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categoria: Poesie

Ritratto dell'amata


Chiome d'argento fine, irte, ed attorte
Senz'arte intorno ad un bel viso d'oro;
Fronte crespa, ù mirando, io mi scoloro,
Dove spunta i suoi strali Amore e Morte;
Occhi di perle vaghi, luci torte
Da ogni obbietto disuguale a loro;
Ciglia di neve; e quelle ond'io m'accoro,
Dita e man dolcemente grosse e corte;
Labbra di latte; bocca ampia, celeste;
Denti d'ebano, rari e pellegrini;
Inaudita, ineffabile armonia;
Costumi alteri e gravi; a voi, divini
Servi d'Amor, palese fo che queste
Son le bellezze de la donna mia

Francesco Berni - tratto da Crestomazia italiana. La poesia, a cura di Giacomo

stelline voti: 30; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Donna

Quand'eri
giovinetta pungevi
come una mora di macchia. Anche il piede
t'era un'arma, o selvaggia.

Eri difficile a prendere.
Ancora
giovane, ancora
sei bella. I segni
degli anni, quelli del dolore, legano
l'anime nostre, una ne fanno. E dietro
i capelli nerissimi che avvolgo
alle mie dita, più non temo il piccolo
bianco puntuto orecchio demoniaco.

Umberto Saba

stelline voti: 21; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

Esortazione


nel distendere dietro la nuca una parete di
metallo
nell'appoggiare le mani sopra una parete che
non c'e'
come si propongono azioni di fronte a un
pubblico [pagato da altri
alzatevi e intingetevi l'indice
voltatevi e indicate l'uscita

osservando sollevando tutte le tende di seta
staccando distendendo le dita sopra questa
parete
come si strangolano animali in una stanza
gremita

alzatevi e dite di toccarvi
subito e in fretta
subito saltate via

Antonio Porta - tratto da Cara

stelline voti: 29; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: Poesie

la giornalista Gisela...]


[beveva, e rideva, e beveva,
beveva, e rideva, e beveva,
la giornalista Gisela:
si è divertita enormemente,
alla dotta boutade del mio primogenito malizioso:
un "ist mir vergallt,"

(seguirono chiarimenti intorno all'etimologia
della poesia, figlia della memoria:
perché scrive soltanto chi non sa ricordare,
per non dimenticare).

si è entusiasmata di fronte alle mie lunghe dita,
alla salute di mia moglie,
alla bellezza sensibile del mio terzogenito
che ha fatto la sua minima epifania
nel pieno di una storia di couvades:

(e il secondogenito è rimasto in secondo piano,
un po' in ombra, in un atteggiamento
terremotato, e dolente).

ma nel rapido addio,
quando io, un Liebling der Schnaken,
mi sono travestito come un Liebling der Gotter,
e' scoppiato il suo complimento di commiato
ma con delicatissime censure:

(per un ipotetico Liebling der Frauen,
in sospensione prematrimoniale);
(e il momento più felice della mia vita,
ho risposto, sono stati tre momenti:
e ho detto quali).

Edoardo Sanguineti - tratto da Reisebilder

stelline voti: 33; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: Poesie

La sera fiesolana

Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s'attarda a l'opra lenta
su l'alta scala che s'annera
contro il fusto che s'inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sè distenda un velo
ove il nostro sogno giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.
Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe'; tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l'acqua del cielo!
Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pinidai novelli rosei diti
che giocano con l'aura che si perde,
e su 'l grano che non è biondo ancora
e non è verde,
e su 'l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.
Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!
Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incurvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amare
d'amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

Gabriele D'Annunzio

stelline voti: 18; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Gia' per l'aula beata a cento intorno


Già per l'aula beata a cento intorno
Dispersi tavolier seggon le dive,
Seggon gli eroi, che dell'Esperia sono
Gloria somma o speranza. Ove di quattro
Un drappel si raccoglie: e dove un altro
Di tre soltanto. Ivi di molti e grandi
Fogli dipinti il tavolier si sparge:
Qui di pochi e di brevi. Altri combatte;
Altri sta sopra a contemplar gli eventi
De la instabil fortuna e i tratti egregi
Del sapere o dell'arte. In fronte a tutti
Grave regna il consiglio: e li circonda
Maestoso silenzio. Erran sul campo
Agevoli ventagli, onde le dame
Cercan ristoro all'agitato spirto
Dopo i miseri casi. Erran sul campo
Lucide tabacchiere. Indi sovente
Un'util rimembranza un pronto avviso
Con le dita si attigne: e spesso volge
I destini del gioco e de la veglia
Un atomo di polve. Ecco sen ugne
La panciuta matrona intorno al labbro
Le calugini adulte: ecco sen ugne
Le nari delicate e un po' di guancia
La sposa giovinetta. In vano il guardo
D'esperto cavalier, che già su lei
Medita nel suo cor future imprese,
Le domina dall'alto i pregi ascosi:
E in van d'un altro, timidetto ancora,
Il pertinace pie' l'estrema punta
Del bel pie' le sospigne. Ella non sente
O non vede o non cura. Entro a que' fogli ,
Ch'ella con man si lieve ordina o turba,
De le pompe muliebri a lei concesse
Or s'agita la sorte. Ivi è raccolto
Il suo cor la sua mente. Amor sorride;
E luogo e tempo a vendicarsi aspetta.

Giuseppe Parini - tratto da Il Giorno. Le odi. Dialogo sopra la nobilta'

stelline voti: 32; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: Poesie

La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione

Gabriele D'Annunzio

stelline voti: 7; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La vita tra le dita!

Il tempo ci ha portato via
quei anni trascorrsi insieme,
e ci ha fatto dimentichare il nostro bene.
Pian piano ci è fugita tra le dita,
come spesso va finire in questa vita!
Chissá cos'avverá nel futuro,
se ci ritroveremo davanti un muro.
Come è potuto accadere che la nostra storia finisse cosi,
tra pianti e lacrime arrivando a venerdi!
L'anima afflita e tremante,
senza destino nel nulla vagante.
Come scrisse Dante nel "bell camin di nostra vita",
si bruccio anche lui all'amore le dita!
Basta coi lamenti e torture
tutti d'amor penosi abbiam bisogno di cure!

Sono io! - tratto da esperienze personali

segnalata da Vale mercoledì 10 novembre 2004

stelline voti: 2; popolarità: 2; 0 commenti

categoria: Poesie

L'attimo sta nel fermare il tempo per cogliere quelle sensazioni che ti fanno toccare il cielo con un dito...

segnalata da ely venerdì 5 marzo 2004

stelline voti: 14; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Dedicato a me

Come un ombra seguo la mia vita, lascio che mi scorra tra le dita, sento quasi l'odore della paura di sbagliare,di deludere,di pentirmi,di amare e di soffrire,di respirare davvero forse...,so di esser viva eppure non vivo,mi limito a sopravvivere,e che tristezza esserne consapevole...,non ho la forza, non ho la voglia di guardare in alto, al cielo, e dirmi "sei giovane,vivi la tua vita,coraggio,rialzati,sii forte..",vorrei solo che il tempo si fermasse a mezzogiorno, quando il sole splende in alto e con me stessa potrei coprire a vita il mio riflesso...

Leoncina'80

segnalata da A me stessa lunedì 31 marzo 2003

stelline voti: 3; popolarità: 1; 0 commenti

categoria: poesie

..salirò in alto e con un dito toccherò il cielo mi soffermerò a guardare le stelle e troverò quella a cui hai parlato,le chiederò che desiderio hai fatto,e solo allora saprò se tu mi hai veramente amato.

Ayandra - tratto da ayandra

segnalata da ayandra venerdì 3 ottobre 2008

stelline voti: 7; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

quanto tempo è passato da quella sera d' estate, dove riuscivamo a toccare il cielo con un dito! dove restavamo senza parole nel provare quelle forti emozioni... Ora c' è un' altro che mi sfiora come un tempo facevi tu. ora c' è un' altro a baciare le mie labbra ed io fingoè cerco di provare le stesse emozioni provate con te ma in fondo so che il tuo posto nel mio cuore non potrà mai essere occupato da nessun' altro. Hai lasciato un segno indelebile nella mia anima, tu sarai riuscito a dimenticarmi, io continuero apensarti è ad amarti

segnalata da ANGELICA lunedì 28 febbraio 2011

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

amore vero

l'amore vero è quello che arriva all'improvviso come il sorriso di un bambino
l'amore vero è quello che ti rimpe la vita
l'amore vero non lo si tocca con le dita ma ti accarezza l'anima ed è talmente puro come sentimento che quando viene ricambiato è più prezioso di qualunque tesoro rubato e se la sua intensità si potesse quantificare tutte le stelle del cielo drovemmo contare
ma se poi il cielo è la sua culla allora avremmo contato per niente........

giuseppe s. - tratto da inventata al momento

segnalata da giuseppe lunedì 24 dicembre 2007

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

sei sabbia di deserto che mi sfugge tra le dita della mani,stappata da venti impetuosi e crudeli.
sei sabbia,che l'onda del mare del mare trascina via,comunque sei sabbia,che vorrei racchiudere in una clessidra,
di cristallo di rocca,clessidra che segna assieme a me il tempo che passa,senza che niente ti porti più via.

massimo

segnalata da massimo sabato 21 settembre 2002

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categoria: poesie

ALLA MIA AMATA DONNA ANGELO

Dolce amore mio i tuoi capelli d'oro sono lisci e soffici come il cotone puro e non smetterei mai di passare le mie dita fra questi. Il tuo dolce sorriso é per me il paradiso é una dolce energia Che mi mostra il tuo affetto per me e Che io amo e voglio proteggere come la pupilla dei miei occhi niente é piu dolce per me del tuo sorriso tenero amore mio, quando sei seria il mio cuore piange es é triste perché capisco Che hai qualcosa Che non va, ma come il sole esce con la sua prorompente energia e luce e da una nota positiva a una giornata piovosa allo stesso modo per me il tuo sorriso scaturisce sulla tua bocca e accende di gioia il mio cuore. Quando guardo i tuoi occhi sento i brividi fino in fondo al cuore quando penso a quanto amore tu mi dai e io voglio darti a mia volta. Se vuoi sapere cosa cé nel luogo piu segreto del mio cuore ora te lo diro un abisso sconosciuto di amore solo per te e il desiderio di accarezzare con infinita delicatezza i tuoi occhi e avvicinarmi lentamente alla tua bocca per poi baciarti. Mi piacerebbe tantissimo sedermi vicino a te e mettere accanto ai tuoi piedi sacri e bianchi Tante rose e mentre osservo come dolcemente ti muovi cospargere di petali queste tue sacre membra e riempirli di baci e di carezze e osservare come il colore dei tuoi jeans blu esalta la purezza delle membra con cui cammini. Quando ti bacio gli occhi e guardo il tuo sorriso vorrei Che fosse amore per sempre pero purtroppo il tempo ti porta via da me come meravigliosa e adorabile polvere Che scivola via dalla mano di un uomo... Perche? Il mio cuore é triste vorrei Che tu fossi eterna ma lentamente invecchi e seppur sei piu bella di una rosa mio tenero amore purtroppo la morte ci separa... Altro non ho Che la gioia dei nostri momenti e il dolore di perderti é grande nel mio cuore.

Brusa Carlo

segnalata da Brusa Carlo venerdì 9 ottobre 2015

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categoria: Poesie

I tuoi passi

I TUOI PASSI

Torna sui tuoi passi,
non inseguire chimere
o falsi idoli di cartapesta.
Riprendi il cammino,
nel dolce paesaggio collinare,
all’ombra dei fronzuti castagni,
raccogliendo innocui ricci
creati a difesa del frutto
una volta passatempo degli avi
e genuino ingrediente
dei rari dolci della nonna
con le dita appiccicate
nello zuccheroso miele
che ricopriva la torta
e ti faceva leccare le dita
con la lingua che arrivava
fin sotto le narici per cogliere
l’ultimo attimo della festa.
Torna sui tuoi passi:
il dolce che gusti avidamente
è di matrigna malvagia,
uscita non dai libri di favole,
ma dalle pagine di cronaca nera.

Catello Nastro

segnalata da Catello Nastro domenica 23 gennaio 2011

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categoria: Poesie

FOCE

Che rimane di tutto?

Niente,

forse un sasso nella bocca,

polvere tra le dita

o una foce

che esplode negli occhi…

Gaspare Serra

segnalata da Gaspare110 lunedì 10 novembre 2008

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categoria: Poesie

Le Strade del Cuore

Il freddo vuota le panchine affollate di un rigido inverno,
la scura notte arriverà presto ad abbracciare la città.
Per gli impauriti amanti ci saranno mani calde da stringere,
Per gli impauriti amanti ci saranno mani calde da stringere
rigidi cappotti a chiudere il collo e portici pronti a difendere
il loro viso dagli attacchi del vento.

Lungo il viale tra le panchine ormai abbandonate
è rimasto solo un vecchio signore,
con lo sguardo basso scruta
il suo cappello logoro di vita,
scorrere lento fra le sue dita.

Il cielo del mio paese ha le sfumature indefinibili
dei tuoi occhi, fra le sue strade cammino lento
come se passassi le mani fra i tuoi capelli.
Il vento allontana le nuvole e mi riporta il tuo profumo,
osservo una coppia di teneri amanti
poi desolato ed invidioso, mi fermo a guardare
distrattamente tra le vetrine, i balocchi preziosi nei negozi.

Il freddo fa rabbrividire il mio corpo,
ma l'amore è la più contagiosa delle malattie,
oramai stordito dalla febbre per il tuo amore
mi ritrovo sorridendo, da solo a camminare
mentre intorno a me la città fugge via.
Sosto a lungo sul bordo di una fontana
vorrei anche io adesso un cappello
da potere scorrere fra le dita,
ci nasconderei dentro i miei pensieri di oggi
e poi gentilmente lo poggerei in testa…
Il viale è oramai desolato,
le foglie cadute danzano al vento i ricordi della loro vita,
non c'è più quel vecchio signore seduto sulla panchina…
avrei voluto chiedergli quali ricordi contenesse il suo cappello
ma la fredda sera lo ha portato via…
Rimango solo io con i miei pensieri
pensieri d'amore…
liberi pensieri per le strade del cuore...

Vallant Langosco

segnalata da Vallant giovedì 14 gennaio 2010

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categoria: Poesie

non si puo cancellare cn un colpo di spugna tt quello ke è stato fatto anke solo in 2 settimane...ci vuole del tempo... tanto tempo sprattutto se ci sono di mezzo i sentimenti e se non si vuole rinunciare a quello ke è stato "costruito"... mi vien voglia di piangere...se piangessi nn lo farei x tristezza.. ma x la sicurezza ke tt quello ke ho pensato nn accadrà mai... lo sapevo di non avere chance..ma mi aggrappavo cn forza a quel sottile filo chiamato speranza.. che ora nn esiste più...sai ho chiesto al mondo di vivere..e questo mi è stato concesso...ho chiesto al mondo di avere amicizie, e mi sono state date(es. tu e l'ale...), ho chiesto di poter provare emozioni verso le altre xsone e ne ho avuta la possibilità.. ho chiesto di poter essere contraccambiata e non ho ricevuto risposta nè affermativa, nè negativa... a questo punto ho ignorato il mondo e ho iniziato a correre.... sono arrivata ad un burrone e mi sono fermata...e qui sono stata buttata dentro...e per la caduta ho pianto...poi mi sono accorta ke nessuno si era accorto dei solci sul mio viso lasciati dalle lacrime...NESSUNO... e allora ho inziato a scrivere: almeno il foglio si ricorda dei solchi lasciati dalle mie mani(sudate...)....vivo come mi pare, vivo e nn permettero a nessuno di dirmi cosa devo scrivere sul mio libro, chi mi deve piacere................. ho ripensato al mondo e gli ho fatto un ultima domanda... gli ho chiesto 1 pezzo di cielo tutto mio, dove vivere la mia vita con chi voglio io... sai cosa mi ha risposto???... solo chi può essere ricambiato puo avere un pezzo di cielo tutto suo... allora ho salito le scale che portavano al cielo e ne ho rubato un pezzo, piccolo, piccolo...sono scappata via e lo stretto forte a me, poi l'ho nascosto nel mio cuore cosi che nessuno me lo possa portar via...e ora mi sento gia meglio dopo essermi sfogata un po'.... ora posso guardare il cielo e sorridere ugualmente..perche lui è felice ed io lo sono perche questo taglietto sul mio dito è comparso dopo che ho rubato il mio pezzo diCIELO, non ho fatto del male a nessuno forse solo un poco a me... ma ce nè di tempo ancora prima che io getti la spugna... scusa se ti sto scaricando tt i miei probl... se vuoi falla vedere anke all'ale.......... non so cosa farei senza di voi....

framora

segnalata da framora mercoledì 4 aprile 2007

stelline voti: 3; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

Vedo un cielo senza nuvole e in esso vedo rispecchiare un cuore senza amore,
un petalo di rosa scivola tra le mie dita
e sembra acarezzare la pelle come un piuma,
una lacrima discende il viso e scappa via come una lepre in fuga....
il tormento di non poter possdere il tuo corpo, rende più difficile la conquista del cuore.
scegliere la via dell'addio significa intraprendere una strada densa di nebbia dove nessun miraggio potrà portare il tuo sguardo alla mia mente.

Nico Gurr...

segnalata da nico martedì 6 agosto 2002


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