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categoria: Aforismi

il buio? Vogliamo il sole, la luce...".

Alexander Dubcek, dal discorso alla folla di

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categoria: Aforismi

Le luci si stanno spegnendo in tutta l'Europa: non le rivedremo accese durante la nostra vita

Lord Grey di Falloden

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categoria: Biglietti » auguri » San Valentino

L'amore risolve tutti i problemi: con te non posso preoccuparmi del buio, perché sei luce; non temo il freddo perché sei fuoco; non mi perdo nel dubbio, perché sei verità

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categoria: SMS pronti » amici

Nella notte buia solo la tua luce mi illumina il cammino... Grazie d'esistere, sei unica!

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categoria: Aforismi » cultura » arte

La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.

Marcel Proust

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categoria: SMS pronti » fidanzato-a

Siamo due corpi ma una sola anima, due cuori ma un solo battito, due luci ma un solo calore, due persone ma un unico amore!!

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categoria: Aforismi » verità

La verità, come la luce, acceca. La menzogna è un crepuscolo che mette in valore tutti gli oggetti.

Albert Camus

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categoria: Aforismi

Il foco è da esser messo per consumatore d'ogni sofistico e scopritore e dimostratore di verità, perché lui è luce, scacciatore delle tenebre occultatrici d'ogni essenzia

Leonardo da Vinci

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categoria: Poesie

Alla primavera

Perché i celesti danni
Ristori il sole, e perché l'aure inferme
Zefiro avvivi, onde fugata e sparta
Delle nubi la grave ombra s'avvalla;
Credano il petto inerme
Gli augelli al vento, e la diurna luce
Novo d'amor desio, nova speranza
Ne' penetrati boschi e fra le sciolte
Pruine induca alle commosse belve;
Forse alle stanche e nel dolor sepolte
Umane menti riede
La bella età, cui la sciagura e l'atra
Face del ver consunse
Innanzi tempo? Ottenebrati e spenti
Di febo i raggi al misero non sono
In sempiterno? ed anco,
Primavera odorata, inspiri e tenti
Questo gelido cor, questo ch'amara
Nel fior degli anni suoi vecchiezza impara?
Vivi tu, vivi, o santa
Natura? vivi e il dissueto orecchio
Della materna voce il suono accoglie?
Già di candide ninfe i rivi albergo,
Placido albergo e specchio
Furo i liquidi fonti. Arcane danze
D'immortal piede i ruinosi gioghi
Scossero e l'ardue selve (oggi romito
Nido de' venti): e il pastorel ch'all'ombre
Meridiane incerte ed al fiorito
Margo adducea de' fiumi
Le sitibonde agnelle, arguto carme
Sonar d'agresti Pani
Udì lungo le ripe; e tremar l'onda
Vide, e stupì, che non palese al guardo
La faretrata Diva
Scendea ne' caldi flutti, e dall'immonda
Polve tergea della sanguigna caccia
Il niveo lato e le verginee braccia.
Vissero i fiori e l'erbe,
Vissero i boschi un dì. Conscie le molli
Aure, le nubi e la titania lampa
Fur dell'umana gente, allor che ignuda
Te per le piagge e i colli,
Ciprigna luce, alla deserta notte
Con gli occhi intenti il viator seguendo,
Te compagna alla via, te de' mortali
Pensosa immaginò. Che se gl'impuri
Cittadini consorzi e le fatali
Ire fuggendo e l'onte,
Gl'ispidi tronchi al petto altri nell'ime
Selve remoto accolse,
Viva fiamma agitar l'esangui vene,
Spirar le foglie, e palpitar segreta
Nel doloroso amplesso

Giacomo Leopardi

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categoria: Barzellette » religione

Un missionario viene mandato in un paese sperduto nel bel mezzo dell'Africa a vivere in mezzo ad una tribu'. Passa anni con questa gente, insegnando loro a leggere, scrivere ed i modi cristiani dell'uomo bianco. Una cosa sottolinea particolarmente: il male causato dal peccare facendo sesso. Non si deve fornicare o vivere nell'adulterio... Un giorno la moglie di uno dei nobili del villaggio da' alla luce un bambino bianco. Il villaggio e' sotto choc e la gente manda il loro capo a parlare con il missionario. "Tu ci hai insegnato la malignita' del sesso depravato, ma qui c'e' una donna nera che da' alla luce un bimbo bianco. Tu sei l'unico uomo bianco che abbia mai messo piede nel nostro villaggio, e non ci vuole un genio per capire cosa sia successo...". Il missionario replica: "No, no, mio caro amico, ti stai sbagliando... Quello che abbiamo qui e' un fenomeno naturale - quello che si chiama albinismo. Guarda in quel campo. Ci sono un mare di pecore bianche e tuttavia tra di loro ce n'e' una nera, la natura fa di questi scherzi ogni tanto...". Il capo riflette un attimo e poi dice: "Sai cosa?! Tu non dici niente della pecora ed io non dico niente del bambino...".

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categoria: Barzellette

Una moglie... noiosa

Un uomo sta tranquillamente guidando lungo la strada quando nota dei lampeggianti nel retrovisore, accosta e ferma. Poco dopo un poliziotto si avvicina alla sua auto.
"Ci sono problemi, agente?"
"Beh, lei stava procedendo a 75 miglia orarie, e qui siamo in una zona dove la velocità massima consentita è è di 55... temo di doverla multare!"
"Ma, signore, stavo andando soltanto a 60 all'ora"
La moglie del conducente esclama: "Harry! Ma se andavi almeno ad 80!"
Il marito le lancia un'occhiata furibonda. Il poliziotto riprende: "In ogni caso, signore, dovrò multarla anche per una delle luci di posizione: è rotta"
"Una luce rotta?! Non ne avevo proprio idea!"
La moglie interviene: "Ma... Harry! Lo sai da settimane che non funziona"
L'uomo la guarda nuovamente con occhi omicidi. Il poliziotto, con estrema pazienza, aggiunge: "E comunque mi vedo costretto a infliggerle una sanzione pure per la cintura di sicurezza: lei non la indossa, signore"
"Ma le pare, l'ho slacciata appena prima che lei si avvicinasse"
La moglie cinguetta: "Harry... ma se non la allacci mai!"
Il marito si volta, la squadra ed erompe: "Ma ca**o, quando diavolo chiuderai il becco!?"
Il poliziotto fissa sconcertato la donna e domanda: "Ma suo marito le si rivolge sempre con questo tono, signora!?"
"Oh no, agente, solo quando è ubriaco..."

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categoria: Poesie

Il Rinato

Non videro la stella d'oriente
i magi, non andava innanzi a loro
ella per scorta su le nevi ardente;

non improvviso udiron elli il coro
dei Messaggeri in Betleem di Giuda
prostrandosi; non mirra, incenso ed oro

offersero alla creatura ignuda
sopra la paglia della mangiatoia
calda di fiati nella notte cruda;
né, curvi in calca sotto la tettoia
radiosa, i pastori di Giudea
intonarono cantico di gioia.

S'ebbe natività nella trincea cava il Figliuol dell'uomo; e solo quivi,
messo in fasce da piaghe, si giacea.

Fasciato di tristezza era tra i vivi
e i morti, solo; e il ferro e il sangue e il loto
erano innanzi a lui doni votivi.

E non piangea, ma intento era ed immoto.
Laude gli era il rimbombo senza fine
per il silenzio delle nevi ignoto;

cantico gli era il croscio delle mine
occulto; gli era aròmato il fetore
ventato su dalle carneficine.

E sanguinava in fasce; ed il rossore
Si dilatava come immenso raggio,
sicché tutti i ghiacciai parvero aurore,

tutte le nevi parvero il messaggio
dei dì prossimi, l'ombra fu promessa
di luce, il buio fu di luce ostaggio.

Ed intendemmo la parola stessa
del suo profeta: "Un grido è stato udito
in Rama, un mugolio di leonessa,

un lamento, un rammarico infinito:
Rachele piange i suoi figliuoli che non sono più.
Una cosa novella, ecco, è creata.

Il Signore ha creata una virtù
nella carne. Quel ch'apre la matrice
Ei farà santo. Ei semina quaggiù

una semenza d'uomini". Ora dicembre una voce: "Io farò rigermogliare
in carne i tuoi germogli, o genitrice.

Ritieni gli occhi tuoi di lacrimare,
ritieni la tua gioia del lamento;
perché come la rena del tuo mare

t'accrescerò, come la rena al vento
ti spanderò. Eccoti i tuoi figliuoli
moltiplicati dal combattimento.

Senza sudarii tu, senza lenzuoli,
li seppellisci ed io li dissotterro.
Rifioriranno ai tuoi novelli soli,

alla nova stagione ch'io disserro".
E quivi il Figliuol d'uomo era, il Rinato;
e quivi erano il loto e il sangue e il ferro.

E con fasce da piaghe era fasciato;
e sanguinava senza croce, come
per il colpo di lancia nel costato.

Ma "Colui ch'è il più forte" era il suo nome.

Gabriele D'Annunzio

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categoria: Poesie

Il tramonto della luna

Quale in notte solinga,
Sovra campagne inargentate ed acque,
Là 've zefiro aleggia,
E mille vaghi aspetti
E ingannevoli obbietti
Fingon l'ombre lontane
Infra l'onde tranquille
E rami e siepi e collinette e ville;
Giunta al confin del cielo,
Dietro Apennino od Alpe, o del Tirreno
Nell'infinito seno
Scende la luna; e si scolora il mondo;
Spariscon l'ombre, ed una
Oscurità la valle e il monte imbruna;
Orba la notte resta,
E cantando, con mesta melodia,
L'estremo albor della fuggente luce,
Che dianzi gli fu duce,
Saluta il carrettier dalla sua via;
Tal si dilegua, e tale
Lascia l'età mortale
La giovinezza. In fuga
Van l'ombre e le sembianze
Dei dilettosi inganni; e vengon meno
Le lontane speranze,
Ove s'appoggia la mortal natura.
Abbandonata, oscura
Resta la vita. In lei porgendo il guardo,
Cerca il confuso viatore invano
Del cammin lungo che avanzar si sente
Meta o ragione; e vede
Che a sé l'umana sede,
Esso a lei veramente è fatto estrano.
Troppo felice e lieta
Nostra misera sorte
Parve lassù, se il giovanile stato,
Dove ogni ben di mille pene è frutto,
Durasse tutto della vita il corso.
Troppo mite decreto
Quel che sentenzia ogni animale a morte,
S'anco mezza la via
Lor non si desse in pria
Della terribil morte assai più dura.
D'intelletti immortali
Degno trovato, estremo
Di tutti i mali, ritrovàr gli eterni
La vecchiezza, ove fosse
Incolume il desio, la speme estinta,
Secche le fonti del piacer, le pene
Maggiori sempre, e non più dato il bene.
Voi, collinette e piagge,
Caduto lo splendor che all'occidente
Inargentava della notte il velo,
Orfane ancor gran tempo
Non resterete; che dall'altra parte
Tosto vedrete il cielo
Imbiancar novamente, e sorger l'alba:
Alla qual poscia seguitando il sole,
E folgorando intorno
Con sue fiamme possenti,
Di lucidi torrenti
Inonderà con voi gli eterei campi.
Ma la vita mortal, poi che la bella
Giovinezza sparì, non si colora
D'altra luce giammai, né d'altra aurora.
Vedova è insino al fine; ed alla notte
Che l'altre etadi oscura,
Segno poser gli Dei la sepoltura.

Giacomo Leopardi

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categoria: Poesie

Serata


Mi sono bardato per la serata
(dal momento che volete vedermi
nei vestiti che gridano: non è lui)
Io che respiravo alle giunture degli abiti vecchi
come un insetto
Mi son bardato per la serata.

E - tremando - dall'anticamera riscaldata
mi son prodotto nella luce, negli specchi e sorrisi

- un sorcio traversa il salone
del transatlantico -

E nuotando nella luce, negli specchi e sorrisi
dell'accoglienza cordiale
mi son trovato a parlare
delle sole cose care
a spiegare e difender la causa della mia vita.

Ma ho visto - a tempo -
il respiro della mia passione
congelarsi contro i vostri visi.
A un tempo mi avete guardato
come un drago che butta fuoco.

Mi domando perché mi avete invitato.

Ma se è perché ho scritto
tre parole sincere
e vorreste il segreto
di questo mestiere:
ci son sette porte
e ho perso la chiave
per poterci tornare.
Se le ho dette, vuol dir che avran traboccato.
Alzatevi presto
vedrete alzarsi la lodola
quando il sole ha chiamato.
Nella via mentre rincasate
su molle compensate
ritrovo la mia chiave, solo.

Sono stato visitato
sono stato auscultato
riconosciuto abile a vita coraggiosa.

Dieci volte respinto
ricomincero'
E se proprio fossi disteso
una polla di sangue al petto
aspettate a venirmi vicino
ancora non vi accostate...
Ma ho trovato la mia chiave
solo
ma vi ringrazio
ma son tornato dove non potete venire
dove son certo che la mia parola
senza averla gridata
non posso
morire.

Piero Jahier - tratto da Ragazzo

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categoria: SMS pronti » fidanzato-a

Tra mille rose bianche ne notai una blu. Il sole si rispecchiò su di essa e in quell'attimo vidi te: quella luce è nel mio cuore, che mi riempie d'amore

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categoria: SMS pronti » fidanzato-a

Luce dei miei occhi, ogni volta che mi allontano da te sento che qualcosa mi si strappa dentro. Sei tutta la mia vita e la mia vita è tutta tua.

stelline voti: 6; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: SMS pronti » coniuge

Sai se un giorno il Sole decidesse di non sorgere, non ti preoccupare, basterebbe soltanto la luce dei tuoi occhi per illuminare il mondo. TATT

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categoria: Barzellette

Siamo nelle camperse nei pressi di Vicenza, quando un uomo e una donna, testimoni di Geova, vestiti bene, lui giacca e cravatta, lei gonna rigorosamente sotto il ginocchio con tacco basso, si avvicinano ad una vecchissima casa di campagna e bussano alla porta. Gli apre una vecchia e i due personaggi dicono: "siamo venuti a portare la luce nel mondo!" e la vecchia: "Beppe, ghe xe quei de L'enel!"

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categoria: SMS pronti » altro parente

Spero che tu dal cielo lo legga nonno. Ci manchi! Il tuo sorriso, la tua luce quando ci guardavi, la tua ingenuità, il tuo 'non preoccupatevi'. Ti amiamo nonno

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categoria: Barzellette » uomini e donne

Ci sono un anziano signore e sua moglie, pure anziana nel letto. Il mattino dopo il signore tutto felice racconta alla moglie "questa notte Dio è stato da me: sono andato in bagno e, aperta la porta è apparsa una luce" e la moglie" Caro, hai di nuovo pisciato nel frigorifero!!" (((((((... bacioni stefy


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