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categoria: Barzellette » dal medico

E' indetta una grande conferenza tra sessuologi. Ad un certo punto, dopo che hanno parlato in molti, si alza l'ultimo sessuologo e dice:
- Io mi sono specializzato in statistiche. Con il nostro lavoro abbiamo
potuto dividere gli italiani secondo il numero di volte che fanno l'amore.
Come conferma di questi dati si alzeranno in piedi quelli nella sala che appartengono ai gruppi che descrivero'.
Allora: il 38% degli Italiani fanno l'amore almeno due volte alla
settimana. Provate ad alzarvi!
Molti si alzano, e tutti i presenti si stupiscono di come effettivamente
all'incirca il 38% dei presentii in sala si siano alzati.
- Poi, il 33% degli Italiani fanno l'amore almeno due volte al mese.
E di nuovo si alza circa il 33% delle persone presenti in sala.
- Il 23% degli Italiani fa l'amore almeno una volta ogni 3 mesi.
Si alza il 23% dei presenti. Quelli che si sono alzati si guardano con
aria triste ed un po' rammaricata.
- Il 5.8% degli Italiani fa l'amore almeno una volta ogni 6 mesi!
Timidamente, molto vergognosamente, si alza un piccolo gruppettino di persone, che si guarda con aria molto avvilita.
- Infine, c'e' un piccolo 0.2% che fa l'amore solo una volta all'anno!!
Improvvisamente, tutto contento, si alza uno in fondo alla platea e grida:
- Sono ioooo!! Sono iooo!!!
Tutti lo guardano esterrefatti.
- Guardatemi!!! Sono qui!! Evviva!!! Sono iooo!!
A questo punto il vicino timidamente gli chiede:
- Scusi, ma fa l'amore una sola volta all'anno, come fa ad essere cosi'
contento?
- PERCHE' E' STASEERAAAA!!! 

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categoria: Barzellette » animali

Un uomo ricco al volante di una Ferrari sta girando tranquillamente per una campagna, quando ad un certo punto un contadino con una mucca lo ferma e gli chiede: "Signor, me può dare un passaggio?" "Certo che no, ma credo che non ci sia posto per la mucca" "Non importa, tanto la mucca ce sta dietro!" L'uomo gli crede ed inizia ad andare. 30, 40, 50 all'ora: la mucca gli sta dietro. Allora accelera: 80, 100, 150!, ma, sorprendentemente, la mucca insegue la Ferrari come un ombra. L'uomo non può avere spezzato il suo onore di avere una Ferrari se anche una mucca va alla sua stessa velocita'. Allora continua a premere il gas a fondo: 180, 200, 220, 250 chilometri all'ora! Finalmente, l'uomo vede la mucca che alza una zampa. Dice al contadino: "Oh, finalmente sono riuscito a far stancare la mucca: ha alzato una zampa!" "Ma quale zampa - ribatte il contadino - una destra o una sinistra?" "Una sinistra, perché?" "Allora scansati che te deve sorpassa'!"

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categoria: Barzellette

Colto da dolori lancinanti e sentendosi in fin di vita, il vecchio boss mafioso, manda a chiamare il suo braccio destro, con un filo di voce fa: - Picciotto... sento che la mia ora sta per arrivare... ti debbo confessare una cosa... altrimenti rimarrei col rimorso sulla coscienza! - Non ti preoccupare Boss, dimmi tutto! - Ti ricordi il fatto dei tuoi cinque fratelli? - Si perché? - Vedi... li ho dovuti far arrestare io, perché sapevano troppo... - Sfogati Boss, non ti posso vedere così sofferente... - Ti ricordi di tuo cognato? - Si perché? - Purtroppo l'ho dovuto far uccidere io! Aveva fatto uno sgarbo! E poi... sono stato anche l'amante di tua moglie per sei anni! - Non agitarti Boss! Non ti devi tanto preoccupare per me! In fondo sono stato io ad avvelenarti!!

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categoria: Barzellette » animali

C'era una volta una rana magica che viveva nel lago incantato. Viveva felice anche se non aveva mai visto un altro animale.
Un giorno venne ad abbeverarsi al laghetto un orso che aveva catturato per la cena un coniglietto.
La rana che non aveva mai visto simili animali chiese all'orso di risparmiare la vita al coniglietto in cambio di donare tre desideri ad ambedue.
Orso e coniglio accettarono volentieri.
L'orso decise di chiedere subito per primo il suo desiderio: "Vorrei che tutti gli orsi di questa foresta siano femmine".
E subito venne esaudito.
Arrivato il suo turno il coniglietto chiese un casco e anch'egli fu subito esaudito.
L'orso rimase sorpreso dalla stupidità della richiesta del coniglietto e chiese il suo secondo desiderio: "Vorrei che tutti gli orsi di questo Stato siano femmine" e venne subito esaudito.
Allora il coniglietto chiese il suo secondo desiderio: "Una moto" e subito comparve ai suoi piedi una moto.
L'orso era ancora più meravigliato di quegli stupidi desideri (in fondo avrebbe potuto chiedere un sacco di denaro con cui comprarsi quello che voleva).
Toccava all'orso chiedere il suo ultimo desiderio e questi chiese: "Desidero che tutti gli orsi del mondo, me escluso, siano femmine".
E subito venne esaudito.
Allora il coniglietto si mise il casco in testa, montò sulla moto e gridò: "Desidero che tutti gli orsi maschi di questo Mondo siano omosessuali" e vrooooomm!!!!!!

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categoria: Barzellette

Rosalia è una siciliana che abita a Messina; è molto bella, ma anche molto povera. Il suo sogno è di diventare una grande attrice di Hollywood, ricca e famosa e quindi il suo più grande desiderio è quello di raggiungere l'America, ma il costo del viaggio per lei è proibitivo. Finche' un giorno girondolando per il porto conosce un marinaio a cui confida i suoi sogni. "Ma cara Rosalia" dice il marinaio "un sistema ci sarebbe per arrivare in America. La mia nave parte proprio domani per New York e se tu ti nascondi nella mia cabina potresti fare il viaggio da clandestina. In fondo sono una ventina di giorni!". Rosalia, che pero' non è ingenua, chiede se il marinaio vuole qualche cosa in cambio e naturalmente questi le dice: "Beh, certo, tu dovrai essere molto carina con me per tutto il viaggio". Il desiderio di Rosalia di cambiare vita con tante prospettive più rosee fa si' che l'indomani si trovi a bordo della nave e si nasconda nella cabina del marinaio. Tutte le notti (e qualche giorno) lei si concede al marinaio. Dopo una ventina di giorni, immaginando oramai di essere in vista della costa americana, lascia la cabina e al primo passeggero che incontra chiede: "Mi scusi, quanto manca a New York?". E l'uomo: "New York? Ma questo è il traghetto Messina-Villa San Giovanni!".

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categoria: Barzellette

Un ginecologo si stanca della sua vita: "Non ne posso piu'.Tutti i giorni a guardare piccole cose in fondo ad una piccola cavità buia. Basta! Mi voglio dedicare al mio hobby preferito: i motori!". Cosi' decide di abbandonare la sua professione e va in cerca di una officina da rilevare. Ne trova una, ma il padrone l'avverte: "Non basta comprare i muri. E' necessario anche superare un esame per acquisire il titolo di meccanico". Il ginecologo non si preoccupa: nella sua vita ne ha fatti tanti di esami e li ha superati tutti. Si presenta agli esami che consistono nel rimontare un motore di un'auto completamente smontato in un'ora. Parte il tempo e alla fine dell'ora esatta il dottore ha perfettamente rimesso insieme il motore. Alla prova finale il motore si mette in moto e la giuria di esaminatori lo promuove. Alla consegna del diploma nota che il suo voto è stato di 150 su 100! La cosa gli sembra strana e va a chiedere spiegazioni al capo della commissione che cosi' gli spiega: "Beh, vede, 50 punti glieli abbiamo dati perché ha rimontato il motore perfettamente; altri 50 punti perché l'ha fatto entro l'ora prevista... e altri 50 punti perché non abbiamo mai visto montare un motore... dalla marmitta!".

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categoria: Barzellette

Un giocatore di golf colpisce la pallina e questa schizza via scomparendo fuori del campo. Poco dopo compare il direttore del club: "Ma lo sa che cosa ha combinato? La pallina è uscita dal campo colpendo in un occhio un ciclista che ha perso il controllo della sua bici finendo sotto una macchina" "Oh, mio Dio e ora cosa faccio?" Ma il direttore del club continua: "Ma non è finita qui. L'auto dopo aver travolto il ciclista è uscita fuori strada schiantandosi contro un albero: 4 morti!" "Oh, mio Dio e ora cosa faccio?" e il direttore continua ancora: "Ma non è finita qui: un autobus, per evitare l'auto è precipitato dalla scarpata: 62 morti!" "Oh, mio Dio e ora cosa faccio?" e il direttore continua: "e non è finita qui: nel fondo della scarpata c'è la ferrovia; in quel momento passava il treno che è deragliato: 150 morti!" "Oh, mio Dio e ora cosa faccio?" e il direttore del club: "Beh, cerchi di tirare meno forte!"

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categoria: Barzellette » anziani

Un uomo e una donna, anziani e vedovi, si incontrano spesso al parco. Parlano, ridono e insomma si stanno simpatici. Un giorno l'uomo le chiede se, cosi' tanto per fare qualcosa, gli terrebbe un po' in mano l'arnese tanto per vedere se prova ancora sensazioni. La donna un po' riluttante accetta. Non succede niente, ma stanno cosi' sulla panchina a parlare come sempre. La cosa si ripete ed essendo in fondo innocua la donna continua a tenere in mano l'arnese del vecchio mentre chiacchierano. Un giorno la donna va come al solito al parco sulla solita panchina, ma l'uomo non si fa vedere. Un po' preoccupata lo cerca e lo vede da dietro seduto su un'altra panchina con un'altra anziana signora al fianco. Segue una scenata: "Ma insomma! Siete proprio tutti uguali, anche da vecchi! Non vi si può perdere d'occhio un attimo che correte subito dietro alla prima gonnella che passa! Sono ferita! Credevo di potermi fidare di te... ma insomma! Cos' ha poi quella li' più di me?". "Il parkinson! ".

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categoria: Poesie

Fumatori di carta


Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan si che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.

Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.

Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent'anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. Imparò a lavorare
nelle fabbriche senza un sorriso. Imparò a misurare
sulla propria fatica la fame degli altri,
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi,
traballanti fantocci sperduti. Era giunto a Torino
un inverno, tra lampi di fabbriche e scone di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini
lo accertassero e al mondo ci fosse giustizia.
Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta. Sentivano in sè
tanta disperazione da vincere il mondo.

Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni,
vegliavamo a una luce mancante. Ii fratello studiava
su un inutile tornio costruito da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.

D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,
far la libera fame, rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.

Cesare Pavese

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categoria: Poesie

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione

Gabriele D'Annunzio

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

Se mentre sei sbragato sulla poltrona, in mutande, con i piedi stesi sul tavolino di cristallo bevendo una birra gelata a guardare una
partita calcio, tua moglie che era in cucina a sguatterare a
riassettare, a lavare i piatti ed in terra, a preparare la cena, arriva
all'improvviso in sala e comincia strillarti... tu, in fondo, cosa hai
fatto di sbagliato?
Nulla,.... solo la catena troppo lunga!

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette

STOP

Tu non ti fermi davanti alle apparenze,
tu non ti fermi davanti alle difficoltà,
tu non ti fermi davanti a niente
e io sono preoccupata
perché in fondo alla via c'è lo stop.

stelline voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Barzellette


Una piccola vecchia signora un giorno andò alla Banca del Canada portando con sé una borsa piena di denaro. Insistette che doveva parlare con il presidente della banca per aprireun conto perché "E' un sacco di denaro!".

Dopo un po' di ripensamenti, gli impiegati la portarono nell'ufficio presidente (il cliente ha sempre ragione!). Il presidente della banca le chiese quindi quanto voleva versare e lei disse "165.000 dollari" e buttò la borsa sulla sua scrivania. Il presidente fu, chiaramente, curioso di sapere come aveva fatto ad ottenere tutto quel contante, così glielo chiese: Signora, sono sorpreso di vedere che Lei si porta appresso tutto questo contante. Come ha fatto ad ottenerlo?".

La vecchia signora rispose: "Ho fatto delle scommesse".

Il presidente le chiese ancora: "Scommesse? Che tipo di scommesse?"

La vecchia signora rispose: "Per esempio, scommetto 25.000 dollari che le sue palle sono quadrate"

"Ah!" rise il presidente "E' una scommessa stupida. Lei non potrà mai vincere una scommessa di questo genere!"
La vecchia signora lo sfidò: "Allora, accetta la mia scommessa?"

"Certo" disse il presidente "Scommetto 25.000 dollari che le mie palle
non sono quadrate!"

Allora la vecchia signora disse: "Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?"

"Certo!" disse il fiducioso presidente.

Quella notte, il presidente era veramente nervoso a causa della commessa e passò un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle, girandosi a destra e a sinistra continuamente. Le controllò con attenzione finché non fu sicuro che non era assolutamente possibile che le sue palle fossero quadrate e che avrebbe vinto la scommessa.

Il mattino dopo alle 10 precise, la vecchia signora fece la sua comparsa con il suo avvocato nell'ufficio del presidente. Presentò l'avvocato al presidente e ripeté la scommessa: 25.000 dollari che le palle del presidente sono quadrate!"

Il presidente accettò di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiese di abbassare i pantaloni, così tutti avrebbero potuto vedere. Il presidente accettò. La vecchia signora scrutò attentamente le palle
e poi gli chiese se poteva toccarle.

"Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi credo che Lei debba essere assolutamente sicura.
" In quel momento, egli notò che l'avvocato stava silenziosamente sbattendo la testa contro il muro.
Il presidente chiese alla signora: "Che diavolo ha il suo avvocato?"

Ella disse: "Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000 dollari che alle 10 di stamattina avrei avuto nelle mie mani le palle del Presidente della Banca del Canada".

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categoria: Barzellette

Una piccola vecchia signora un giorno andò alla Banca del Canada portando con sé una borsa piena di denaro. Insistette che doveva parlare con il presidente della banca per aprire un conto perché "E' un sacco di denaro!".

Dopo un po' di ripensamenti, gli impiegati la portarono nell'ufficio presidente (il cliente ha sempre ragione!).

Il presidente della banca le chiese quindi quanto voleva versare e lei disse "165.000 dollari" e buttò la borsa sulla sua scrivania. Il presidente fu, chiaramente, curioso di sapere come aveva fatto ad
ottenere tutto quel contante, così glielo chiese: Signora, sono sorpreso di vedere che Lei si porta appresso tutto questo contante. Come ha fatto ad ottenerlo?".

La vecchia signora rispose: "Ho fatto delle scommesse".

Il presidente le chiese ancora: "Scommesse? Che tipo di scommesse?"

La vecchia signora rispose: "Per esempio, scommetto 25.000 dollari che le sue palle sono quadrate"
"Ah!" rise il presidente "E' una scommessa stupida. Lei non potrà mai vincere una scommessa di questo genere!"

La vecchia signora lo sfidò: "Allora, accetta la mia scommessa?"

"Certo" disse il presidente "Scommetto 25.000 dollari che le mie palle non sono quadrate!"
Allora la vecchia signora disse: "Dato che si tratta di un mucchio di denaro, posso portare con me il mio avvocato domattina alle 10 come testimone?"

"Certo!" disse il fiducioso presidente.

Quella notte, il presidente era veramente nervoso a causa della commessa e passò un sacco di tempo davanti allo specchio a controllare le sue palle, girandosi a destra e a sinistra continuamente.
Le controllò con attenzione finché non fu sicuro che non era assolutamente possibile che le sue palle fossero quadrate e che avrebbe vinto la scommessa.

Il mattino dopo alle 10 precise, la vecchia signora fece la sua comparsa con il suo avvocato nell'ufficio del presidente. Presentò l'avvocato al presidente e ripeté la scommessa: 25.000 dollari che le palle del presidente sono quadrate!"

Il presidente accettò di nuovo la scommessa e la vecchia signora gli chiese di abbassare i pantaloni, così tutti avrebbero potuto vedere.

Il presidente accettò. La vecchia signora scrutò attentamente le palle e poi gli chiese se poteva toccarle. "Va bene, in fondo 25.000 dollari sono un sacco di soldi, quindi credo che Lei debba essere
assolutamente sicura."

In quel momento, egli notò che l'avvocato stava silenziosamente sbattendo la testa contro il muro.
Il presidente chiese alla signora: "Che diavolo ha il suo avvocato?"

Ella disse: "Niente, a parte il fatto che ho scommesso con lui 100.000 dollari che alle 10 di stamattina avrei avuto nelle mie mani le palle del Presidente della Banca del Canada".

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categoria: Barzellette

Due tipi camminano in un bosco e trovano un pozzo grande e apparentemente profondissimo.
- Wow... sembra veramente profondo.
- Davvero! Prova a lanciare dei sassi così vediamo..
Prendono un po' di sassolini, li tirano nel pozzo e... niente, nessun rumore. Allora ne prendono un paio più grossi, stile pallone da calcio, li buttano, aspettano e... ancora niente.
- Madonna, deve essere VERAMENTE fondo! Non è possibile. Dobbiamo trovare qualcosa di grosso che faccia ancora più rumore.
Si guardano intorno e proprio lì vicino c'è una rotaia abbandonata. Prendono una grossa traversina, la trascinano a fatica all'imboccatura del pozzo e la lasciano cadere dentro.
Due secondi dopo, dal bosco di fianco, appare un asino che corre come un pazzo verso di loro. Non fanno a tempo neanche a capire cosa succede che questo arriva al pozzo, salta e si butta dentro.
I due amici si guardano allibiti per quello che hanno appena visto.
Intanto dal bosco esce un contadino che li chiama a grandi cenni.
- Hey voi, ragazzi, avete visto per caso passare di qui il mio asino?
- Senta, lei non ci crederà ma abbiamo assistito a una cosa sconvolgente. Un asino è appena passato di qui correndo come un pazzo e si è buttato nel pozzo!
- No, no -dice il contadino- non poteva essere il mio. Il mio era legato a una grossa traversina di quella rotaia...

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categoria: Barzellette » scuola

Lettera di una studentessa alla famiglia: Cara Mamma, caro papa’, sono ormai tre mesi che sono ritornata all’universita’ e non ho ancora trovato il tempo per scrivervi.
Mi scuso per avervi trascurato ma ora vi voglio raccontare tutto.
Prima di leggere, pero’, sedetevi; mi raccomando non continuate a leggere prima di esservi messi seduti, d’accordo? Ora sto abbastanza bene.
La frattura ed il trauma cranico che mi sono provocata saltando dalla finestra del dormitorio in fiamme, poco dopo il mio arrivo, sono ormai quasi guariti.
Sono restata all’ospedale solo 2 settimane e la vista mi e’ ritornata quasi normale.
Anche le forti emicranie che mi colpivano in continuazione non le ho piu’ che una volta alla settimana.
Fortunatamente il garzone del benzinaio che e’ in fondo alla strada aveva visto tutto.
E’ lui che ha avvisato i pompieri e chiamato l’ambulanza.
E’ anche venuto spesso a trovarmi all’ospedale e, poiche’ dopo l’incendio non sapevo dove alloggiare, e’ stato cosi’ gentile da propormi di andare ad abitare da lui.
In realta’ non e’ che una cameretta in un sottoscala ma e’ piuttosto carina.
Lui e’ un ragazzo formidabile e ci siamo subito innamorati.
Abbiamo deciso di sposarci: non abbiamo ancora fissato la data ma lo faremo di sicuro prima che il mio pancione cominci a vedersi.
E si cari genitori, sono incinta.
Io so bene a qual punto voi eravate ansiosi di diventare nonni e sono sicura che accoglierete questo bambino con tutto l’amore e la tenerezza che mi avete riservato quando ero piccola.
La sola cosa che ritarda la nostra unione e’ la piccola infezione che ha il mio fidanzato e che ci impedisce di effettuare le analisi pre-nuziali.
Anche io, scioccamente, mi sono fatta contagiare ma tutto si risolvera’ presto con le iniezioni di penicillina che faccio ogni giorno.
So bene che accoglierete questo ragazzo a braccia aperte nella nostra famiglia.
E’ una persona molto gentile e, sebbene non abbia fatto molti studi, e’ molto ambizioso.
Anche se non e’ della nostra stessa razza e religione, conoscendo la vostra larghezza di idee sono certa che non darete alcuna importanza al fatto che la sua pelle sia un po’ piu’ scura della nostra.
Sono sicura che lo amerete come io lo amo.
Anche i suoi genitori sono della gente per bene: sembra che suo padre sia un famoso mercenario nel villaggio africano dove e’ nato.
Bene, ora che avete letto tutto, dovete sapere che non c’e’ stato alcun incendio al dormitorio, non ho avuto nè frattura cranica nè commozione cerebrale, non sono andata all’ospedale, non sono incinta, non sono fidanzata, non ho la sifilide e non ci sono uomini dalla pelle scura nella mia vita.
E’ solo che sono stata bocciata in storia e filosofia e in questa occasione mi e’ sembrato opportuno aiutavi a riflettere sulla relativita’ delle cose.
Vi saluto e vi abbraccio forte forte.

stelline voti: 10; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Aforismi » cultura

per conoscere in fondo la natura di un uomo bisogna in fondo conoscere la sua follia....

segnalata da insolito mercoledì 16 aprile 2008

stelline voti: 32; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: leggi di murphy

il fondo

non ti preoccupare se tocchi il fondo... puoi sempre continuare a scavare..

segnalata da lopesh giovedì 20 dicembre 2007

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

buio fondo

Torna al tuo posto ed io al mio
non dimenticherò il sorriso
che mi regalavi
quando io poggiavo il mio cuore
nei tuoi segreti
rimmarrai per sempre l'anima
che ispira i miei più intimi ricordi e k dona al mio mondo la voglia di vivere

kira

segnalata da kira mercoledì 29 luglio 2009

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Fino in fondo

Dai tutto te stesso...
...non mollare mai.
...Dai tutto il meglio
non ti fermare...
Un giorno ho avuto un sogno
nel quale ero una persona diversa...
Fai ciò che ti fà battere il cuore.
Non sò dove
questo sentiero mi condurrà...
Ma voglio camminare
proseguirlo, viverlo
fino in fondo...
Magari alla fine
troverò te'.....

Alessio Calzino - tratto da Pensieri- Frasi- Parole.!

segnalata da Alessio Calzino lunedì 16 gennaio 2012


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