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categoria: poesie

Madre esempio di vita

Madre mia,
che dal seme del tuo ventre,
hai dato la luce nella mia vita,
mentre,
le mie tenere mani
erano pronte per accarezzarti.
Dal quel gocio di rugiada
che scese di gioia
dal tuo viso,
tu sei stata sempre
scudo d'amore
nei passi quotidiani della mia esistenza.
Dal tuo sorriso,
mi conforto
nella porticina del tuo cuore,
dove tu hai fotografato e custodito,
ogni cosa meravigliosa
che ho saputo regalare,
e dove tutto ciò che si colora
d'amore e sincerità.
Ora la mano
che posso tenderti
è più forte
per stringerti affettuosamente,
con imenso bene.
I tuoi dolci capelli bianchi,
sono il candido colore puro,
di una donna che ha vissuto,
il percorso di tante fatiche
ma che ha donato sempre
la parte migliore di sè
(Tanti auguroni mamma ti vogliamo tutti un gran bene,dal tuo caro figlio Marco,Mariuccia,tua nuora Rosa e i tuoi nipoti.Auguriiiiiiiiii)

Marco poeta siracusano - tratto da dai suoi brani poetici

segnalata da Marco domenica 10 maggio 2009

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categoria: poesie

poesie rosa di primvera e il ricordo di un papà

Poesia
Rosa di primavera
Il terreno era incolto
E mancavi tu
Poi fu coltivato e il concime fu messo in più.
Uno stelo è uscito da un terreno,
Era la rosa che si apriva o meno.
Simbolo d’amore e di virtù
Mancavi solo tu.
Poi ti raccolsi per il mio amore,
Ti donai per il mio buon cuore.
Un soffio di vento
Ti fece strappare un petalo
E ti tradì come un mondo intero.
Oh rosa dei campi
Oh rosa del cuor Divino
Mantieni il tuo colore
Fino al levar del mattino.

Poesia
Il ricordo di un papà
Una volta visse un uomo
Che il buon Dio mi donò.
Mi resi conto che era mio padre e lui mi amò.
Tanto amore mi aveva dato,su questo mio cuore ingrato.
Tanta voglia di vivere egli aveva
Con tutte le sofferenze che lo dolevano.
Un giorno quando mi trovai in piena felicità,
Si spezzò un cuore di grandiosità.
Un cuore cessò di battere
E una parte di me cessò con essa.
Il volere Divino lo chiamò
E dalle mie braccia se ne andò.
Ora piango e lo rimpiango
Ma oramai è in paradiso
Dolce e fiero mi manda un sorriso.
Salito alle porte del cielo
I suoi occhi gli si aprirono come un velo.
Il suo cuore vive ancora
Lo ricordo ogni ora
Lo amerò finchè fiato avrò
Perché un giorno lo rivedrò
Questo mio cuore combatte la vita
Perché è dura ma non è finita.

Marco poeta siracusano - tratto da dai suoi brani poetici

segnalata da Marco sabato 27 dicembre 2008

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categoria: Poesie

solitudine

La solitudine

Chi ha un gatto, chi un cane
Chi un amico, chi un parente
Chi solo tu, crudele, incorruttibile, altera compagna.
Chi non ti conosce difetta
Chi cammina al tuo fianco ha già un piede nella fossa
Ci sei, si sente, eccome!
Non ci sei…chi sei?
Impalpabile eterea figura
Per molto tempo sconosciuta
Purtroppo adesso ombra mia
Ti amo perché sei l’ultimo baluardo
Ti odio pensando ai ricordi che furono
Perché ti ho incontrato nel mio girovagare?
Traguardo dei miei fallimenti
Cosa ho perso per trovare te?
Hai vinto l’ultima delle battaglie
Sei diventata la mia regina
Ed io il tuo lacchè
Tu che vivi delle mie lacrime
Tu che godi del mio patire
Tu che ridi nel mio cuore infranto
Tu che rodi ad ogni mio sussulto
Tu che castri le mie pulsioni
Tu che polverizzi l’intelletto
Tu che inibisci i sogni e smorzi ogni impeto vitale
Fammi almeno credere in una possibilità
Permettimi l’ardire di poter cambiare, se non invertire, la rotta
Dammi la forza di spezzare la catena dell’àncora
e dai vigorìa ai colori della speranza
il tempo non ti costa e quindi aspetta,
ancora non sono pronto
per vivere solo con te.
Voglio riprovare le emozioni per uno sguardo,
i fremiti per una carezza,
l’imbarazzo per una parola.
Voglio dimenticarti, a te non ho fatto neppure la promessa
Di eterno amore, nel bene e nel male…

bigbruno - tratto da pensieri

segnalata da bigbruno venerdì 28 luglio 2006

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categoria: Poesie

“Al figlio che verrà”

Ti immagino,
sei moro, con occhi grandi e verdi,
né magro, né grasso.
Il tuo cognome è lo stesso della persona più importante per tua madre,
la persona che ha amato e che amerà per sempre.

Sorridi, sempre.
Ti piace il mare,
giochi nell’acqua bassa,
perché sai che tua madre si spaventa se entri più dentro.
Così gridi:
“Papà, portami laggiù!”
E vai felice sulle spalle di tuo padre,
lì dove l’acqua è alta.
Hai paura,
ma sai che finchè tuo papà è con te
e tua mamma ti guarda dalla spiaggia,
non potrà accaderti nulla.
Con il tuo costumino verde,
sei il bimbo più bello della spiaggia…

Sei il frutto sublime di Amore stesso.

In casa sei un terremoto,
non stai fermo un secondo
e mandi tua madre in delirio,
ma il tutto si conclude con una grande risata,
nel momento in cui tuo padre apre la porta di casa…

E’ l’ora di cena
ed il tavolo è ancora pieno di
quaderni, colori, giochi e costruzioni…
“Su, su di fretta, che è pronto!”
Tuo padre ti aiuta a sistemare,
un volo sul seggiolone e si cena…
Ti piace mangiare le cose “dei grandi”.

Vivi nell’amore di mamma e papà.

Tranquillo, la tua infanzia sarà stupenda,
te lo prometto.

Laura.

Laura - tratto da l mio libro che uscirà a breve!

segnalata da Lally venerdì 14 aprile 2006

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categoria: poesie

L'ALBERO DI NATALE

Ci sono stati tempi in cui
Aspettavamo l’8 di dicembre
Per preparare l’albero e le luci
La nostra tradizione di sempre.
Così quando veniva sera
Quel riscaldarsi di luci e colori
Riempiva l’aria di gioia e festa
E illuminava i nostri cuori.
8 dicembre, torno a casa dal lavoro
Vedo le luci dal balcone
Salgo in casa vedo l’albero
E provo ancora quella vecchia emozione.
Ma sono passati un po’ di anni
Non sono più un bambino
E questo a volte non lo accetto
Un po’ come giocare a nascondino.
Ma prima o poi qualcuno arriva e ti trova
E così con me ha fatto il destino
Ma stanotte mi dimentico di ciò che sono
Davanti a quelle luci sono di nuovo un bambino.
La notte del 24 dicembre
Il parroco recita la messa
Per celebrare la nascita di Gesù bambino
E la predica è sempre la stessa.
E anche i fedeli sono sempre quelli
Solo con i capelli ogni anno un po’ più bianchi
Ma stanotte tra le neve ed i presepi
Ci sentiamo tutti più buoni e meno stanchi.
Scivolo sulla neve
Ci mettiamo tutti a ridere
Arriviamo sotto l’albero
Abbiamo dei regali da ricevere.
È passato un po’ di tempo
Non credo più a babbo natale
Ma stanotte mi metto sotto l’albero
E resto qui ad aspettare.

BUON NATALE A TUTTI.

LucaG - tratto da MyLyrics

segnalata da LucaG giovedì 13 dicembre 2007

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categoria: Poesie

Canto di San Valentino.

Per le anime col cuore riverso nella spazzatura,
per coloro che non sanno più né amare né odiare,
per le ombre che siedono nel presente senza far rumore,
per l’uomo che attende il ritorno d’un angelo sceso all’ alba,
per te mia luce che ogni istante colori un po’ d’azzurro.
Solitaria una notte,
nella via, due anni fa:
nel tuo cielo una rosa,
rapita alla musica,
e-mail per dire Amore
ma San Valentino ignora,
una goccia dopo l'altra
cade nel buio del cuore.

RIT: Guardo un fruscio del vento,
sopra il golfo di Trieste,
due pensieri in un nodo
e nella mente il tuo ricordo.

Spesso, i giorni perdono
il sapore del suono,
dietro il silenzio, una voce:
"Chiamami, se ti va... Chiama,..",
ingenuità d'un bambino,
ieri ho venduto l'anima,
oggi carezzo il cuscino,
ricordando un' illusione.

RIT: Guardo un fruscio del vento,
sopra il golfo di Trieste,
due pensieri in un nodo
e nella mente il tuo ricordo.

Guarda: un fruscio di vento
coglie il mare di Trieste,
mormorano le finestre,
due pensieri in un nodo
e nella mente un ricordo.
Sì, gioca un po' l'emozione:
ora che vorrei dirti molte cose,
forse non ho più parole.

Anonimo Italiano

segnalata da Anonimo italiano lunedì 13 febbraio 2006

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categoria: Poesie

Angelo

" ...Come un angelo sei sceso dalle fauci del paradiso ad allietare la
mia anima e a complicare i miei stati d'animo...
Amico mio, sei un dolce regalo della vita, un dolce sentiero da
percorrere cercando di afferrare il punto di arrivo che non arriva mai!
Un sorriso allo stesso tempo sereno e detestabile, sincero e
inequiparabile...gentile? Si'...come le pendici liscie di una collina
interminabile su cui ergono fiori e alberi in quantita', con colori che
rallegrano al loro solo sguardo!
Dolce neve che cade imperterrita sui capelli, accarezzando il mio volto
con la tenerezza di un bambino, pagine aperte di un libro mai
invecchiato...tante parole sparse un po' qua un po' la' sconfusionate ma
cariche di sentimento ed emozioni...
Energiche foglie che sorvolano l'altitudine infinita della pianura
distesa davanti agli occhi...le vedi?...sono di mille e piu' tonalita' e
colorano il suolo con sfumature pastello che inebriano l'anima...
Ci sono io al centro di questo mondo pronto a sferzare duri colpi per
chi porge parole o gesti "forzati" contro il mio angelo...atteggiamenti
vani per tutti loro perche' intorno a te ho costruito come un manto
indistruttibile per proteggerti dal tutto...per renderti intoccabile e
impenetrabile...te ne rendi conto?
Coccolami...riempimi di emozioni e di sentimenti...abbracciami e baciami
all'infinito come tu sai fare...parole cariche di dolcezza e gesti
ricchi di affetto per far si' che questa magia non ceda alle tentazioni
e agli ostacoli...per non danneggiare quel qualcosa che c'e' ma che non
e' ben definibile con parole umane...
Sbalordiscimi con tutto cio' che puo' essere nuovo e sensuale, gentile e
immaturo, bello ed eterno, come queste tante frasi che qui vengono
scritte e nella mente vengono incise!
Sempre le nuvole hanno voluto mandare messaggi verso la terra ma nessuno
e' mai riuscito a percepirle...sono messaggi di amore e di amicizia...e
noi abbiamo colto tutto cio' che potevamo senza scrupoli o finte paure,
con coraggio e poesia...
Questo siamo!
Tra noi c'e' qualcosa di paragonabile alla limpidita' del
cielo...ondeggiante come il mare e tortuoso come le montagne...e' una
metafora dell'universo, ma eterno & onniscente...come NOI !!!!!!!! "

Sara

segnalata da Sara giovedì 19 settembre 2002

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categoria: Poesie

Mi manchi

Mi mancano i tuoi occhi da scrutare, da leggere, da interpretare ogni mattina
così belli e così cangianti nel colore e nell’umore:

limpidi quando sono sereni
teneri quando sono tristi e malinconici
penetranti quando sono carichi di cattiveria
furbi quando sono pieni di passione
arroganti quando sono vogliosi di rivincita
luminosi quando sono lucidi di lacrime.

Mi mancano i tuoi capelli da spettinare.

Mi manca la tua bocca da baciare.

Mi manca il tuo corpo da catturare.

Mi mancano le tue gambe da ammirare.

Mi manca il contatto della tua pelle liscia e profumata.

Mi mancano i tuoi seni da accarezzare.

Mi mancano i tuoi capezzoli da succhiare.

Mi manca il tuo sesso da sfiorare, da toccare, da baciare
Il tuo sesso su cui adagiarmi lentamente e poi riempire di attenzioni
Il tuo sesso che ogni volta mi regala sensazioni fantastiche.

Mi manchi tu
Mi manca il tuo carattere così forte e così fragile
Così deciso e così contradditorio
Così sereno e così instabile
Così positivo e così volubile.

Mi manca la tua voglia di vivere
Mi manca la tua voglia di felicità
Mi manca la tua voglia di passione
Mi manca la tua voglia di trasgressione
Mi manca la tua voglia di ricevere e regalare amore,
Di non essere mai banale.



Mi manca la tua simpatia
Mi manca la tua ironia
Mi manca la tua sfrontatezza
Mi manca la tua testardaggine
Mi manca la tua insicurezza
Mi manca la tua carica erotica
Mi manca la tua passione.

Mi manca il tuo bisogno di equilibrio che io cerco ogni giorno di darti
Mi manca il mio bisogno di certezze che tu ogni giorno non puoi darmi.

Mi mancano tante piccole e grandi cose che non possiamo condividere.

Mi manca la carica che sai trasmettere
Mi manca la sicurezza che riesco ad avere solo se ci sei tu
Mi manca il sentirmi l’uomo più fortunato del mondo.

Mi addormento con te
Mi risveglio con te
Il pensiero di poter perdere tutto questo mi stronca.

Roberto

segnalata da Roberto martedì 11 febbraio 2003

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categoria: Poesie

Metaphysica


Quando ti conobbi,
in quell'universo di note
di vario colore,

non avrei mai pensato,
che il tuo profumo
si sarebbe trasformato

in una cascata
di pensieri divini,
sommersa dalle foglie

che qualcuno
andava spargendo
sulle contrade,

sì che il tuo corpo
vibrasse all'unisono
con il Paradiso!

Così ti vidi,
quel giorno,
persa fra le sensazioni

che tu donavi . . .
facendomi trasalire,
ed insieme a me,

nei ghirigori dell'ebbra
sazietà di noi,
un palpito d'infinito

faceva riempire anche te
di tenera follia,
perché in quella

ti scoprii mia . . .
Come dal Nautilus
andava affiorando

la scoperta di nuovi mondi
d'ineffabile bellezza . . .
così tu fosti

il mio sogno fantascientifico,
realtà di carne e di poesia
apparentemente senza senso,

ma lo strascico
del tuo vestito di nozze . . .
è stato trasportato

dalle ancelle di Venere!
Perché c'eri anche tu,
quel giorno

che si parlava di noi,
ed hai potuto appurare
quanto il canto degli uccelli

portasse i nostri nomi,
con affettuosa devozione,
tanto al di là del vento

e delle montagne,
da fonderli per sempre
in un abbraccio solenne,

dentro i nostri cuori!

FernyMax

segnalata da FernyMax lunedì 24 febbraio 2003

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categoria: Poesie

Le cose che salvano

La mia vita è ...
una storia d’amore,
per tutte le cose
che fanno salvare!

E’ incominciata
su di un prato,
dove mio padre
portava un cucciolo
appena cresciuto,
a correre al sole...
per togliere al mondo
la sua tristezza...!

I colori più belli
riempivano d’incanto
i miei sogni di fanciullo,
fatti a occhi aperti
sotto il cielo azzurro...

Da allora ho camminato
tanto... sul mio sentiero,
trovando sassi enormi
e anche rose, bellissime,
ma con spine dolorose,
che m’han spillato
il sangue troppe volte!

Ho anche smarrito
la direzione di casa,
rimettendoci tutta
la mia ingenuità...
E non sapevo più
neanche dove andare,
coi miei gesti ridotti
alla disperazione...

Per questo ancora
non so com’abbia fatto
a risalire la china,
tremando per il freddo
e lasciando che il vento,
mi rubasse alle spalle
tutta la stupidità...

Adesso so solo
che, da non molto,
è ricominciata la vita
che avevo perduta,
e mi sembra infine
di poter capire, e volere,
le cose che aiutano
a farci salvare...!

Grazie, Babbo,
eternamente...

FernyMax - tratto da Ricordo di mio padre

segnalata da FernyMax mercoledì 11 giugno 2003

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categoria: Poesie

Una notte come questa

Oggi è iniziato il freddo.
Non volevo ammetterlo
neanche con me stesso:
la gente s'è incappottata...

Altro che maniche di camicia
d'appena tre giorni prima!
Un freddo intenso, capace
d'evocare l'aria dei morti...

ma sì, quel vento glaciale,
che a Napoli, a dire il vero,
non s'era avvertito manco
durante il 2 novembre...

con tanto sole che pareva
fosse giorno di primavera...
Ora, stò gelo, fora l'anima
come 1 coltellone da cucina.

Anke le mie paure rifanno
capolino, insieme al freddo.
Ma ci metto uno stop, sennò
sai che sfracello... lasciarsi

trascinare dai pensieri cupi.
Nò, gliel'ho già detto
all'uomo nero d'andar via
con tutte le sue angosce...

Perché adesso parlo io
e voglio inventarmi la vita
diversa ogni giorno
che passa e più bella,

anche se ci faccio a botte
con lui di tanto in tanto ...
Quel diavolo ingannatore,
stesse attento anche lui

alla pretesa di vincere
sulla nostre debolezze,
privandoci della speranza
in un destino migliore...

Infatti se l'è data a gambe,
il vigliaccone! Aveva scordato
che lo Spirito Consolatore,
superato il primo panico

ci dà la forza di reagire,
così da fargli lo sgambetto
proprio quando lui vorrebbe
già proclamarsi vincitore.

Ma ora sono tranquillo,
benché persista il freddo...
Dopo una cenetta con due
boccaletti di vin sincero,

cosa ci vieta di godere
della dolcezza ritrovata,
e di brindare alla vita,
alla faccia del freddo,

degli smorti colori,
degli spenti sapori
e di tutti i dolori...?
Viva la gioia di vivere

conquistata ogni volta!
Non arrendetevi mai
& brindate con me...
felicissima notte

dal vs. fe;*)fè

FernyMax - tratto da pensierini notturni al freddo & al gelo

segnalata da FernyMax domenica 20 novembre 2005

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categoria: poesie

L'anno che vvene...

'A fine 'e ll'anno
nuje c'appreparammo
spiritualmente
a 'na trasfurmazione

pe' nunn avé a spàrtere
cchiù nniente
cu' 'a pecundrìa
e cu' 'a disperazione

cu' 'e guaje d' 'a guerra
d' 'a famme
o d' 'e mmalatje
cchiù fetiente

L'anno che vvene
'o vulimmo
miso a nnuovo
cu' 'a faccia bella

d' 'a felicità e l'allerja
cu' ddenare assaje
'a salute
e 'a cumpagnia

'O siente pure
'int' 'a frischezza
'e n'aria pulita
ca quaccosa

sta arrivanno
'e bbuono
mmiez'a lluce
e culure appicciate

E' 'a vita toja
ca se rennova
e pecciò se spara
'a fine 'e ll'anno

e se fa ammujna
pecché a 'o viecchio
'o vulessemo accidere
pe' ffà post' 'o nnuovo

comme si nun fusse
sulo 'na festa
grande d'aùrio
ma propetamente

'na Revoluzzione

TRADUZIONE

Alla fine dell'anno
noi ci prepariamo
spiritualmente
a una trasformazione

per non avere più nulla
da condividere
con la depressione
e la disperazione

coi guai della guerra
della fame
o delle malattie
più terribili

L'anno che viene
lo vogliamo
del tutto nuovo
con il bel volto

della felicità e l'allegria
con denari a josa
la salute
e la compagnia

Lo senti pure
nella freschezza
di un'aria pulita
che qualcosa

sta arrivando
di buono
in mezzo a luci
e colori accesi

E' la tua vita
che si rinnova
e per questo si spara
alla fine dell'anno

e si fa lieta confusione
perché il vecchio
lo vorremmo distruggere
per fare posto al nuovo

come se non fosse
solo una festa
grande d'augurio
ma propriamente

una Rivoluzione

Nota dell'autore:

Auguri e felicitazioni a tutti...

W il 2008! W Masaniello!! W Noi!!!

FernyMax

segnalata da FernyMax domenica 30 dicembre 2007

stelline voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

SAPRO’ DIMENTICARE

E dissi
presto sarà inverno
ci sarà
freddo
attorno
e dentro il cuore

La ragazza
rispose
non farci caso
il mondo
è per chi
vive

Ed io pensai
l’ho già dimenticata
dovro’, sapro’
dimenticare
spazzero’ via
il dolore

Voragini
e colori opachi
film di fantascienza
grandi prospettive
e mucchi di giornali

Fogli di carta
appunti
e un gatto
tutto grigio
per venirne fuori

L’ho già dimenticata
la dovro’,sapro’
dimenticare
continuavo a ripetermi

e un aquilone blu’
colpiva la mia fantasia
per dimenticare
non bastava immagazzinare
nuove occasioni

col cuore in gola
il fegato a pezzi
ripresi a cantare
cambiando le parole
alle canzoni
d’ autore

sapro’ dimenticare
dovro’
dimenticare

ma quanta fatica
quanta rabbia
e quante occasioni
e lei,la mia lei
l’ ho già dimenticata

segnalata da aurimper mercoledì 16 gennaio 2008

stelline voti: 19; popolarità: 0; 4 commenti

categoria: poesie

Quel tempo di più

Forse tu sola
potevi darmi il colore

forte pastello
dei tuoi sogni profumati

di giovinezza
e di quell'amore,

che io ti cercavo...
ma che poi rifiutavo,

quasi timoroso
tu mi fossi appartenuta

troppo facilmente,
in un tempo così breve...

Ma tu eri vera
oasi soave, e carnale...

sì da farmi sapere
ormai più di tutto di te,

ma senza riuscire
insieme a fermare

il senso inquieto
della nostra epoca,

che si lasciava andare
agli spropositi storici,

e irrilevanti,
della contestazione...

Noi, già nuovi adulti,
eppure bambini,

senza il minimo
pudore o criterio,

solo con la fissa
di saper arrivare

a destinazione,
quantunque ignota,

ci concedevamo
tutto il nostro tempo...

Ma tu forse nò,
tu sapevi meglio di me

già cosa fare
e dove c'era da andare...

Ero soltanto io,
che non ero preparato,

in una parte di me,
a voler morire...

La mia libertà
e il mio malessere,

non ti potevano
ancora amare...

Mi occorreva forse
solo un pò di tempo,

appena un pò di più
del tempo, che allora

potevi donarmi tu...

FernyMax - tratto da lla mia vita

segnalata da FernyMax venerdì 22 dicembre 2006

stelline voti: 19; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Io... ragazzo del '49, II parte (I falsi miti)

(che l'orizzonte s'infiammava
allora improvvisamente...)

di figure luccicanti
dalle splendide uniformi

in parate suggestive,
con riferimenti storici

e ambiziosi traguardi,
capaci di rendere

noi giovani le prede
designate di propagandisti

di falsi miti di gloria
col saluto romano...

Cui s'aggiunse pure
la suggestione

di quei militi perfetti
al passo dell'oca,

con la svastica al braccio
in campo bianco e rosso...

dominati da una volontà
di assoluta grandezza

per la patria e l'onore,
fino al sacrificio estremo,

con il culto del sangue
reso alla terra madre,

"eroi" incuranti di sé,
nel dono più totale...

Un paradiso guerriero
di membri senza macchia,

ove gli organi coesi
dell'intera nazione

potevano collaborare
al sommo bene comune.

Il singolo attraverso
il valore del cameratismo

ritrovava in sé stesso
la forza delle legioni,

senza la frattura di classi,
o conflitti intestini...

Io ancora mi guardo
dentro... come allucinato,

e forse inconsapevole
di essere arrivato

quasi molto vicino
a perdere la ragione,

a causa, probabilmente,
solo delle più banali

esplosioni ormonali,
da cui è così normale

vengano presi i giovani...
senza alcuna distinzione

di schieramento ideale,
perché l'estremismo

è sempre fine a sé stesso
e in fondo non è il colore,

ma la violenza di per sé
la cosa da condannare...

Ne sono uscito, grazie a Dio.
Spero di essere un adulto

e che tutto sia passato...
nulla di più e nulla meno

di come ve lo abbiamo
appena raccontato...

io & la mia anima,
che ora ci rallegriamo,

così, semplicemente...
del pericolo scampato.

Fine della seconda parte.

FernyMax - tratto da riflessioni d'ora & allora

segnalata da FernyMax martedì 13 giugno 2006

stelline voti: 2; popolarità: 0; 1 commenti

categoria: poesie

A volte...

vorrei essere utile
o vorrei non averti mai incontrato

vivevo nel buio
rinchiusa nel mio guscio
dentro ad un mondo tutto mio
fatto di tristezza di incertezze

sarei mai stata capace di mettere la testa fuori
dare un occhiata al mondo
per vedere se sarei stata in grado di camminare da sola?

No

Ancora una volta mi chiudo in me stessa
dentro quella corazza che mi sono creata intorno a me per proteggermi da tutto il male che c è in questo mondo....
Scrack

Qualcuno mi ha calpestato...
il guscio in frantumi
Sofferente sento qualcosa che mi solleva da terra
mi porta al riparo in un posto a me sconosciuto

comincio a sentirmi meglio ogni giorno
che passa
sempre di piu finche
non scopro che il mio eroe
la mia salvezza sei stato te

Mi sento rinascere
la mia vita comincia a prendere forma
colori
comincio ad acquisire fiducia in essa
tutte le paure le incertezze e i dubbi svaniscono nell aria....

l amore che hai per me il modo col quale ti prendi cura di me il modo
con cui mi insegni a vivere
a partire dalle semplici cose
è a dir poco immenso...

un amore cosi grande
che a sua volta mi fa innamorare di te...

crash
sento un colpo forte
mi accorgo di essere caduta al suolo...

Ancora una volta la paura comincia a farsi sentire:

E la forza dell'amore

Amore ti ho fatto troppo stare male,
con me ti sei ritrovato imprigionato in una gabbia senza nessuna via di scampo

Adesso è arrivato il tempo di lasciare volare via libero verso infiniti orrizonti
quell' uccelino che mi aveva fatto ritrovare la luce
che tanto calore aveva saputo donarmi
ma che purtroppo io ho soffocato con il troppo amare

Ti Amo

Ora sei libero da ogni catena!...

e per tutto cio...

A volte non vorrei averti mai conosciuto

Anya - tratto da Anya

segnalata da Anya mercoledì 31 dicembre 2008

stelline voti: 7; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

IL GRIDO DI LIBERTA'

Nel gioco dell’umanità...
la libertà,
non può essere bloccata.

Nessuno può entrare
senza alcun permesso..

Torturarti di scegliere
di sbagliare
di amare.
Siamo liberi dalla nascita..

Se si potesse cambiare..
Nulla cambierei ..
e se solo potessi ?

Scenderei dal treno in corsa,
per poter apprezzare da vicino il senso della vita.
Volando libera
oltre le nuvole
sorridendo a tutto ciò che vedo
che sento..

Cercherei di riempire gli occhi
di mille e mille colori,
per proiettarli
tra le paludose indifferenze
di silenzi
in un muro ostile ,
alzando la voce
dal profondo dell' animo..
Alla ricerca dell'ESSERE,
che né si ferma
né si spegne
in una realtà
senza tempo,
senza parole..

Attraverserei barriere ed ostacoli
creati dall' arte,
dalla mente,
per essere imprigionati dal cuore...

Cercherei di trovare un posto
nel silenzio più assoluto..
per poter ascoltare
la voce,
la poesia
e la musica
alla ricerca del mio IO.....
per essere
solo me stessa

Gridando libertà
....

Giulia Gabbia

segnalata da Giulia Gabbia lunedì 2 agosto 2010

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categoria: Poesie

SAPRO’ DIMENTICARE

E dissi
presto sarà inverno
ci sarà
freddo
attorno
e dentro il cuore

La ragazza
rispose
non farci caso
il mondo
è per chi
vive

Ed io pensai
l’ho già dimenticata
dovro’, sapro’
dimenticare
spazzero’ via
il dolore

Voragini
e colori opachi
film di fantascienza
grandi prospettive
e mucchi di giornali

Fogli di carta
appunti
e un gatto
tutto grigio
per venirne fuori

L’ho già dimenticata
la dovro’,sapro’
dimenticare
continuavo a ripetermi

e un aquilone blu’
colpiva la mia fantasia
per dimenticare
non bastava immagazzinare
nuove occasioni

col cuore in gola
il fegato a pezzi
ripresi a cantare
cambiando le parole
alle canzoni
d’ autore

sapro’ dimenticare
dovro’
dimenticare

ma quanta fatica
quanta rabbia
e quante occasioni
e lei,la mia lei
l’ ho già dimenticata

segnalata da aurimper martedì 12 febbraio 2013

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categoria: Poesie

Opulenza Evaporata

L' opulenza evapora come nebbia
al primo albeggiare della cognizione,
sotto i suoi occhi smeraldi, assetati.
Un velo enigmatico che si disperde
tra le correnti eterne,
lo rendono schiavo del suo nudo
una volta andato
non è più possibile riacquistarlo.
Perle di fortuna evanescenti
nella brezza imprevedibile
dell'incauto imprudente
cadono dalle scale della perdita,
nell'aria l'ira del leone sconfitto.
Ogni avere, cangiante e caduco, lanciato al suolo risuonando
elogi di autocompiacimento
si manifesta come un sauro
che scivola via in un battito di ciglia, emblema di un ricordo
ormai disperso nell'arroganza.
Un forziere vuoto di sogni brilla
nel suo nulla, in quelle promesse
mai onorate per qualcuno,
ma dissipate con frivolezza!
La speranza si esilia in ogni volto,
volti che un tempo
risplendevano con convinzione.
Ora metamorfosati in ombre,
riccioli di ricordi effimeri,
dove ogni raggio di luce
diventa un'eco di rammarico, lasciando l'abisso vuoto
assorbendo all'anima la pace.
L'angoscia si insidia
tra le pieghe del cuore,
e il dolore si fa compagno veleno muto e incisivo!
Un inchiostro indelebile
su pagine ormai ingiallite
sul quale piangere disperato.
In questo scenario desolante
di perdite e tormento,
il tempo si arresta e osserva
con occhio critico, l'egoismo punito,
mentre le storie
di colori festivi e opulenti
vivi di lussureggiante armonia,
acquistati con fiamma dorata
si estinguono nel baratro.
E i sogni, un tempo vibranti,
ora giacciono come foglie
morte sul terreno sterile.
Così il ricordo di ciò
che era apprezzato
per la sua carnalità,
si trasmuta in un soffio fetido annegato in un oceano di ombre,
di nostalgiche riflessioni
senza zattera salvifica
di salvezza mai coltivata
per eccessiva superbia,
e il fango nel suo latte
è letto perpetuo nel dimenticatoio
del rimorso nel suo ineluttabile
dissidio imperituro.

Laura Lapietra ©

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra mercoledì 11 settembre 2024

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categoria: Poesie

Gocce

Gocce

Siamo gocce d'oceano
diamanti liquidi
che incantano
nell'immenso unico mare
che ci unisce
nel suo grembo
per essere sol un corpo,
un sol suono,
un sol lamento,
un sol canto
lesto nell'intensità
del suo ceruleo colore,
ma non saremo
mai gocce uguali
per veemenza propria
sulla pelle del destino,
sulla sponda delle risoluzioni
nel palato affamato
di difficoltà spasmodica!
Non saremo altri
che gocce di stelle
segmenti intersecantisi
regolari o irregolari
sul pentagramma
della vita che suona
a ritmo di bonaccia
ricamata dalle turbolenze
quando incombono
minacciose,
a stordire l'intensità
dell'essenza propria
nello spruzzo
dell'istante che ci separa
sullo scoglio della falesia.
Infine saremo gocce
gocce di polvere
disperse nel tempo
nel prosciugarci
quando soli,
lontani dal manto blu!
Avremmo desiderato
essere unici
piuttosto che uguali
nelle diversità
che ci contraddistinguono
seppur natii
dallo stesso fottio
delle stesse acque d'oceano
che dominano le inclinazioni
dei nostri cuori
nel vasto mare della vita,
senza dimenticare mai
che privi di esso
sin dalle origini
non saremmo neppure
semplice polvere!

©Laura Lapietra

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra martedì 21 giugno 2022


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