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categoria: Poesie

Velati Desideri

Gocce di rugiada cadono
sulle tue rosee guance,
piccoli brillanti di malinconia meste ai fior di speranze.
E occhi di cielo dischiusi
ai ricami delle chimere
decantate nel cuore
con flebile voce flautata,
tra i scuri pugni stretti
delle sconfitte sorde!
Un dolce volo sonoro
nell'essere profondo
oltre il confine del disincanto!
Un fascio di tempo svelato
nelle tue mani rivolte alla luce
della vita scritta lentamente
con inchiostro d'anima,
e sacrificio tinto di porpora.
Tuono, lampo e vento nel sole
sulla rude via del fato
mentre assume forma e voce
nei desideri che respiro vivo
divengono realizzandosi,
quei desideri nascosti
che nello scrigno
del tuo universo non sveli.
Vittoria nell'essere,
pulsione del creato nel creato,
inno d'eccezione
per eccellenza nei sussulti,
sorrisi nati irrefrenabili,
grovigli di gemiti in gioia,
esultanze di soddisfazioni!
E, pioggia di coriandoli d'oro
è quella vittoria sul tuo viso
e nel cuore nel sogno
che non tramonta, non muore, non abbandona mai,
ma batte forte!
E si nutre, cresce,
matura, si realizza.
Nel segno della forza
della fede fedele
di essere vero e vivo,
e tu non abbandonarlo mai
in un angolo del tuo mondo
ascoltalo in ogni sua sfumatura che cattura.
Fa si che sia epicentro
del tuo credo, culto d'avorio,
perenne motivo essenziale
nelle tue movenze
solo così i tuoi sogni
si trasformeranno in realtà.

Laura Lapietra ©

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra giovedì 2 novembre 2023

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categoria: poesie

i romani

io sono cresciuta ai piedi del Colosseo
nel caos della città del giorno,
piena di turisti, di ogni nazionalità

ero con altri bambini vivaci e svelti
correvamo dietro gli americani
a chiedere un dollaro,

i nostri genitori, lavoravano tutto il giorno
e noi sperduti intorno al Colosseo
a giocare a nascondino

io ero piccola, e con le trecce
giocavamo tra, le antiche rovine di Roma
fino a quando il cielo, si tingeva di rosso

da bambini, sappiamo già, che
il Colosseo è il monumento
piu importante di Roma

irripetibile, inimitabile, epico,
i cristiani venivano uccisi, tra quelle mura
e io conoscevo anche i sotterranei

perchè il Colosseo era aperto a tutti
e noi bambini, entravamo e uscivamo
come e quando noi volevamo

ma un giorno, salii al primo piano
delle arcate, io mi affacciai per guardare giu
e....caddi sotto!!!!!

miracolo! Caddi sopra una morbida valigia
di un turista, ormai molto spaventato
io illesa e, svelta, fuggii verso il foro romano.

Ma la storia che, ascoltai sui banchi
della scuola elementare, oggi l'ho scritta
in un romanzo, perchè sono poeta e scrittore.

Conosco bene Roma e i suoi misteri eterni
il grande impero romano, le sue leggi
valide ancora oggi,

le legioni romani, erano macchine da guerra
i suoi imperatori, le straordinarie donne, così libere
la sua storia affascinante,

gandi costruttori i romani, dall'Asia all'Europa
hanno lasciato, città, acquedotti, strade,
i romani maniaci del corpo pulito

costruivano grandi terme,
e odiavano i barbari, perchè sporchi
incivili e con capelli lunghi come bestie

forse l'orgoglio romano esagerava ma
dobbiamo ricordare che
se i romani non fossero esistiti

i popoli europei, vivrebbero ancora
dentro le capanne, e gli uomini
porterebbero ancora, le corna in testa.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta sabato 22 marzo 2014

stelline voti: 8; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

DUE ABISSI CHE S'INCONTRANO...

Un mistero di silenzio ci separa
mentr’io ti sento ancor più vicina,
nei paraggi dell’esistenza.

Nelle tue labbra ordinatrici
trova ordine la mia vita;
le tue parole racchiudono inesplicabili spazi,
varcando senza vesti
profondissime gote
ed indugiando librate nell’aria
(come aloni sospirati dal vento…).

La mia voce tremante
s’incatena alla tua suadente;
in ogni mio pensiero
converge un brivido in fiamme,
mentre il mediterraneo delle mie labbra
emette
scintille
di fuoco
-per te-.

Ti ho vista,
in un momento ti sei persa;
mi ungesti di luce
e in un attimo i miei occhi
presero la forma dei tuoi sguardi,
liberando per te
sguardi d’Amore incontrollati
(vetri spezzati che si specchiano,
granelli di sabbia che si bagnano…).

Un linguaggio ancestrale
trasuda dal tuo sorriso,
mentre la mia mano
- impigliata nella rete di oggi e di ieri -
è ancora riversa sulla tua,
rifugiandosi in una valle d’eternità e d’immenso…

Imprigionato ai tuoi passi
seguo la tua ombra in simbiosi;
ogni carezza
-freccia puntata d’ogni tentazione-
permuta il dolore represso in un grido,
mentr’io raccolgo un fiore bianco di magnolia
per ritrarti un’altra volta.

Abbattuti muri di resistenza,
tolgo il sonno alle labbra,
supero ogni lecito confine,
perché un bacio ricopra la distanza che rimane
tra la tua Amicizia
ed il mio Amore!
Ed intanto sento sprofondare sotto me un vuoto
cresciuto all’altezza esatta del piacere
(pozione segreta da bere
- rabbrividendo -
in fretta).

Addormentata nella strada d’un sogno,
rivedo te ogni giorno
nell’orbita di gesti non compiuti,
di sguardi non sferzati;
la notte il rosso dei miei pensieri
tinge le tue vesti di carne
per dare l’ultimo tocco
alla tela che ti ritrae folgorante
(scintilla di sole
pronta ad infiammare il cielo!).

Il nostro Amore rimarrà
il sogno irrealizzato d’un bambino,
il volo accennato d’un gabbiano,
il frutto non raccolto d’un giardino,
perché noi siamo
come due abissi che s’incontrano:
un pozzo senza luce
che fissa il suo cielo senza fondo…

GASPARE SERRA

segnalata da Gaspare110 martedì 25 novembre 2008

stelline voti: 17; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La Porta (parte seconda)

E al di là della Siepe
chissà cosa c’è ancora,
da vedere,
pensare e vedere,
ancora da fare,
per chi vuole andare
oltre “la Porta”...!

Oltre la porta degli uffici
di generali ed assessori,
quella dei casini
e degli obitori...
La porta dei lager,
con un biglietto
senza ritorno...
E degli ospedali,
o delle case di cura
per malati mentali,
progettate
da uomini “sani”,
che poi sono i primi
malati “trionfali”!

Stupidi e ciechi,
perché non vogliono andare
oltre la Porta.
Hai capito?!
Non ci vogliono andare!...
E chissà come fanno
ad attaccarsi tanto
a piccole cose:
denaro e case,
femmine e aborti,
violenza e droghe,
imbrogli e poltrone...

E riuscir così bene
a dimenticare,
che esiste una Porta
della Conoscenza
e della Speranza,
per chi vuol capire,
e chi sa godere,
tutte le gioie
e tutti i dolori,
tutte le ansie
e le suggestioni
di un vero sentirsi
di questo mondo,
e crescere insieme,
membri...
dell’Universo stellato!

Un’emozione da non perdere,
da lasciare senza fiato!
A questo, uomo,
sii preparato...
Non ti far cogliere
senza quel fiato,
quando qualcosa,
in questa o altra vita,
Natura o Dio,
ti chiederà:
Uomo, respira!

Respira, sì!
Per farmi vedere
se hai saputo salire,
chi sei, cosa vali,
se ti sei conquistato,
se hai fatto il cammino
oltre “quella” porta.

Ricordati, Uomo,
oltre la Porta!...

FernyMax

segnalata da FernyMax martedì 20 maggio 2003


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