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categoria: Poesie
La melanconia
Fonti e colline
chiesi agli Dei:
m'udiro alfine,
pago io vivro'.
Ne' mai quel fonte
co' desir miei,
ne' mai quel monte
trapassero'.
Gli onor che sono?
che val ricchezza?
Di miglior dono
vommene altier:
d'un'alma pura,
che la bellezza
della natura
gusta e del ver.
Ne' può di tempre
cangiar mio fato:
dipinto sempre
il ciel sara'.
Ritorneranno
i fior nel prato
sin che a me l'anno
ritornera'.
Melanconia,
ninfa gentile,
la vita mia
consegno a te.
I tuoi piaceri
chi tiene a vile,
ai piacer veri
nato non e'.
O sotto un faggio
io ti ritrovi
al caldo raggio
di bianco ciel,
mentre il pensoso
occhio non movi
dal frettoloso
noto ruscel;
o che ti piaccia
di dolce luna
l'argentea faccia
amoreggiar,
quando nel petto
la notte bruna
stilla il diletto
del meditar;
non rimarrai,
no, tutta sola:
me ti vedrai
sempre vicin.
Oh come è bello
quel di viola
tuo manto, e quello
sparso tuo crin!
Più dell'attorta
chioma e del manto,
che roseo porta
la dea d'amor;
e del vivace
suo sguardo, o quanto
più il tuo mi piace
contemplator!
Mi guardi amica
la tua pupilla
sempre, o pudica
ninfa gentil;
e a te, soave
ninfa tranquilla,
fia sacro il grave
nuovo mio stil.
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Un rabbino, nascosto in un confessionale, assiste alle confessioni. Arriva una donna: "Padre ho molto peccato. Ho tradito mio marito una volta". Il prete: "Di' dieci padre nostro e fai un'offerta di 10mila lire, e il Signore ti perdonera'". Arriva un'altra donna: "Padre, ho molto peccato, ho tradito mio marito due volte". "Non ti preoccupare. Di' venti Padre Nostro e fai un'offerta di ventimilalire, Il Signore ti perdonera'". Arriva una terza donna: "Padre, ho molto peccato, ho tradito mio marito tre volte". "Di' trenta Padre Nostro e lascia un'offerta di trentamilalire, il Signore ti perdonera'". Il prete si allontana dal confessionale, ma arriva un'altra donna: "Padre, ho molto peccato. Ho tradito mio marito". Il rabbino allora le chiede: "Quante volte?". "Una sola volta, Padre". E il rabbino: "Non ti preoccupare. Con quaranta Padre Nostro e un'offerta di quarantamilalire, puoi tradire tuo marito ancora tre volte".
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categoria: Frasi d'amore » lettere
Per Anna Strunsky - 3 Aprile 1901
Cara Anna,
Ho forse detto che gli essere umani possono essere archiviati in categorie? Allora, se l’ho detto, lasciami fare una precisazione: non tutti gli essere umani. Tu mi sfuggi. Non riesco a classificarti, non riesco ad afferrarti. Posso indovinare, nove volte su dieci, a seconda delle circostanze, posso prevedere le reazioni, quelle nove volte su dieci, dalle parole o dai gesti, posso riconoscere le pulsazioni dei cuori. Ma al decimo tentativo rinuncio. Non ci arrivo. Tu sei il decimo tentativo.
Mai sono esistite due anime così simili e così incomprensibilmente assortite!
Possiamo andare d’accordo, certamente, e a volte capita, ma quando non siamo d’accordo,ce ne accorgiamo subito e immediatamente non usiamo più lo stesso linguaggio. Diventiamo estranei. Dio riderà della nostra pantomima.
L’unico sprazzo di sensatezza in tutto questo è che siamo tutti e due generosi, abbastanza generosi per capirci. Perché è vero, spesso ci capiamo, ma in modi vaghi e confusi, per mezzo di deboli percezioni, come fantasmi, che, mentre noi diffidiamo, ci perseguitano con le loro verità.
E tuttora io, per primo, non oso crederci; perché tu sei sempre quel decimo che io non posso prevedere.
Sono incomprensibile ora? Non lo so, forse sì. Non riesco a trovare un linguaggio comune. Generosità, ecco cos’è. E’ la sola cosa che ci tiene uniti. Qualche volte siamo attraversati da un lampo, tu ed io, abbiamo quel qualcosa in comune che ci fa respirare insieme. Sebbene siamo così diversi. Sorrido dei tuoi entusiasmi? E’ un sorriso che si può perdonare, è un sorriso di invidia. Ho vissuto venticinque anni di repressione. Ho imparato a non essere più entusiasta. E’ una lezione dura. Incomincio ora a dimenticare, ma è così difficile. Al massimo, prima di morire, posso sperare di aver dimenticato qualcosa. Posso esultare, adesso che sto imparando, per piccole cose, per altre cose, ma per le mie cose, e per quelle segrete, doppiamente mie, non posso, non posso. Riesco a farmi capire? Riesci a sentire la mia voce? Temo di no. Ce ne sono tanti di posatori. Io sono il migliore di tutti.
Jack
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categoria: Poesie
Fumatori di carta
Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d'inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan si che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
danno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s'inoltra, si sfoga
come un'anima sola, in un secco silenzio.
Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l'amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla, a strapparsi la vita.
Li ebbe un tempo i compagni e non ha che trent'anni.
Fu di quelli di dopo la guerra, cresciuti alla fame.
Venne anch'egli a Torino, cercando una vita,
e trovò le ingiustizie. Imparò a lavorare
nelle fabbriche senza un sorriso. Imparò a misurare
sulla propria fatica la fame degli altri,
e trovò dappertutto ingiustizie. Tentò darsi pace
camminando, assonnato, le vie interminabili
nella notte, ma vide soltanto a migliaia i lampioni
lucidissimi, su iniquità: donne rauche, ubriachi,
traballanti fantocci sperduti. Era giunto a Torino
un inverno, tra lampi di fabbriche e scone di fumo;
e sapeva cos'era lavoro. Accettava il lavoro
come un duro destino dell'uomo. Ma tutti gli uomini
lo accertassero e al mondo ci fosse giustizia.
Ma si fece i compagni. Soffriva le lunghe parole
e dovette ascoltarne, aspettando la fine.
Se li fece i compagni. Ogni casa ne aveva famiglie.
La città ne era tutta accerchiata. E la faccia del mondo
ne era tutta coperta. Sentivano in sè
tanta disperazione da vincere il mondo.
Suona secco stasera, malgrado la banda
che ha istruito a uno a uno. Non bada al frastuono
della pioggia e alla luce. La faccia severa
fissa attenta un dolore, mordendo il clarino.
Gli ho veduto questi occhi una sera, che soli,
col fratello, più triste di lui di dieci anni,
vegliavamo a una luce mancante. Ii fratello studiava
su un inutile tornio costruito da lui.
E il mio povero amico accusava il destino
che li tiene inchiodati alla pialla e alla mazza
a nutrire due vecchi, non chiesti.
D'un tratto gridò
che non era il destino se il mondo soffriva,
se la luce del sole strappava bestemmie:
era l'uomo, colpevole. Almeno potercene andare,
far la libera fame, rispondere no
a una vita che adopera amore e pietà,
la famiglia, il pezzetto di terra, a legarci le mani.
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categoria: Poesie
La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema, si spegne,
risorge, treme, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontane,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione
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categoria: Barzellette
Una splendida ragazza, corteggiata da tutti i compaesani ha il tragico problema di avere perennemente un alito che dire fetido e' poco! Essendo nubile, ha moltissimi pretendenti. Lei pero', conscia di questa sua tragedia, non esce mai di casa. Un giorno deve per forza andare nella citta' piu' vicina perche' deve fare dei documenti in comune. Appena sbrigate le pratiche, e "tramortiti" un paio di impiegati comunali, esce e sta per tornare a casa quando incontra un uomo bellissimo. I loro sguardi si incrociano per degli attimi che sembrano interminabili. L'uomo, preso coraggio, la prende per un braccio e la ferma:
- Mi scusi, signorina! Non vorrei sembrarle sgarbato, ma credo di essermi innamorato di lei! Per me e' il classico colpo di fulmine. La ragazza per non rovinare tutto, decide di non dare "fiato" alla terrifica bocca e percio' rimane in silenzio. Io debbo assolutamente rivederla! Vuole uscire con me a cena stasera? La ragazza fa cenno di si con la testa.
- Oh mio Dio, che gioia che mi da! Allora la passo a prendere questa sera alle otto, le va bene?
La ragazza annuisce di nuovo e gli scrive i suo indirizzo su un foglio di carta. La sera stessa lui, elegantissimo, si presenta con la sua fuoriserie sotto casa di lei. Bussa e poco dopo scende la ragazza in un vestito nero attillatissimo da far girare la testa ad un eunuco.
- Sei strepitosa! Io in vita mia non ho mai incontrato una ragazza bella come te!
La ragazza risponde solo con un mezzo sorriso, stando bene attenta a non aprire la bocca putrida. L'uomo mette in moto e si dirige verso il piu' bel ristorante della citta'. Durante la cena lui le parla di tutta la sua vita, di quello che ha fatto e quello che sono i suoi progetti per il futuro. La ragazza non apre mai bocca e fa solamente cenni con la testa, tanto che lui pensa che lei sia timidissima.
- Io penso proprio di essermi pazzamente innamorato di te. Pero' ho bisogno di sapere se anche tu provi la stessa cosa per me.
La ragazza:
- Mmmmh! Mmmmh!
- Ti prego, lo so che sei timida! Non mi devi dire per forza che mi ami, mi basta anche solo una piccola risposta!
- Mmmmh!
- Ti supplico, te lo chiedo in ginocchio! Una sola parola! Ma tu mi ami?
La ragazza commossa, si mette una mano davanti alla bocca per cercare di diminuire l'effetto e fa:
- Si!
Lui mezzo tramortito:
- SNIFF... SNIFF... ma che hai scoreggiato?
- No!
- Allora ti sei mangiata i calzini?!?
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categoria: Barzellette » uomini e donne
Inferno
ACCADUTO REALMENTE IN UNIVERSITA' - CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA
Un professore di termodinamica ha assegnato un'esercitazione a casa agli studenti del suo corso di laurea.
Il compito consisteva in una domanda: "L'inferno è esotermico (libera calore) o endotermico (assorbe calore)? Sostenete la risposta con delle prove".
La maggior parte degli studenti ha cercato di dimostrare le proprie convinzioni citando la legge di Boyle (un gas si raffredda quando si espande e si riscalda quando viene compresso), o alcune sue varianti. Uno di loro, tuttavia, ha scritto quanto segue.
"Innanzitutto, dobbiamo sapere come cambia nel tempo la massa dell'inferno. E quindi abbiamo bisogno di stabilire i tassi di entrata e uscita dall'inferno delle anime. Credo che possiamo tranquillamente assumere che, quando un'anima entra all'inferno, non è destinata a uscirne. Quindi, nessun'anima esce. Per quanto riguarda il numero di anime che fanno il loro ingresso all'inferno, prendiamo in considerazione le diverse religioni attualmente esistenti al mondo.
Un numero significativo di esse sostiene che se non sei un membro di quella stessa religione andrai all'inferno. Siccome di queste religioni ce n'è più di una, e visto che le persone abbracciano una sola fede per volta, possiamo dedurne che tutte le persone e tutte le anime finiscono all'inferno. Dunque, stanti gli attuali tassi di natalità e mortalità della popolazione mondiale, possiamo attenderci una crescita esponenziale del numero di anime presenti all'inferno.
Ora rivolgiamo l'attenzione al tasso di espansione dell'inferno, poiché la legge di Boyle afferma che, per mantenere stabile la temperatura e la pressione dentro l'inferno, il volume dello stesso deve crescere proporzionalmente all'ingresso delle anime. Questo ci dà due possibilità: 1) se l'inferno si espande a una velocità minore di quella dell'ingresso delle anime, allora temperature e pressione dell'inferno saranno destinate a crescere, fino a farlo esplodere; 2) naturalmente, se l'inferno si espande più velocemente del tasso d'ingresso delle anime, allora temperatura e pressione scenderanno fino a quando l'inferno non si congelerà. Dunque, quale delle due è l'ipotesi corretta? Se accettiamo il postulato comunicatomi dalla signorina Paola M. durante il mio primo anno all'università, secondo il quale "farà molto freddo all'inferno prima che io te la dia", e considerando che ancora non ho avuto successo nel tentativo di avere una relazione sessuale con lei, allora l'ipotesi 2 non può essere vera. Quindi l'inferno è esotermico". Lo studente ha preso l'unico 30
voti: 12; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Frasi d'amore » lettere
Può cambiare tutto in una sola settimana?
Bè, semplicemente è successo tutto in una settimana appena. Ho capito che non volevo soffrire, non volevo più combattere con me stessa, volevo abbandonare completamente quell’illusione troppo forte per me, troppo pesante da reggere. Ed è successo. Avete presente quando uno non si aspetta le cose? Quando è troppo preso che non si immagina che tutto può cambiare? E’ bastato un giorno. E’ bastato guardare un viso nuovo, un’ altra personalità. E ho finalmente abbandonato quella sofferenza...ed è arrivato lui: semplice, differente, umile. E mi ha guardato con quegli occhi, ed ho capito che sarebbe stato lui, sarebbe stato lui il ragazzo che mi avrebbe fatta stare bene come non lo ero mai stata. Una complicità reciproca, un continuo indagare fra amore e amicizia. Tutto questo in una settimana; può sembrare poco ma non è. E adesso rimane perplesso, non capisce che sono io, sono io che l’aspetto. E’ vicino ma ha paura, “sai, non ho mai avuto paura di scoprire la verità, ma ora ne ho”- mi ha detto. “La verità è più vicina di quanto tu possa pensare”, “Fai chiarezza su te stesso e poi chiediti se saresti in grado di accettare la situazione”- gli ho detto. In fondo non viviamo in due mondi tanto diversi, dipende tutto da lui. E ho imparato che dopo una tempesta splende sempre il sole, basta solo saperlo aspettare.
Adesso guardo Gabriele e mi chiedo”Perché ho voluto soffrire per lui? Facevo davvero la cosa giusta?”. Gabriele, non ti voglio più vedere, né più sentire: è tutto finito, capitolo chiuso...e alla fine, come hai detto” è meglio così”! Perché ora c’è Andrea, Andrea che mi confonde, Andrea che è strano, Andrea che ha messo fine alle mie sofferenze, Andrea che ti guarda e capisci tutto.
ANDREA, MI VUOI?
segnalata da Marialaura martedì 8 aprile 2008
voti: 4; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: poesie
ankora sola..
A chi capita di sentirsi sola,
percepire che il mondo è contro di te?
beh,a me capita spesso,
capisco ti avere tutti contro,
di non essere capita da nessuno.
Quell'insopportabile "nodo alla gola",
quelle ore passate sul letto...
fissando il soffitto...sola...
Aver paura di affrontare nuove cose,
essere preoccupati per ciò che verrà...
Avere voglia di stare sola...
lontana da tutti...
A cercare un xkè a tutto questo...
ma senza MAI RIUSCIRCI!
-ela- - tratto da da me..
segnalata da emanuela mercoledì 5 dicembre 2007
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categoria: poesie
sola..
E’ inutile continuare a dire…
…che sto bene…
Quando poi non va x niente bene…
No…
In me c’è confusione…malinconia…solitudine…
Troppe emozioni…troppi momenti…
Che,purtroppo,non ritorneranno più…
Troppe cose..successe in troppo poco tempo…
Non c’è la faccio più…
Ho bisogno di colmare questa solitudine…
Questo vuoto…ma chi riuscirà a farlo come lo hai fatto tu???
NESSUNO!!!NE SONO CERTA!!!
-ela- - tratto da me...
segnalata da emanuela mercoledì 5 dicembre 2007
voti: 6; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Poesie
Sola.
Sola.
I tuoi occhi non mi vedono.
Non mi vogliono vedere.
Sola.
Le tue braccia non mi stringono.
Non mi vogliono abbracciare.
Sola.
Il tuo amore non mi riscalda.
Non mi vuole riscaldare.
Sola.
Le tue parole non giungono alle mie orecchie.
Non mi vogliono più dire niente.
Sola.
I tuoi desideri ti portano lontano da me.
Non li posso più soddisfare.
Sola.
La tua vita si allontana sempre più dalla mia.
Non vuole più essere vissuta con la mia,
non l’ha voluto mai.
segnalata da antonella sabato 19 ottobre 2002
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categoria: Poesie
Sola
Sola, nel buio della notte,
ascolto i miei pensieri.
Sola, ne buio della mia stanza,
i miei pensieri si fanno sempre più cupi,
fino ad arrivare all’irreparabile.
Sola: perché sola nel buio?
MeryDeby - tratto da i miei momenti
segnalata da MeryDeby martedì 25 maggio 2004
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categoria: Poesie
Morir sola
Morir, da sola,
con gli Amici ormai lontani,
nel silenzio di una vita troppo breve.
Morir, con un solo ricordo
nella mente: gli Amici
che ebbi nel cuore.
MeryDeby - tratto da "i miei momenti"
segnalata da MeryDeby martedì 25 maggio 2004
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categoria: Frasi d'amore
sola
sola,sto qui,pensando a te:
sogno su di te,su di noi,su un amore fantastico....
ma poi il sogno svanisce..non è possibile...
stai con lei,pensi a lei,baci lei.
per te solo e soltanto lei,
per me solo e soltanto tu
segnalata da smile venerdì 19 novembre 2004
voti: 12; popolarità: 2; 0 commenti
categoria: Frasi d'amore » lettere
Sola
Tu mi eviti... e io scrivo! Nn a te, ma per te... come sempre, ma nn per sempre. Sto cominciando a scrollarmi di dosso il tuo pensiero, che da mesi mi assilla. Lo credevo portatore di luce e colore nella mia vita, ora solo rimpianto e tristezza... Solitudine, così profonda solitudine che a tratti mi dimentico che nel mondo ci sono altri 6 miliardi d'individui...
Io nn sono niente, e come tale niente mi comporto... ma nn ti preoccupare agirò, stavolta subdola come so fare quando soffro. Si la sepressione, si sta tramutando in rancore e poi in rabbia, folle rabbia.
Sono infantile, lo so, ma tu nn fai niente per farmi crescere, e mi lasci annegare nella mia solitudine... mi abbandoni, mi sfrutti!
Tieniti le tue mille passioni, io mi arrangio senza di te, sono sopravvissuta 20 anni priva del tuo umorismo, e adesso nn è più sufficiente questa simpatican superficie vuota.
Se nn fosse che ti amo come nn ho mai amato nessuno prima...
segnalata da Erin lunedì 6 giugno 2005
voti: 16; popolarità: 1; 0 commenti
categoria: Poesie
SOLA CON ME
Incontro labile, perfetto cosi' per consumare la vita, vorrei che il destino scegliesse per me, alleviando la mia pena, perdere i lumi della ragione, riuscendo a stupirmi. siamo liberi solo nei sogni, piango debolmente le mie debolezze, vorrei non aver sbagliato stella, vorrei capire, vorrei cadere e morire sulle tue rosa labbra, l'amore vuole amore, come la terra al sole, come ogni fiume al mare, ma non sapra' mai il suo nome. Essere impalpabile, serena consolazione, ancora molte cose da ricordare e poche ancora da dimenticare, amo e gli allontanamenti fanno strage di me.
segnalata da tere lunedì 15 agosto 2005
voti: 14; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Frasi d'amore
esiste una sola LUNA quella che risplende nel mio cielo
Ciao dolcissima LUNA, ho letto la frase scritta da Teresa, sarebbe stato stupendo se Luna l'avesse scritta per Alessandro. Ma forse scrivendola tu mi hai pensato, non drmi di no, lasciami sognare, sei entrata nel mio cuore e non ne uscirai più. guardo i tuoi ochi e ti accarezzo dolcemente
segnalata da alessandro giovedì 20 ottobre 2005
voti: 23; popolarità: 2; 0 commenti
categoria: SMS pronti
mai sola
Non rimanere mai sola, perchè se sei sola ricordi,se ricordi piangi e se piangi significa che lo ami ancora.....
segnalata da Rossella mercoledì 1 febbraio 2006
voti: 10; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Poesie
Unica e sola
Tu… che cosa mi dai
Nemmeno lo sai
Talmente ti viene naturale.
Tu…che cosa sei di più
Oltre a quello che sei già tu
Così vera e speciale.
Ho bisogno del tuo respiro
Voglio sentirti liscia sulla mia pelle
Dolce settembre, ti ho trovata tesoro
In questo cielo fra tante stelle.
Tu… mi basta quel che sei
Sei quello che vorrei
Non ti voglio cambiare.
Tu… immensa e pura sei
Sorpresa dei giorni miei
Ali per poter volare.
Ho un sogno che ha il tuo stesso nome
Bionda dagli occhi neri
Sei arrivata e non so come
Sei rimasta nei miei pensieri.
Cantami il mio destino
Fuoco al tramonto e alba d'oro
Proteggimi nel tuo cielo sereno
Angelo mio, prezioso tesoro.
Sono fedele
Non sopporterei mai
Di farti del male.
Sei la mia fede
La mia gioia e i miei guai
E quindi speciale.
No, non voglio di più
Sei unica e sola, tu.
LucaG - tratto da MyLirics
segnalata da LucaG martedì 26 settembre 2006
voti: 11; popolarità: 1; 0 commenti
categoria: Poesie
La sola ragione di essere
All'inizio ci pensavo,
ed era una follìa!
Credevo di aver risolto
perchè ormai non c'era più
e farsene una ragione era la soluzione,
non obbligatoria ma necessaria.
Poi il tempo risveglia il ricordo
e i sogni lanciano il sasso
nello stagno del pensiero.
Piccole onde lentamente
si muovono verso riva,
la raggiungeranno mai?
Li finiscono e nessuna torna indietro,
ma ormai il sasso è nel fondo.
Lo stagno è tornato piatto
ed il sogno svanisce
lasciandomi irrisolti molti pensieri
e l'uica ragione di essere ,
ora per me,
è la follìa
perchè è la sola cosa che mi aiuta a sognare
chi ormai non c'è più
e vorréi raggiungere
semplicemente lanciando un sasso.
memmedesimo - tratto da Birra in estremis
segnalata da Daniele venerdì 8 giugno 2007
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