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Sono presenti 47 poesie. Pagina 3 di 3: dalla 41a posizione alla 47a.
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categoria: Poesie
SilviaStella
Silvia scriveva tutto sul suo diario rosso.
Madre portoghese con le valigie in mano
lei fuma di nascosto nei bagni della scuola,
la prima volta tossiva tantissimo
ma
lei sorride
prende tutto con filosofia
la notte
si sfiora
e sogna
che vola
via
come una stella
lo sai che sei bella
Silvia vai via, in altomare
impara a sognare
Silvia non s’innamora
lei vive già sola
il padre di nascosto
però le dà una mano
l’amore due vole sole
in auto senza parole
fatto malamente
fortuna inesistente
ma
lei sorride
prende tutto con filosofia
la notte
si sfiora
e sogna
che vola
via
come una stella
lo sai che sei bella….
Silvia vai via, in altomare…
impara a sognare---
via
come una stella
lo sai che sei bella…
Silvia vai via, in Altomare…
impara a sognare
Silvia scriveva tutto sul suo diario rosso.
segnalata da Laurab mercoledì 21 dicembre 2005
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categoria: Poesie
LI VECCHIARIEDDI
LI VECCHIARIEDDI
Li vecchiarieddi vuardano luntano.
A li vuerre, a la famma, a li stiendi,a
lu surore re la fronta pe’ affà esse
‘na vrancata re raurinio ra’ int’à la terra,
certi vvoti avara, certi vvoti pure matregna.
Vuardano a li figli crisciuti
‘ntiempi re’ vuerra cum’a li puorci
magnanno la farina re li gliandi,
li mmeli ancora acevere
ca cariano ‘nterra ra l’arbero
‘nzecculluto annanzi a lu purtone re la casa.
S’allicordano ca’ puri quanno murìa
‘na jaddina vicchiaredda
ca’ nun servìa mango a fare l’ ova la matina,
era ‘na festa pe’ tutta la casa.
Ardia lu’ ffuoco rint’à lu’ fucone
e se mettìa a volle pe’ tutta la jurnata.
La sera se facia festa.
‘Nu tuozzo re pane niuro,
‘nzuppato rint’à la vrora caura,
nu’ pezzettudo re carni tuosto cum’à na preta
e iddo ca’ se rusucava, chianu chiano,
cu’ chiri quatto rienti trumulianti,
li pieri arrappuliati re la jaddina.
Lu vecchiarieddo vuardava li niputi,
assettati a circhio annanzi a lu’ fucone,
aizava ll’uocchi a lu suffitto affummuchiati
e po’ ringrazziava a Dio!
Catello Nastro
TRADUZIONE
(dal dialetto cilentano)
I vecchi guardano lontano. Ricordano le guerre, la fame, gli stenti, il sudore della fronte per cavare dal terreno, certe volte avaro, certe volte addirittura malvagio, una manciata di granoturco. Guardano i figli cresciuti in tempo di guerra mangiando pane fatto con la farina con aggiunta di ghiande macinate, come i maiali, e le mele ancora acerbe cadute prematuramente da un albero poco produttivo davanti casa. Ricordano che quando moriva una gallina vecchia, che non serviva nemmeno a fare le uova ogni giorno, era gran festa. Si attizzava il fuoco nel camino, si poneva la carne con le ossa e le frattaglie in un paiolo di rame stagnato e si metteva a bollire per tutta la giornata. La sera era gran festa. Un tozzo di pane nero inzuppato nel brodo e qualche pezzo di carne duro come una pietra. Al nonni toccavano le zampe della gallina, la testa, il collo e le parti meno prelibate. Le parti migliori venivano date ai bambini. Il vecchietto guardava i nipoti che crescevano, alzava gli occhi al soffitto pieno di fumo e poi ringraziava Iddio.
Catello Nastro - tratto da POESIE CILENTANE
segnalata da Catello Nastro lunedì 30 marzo 2009
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categoria: poesie
DALLA PARTE DEI PERDENTI
Cerco una storia
Con protagonisti gli umili
Quelli che dovrebbero essere primi
Perché sono sempre stati ultimi.
Cerco una storia su chi muore
Un minuto prima di veder sorgere il sole.
Cerco la parte infantile
Che c’è in ognuno di noi
E non si vuole mai aprire
E resta nascosta dentro di noi.
Non mi piace perdere
Ma comunque mi vedrai sorridere
Piuttosto che vincere
E non aver nessuno con cui condivedere.
La gioia, seppur poca, la senti
E il suo attimo non lo dimenticherai
Dalla parte dei perdenti
Mi troverai.
Mi colpisce più al cuore
Un sorriso rassegnato
Che non il sorriso
Di chi si sente realizzato.
E non ha fatto niente
Per meritarlo
Preferisco difendere
Chi non ha voce per farlo.
Io lo faccio con le parole
Anche se forse non le leggeranno nessuno
Ma almeno questo ideale
Non andrà per sempre in fumo.
Non si può più perdere
Se sei circondato da vero amore
Quello che sa sconfiggere
Ogni tipo di dolore.
Forse saranno pochi i bei momenti
Ma quel che conta è che li vivrai
Dalla parte dei perdenti
Mi troverai.
LucaG - tratto da MyLyrics
segnalata da LucaG domenica 17 giugno 2007
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categoria: Poesie
Max De Angelis Nevica
Nevica
tornerai
forse domani o forse mai
scende giu’
c’eri tu
che tra due giorni e’ natale
e a pensarti sto male
nevica
tornerai
lo sai che un posto qui ce l’hai
scende giu’
io di piu’
ho gia’ coperto gli agrumi
mentre ho il cuore in frantumi
nevica
(torna amore senza un pretesto)
sono qua
(lascia tutto che non conta il resto)
sarai libera di vivere
come i prati ed i fiori
quando il mondo sta fuori e intanto…
nevica
tornerai
forse stasera oppure mai
sempre piu’
cade giu’
perche’ domani e’ natale
e a pensarci sto male
nevica
me ne andrei
ma dove andare non saprei
scende giu’
sempre piu’
rimango a casa presumo
domani smetto e ora fumo
nevica
(torna amore senza un pretesto)
sono qua
(lascia tutto che non conta il resto)
sarai libera di vivere
come i prati ed i fiori
quando il mondo sta fuori
nevica
(torna amore senza un pretesto)
sono qua
(lascia tutto che non conta il resto)
sarai libera di vivere
come i prati ed i fiori
quando il mondo sta fuori e fuori…
nevica
tornerai
oggi e’ natale…casomai
……nevica
segnalata da Laura venerdì 9 marzo 2007
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categoria: Poesie
Illusione
Illusione
Come un irrisolto
l'enigma mistero
spazia confini
nell'interstizio dei due cuori,
verticali assonanze
intersecati nei respiri flebili
dischiusi come ombrelli
a riparare dall'illusione cieca,
mentre suona mélo
il celtico cantico antico dell'universo astratto velleitario
nel fato di quegli occhi,
strade intrecciate
nello sguardo magnetico
dalle radici recise dal fuoco
della verace verità
che parla la lingua
della vita reale viscerale
a separare mani protese
l'uno per l'altra,
proteste al disincanto amore.
Come fumo liberatorio
che si libra in aria
quell'incenso del candelabro a quattro posti a evocare
aria e acqua, terra e fuoco,
così i loro olezzi dell'essere
si palesano ai loro petti
riscoprendo diversi
i loro pulsanti spiriti,
spiagge nel deserto del cuore
inviolate e inesplorate
ove ideare zattere dell'addio
che accarezza e materializza
la fine dell'illusione effimera
che plana verso il fango
della sua fasulla magia
nel palustre dell'inganno.
Esaltando le proprie ragioni
che slegano il nastro
del legame indissolubile
in due parti uguali...
Lui l'essenza della chimera
nell'etere fanatismo nel viaggio spazio temporale.
Lei l'equilibrio della ragione illuminata dalla fede
che vivifica la vita
nel tangibile reale
coi piedi in marcia sulla terra.
Ellittiche visioni personali
occludono il fluido sentire
dal manoscritto di quel amore
che destatosi dalla sua fulgore eccitazione,
ne firma il capolinea dell'illusione!
© Laura Lapietra
segnalata da Laura Lapietra domenica 10 aprile 2022
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categoria: Poesie
Fievole Baldanza
Fievole Baldanza
Tra le dita del timore
vi è la verità
che si sgretola via
come frammenti di puzzle,
esiguo germoglio
è il suo palpitare
nei lassi dei tempi
dagli ostili eventi,
avvilita senza speranza
di sopravvivere
si corruga alle intemperie
delle menzogne,
che come fiocchi di neve
lentamente scendono
al suolo pregno di probità
nel suo cuore,
seppellendo incatenando
zirli di quei graffi
delle stanche mani
al suo volere ammutolito,
Oh imbelle verità,
monti in sella alla pavidità
cavalcando pusillanime!
Dileguandoti tra le vie,
illustri fievole baldanza
agli iridi degli andirivieni!
Disperdi dignità
sui sassi del tragitto
tra le lacrime di cicatrici
che in bisaccia raccogli
per dissetare la tua doglianza,
ti lascerai perire
sotto le ali del vittimismo,
poiché è più facile annullarti
che continuare
a preponderare orgogliosa
le tue ragioni in una élite
sagomate di fumo e fuoco
su ciocchi di abete,
dalla pelle di fuliggine
e dalle vesti di aria,
Fuggi lontano o verità delusa,
deponendo l'ascia
sul tuo grembo partoriente
di sfacelo per allattarlo
nei suoi lamenti!
Demotivate ormai
son le tue parole,
pugno di mosche al vento
in arbitrio in aura priva di vita,
una dignità ammalata
coinvolta nel grande turbine
della rassegnazione
a estirparla come fola mentecatta.
©Laura Lapietra
segnalata da Laura Lapietra mercoledì 25 ottobre 2023
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categoria: Poesie
Il Mastio
Il Mastio
Edificherò
un mastio di crisoberillo
più esimio
che sia mai esistito
sul volto della terra
di alessandrite
su berillo dorato,
pietra dopo pietra
solo per vederti
andar via,
come erinni in foga
sul phaeton della ritrosia
invitto nella remora
dei tuoi gesti incongrui
tra il pietrisco
dei tuoi scipiti errori!
Esultando
come una baiadera
in avanspettacolo
che precorre
il lungometraggio
del mio destino
volto come un infinito
inno al cielo,
leggiadra volteggerò!
Al fine giuliva
di respirare pace
che un dì passato
ho smarrito nell'incrociare
i miei batticuori nei tuoi,
per farne brace
al primo fatuo
sonno d'amore
senza risveglio
per orgoglio,
al primo bacio dell'alba
che sfiora il cuor,
ove ormai nello sfiorire
delle ore nel disamore
che gela ogni velleità
mai intonate per un noi,
si erge irto il distacco
tra il bene e il passato
che ha fossato
e inabissato nella dispnea
che finalmente
porti via con te,
lasciandomi fausta
rediviva di affacciarmi
da quel mastio
in fiore colorato
ove in olezzi
di nuovo amore
in cui daccapo
finalmente mi disseterò,
per divergermi lesta
dal tuo ricordo lestofante!
Rinascerò nell'idillio
di una nuova stagione
di me stessa
nelle schiette braccia
del fato amico
a tinteggiare di cobalto
albe nuove prive
di fumo da mal bruciato,
a causa della tua
mal deferenza,
io rinasceró
come raggio di sole
in mezzo all'universo
a sfolgorante sul buio
di cui mi hai cinto
quando a metà vivevo,
io rinasceró e per te
rimorso sarò.
segnalata da Laura Lapietra mercoledì 25 gennaio 2023
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