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categoria: Poesie

COVID-19

è caduto su di noi
qualcosa di inconcepibile
di oscuro e invisibile

un mostro che non immaginavamo esistesse
nella nostra meravigliosa terra
piena di storia, cultura, tradizioni antiche

bellezza, leggiadria, nei quadri dei nostri
grandi pittori, che nel corso dei secoli
hanno rappresentato l'Italia,

le nostre città sono musei a cieli aperti
gli antichi romani hanno posto basi profonde
hanno forgiato la nostra identità

il nostro carattere, le basi delle nostre leggi,
circondati da mari meravigliosi, isole, vulcani,
montagne, laghi e fiumi, in Italia nulla manca.

Cattolici, ligi alle tradizioni della chiesa
vivevamo le nostre splendide vite
fino a un giorno di febbraio, dove tutto iniziò

un virus che uccide persone di tutte le età,
sventrando i polmoni, il respiro se ne va..
lo chiamano Covid-19. Famiglie scomparse

divise, lontane, che non si vedranno più.
L'assassino è tra noi, spietato e silenzioso
non concede tregua, non accenna ad andare via.

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA venerdì 17 aprile 2020

stelline voti: 13; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Ritratto di Donna

Lei ha gli occhi bruni.
Non ha esitazioni,
o drammi...

Solo emozioni.
E grida di sensualità,
nella notte.

Il suo vascello corre,
vele al vento,
incontro al tempo...

L’oceano spruzza
aneliti sul suo corpo
misti a quel senso

amato e violento
della sua libertà...
Mentre il sole

le infoca sul viso
il coraggio di vivere
tutta la passione.

Nell’anima ha già
tanta esperienza,
fra luci ed ombre

di sopravvivenza...
Ma Lei vivrà,
indomita,

sé stessa,
perché sa sperare
per ciò che vale!

Amore,
io non resisto...
vorrei sciogliere,

in te, tutto me stesso,
come l'acqua di neve,
fra le rocce,

va al mare
col primo sole...
Un fiume in piena

è l’amore,
se il desiderio
fa schizzar via

il pensiero...
quando si è nella valle
della Felicità.

FernyMax

segnalata da FernyMax mercoledì 28 maggio 2003

stelline voti: 10; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Ti amo,
amante, ti amo e m’ami e ti amo:
son corti i giorni, i mesi, la pioggia, i treni:
son alte le case, gli alberi, e siam più alti:
s’avvicina sulla sabbia la spuma che vuol baciarti:
emigrano gli uccelli dagli arcipelaghi
e crescono nel mio cuore le te radici di frumento.

Non v’è dubbio, amor mio, che la tempesta di
Settembre
Cadde col suo ferro ossidato sopra la tua testa
E quando, tra raffiche di spine ti vidi camminare
Indifesa,
presi la tua chitarra d’ambra, mi misi al tuo fianco,
sentendo che non potevo cantare senza la tua bocca,
che morivo se non mi guardavi piangendo nella pioggia.
Perché le pene d’amore sulla riva del fiume,
perché la cantata che in pieno crepuscolo ardeva
nella mia ombra,
perché si richiusero in te, chillaneja fragrante,
e restituirono il dono e l’aroma che abbisognava
il mio vestito sciupato da tante battaglie d’inverno?

BIMBA BRUNA E AGILE…
Bimba bruna e agile, il sole che Fa la frutta,
quello che rassoda il grano, quello che torce le alghe,
ha fatto il tuo corpo allegro, i tuoi occhi luminosi
e la tua bocca che ha il sorriso dell’acqua.

Un sole nero e ansioso ti si arrotola nei fili
Della nera capigliatura, quando stendi le braccia.
Tu giochi col sole come un ruscello
E lui ti lascia negli occhi due pozze oscure.

Bimba bruna e agile, nulla mi avvicina a te.
Tutto da te mi allontana, come dal mezzogiorno.
Sei la delirante gioventù dell’ape,
l’ebbrezza dell’onda, la forza della spiga.

Il mio cuore cupo ti cerca, tuttavia,
e amo il tuo corpo allegro, la tua voce sciolta e sottile.
Farfalla bruna dolce e definitiva
Come il campo di frumento e il sole,il papavero e l’acqua.

Pablo Neruda

segnalata da Giuly la mejo sabato 29 ottobre 2005

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categoria: poesie

Mamma

Hai iniziato a tribolare fin dalla mia nascita
E' stato un crescendo di bordate pesanti
Intervallate da momenti abbastanza tranquilli
Hai fatto sempre la tua parte, con onesta serenità
Con picchi di gratuita severità, che non meritavo, e che non ti si addiceva
A onor del vero ti ha stressato di più il babbo
Altero, irrequieto, supponente, a volte anche prepotente
Ma senza mai alzare un dito, anche se la lingua fa male più degli schiaffi
E tu, impassibile, paziente, assorbivi tutto e lo fai ancora
Anche se ora è diverso, anche lui
Buffo...
Quando potevate darvi e darmi tanto, il piede era sul freno, inamovibile
Ora, che le primavere sono già considerevoli
E si affacciano pericolosi effetti collaterali
Il fiume della vostra vita scorre lento, ma ancora forte
E parlate, parliamo, ma mai abbastanza, come tutti
Mi spiace, e tanto, di avervi abbreviato l'esistenza
Quel giorno malefico vi è costato anni
Il giorno dopo era già visibile, il cambiamento
Così com'è stato per i nonni...
Per loro ancora peggio, perché già carichi di acciacchi
Nell'arco di 6 anni, da autonomi...
Sono finiti rigidi, in orizzontale, alla mercè del nulla
O al cospetto del tutto...
Sai quanto c'ho pensato, mamma?
Tantissimo, e talvolta mi pare un incubo...
Ma non riesco a sentirmi responsabile
E' una colpa che disconosco, e tu più di altri lo sai
Il rammarico, certo, quello è rimasto
Ma tuo figlio non ha mai avuto un buon rapporto con la dea bendata
E nel tuo cuore conti le cicatrici
Che io ho altrove
Però resisti, ancora, e grazie a me, anche
Che tante volte ti rimprovero di lamentarti troppo
O di non accontentarti di quanto hai, di come sei, di come siamo
Comunque sia... sei stata, e lo sei tuttora, forte
Davvero.

bigbruno - tratto da Pensieri

segnalata da bigbruno domenica 10 giugno 2007

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categoria: poesie

TUTTO IN UN BACIO

C’è un fiume in piena
Che scorre dentro me
Mi fa sentire in vena
Quando sono insieme a te.
C’è la voglia di sorridere
Il dolore scivola via
Vorrei poter vivere
Così con la donna mia.

Abbiamo così a lungo sognato
E gli occhi non gli abbiamo chiusi mai
Sono nato quando mi hai trovato
Prima non sono esistito mai.

Posso scriverti mille parole
O proteggerti con un abbraccio
Ma tutto questo grande amore
Lo sento tutto in un bacio.

C’è la voglia di crescere
E sorridere del passato
Il presente è vivere
Il futuro è immaginato.
C’è la voglia di darsi conforto
Quando le lacrime pizzicano la faccia
Il giorno in cui sarà morto
Spero di essermi addormentato fra le tue braccia.

Ci siamo trovati e anche persi
Ed ora siamo insieme noi due
Due cieli, due mondi, due universi
E le mie speranze sono le tue.

Posso sentire il tuo sapore
Quando mi proteggi nel tuo abbraccio
Ma tutto questo grande amore
Lo sento tutto in un bacio.

LucaG - tratto da MyLyrics

segnalata da LucaG mercoledì 1 agosto 2007

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categoria: Poesie

è giusto che io ti scriva ascoltando quella musica che per molto tempo ci ha tenuti legati nel scriverci parole che uscivano dal cuore...
è giusto che io ti scriva mentre il mio cuore muore come le stelle del mattino...
Quanto,
quanto tempo ancora,
io...tu,dobbiamo soffire?
per quanto tempo andremo cercando ciò che non ci vuole?
se il mio cuore nel tradirmi ti ha amato
e solo lui sa quanto,
se solo lui ha saputo parlare a modo suo,
scusalo..
credeva che un sogno si stesse avverando...
Ma tu che per me sei stata la mia dea
la mia musa
il mio angelo
cammina come hai fatto
vai per le strade cantando di gioia e felicità..
Calpesta quelle strade che nei secoli hanno visto e vissuto esperienze più grandi di te...
Guarda il cielo,
guardalo perchè ti darà forza come ha fatto con me...
Ama,ama,ama ancora perchè un giorno chi non ti ha amata piangerà per aver perso un piccolo angelo...
Non ti dico che ti voglio bene,
ma che ti amo
perchè questo il mio cuore grida per te...
Non mi ringraziare
si è avverato quello che tu hai detto:
un semplice angelo sceso per darti pur per poco felicità...
E non mi ringraziare,
se lo vuoi fare rimani per il resto dei tuoi giorni la donna quale sei diventata
quella che mi ha fatto innamorare di lei...
Non cambiare mai,mai e poi mai...
Cosi voglio che tu mi ringrazi,
solo cosi io ti ringrazierò...
E non piangere come io sto facendo
bastano le mie per portare i fiumi in piena...
Ma sorridi,
sorridi te ne prego!!!

(VERSIONE VERA E ORIGINALE!!!)

Dorian grey

segnalata da ALESSANDRA... venerdì 11 aprile 2008

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categoria: poesie

Quanta vita

Quanta vita mi hai preso,
quanti giorni vissuti nell'assurdo,
quante notti insonni e minacciose,
quanti suoni martellanti
e parole versate addosso
come piene di fiumi violenti.

Raffiche di parole orribili
per ricordarmi che eri sempre lì,
che mai avresti mollato,
anche a costo di vedermi morire,
vedermi morire dentro
o morire del tutto.

Io che mi sento
e sempre mi sono sentita
come albero dritto e fiero,
che si fa spezzare dalla tormenta
ma non si china al suolo.
No, non mi chino alla tua furia,
alla tua volontà pazza e meschina,
preferisco ferirmi e spezzarmi.

E questo ti accresce ancor di più
la rabbia e l'ostinazione di volere
qualcosa che non ti è dovuto,
e ancor meno ti è dovuto quel rispetto
di cui tanto vorresti riempirti.

Non hai dignità di persona,
strisciante sei, come verde serpe,
preda di mostruosità di pensieri
che creano violenze e soprusi,
un agire cieco, sordo, folle...

Quanta vita mi hai tolto,
quanti segreti rubati e mortificati,
quante pressanti minacce, e ricatti,
quanti bui momenti e giornate buttate,
tutta vita percossa, sprecata.

Un abisso, sì, un abisso,
si schiuda improvviso sotto il tuo passo.
Quanta vita mi hai preso...
e quanta ancora potrai?

RitaS

segnalata da RitaS domenica 27 dicembre 2009

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categoria: Poesie

Vorrei amarti cosi.

Donna, completa,
mela carnale , d’antico desiderio,
peccaminoso.

Ahi, amarti è un sublime viaggio,
con acqua e con stelle,
tra brusche tempeste,
di lenzuola, dai nostri sudori
intrecciati e inumiditi.

Amarti, sarà come un combattimento
d’intensi lampi delle nostre anime,
infuocate, i tuoni, gemiti gentili,
in nostre gole
d’ aria soffocata,
e due corpi
da un solo miele sconfitti.

Bacio dopo bacio,
ripercorro il tuo corpo,
come penitenza lussuriosa,
ritrovandomi nel tuo essere
donna e madre.

I tuoi margini,
i tuoi fiumi,
i tuoi deliziosi villaggi,
minuscoli, di vene e carne,
giù per le gambe,
ad accarezzar le caviglie
tue.

Corre, il peccaminoso
desiderio d’amarti cosi,
piccantemente mia,
corre per i sottili
cammini del sangue,
fino ad essere
e non essere,
che un sol lampo
di passione.

Antonio de Lieto Vollaro - tratto da 3 raccolta di poesie

segnalata da wolf23 mercoledì 16 marzo 2011

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categoria: poesie

Amami !

Mio piccolo grande amore, mio piccolo dolce fiore,
candido come la rugiada, bianco come un giglio,
delicato come un bambino, t'ho rivista dopo tre lunghi mesi!
Mio motivo di vivere, angelo delle mie notti,
sogno di una vita, passione di due interminabili anni,
t'ho ritrovata e non vorrei perderti!
Dolce pensiero della mia mente, luce del mio buio,
àncora della mia salvezza, dolce creatura,
fiore dei verdi prati, stella degli abissi,
sole della mia vita...ho bisogno del tuo calore,
del tuo affetto mio meraviglioso amore.
Sento freddo, tremo, sono percorso da brividi,
ho bisogno del tuo amore...aiutami soave profumo!
Occhi perlei, musetto delizioso, viso argenteo,
nube che vaghi nell'immenso cielo, ruscello che scorri
fra le alte montagne, dolce gorgoglio di un piccolo fiume,
libera rondine che voli, meraviglioso laghetto fra le più alte cime
ricambia il mio amore, non abbandonarmi...salvami bella regina, aiutami!
Sto precipitando in una profonda voragine senza fine,
dove davanti a me è solamente il vuoto, ma in questo
vuoto intravedo una luce, una speranza...Te!
Cornice d'uno stupendo quadro; te, dolce fonte dove
possa spegnere la mia sete; te, sinuoso corpo morbido come velluto;
te, bellissima venere che vieni dal nulla.
Son solo, ho paura, soffro tanto, non ho nessuno accanto a me,
il mio mondo non mi basta più, ho bisogno di qualcuno...di te,
dolce ninfa dei boschi; di te, dolce musica melodiosa;
di te, dea delle dee; di te, ragazza semplice e bella;
di te, che hai sconvolto la mia tranquillità; di te,
che puoi ridarmela: dammi un pò del tuo amore, del tuo calore,
del tuo affetto.
Non sono altro che un relitto in balia dell'uragano che
imperversa in me, sono solo una foglia portata via dal vento
chissà dove e vorrei tanto che mi portasse da te...che io amo.
Dolce fata turchina, fai di me un ragazzo felice col tuo incantesimo,
fai di me un uomo, fai di me tutto ciò che vuoi...ma amami!

vincenzo corsaro

segnalata da vincenzo corsaro venerdì 14 settembre 2012

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categoria: poesie

La Pace

Sognando la pace
si deve decidere da che parte stare
ogni gesto è un'occasione
da non sottovalutare,
cambia gli argini del fiume
che scorre verso il mare.
La pace
non si può trovare in un pensiero
la si deve conquistare
non può essere soltanto un desiderio
è un traguardo
e da noi dobbiamo incominciare.
La pace
che vogliamo è scelta di vita
è una strada stretta
che ci chiede di rinunciare
all'orgoglio
al rancore
a voler primeggiare
La pace
è un dono ricevuto
che dobbiamo riciclare
ci chiede occhi per vedere
mani per donare
cuori da riscaldare.
La pace
non è stare tranquilli
in un'oasi dorata
ma richiede il nostro impegno
al servizio dei fratelli.
La pace
può rimanere solo un sogno
se non sappiamo rinunciare
a quel che all'altro
può danneggiare.
E se è poco quel che possiamo fare
tutti insieme
riempiremo il mare.

Neris

segnalata da Neris venerdì 23 novembre 2012

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categoria: Poesie

e arrivò aprile

e aprile arrivò, sequestrati anima e corpo
da dietro i vetri di una finestra, chiusi in casa
prigionieri per un virus mortale,
non abbiamo goduto dell'entrata della primavera,
ne delle carezze del suo vento
viviamo reclusi tra le mura di casa
non coglieremo i fiori di aprile,
piangiamo a volte per il nostro paese,
da nord a sud, dalle Alpi agli Appennini,
con i loro splendidi villaggi,
laghi e fiumi che l'attraversano, boschi e valli
città piccole e grandi, cariche di storia,
che hanno donato civiltà al mondo
pieni di musei a cieli aperti,
capolavori inimitabili, delle persone del nostro passato
noi siamo un popolo affabile, che vive con amici e parenti
amiamo il bar, gli aperitivi, il parlare e sorridere
amiamo vestire bene, sfoggiare la nostra conoscenza
ascoltare il cinguettio gioioso degli uccelli a primavera,
aprile e i suoi mandorli in fiore, densi di profumo
inebria spirito, sublime estasi che mostra la gloria di Dio,
aprile italiano di questo terribile anno, città vuote e deserte
villaggi come fantasmi, boschi, valli e campagne
appartengono ora agli animali, le persone vivono in casa
chiusi senza vedere nessuno, periodo peggiore per un italiano.
Migliaia e migliaia di morti in questa nazione, che una volta portati in ospedale, i loro familiari non hanno piu visto e non vedranno piu.
Senza un funerale , ne un addio, ne un ultimo sguardo,
migliaia di povere anime che hanno tenuto la mano di
una infermiera vestita come un astronauta, che tratteneva le lacrime
aprile è arrivato e noi dobbiamo avere solo speranza e
amore per un passato che non dimenticheremo mai.

DANIELA CESTA

segnalata da daniela cesta martedì 31 marzo 2020

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categoria: Poesie

Idiosincrasie

Idiosincrasie

Oh l'invidia,
taipan che serpeggia
tra le pieghe
dell'animo umano,
è come un'acida cacofonia
che si insinua nelle orecchie del bilioso celato
dal falso buonismo
avvolgendolo gradualmente
in un gorgo di amarezza
e desideri ostili
verso le sue idiosincrasie!
Miasma del suo essere
che come un fiume in piena
superba surclassa
la sua serenità interiore!
È come un feroce leone
che divora le gioie
e progressi altrui,
lasciando solo
un amaro retrogusto
di insoddisfazioni e rancori
rendendolo arso
di stille di sintonie d'affetto
a renderlo sensibile umano,
e come una procella
che scuote
le fondamenta dell'anima
lasciando solo
frammenti di affanni
in malcontenti.
È come un oscuro abisso
che inghiotte
la luce della gratitudine
nelle sue viscere
rendendo l'invidioso prigioniero
di una tetra gelosia,
che lo mangia dall'interno
consapevole di essere
l'unica consumata vittima.

©Laura Lapietra

Laura Lapietra

segnalata da Laura Lapietra giovedì 13 luglio 2023

stelline voti: 23; popolarità: 11; 0 commenti

categoria: Poesie

LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA

Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.

LEOPARDI

segnalata da basilicom martedì 13 aprile 2004

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categoria: Poesie

Piangi

Una lacrima,
scintilla nei tuoi occhi cupi di rabbia, di dolore
ti riga il viso segnando il suo passaggio
poi giunge alle labbra e con un rapido gesto la porti via,
nemmeno te ne accorgi,
scompare in silenzio portando con sè l'amarezza e il rancore che l'hanno costretta a spingersi al di fuori dei tuoi occhi,
della tua anima.
Lacrime che sgorgano impetuose dal profondo del cuore,
così amare
eppure così dolci,
così opprimenti
eppure così liberatorie.
Che poi a cosa serve piangere?
Serve a sfogarsi?
O serve ancor più a deprimersi?
E dopo che piangi... cambia qualcosa?
... forse, ma che importa...
le emozioni non hanno bisogno nè di ragionamenti,
nè di spiegazioni per esprimersi;
una frase,
un gesto,
un ricordo
e dentro esplode come un vulcano,
come un terremoto che devasta ogni cosa,
come un'uragano impossibile da fermare.
Emozioni
nient'altro che semplici, istintive emozioni
che quando non si riescono più a trattenere
si trasformano in lacrime.
Quindi piangi,
se sei felice,
se sei triste,
al culmine della gioia
o nel profondo della disperazione
piangi,
esprimi anche così le tue emozioni;
si, piangi!
Urla,
sgolati
e non preoccuparti di quello che pensa la gente,
piangi e dedica le tue lacrime al cielo.
Liberale e sentile come un fiume in piena che rompe gli argini,
come un'animale che corre selvaggio nella natura,
come un uomo che danza a piedi nudi.
Esprimi le tue emozioni...
è il solo modo che hai per esprimere te stesso.

Meleth

segnalata da Meleth mercoledì 22 dicembre 2004

stelline voti: 1; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Vorrei amarti cosi

Donna, completa,
mela carnale , d’antico desiderio,
peccaminoso.

Ahi, amarti è un sublime viaggio,
con acqua e con stelle,
tra brusche tempeste,
di lenzuola, dai nostri sudori
intrecciati e inumiditi.

Amarti, sarà come un combattimento
d’intensi lampi delle nostre anime,
infuocate, i tuoni, gemiti gentili,
in nostre gole
d’ aria soffocata,
e due corpi
da un solo miele sconfitti.

Bacio dopo bacio,
ripercorro il tuo corpo,
come penitenza lussuriosa,
ritrovandomi nel tuo essere
donna e madre.

I tuoi margini,
i tuoi fiumi,
i tuoi deliziosi villaggi,
minuscoli, di vene e carne,
giù per le gambe,
ad accarezzar le caviglie
tue.

Corre, il peccaminoso
desiderio d’amarti cosi,
piccantemente mia,
corre per i sottili
cammini del sangue,
fino ad essere
e non essere,
che un sol lampo
di passione.
L'azzurro dell'amore

L’alba d’azzurro
arse il cielo,
le rugiade, come colonie
profumarono
i fiori, d’intenso
amore.
Vieni a toccare
il fuoco dell’azzurro istantaneo,
afferra la chiave dell’universo,
prendimi per mano,
e tuffiamoci nell’infinito,
e lasciamo che i suoi petali
si consumino,
di noi.
Altro non vè qui,
che spazio aperto,
di libere virtù,
e tra tanti
azzurri celesti sommersi,
si perdono i nostri occhi,
indovinando i poteri dell’aria,
trasportandoci nell’oblio azzurro.

Antonio de Lieto Vollaro - tratto da 3 raccolta di poesie

segnalata da wolf23 lunedì 21 marzo 2011

stelline voti: 2; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Per te...

Tu
tu sola
Mi hai insegnato il significato del mondo visibile
Quando mi fa restare stupefatto
e dentro di me una voce sussurra “Che bello”
e qualcosa di grande entra nel mio animo.

Oh, per tutta la vita
Vissi ignaro della causa
Troppe volte in ammirazione
Dinanzi ad un paesaggio
A un monumento
Ad una piazza
A una rupe
A un viottolo
Ad un deserto
Senza capire il segreto.

Ma ora
Ora
il segreto si è svelato: l’Amore.
I boschi
Le pianure
I fiumi
Le montagne
I mari
Le valli
Le stelle
Di più, di più
Le città
I palazzi
Le pietre
Il cielo
I tramonti
Di più, di più
Le tempeste
La neve
La notte
Il vento
Di più
Il mare
È tutto abbracciato da un presentimento
D’Amore
Il tuo Amore
Presentimento di te.

Dovunque il pensiero di te
Gioca a nascondino.
Mi sovviene la finestra solitaria illuminata
Nella sera d’inverno
E tu ci sei
Ricordo la spiaggia sotto le rocce bianche
E tu ci sei
Ripenso ai caminetti accesi
E tu ci sei
Mi culla il barlume dell’alba
E tu ci sei
Mi rapisce il volo degli uccelli
E tu ci sei
Guardo il debole splendore
Delle montagne solitarie
E tu ci sei.
Mi perdo nel giro immenso
Delle onde sulla sabbia
Sulle conchiglie
E tu ci sei.

Vorrei abbracciarti.

MareVento - tratto da ...il mio cuore...

segnalata da MareVento lunedì 29 dicembre 2003


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