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categoria: Poesie

“Io fui ciò che tu sei e tu sarai ciò che io sono!
Io risiedo in cimiteri solitari,
in sepolcri pieni d'ossa e senza suono.
Il tuo cuore adesso attraversa un tunnel d’oblio:
come naufragando in una tempesta tuonante,
come annegando in un mare senza limiti,
come cadendo dalla pelle all'anima.
Vi sono cadaveri nella fredda terra,
v'è la morte ove risiede il silenzio,
quindi non rimanere muto
urla, piangi e disperati
scrivi la storia con il tuo sangue.
La fine è simile all’apatia,
la morte invece a un suono puro,
a un latrato senza cane,
che forse viene da campane.
Essa cresce fradicia nelle tombe,
come un viso rigato dal pianto
come la terra bagnata dalla pioggia.
Io da solo vedo bare
a vela salpare
con pallidi defunti, con donne dai capelli morti,
con giovani pensose sposate con grassi notai.
Esse sono navi luride risalenti il verticale fiume dei morti,
trasportati inesorabilmente dalla livida corrente,
sempre più addentro nell’Ade.

rox88

segnalata da andrea rossi venerdì 5 ottobre 2007

stelline voti: 9; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Aforismi » vita

Amici, romani, concittadini! Ascoltate: vengo a seppellire, non a lodare Cesare.
Il male che si fa vive dopo di noi: il bene è spesso sepolto con le ossa.
E sia così per Cesare.
Il nobile Bruto Vi ha detto che Cesare era ambizioso.
Se era così, il suo era un grave difetto, e Cesare l’ha scontato gravemente.
Qui, con licenza di Bruto e degli altri (poiché Bruto è uomo d’onore,
e così gli altri, tutti uomini d’onore) io vengo a parlare al funerale di Cesare.
Era un mio amico, leale e giusto con me:
ma Bruto dice che era ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.
A Roma aveva riportato molti prigionieri, il cui riscatto ha riempito il pubblico tesoro:
poté questo sembrare un atto d’ambizione?
Quando i poveri piangevano, Cesare ha lacrimato:
di più dura tempra dovrebbe esser fatta l’ambizione.
Pure Bruto dice che era ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.
Tutti ai Lupercali avete visto che tre volte gli offrii la corona di re,
e Cesare la rifiutò tre volte. Ambizione questa?
Ma Bruto dice che era ambizioso,
e di sicuro egli è uomo d’onore.
Non parlo per smentire ciò che ha detto Bruto,
ma sono qui per dire quel che so.
Tutti l’amavate un tempo, e con motivo; che motivo vi trattiene allora dal piangerlo?
O discernimento, sei fuggito dalle bestie brute, e gli uomini han perso la ragione.
Perdonatemi.
Il mio cuore è nella bara lì con Cesare E debbo fermarmi finché non mi ritorni.

William Shakespeare - tratto da Antonio nel Giulio Cesare

segnalata da marines venerdì 12 agosto 2011

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categoria: poesie

Quando il Male parla e nutre

E’ una droga,
una spietata droga,
che entra nelle vene
e nel sangue.
Una calamita
che attira,
ubriaca,
spacca le ossa
e avvelena la mente.
Nutre
l’anima
inaspettatamente,
della sua voce
umana ,
cristallina
e materna
Non ha pietà
sulla sofferenza
e sul dolore,
né conosce l’amore
e i battiti del cuore .
Diventa sempre
più potente
quando parla e nutre
una vita che regna nel buio.

Giulia Gabbia

segnalata da Giulia Gabbia venerdì 8 novembre 2013

voti: 0; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

un mare / sguardi

Un mare di gente
a flutti disordinati
s’è riversato nelle piazze,
nelle strade e nei sobborghi.
È tutto un gran vociare
che gela il sangue,
come uno scricchiolio di ossa rotte.
Non si può volere e pensare
nel frastuono assordante;
nell’odore di calca
c’è aria di festa.

di peppino impastato

sguardi

sguardi mafiosi
chiacchiera il mare della galeazza
chiacchiera la festa cubana al arci camalli
chicchera l'onestà dei bar
musica da za records
musica da bar 11
sguardi mafiosi
e la povera gente del ex agnesi senza lavoro
musica ascoltata ai sognatori
musica da maestri al avalon
sguardi di finta ricchezza
sguardi furbi che chiacchierano dentro le stanze di mare

guido arci camalli

segnalata da guido arci camalli sabato 9 maggio 2020

stelline voti: 15; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

La ballata del Bene e del Male

Lo sai che c’è nell’uomo il Bene e il Male,
che esistono da sempre due nature,
quella spirituale e l’altra materiale...
e che il problema vero nella vita
è sapere scegliere la via migliore!

Con l’angelo di Dio o col demonio,
che porta me e te alla dannazione...
Amore, Amore, sei la mia passione!
Il fuoco dell’inferno ci sta aspettando...
ma non m’importa niente e sai perché?

Perché io non posso fare a meno di te...
del nostro amore caldo che ci consuma,
di quel tuo viso rosso per la gran smania,
di questa voglia pazza di saltarci addosso
e di succhiarci ore ed ore, fino all'osso...

Ma è così bello, Amore, lasciarsi andare
a voluttuose sensazioni di libertà...
fra le pareti di una piccola stanza,
dove sfilano i giochi dell'intimità
e tutti i peccati dell'immaginazione.

Facendo a gara a chi ne sa di più,
con un’ansia che non vuol finire...
in questi corpi che cercano il sublime:
tutte le verità che può dare l’amore
con il sesso vissuto senza inibizione,

fra un rogo di stelle acceso nel cuore
dalla magìa amica dell’Universo...!
Ora ci diciamo addio senza parlare,
certi di ritrovarci laggiù... dove
la Dea dell’Amore ci vuole portare,

nel suo celeste regno in fondo al mare,
in fondo al mare...

FernyMax

segnalata da FernyMax domenica 25 maggio 2003

stelline voti: 5; popolarità: 0; 1 commenti

categoria: Poesie

Oltre il e lo spazio..

"Ho guardato oltre il tempo..
riflettendo la tua immagine
ferma,immobile..
annidata nel mio cuore..
Cerco un appiglio sicuro
troppe volte ho sbandato
troppe volte ti ho cercato
tra vicoli scuri di mille pensieri..
Mi hai usato..ferito..
scarnendo le mie ossa
ferendo le mie carni..
mi hai schiaffeggaito..deluso..ferito..
e poi gettato via
in mezzo a pezzi di ricambio..
tra sangue e fango..
confondendo la mia mente
offenedendo il mio corpo.
Stanca e senza più linfa
mi sono lasciata andare..
violentando me stessa:
Ho maledetto tutto e tutti
e sono andata via..
Giungo oltre il tempo..
oltre i confini di questo mondo
portando su di me i segni e le cicatrici
ma piano risalgo la cima
la mia meta non è lontana
non lascerò che mi prenda ancora..
non lascerò che mi spezzi la schiena.
E quando sarò sulla vetta più alta
gridando spiccherò il volo
Sarà un attimo..
Guarderò oltre il tempo e lo spazio..
e finalmente sarò Libera!!!

Halley1

segnalata da halley1 venerdì 21 aprile 2006

stelline voti: 23; popolarità: 5; 0 commenti

categoria: Frasi d'amore

Quando finisce un amore così com'e' finito il mio
senza una ragione ne' un motivo, senza niente
ti senti un nodo nella gola,
ti senti un buco nello stomaco
ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente
e non ti basta più un amico e non ti basta più distrarti
e non ti basta bere da ubriacarti
e non ti basta ormai più niente
e in fondo pensi, ci sarà un motivo
e cerchi a tutti i costi una ragione
eppure non c'e' mai una ragione
perché un amore debba finire
e vorresti cambiare faccia, e vorresti cambiare nome
e vorresti cambiare aria, e vorresti cambiare vita
e vorresti cambiare il mondo
ma sai perfettamente
che non ti servirebbe a niente
perché c'e' lei, perché c'e' lei
perché c'e' lei, perché c'e' lei
perché c'e' lei nelle tue ossa
perché c'e' lei nella tua mente
perché c'e' lei nella tua vita
e non potresti più mandarla via,
nemmeno se cambiassi faccia
nemmeno se cambiassi nome
nemmeno se cambiassi aria
nemmeno se cambiassi vita
nemmeno se cambiasse il mondo
però, se potessi ragionarci sopra
saprei perfettamente che domani sarà diverso
lei non sarà più lei
io non sarò lo stesso uomo
magari l'avrò già dimenticata
magari se potessi ragionarci sopra
e se potessi ragionarci sopra
ma non posso, perché ...
quando finisce un amore ......

r.c.

segnalata da Aquila Nel Vento martedì 26 settembre 2006

stelline voti: 10; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Frasi d'amore

Ci sono emozioni ke rimangono indelebili
tra le pagine dell'anima.
Ci sono emozioni ke riempiono la vita di speranze,
e illudono ke la felicità sia lì..a due passi.
Come un miraggio nel deserto.
La vedi da lontano..e sai ke non è vera,
ma accecato decidi di correrle incontro..
non ti importa a quale costo..
non ascolti quella voce ke ti urla dentro..
ke ti urla di fermarti..
ke ti urla ke è tutto un inganno..
ke ti urla ke rimarrai deluso.
No..non ti importa..
e corri verso lei..
xkè ne hai bisogno..
xkè da quando l'hai vista
è scattata una scintilla..
da quando l'hai vista
qualcosa è cambiato dentro..
da quando l'hai vista
non fai altro ke pensarci.
Ma proprio quando ti sembra di essere
a un passo dalla felicita,
finisci col romperti le ossa contro la realtà..
ke è molto diversa da quel miraggio..
non c'è speranza..non era amore.
Era un miraggio..era un illusione..
bella come lei e falsa come il mondo.
Avresti dovuto ascoltarla quella voce,
avresti dovuto ragionare un attimo,
fermarti a capire,aprire gli okki e vedere
ke i miraggi non hanno consistenza.
Ma ora ti prego..alzati...
riprendi il cammino..
ascolta quella voce..
e dai un senso al tuo destino.

crazyboy

segnalata da crazyboy sabato 24 novembre 2007

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

LI VECCHIARIEDDI

LI VECCHIARIEDDI

Li vecchiarieddi vuardano luntano.
A li vuerre, a la famma, a li stiendi,a
lu surore re la fronta pe’ affà esse
‘na vrancata re raurinio ra’ int’à la terra,
certi vvoti avara, certi vvoti pure matregna.
Vuardano a li figli crisciuti
‘ntiempi re’ vuerra cum’a li puorci
magnanno la farina re li gliandi,
li mmeli ancora acevere
ca cariano ‘nterra ra l’arbero
‘nzecculluto annanzi a lu purtone re la casa.
S’allicordano ca’ puri quanno murìa
‘na jaddina vicchiaredda
ca’ nun servìa mango a fare l’ ova la matina,
era ‘na festa pe’ tutta la casa.
Ardia lu’ ffuoco rint’à lu’ fucone
e se mettìa a volle pe’ tutta la jurnata.
La sera se facia festa.
‘Nu tuozzo re pane niuro,
‘nzuppato rint’à la vrora caura,
nu’ pezzettudo re carni tuosto cum’à na preta
e iddo ca’ se rusucava, chianu chiano,
cu’ chiri quatto rienti trumulianti,
li pieri arrappuliati re la jaddina.
Lu vecchiarieddo vuardava li niputi,
assettati a circhio annanzi a lu’ fucone,
aizava ll’uocchi a lu suffitto affummuchiati
e po’ ringrazziava a Dio!

Catello Nastro

TRADUZIONE
(dal dialetto cilentano)

I vecchi guardano lontano. Ricordano le guerre, la fame, gli stenti, il sudore della fronte per cavare dal terreno, certe volte avaro, certe volte addirittura malvagio, una manciata di granoturco. Guardano i figli cresciuti in tempo di guerra mangiando pane fatto con la farina con aggiunta di ghiande macinate, come i maiali, e le mele ancora acerbe cadute prematuramente da un albero poco produttivo davanti casa. Ricordano che quando moriva una gallina vecchia, che non serviva nemmeno a fare le uova ogni giorno, era gran festa. Si attizzava il fuoco nel camino, si poneva la carne con le ossa e le frattaglie in un paiolo di rame stagnato e si metteva a bollire per tutta la giornata. La sera era gran festa. Un tozzo di pane nero inzuppato nel brodo e qualche pezzo di carne duro come una pietra. Al nonni toccavano le zampe della gallina, la testa, il collo e le parti meno prelibate. Le parti migliori venivano date ai bambini. Il vecchietto guardava i nipoti che crescevano, alzava gli occhi al soffitto pieno di fumo e poi ringraziava Iddio.

Catello Nastro - tratto da POESIE CILENTANE

segnalata da Catello Nastro lunedì 30 marzo 2009

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categoria: Aforismi » stati d`animo

2 Mi chiedo perchè
Rischio di capitolare in mezzo a questo inferno,
e’ un putiferio, ma ormai ci sono dentro!
Mi assento un attimo, ho bisogno di un caffè …
chiamatemi se tocca a me!
Mi chiedo perche’? Do anima e corpo ma tutto gira storto.
Perche’? Non c’e’ giustizia in questo mondo
Perche’? Rimango a peso morto dopo aver dato tutto quel che posso
senza che nulla sia successo.
Prende forma lo scenario al buio di una stanza che …
immobile riflette su di me mille perche’,
come un tumore in testa avanza una domanda senza risposta
preme alla mente stretta come da una morsa.
Seguo una corsa, spendo ogni mia risorsa, e che possa
la forza tenere nelle ossa;
scalzo corro sull’asfalto,
mentre compongo nuove rime, assalto un nuovo palco,
mi esalto, guardo in alto …
ma quando scendo rifletto, mi siedo, mi chiedo:
che onori ho avuto in cambio?
Soldi, fama, successo, non penso
ho fatto questo per amore verso un’arte e in me stesso
ma adesso, mi chiedo perche’ resto mani nelle mani
e al buio maledico mille sbattimenti vani;
guardo il domani risulto trionfante
nei confronti di chi gioca solo per il contante.
A nastro …
degno di essere rimasto,
fedele al mio pensiero fino in fondo come Fidel Castro!
Mi chiedo perche’? Do anima e corpo ma tutto gira storto.
Perche’? Non c’e’ giustizia in questo mondo
Perche’? Rimango a peso morto dopo aver dato tutto quel che posso
senza che nulla sia successo.

segnalata da marines lunedì 10 gennaio 2011

voti: 0; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

POESIA IN DIALETTO CILENTANO

LA CAPA RE PEZZA E LU CACAGLIUSO

Tra lu Natale e la Bifania
a lu convento re la Gliastra,
lu puorco cchiù grosso s’acceria,
e li monache re lu convento
se ne stiano tutte contente
ca re sausicchie e zsupressate
se putiano fa na grossa magnata.

La mamma re Pascalino lu cacagliuso,
ca ricìa la t a lu posto re la c,
lu mannao a l’annascuso,
a lu convento re li ccape re pezza
cu la speranza r’acchiappà
cocc’uosso o re cotena nu’ pezzo.

Pascalino lu cacagliuso,
ca’ chiuvia e era tutto ‘mbuso,
aroppa n’ora tutto contento
arrivao ‘nzimma a lu convento,
e addummannannese
chi putìa esse a cher’ora,
arapette lu purtone
propeto la matra superiora.

“Ti mo’ ha titto mammema
si le manne nu’ poto e totena,
e si l’avita jttare rint’à nu fuosso
pure la tora o nu piezzo re uosso…”

“Ma cumme parli, ca nun te capisco,
che gghiè sta totana ca vai circanno?
“Ti mo’, la totena re lu puorto!”
“Nun capisco e nun saccio chero ca’ rici.”
“E tazzo, ti mo’, picchè nun tapisci?”

“Scustumati e screanzati,
iesci fora ra lu cunvento,
ca’ mo’ te ravo nu’ gruosso tormento
“Ti mo’, picche’ tu tazzo tapisci
e totena fai finta re nun tapisce…”

Catello Nastro

Durante le vacanze natalizie, era consuetudine, in tutti i conventi del Cilento, macellare il maiale più grosso. Una donna, poveretta, manda il figlio con un piccolo difetto di pronuncia, perché scambia la “t” con la “c” dalla madre superiore per chiedere qualche osso o almeno un pezzo di cotica. Quando il ragazzo gli chiede la cotina ella non capisce, ma quando dice una parolaccia “tazzo”, lo caccia fuori dal convento. Totena non aveva capito, ma tazzo sì!!!

Catello Nastro - tratto da nUOVE POESIE DEL cILENTO

segnalata da Catello Nastro giovedì 10 marzo 2011

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categoria: poesie

sogno

correvo nel bosco umido,
frusciando su foglie morte e fango,
sentivo il freddo, penetrare, dentro le mie ossa

folletti e gnomi incuriositi guardavano me,
il lupo seguiva le mie orme, e la volpe
era attaccata alla mia lunga gonna, svolazzante,

sussurrava l'intera foresta, al mio passaggio,
quando stanca gridai:"dove sta il fiume?"
il piccolo gnomo alzò la sua mano e fece un cenno,

corsi con tutte le mie forze, fino a quando sentii
lo scorrere pigro e rilassante dell'acqua del fiume,
mentre iniziò a piovere, ascoltai il tintinnio, della pioggia sulle foglie morte,

rilassava la mia mente e il mio spirito, in quell'ora crepuscolare,
continuai a camminare lungo la sponda, osservando le anatre,
scivolare leggere, ignorando la pioggia, felici della loro libertà,

i folletti, gli elfi e piccoli spiriti della foresta, seguivano me taciti
e le volpi, gli uccellini colorati, scoiattoli dispettosi,
qualche farfalla infreddolita, lepri, un piccolo orsacchiotto,

aleggiava nell'aria una luce brillante, la luce della semplicità,
che arricchisce ogni animo, dona letizia, pace, serenità,
e io iniziai cantare una melodia armoniosa e allegra,

quando finalmente io vidi il bellissimo ponte,
di pietra, formato da piccoli archi massicci, reso spento
dal grigiore del cielo, ma vivo dalla semplice luce d'amore

al di la del ponte c'era il paese delle fiabe antiche,
e sul ponte il principe guerriero che attendeva me!
leoche starnazzavano forte, e tutti gli animali erano gioiosi,

io corsi sul ponte e tutto era così familiare,
il guerriero prese la mia mano sorridendo
e insieme ci allontanammo verso il regno delle fiabe,

dietro di noi gli animali, elfi, gnomi, piccoli spiriti della foresta
cantavano la mia melodiosa musica del cuore.

Daniela Cesta

segnalata da DANIELA CESTA sabato 3 gennaio 2015

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categoria: Poesie

Kiss Me

Kiss me

Baciami.
Baciami con tutto l'amore
che ti esplode nell'anima,
Baciami fino a quando
la notte incontrerà
le prime luci dell'alba,
baciami con tutto te stesso! Avvolgendo d'invidia
le onde del mare
che tentano di separare
i nostri corpi abbracciati
e sospinti dalla bramosia
di passione l'uno verso l'altro!
Baciami, baciami intensamente fino a sputare l'anima dal cuore.
Kiss me, my love
Kiss me, forever!
Fino a quando resisteremo
in questa tempesta d'amore travolgente e passionale
come non mai.
Kiss me, forever.
My love, fino a dimenticarci
che non siamo fatti
solo di carne e ossa,
ma solo di anima e amore!
Solo venustà ed emozione,
solo cuore e sensazione.
Kiss me,
solamente fino a quando
il cuore batte come
un tamburo pazzo!
Baciami amore mio,
baciami fino all'ultimo
verso d'alito che ci rimane.
Kiss me, forever my love!
E sarà immensurabile sentimento
che brucia nella voglia di amare. kiss me è sarà per sempre
amore vero il nostro,
oh dolce my love!

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra mercoledì 22 settembre 2021

stelline voti: 12; popolarità: 4; 0 commenti

categoria: Poesie

CHIARE FRESCHE E DOLCI ACQUE

Chiare fresche e dolci acque
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo, ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse con l'angelico seno;
aere sacro sereno
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.

S'egli è pur mio destino,
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.

Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pietà!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.

Da' be' rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo;
qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava in terra e qual su l'onde,
qual con un vago errore
girando perea dir: "Qui regna Amore".

Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
"Costei per fermo nacque in paradiso!".
Così carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e'l dolce riso
m'aveano, e sì diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
"Qui come venn'io o quando?"
credendo esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sì ch'altrove non ho pace.

PETRARCA

segnalata da basilicom martedì 13 aprile 2004

stelline voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: poesie

The times they are a-changin'

Venite a riunirvi intorno gente, ovunque voi vagate
E ammettete che le acque intorno a voi sono salite
E accettate che presto sarete bagnati fino all’osso
Se il vostro tempo per voi ha valore
Allora fareste meglio a cominciare a nuotare
O affonderete come una pietra…
Perchè i tempi stanno cambiando

Venite scrittori e critici
Che fate profezie con la vostra penna
E tenete i vostri occhi aperti
La possibilità non tornerà
E non parlate troppo presto
Perchè la ruota sta ancora girando
E non viene detto chi è
Colui che sta designando
Perchè il perdente di oggi
Sarà il vincitore di domani
Perchè i tempi stanno cambiando

Venite senatori e membri del Congresso
Per favore ascoltate il richiamo
Non state alla porta
Non bloccate il corridoio
Perchè colui che viene ferito
Sarà colui che si ferma
C’è una battaglia là fuori
E sta infuriando
Presto scuoterà le vostre finestre
E farà tremare i vostri muri
Perchè i tempi stanno cambiando

Venite madri e padri
Da tutto il paese
E non criticate
Ciò che non potete capire
I vostri figli e le vostre figlie
Non li potete comandare
La vostra vecchia strada
Sta rapidamente invecchiando
Per favore allontanatevi da quella nuova
Se non potete anche voi dare una mano
Perchè i tempi stanno cambiando

La linea è tracciata
La maledizione è scagliata
E l’uomo lento di adesso
Sarà l’uomo veloce di domani
Come il presente di oggi
Sarà il passato di domani
L’ordine sta lentamente scomparendo
E il primo di adesso
Sarà l’ultimo di domani
Perché i tempi stanno cambiando

Bob Dylan

segnalata da marco mercoledì 14 ottobre 2009

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Aforismi » virtù » saggezza

Ricordati...
Che bisogna vivere per capire…
E’ immergendoti nella difficoltà, è bagnando le ossa e la pelle dell’esperienza a volte cruda,
solo così si può sentire palpitare il cuore del mondo…
“il legno forte non cresce negli agi”.
Ogni sofferenza, ogni stato di apatia è preludio di una conoscenza,
porta in grembo la forza della “possibilità”.
Ricordati se soffri non è per sofferenza gratuita,
la sofferenza è un regalo che ti viene fatto per scoprire qualcosa,
per salire di un gradino, per salire quel gradino che ti permette di gustarti il panorama!!
Ricorda quanto ti piacciono le montagne, sali lì in alto… guardi,
e ti senti più vicina agli angeli e a Dio!
Ricorda, la tua vita e le opportunità che hai sono il meglio del mondo,
sta a te alzarti e affrontare quel meglio…
affrontalo con forza e sii felice!!
Non dimenticarti, siamo anime, anime che hanno deciso di incarnarsi e di evolvere,
migliorare, e ricorda che qui,
questa terra è popolata da altre anime che devono evolvere,
c’è chi sbaglierà ancora, c’è chi capirà, c’è chi dovrà tornarci ancora e ancora più volte..
per comprendere, per avere consapevolezza di quel battito del cuore del mondo…
se stai in silenzio e annulli i tuoi sensi, lascia che la tua anima ascolti,
è una melodia, la melodia dell’amore, che ha un suono.. e tu l’hai sentito e... lo senti!!
Lo senti bimba, lo senti! Ti chiamano bambina,
ma tu bambina un giorno sarai madre e guarderai con occhi di bambina i tuoi figli…
Lotta, lotta… questa è sempre stata la tua natura…
un angelo che ci ha sempre rotto le scatole per lottare,
lotta per te, per la tua essenza e lotta per gli altri,
perché guardino sicuri all’avvenire.
Lotta per un semplice sorriso,
lotta per una stretta di mano,
lotta per un “si”,
lotta per un solco dove poter seminare,
lotta per una sola rondine che deve volare,
lotta per la vita,
per quel germoglio che diventerà ramo e darà i suoi frutti… ricorda…
anche Gesù aveva paura, ma era consapevole della grandezza di ciò per cui lottava,
lottava per la vita ed ha lottato con l’unica arma vincente:
l’amore!
Anche le statistiche ce lo dimostrano evidenziando come l’amore sia l’unica arma..
ma noi chiudiamo gli occhi, perché?
E un giorno diremo..
“Eppure ce l’avevamo davanti agli occhi ogni santo giorno..
ma non volevamo vedere!!
Non volevamo vedere che l’amore è ciò che ci rende realmente felici, ciò che siamo!”.
E ricordatevi, non abbiate paura di amare,
è la sola cosa che ci può salvare,
che ci può sorreggere che ci porta verso la luce, che ci fa salire di un gradino.
E’ l’amore che vince SEMPRE!!!

segnalata da marines venerdì 22 ottobre 2010


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