impressione di essere alquanto spaventata come se temesse di essersi spinta oltre il limite fino a sconfinare là dove sarebbe stato difficile poi controllarsi, faccia a faccia con il volto inquietante del rischio.
Ma il desiderio crescente di ricevere al più presto una mia risposta, positiva o negativa che fosse, le riede di nuovo forza e coraggio annullando quel germe di pentimento che si stava affacciando in lei per riportarla alla ragione, quella della logica, non della carne.
Io mi sentii venir meno e il mio cuore riprese nuovamente ad accelerare il suo ritmo senza sosta, anche a quattordici anni si può desiderare una donna e la passione che si accende non si può indirizzare verso un'età specifica, la legge dei sensi va dove vuole e tu hai solo da scegliere: o la reprimi o la segui! Ed io, in bilico, posto esattamente al centro o per meglio dire sospeso tra queste due soluzioni, in un primo tempo non sapevo proprio che fare, come comportarmi.
Cercai in quel brevissimo tempo che Laila mi concedeva per rispondere, per quanto mi era possibile in quella situazione di totale confusione e smarrimento mentale, di riordinare in qualche modo le idee per poterle dare una risposta il più possbile coerente con la mia volontà, ma non può esistere una scelta libera dove vi è il richiamo dei sensi e per di più a soli quattordici anni. Di certo riuscivo a comprendere che la desideravo o più semplicemente ne ero fortemente attratto come forse anche lei inspiegabilmente lo era verso di me. Mi piaceva tutto di lei, la differenza d'età, per me, non era affatto un problema. Pensavo che se si fosse trattato di una mia coetanea, sarebbe stato sicuramente tutto più facile, naturale e meno complicato ma mi rendevo conto al tempo stesso che il desiderio non sarebbe stato così forte ed intenso, il solito e sempre presente "fascino del proibito" si diverte ogni volta ad uscire alla scoperto nei miei pensieri rivendicando il suo incontrastato potere su di me sin dall'età di quattordici anni e ancor prima. Il desiderio di voler andare fino in fondo a quella storia, la curiosità in parte fanciullesca di conoscere il finale, di aprire quel cassetto che tutti ti dicono sin da piccolo di tenere chiuso senza spiegarti il perchè, il timore di avere poi rimpianti per aver perso un'occasione mai più ripetibile e altri motivi simili messi insieme, mi spinsero in maniera decisa ad accettare il suo invito, del resto a quell'età gli ormoni sono in tempesta, non li puoi controllare e dominare, basta un nonnulla per farli esplodere, reprimerli ti fa stare peggio; è un pò come avere una Ferrari e non sapere come guidarla e a chi ti offre la possibilità di farti da istruttore di guida, chiunque esso sia, tu non puoi dire di no. E questo è esattamente che quello che ho fatto io, prendendo in esame il dato che avevo trovato una istruttrice di guida che era una vera "bomba" e conosceva bene il suo mestiere. Certo ci poteva essere il rischio di correre troppo e di essere vittima di un incidente stradale più o meno grave ma è sempre meglio correre che star fermi, e poi non è affatto detto che si investa, basta usare prudenza ed avere fortuna, quella è necessaria sempre in ogni campo della vita. Così la mia voglia di sentirmi già grande ha trionfato contro l'idea di restare chiuso nella bambagia e dissi un sì convinto a Laila.
Scaricare comunque tutta la responsabilità di quella mia scelta soltanto a lei in quanto adulta, sarebbe troppo semplicistico e sbagliato. Io ero assolutamente consapevole di voler andarci, nessuna forma di costrizione se non la sola forza della seduzione da parte sua ma ero totalmente libero di rifiutare. Ho detto sì perchè era bella e mi piaceva, questa è la verità e basta, non esistevano altre verità nascoste o pressioni subdole. Avevo già ben piantato nel mio DNA quel germe che oggi, in età adultà, mi fa continuare ad essere quello che sono, reclamando la totale libertà dei sensi, sbagliata o giusta che sia, diabolica o naturale non saprei.
Laila si rivelò entusiasta nell'udire la mia risposta positiva, neanche lei si aspettava una determinazione così radicata in un ragazzino di quattordici anni ma, evidentemente, il destino scopre le carte e ha il potere di far incontrare fra loro persone giuste al momento giusto.
Spruzzava felicità da tutti i pori ed ero felice anch'io per aver contribuito nel mio piccolo a renderla gioiosa, ma eravamo più belli entrambi, merito della forza misteriosa, pericolosa, dissacrante dell'eros ma pur sempre una forza, diamo a Cesare quel che è di Cesare.
La mia Laila non perse un solo attimo di tempo, si alzò di scatto dalla panchina con una strana luce negli occhi che a me pareva persino fosforescente e mi afferrò la mano con la sua invitandomi ad alzarmi, stringendomela così forte da incutermi un improvviso brivido di paura, ma fu solo un lampo, un brevissimo lampo, come il flash d'una macchina fotografica.
Lei camminava in fretta avanti, io la seguivo un paio di metri distante da dietro, come quel padre geloso che segue la propria figlia di nascosto e senza farsene accorgere, mimetizzato sotto il cappello e coperto dall'impermeabile, magari persino col giornale in mano, facendo finta di leggerlo e guardandola da dietro gli occhiali scuri.
Vidi la sua panda color rosso fuoco tipo le fiamme dell'inferno, era posteggiata poco distante da quella villa proprio come mi aveva detto lei in precedenza. Era un'auto pulita, ben tenuta tanto da sembrarmi appena uscita da un'officina per il lavaggio. Per un attimo credetti che se le era fatta lavare in vista del nostro incontro ma poi pensai subito che non era affatto possibile, a meno che non aveva il dono di predire il futuro, ormai dopo quello che di strano mi stava accadendo quel giorno, non escludevo più nessuna ipotesi, anche la più inverosimile.
Laila aprì lo sportello, quello situato accanto al posto di guida e con estrema gentilezza mi fece segno di entrare e di sedermi, io lo feci subito senza lasciarmi minimamente pregare, chiuse in fretta lo sportello, aprì l'altro e si sedette al volante e via più veloci della luce, si fa per dire perchè a Messina c'è sempre traffico in ogni ora del giorno. L'odore suo inebriante, due gambe splendide che non potevo fare a meno di notare con la coda dell'occhio mentre guidava, e poi ancora il seno perfetto che s'intravedeva dalla camicetta e che sembrava sollecitare la mia attenzione ad ogni suo movimento, i capelli che ondeggiavano al vento man mano che l'auto prendeva velocità quasi come una puledra in libertà nei campi, insomma tutto di lei stava cominciando a procurarmi un'altra violenta ed incontrollabile eccitazione, nessuna ragazzina della mia età mi aveva mai stimolato così tanto. No! Non si trattava di un sogno o di una semplice fantasia erotica dove sarebbe bastato svegliarsi dandosi un pizzicotto per ritornare alla normalità, no! Lei era vera, straordinariamente vera, in carne e ossa, molta più carne che ossa. Ricordo che per un attimo, pur di liberarmi col pensiero da quel dolce tormento, provai persino con l'immaginazione a trasformarla in una vecchia racchia piena di lentiggini, brufoli e cellulite ma fu uno sforzo vano perchè appena aprivo nuovamente gli occhi e vedevo lei, lei e soltanto lei, nessun'altra immagine o figura creata da me per contrastarla, riusciva a prendere il sopravvento su lei, la mia Laila eclissava tutto e regnava sovrana, fuori e dentro di me.
Per un attimo credetti persino di raggiungere l'orgasmo, lì sulla macchina, senza nessun contatto fisico con lei ma semplicemente avendola vicino; per non sporcarmi e rovinare tutto ancor prima di cominciare, cercai di distrarmi in tutti i modi possibili ma tutti i miei pensieri ormai si affollavano su lei.
D'un tratto, mentre guidava, mise la mano nella sua borsetta, tirò fuori un pacchetto di sigarette e mi pregò di prenderne una e metterla nella sua bocca

claudiocisco - 06:36

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