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categoria: Aforismi » vita
Se per un istante Dio mi regalerà un pezzo di vera vita,
io….probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri parlano
e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vera vita, vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il
mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di
Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vera vita non lascerei passare un solo
giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e
vivrei innamorata dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono
di innamorarsi quando invecchiano,
senza sapere che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre, lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare, ma realmente, non
mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella
valigia, infelicemente starò morendo."
segnalata da marines giovedì 27 gennaio 2011
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categoria: Frasi d'amore
Ieri ho toccato il fondo con un dito
il soffio gelido della morte stava per sfiorarmi
ho bevuto fino a star male, ho bevuto così tanto che ho creduto di morire
ho bevuto perchè la tristezza di averti persa è ritornata nel mio cuore puntuale come un orologio
E il mio dolore era inquantificabile
volerti telefonare ma non averne il coraggio
volerti parlare ma continuare a vivere immobile nel dubbio di saperti persa per sempre,lontana da me + che mai
Tra due fuochi ero in balia
tra due vie ero indeciso
due alternative mi devastavano la psiche attraverso il timore di non saper scegliere o non aver il coraggio di scegliere
Ho scelto la via del suicidio
folle folle folle
bere fino a crepare questo ho scelto
Alcool come veleno per il mio corpo e il mio spirito
Alcool come veleno per la fine della mia vita
Sono stato male
tanto mele
come non avrei mai immaginato
il mio corpo non era + mio
la mia mente non mi apparteneva +
tutto ciò che faceva parte di me era andato via
ieri c'era solo un giovane uomo che soffriva e che vigliacco stava per affondare e perdere sè stesso nell'alcool
Solo un nome mi ha permesso di ritornare in vita e di reagire al tutto
Solo il tuo nome continuavo a delirare mentre vomitavo il veleno con cui pensavo di porre fine a tutto
Francesca
Francesca
Francesca
Solo la speranza di averti un giorno di nuovo accanto mi ha reso per un attimo lucido,mi ha permesso di allontanarmi dal vortice distruttivo in cui mi ero addentrato
Solo il pensiero di te mi ha permesso ,di nuovo ,di ESSERE ME STESSO per un attimo
E ho pianto tutto il giorno
rannicchiato in un angolo della mia stanza
ancora pieno di dolori
hanno detto che sono salvo per miracolo
forse sei stata propio tu a salvarmi
mi è parso di sentire la tua voce mentre mi trovavo nell'inferno di alcool dove volevo dire addio a tutto
mi dicevi
Devi VIVERE
Devi VIVERE
Devi VIVERE
Non lo farò mai +
ieri tutte le persone a me vicine hanno pianto per me
hanno pregato per me
mi vogliono bene per quello che sono
ho davvero molto da perdere e non lo sapevo ancora
e una cosa sono convinto che non la perderò mai
non perderò mai questo mi sentimento per te
non perderò l'amore per te
quella forza così grande che mi ha riportato tra i vivi
L'amore che provo per te Francesca
segnalata da Angelo_Caduto giovedì 8 agosto 2002
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categoria: Poesie
Lacrime dal cuore
Lacrime silenziose solcano il mio viso,
scivolano stanche lungo le guance arrossate dal pianto e dalla passione
si infrangono sulla pelle macchiata d'inchiostro
poi svaniscono, portate via da dita tremanti
E di nuovo si rincorrono timide e discrete;
passano senza far rumore
passano e nessuno se ne accorge...
Stringo a me il cuscino,
forte
ancora più forte, come per soffocare la rabbia che sento crescere dentro,
poi lo scaravento a terra, insoddisfatta di quel falso contatto
di quel finto e inutile conforto
Mi sento sola,
nemmeno le lacrime riescono più a farmi compagnia
così, all'apice del mio masochismo, apro il diario e prendo la sua foto
lo guardo e tutto mi sembra bellissimo
lo guardo e tutto mi sembra terribilmente triste
Labbra turgide e tremanti sussurrano il suo nome,
lo implorano invano di venire da loro,
gli chiedono umilmente di poter sfiorare la sua pelle, la sua bocca...
Ma lui non risponde
continua a fare quello che sta facendo
senza sospettare che un giovane cuore si lacera di giorno in giorno per lui;
ripenso ai suoi sguardi e ai suoi sorrisi,
ai suoi occhi e alle sue mani
All'improvviso mi scrollo dalle mie tiepide illusioni e comprendo...
comprendo forzatamente che è e rimarrà solo un'utopia,
un fantasma evanescente che più rincorro, più si allontana
un morbido sogno che s'infrange brutalmente al suono della sveglia mattutina
E così mi rendo perfettamente conto che lui non potrà mai appartenermi;
eppure continuo a pensare a lui...
continuo a versare lacrime per lui, a contemplare la sua foto,
ad assaporare l'aroma dei ricordi di quei pochi momenti passati in sua compagnia
E perchè?
a che serve tutto questo, che senso ha?
ah, spiegatemelo voi!
datemi voi una risposta valida, perchè io proprio non riesco a trovarla...
Com'è crudele con me l'amore
mi rallegra col lieve profumo dei suoi candidi fiori,
ma non mi lascia assaporare il gusto intenso dei suoi frutti scarlatti;
mi sorride ingenuamente e poi, col volto dell'astuzia, mi accoltella alle spalle;
una ferita precisa e profonda
E di nuovo continua a sorridere
e mi guarda con occhi di luce,
mentre, ormai arresa a questo cinico gioco, mi rallegro di perire per sua mano.
segnalata da Meleth lunedì 10 gennaio 2005
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categoria: Poesie
L'Equivalenza
L’eccitazione
non fa rumore
tra le mie dita
ti sento viva
Tutto per caso
poi naso a naso
usi le mani
sussurri un “mi ami?”
Ma un uomo è un uomo, le sue incertezze
se poi mi uccidi con le carezze
La seduzione
ha il tuo sapore
con un sorriso
hai già deciso
Lasciarsi adesso
ma prima sesso
o forse niente
eventualmente
Ma un uomo è un uomo, la mia incostanza
trovarti ancora nella mia stanza
L’equivalenza è una storia che non può finire
è una splendida vergogna a cui non so sfuggire
Far l’amore di nascosto tanto lei non sa
che ogni volta che ritorno sono stato qua
L’equivalenza è scivolare nelle tentazioni
ogni giorno più feroci, sempre più leoni
E’ nascondere a se stessi che così non va
l’autostrada degli eccessi di velocità
Albergo ad ore
per questo amore
legato al letto
il tuo verdetto
Trattengo il fiato
giusto o sbagliato
lei non sa niente
non vede niente
Ma un uomo è un uomo, la mia incertezza
perseverare la debolezza
L’equivalenza è una storia che non può finire
è una splendida vergogna a cui non so sfuggire
Far l’amore di nascosto tanto lei non sa
che ogni volta che ritorno sono stato qua
L’equivalenza è scivolare nelle tentazioni
ogni giorno più feroci, sempre più leoni
E’ nascondere a se stessi che così non va
l’autostrada degli eccessi di velocità
L’equivalenza è un po’ tradire senza dirsi niente
fare finta di star bene, fare come sempre
Affogare nella gioia dell’infedeltà
cambiare letto ed ogni letto ritrovarti là
segnalata da Laurab mercoledì 21 dicembre 2005
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categoria: poesie
Un fagotto
Ho fatto un fagotto
di fiabe e fandonie,
di luoghi comuni,
di frasi già fatte.
Ci ho messo i racconti
di mamme e di nonni,
le mode e i clichè
le fedi e gli inganni,
e ogni illusione
inventata per l'uomo.
Ho aggiunto entusiasta
le facili lodi
di chi non ascolta,
lusinghe sfacciate,
mielose preghiere,
i versi cantati
con le belle rime,
proverbi, rimedi,
scongiuri, bugie.
Il peso degli occhi
coi loro giudizi,
le dita puntate,
i ridicoli gesti
di chi non ha voce
per farsi ascoltare,
gli intrighi e le trame
per farci inciampare.
Gli stili pomposi,
la forma perfetta,
le pillolette
che danno saggezza,
la voce impostata
per fare più effetto,
i sorrisi stampati,
i falsi e cortesi,
i modi affettati
e il sottile bon ton.
E nella mia foga,
ancor più decisa,
ho tolto i cimeli
dal vecchio baule,
i futili segni
dei tempi passati,
carcasse ormai erose,
inutili pesi.
Che leggerezza
improvvisa, inattesa,
se avessi saputo
lo stato beato
ci avrei già pensato
prima ancor di capire.
segnalata da RitaS domenica 27 dicembre 2009
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categoria: Aforismi » vita
Questo bellissimo testo/poesia/testamento di G. Marquez Pubblicato il 14-12-05
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che da solo imparasse a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la
vecchiaia, ma con l´oblio.
Tante cose ho imparato da voi uomini...
Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
risiede nella forza di risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo
piccolo pugno, per la prima volta,
il dito del padre, lo racchiude per sempre.
Ho imparato che un uomo ha diritto a guardarne un altro
dall´alto solo per aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho
potuto apprendere da voi, ma in verità a molto non avrebbero a servire,
perchè; quando mi metterete dentro quella borsa,
infelicemente starò morendo.
Di sempre ciò che senti e fai ciò che pensi. Se sapessi
che oggi sarà l´ultimo giorno in cui ti vedrò dormire, ti abbraccerei
forte e pregherei il Signore affinché;
possa essere il guardiano della tua anima.
Se sapessi che questa è l´ultima volta che ti vedo uscire
dalla porta, ti abbraccerei, ti bacerei,
e ti richiamerei per dartene ancora.
Se sapessi che questa è l´ultima volta che ascolterò la tua voce,
registrerei ogni tua parola per poter riascoltarla
una ed un´altra volta all´infinito.
Se sapessi che questi sono gli ultimi
minuti in cui ti vedo ti direi "ti amo" senza assumere,
scioccamente, che lo sai di già.
Sempre c´è un domani e la vita ci da un´altra
opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio e oggi è tutto ciò che
mi resta, mi piacerebbe dirti che ti voglio bene,
e che mai ti dimenticherò.
Il domani non è assicurato a nessuno,
giovane o vecchio.
Oggi può essere l´ultimo giorno che vedi coloro che ami.
Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché; se il domani non dovesse
mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo
per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo
occupato per concederti un ultimo desiderio.
Mantieni coloro che ami vicini a te,
di loro all´orecchio quanto ne hai bisogno,
amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli
"mi dispiace", "perdonami","per piacere", "grazie"
e tutte le parole d´amore che conosci.
Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti.
Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere;
e dimostra ai tuoi amici quanto t´importano."
segnalata da marines sabato 4 giugno 2011
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categoria: Poesie
Fievole Baldanza
Fievole Baldanza
Tra le dita del timore
vi è la verità
che si sgretola via
come frammenti di puzzle,
esiguo germoglio
è il suo palpitare
nei lassi dei tempi
dagli ostili eventi,
avvilita senza speranza
di sopravvivere
si corruga alle intemperie
delle menzogne,
che come fiocchi di neve
lentamente scendono
al suolo pregno di probità
nel suo cuore,
seppellendo incatenando
zirli di quei graffi
delle stanche mani
al suo volere ammutolito,
Oh imbelle verità,
monti in sella alla pavidità
cavalcando pusillanime!
Dileguandoti tra le vie,
illustri fievole baldanza
agli iridi degli andirivieni!
Disperdi dignità
sui sassi del tragitto
tra le lacrime di cicatrici
che in bisaccia raccogli
per dissetare la tua doglianza,
ti lascerai perire
sotto le ali del vittimismo,
poiché è più facile annullarti
che continuare
a preponderare orgogliosa
le tue ragioni in una élite
sagomate di fumo e fuoco
su ciocchi di abete,
dalla pelle di fuliggine
e dalle vesti di aria,
Fuggi lontano o verità delusa,
deponendo l'ascia
sul tuo grembo partoriente
di sfacelo per allattarlo
nei suoi lamenti!
Demotivate ormai
son le tue parole,
pugno di mosche al vento
in arbitrio in aura priva di vita,
una dignità ammalata
coinvolta nel grande turbine
della rassegnazione
a estirparla come fola mentecatta.
©Laura Lapietra
segnalata da Laura Lapietra mercoledì 25 ottobre 2023
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categoria: Poesie
Eterno Amore
Eterno Amore
Oh tenero eterno amore,
dipinge acquiescente senza posa
che rifiati la mia bianca anima,
come seta mulberry
nelle piaghe dei pallidi sorrisi
nei refoli di vento primaverili,
con tocchi gentili agli occhi
ad accarezzare dolcemente
le mie gracili gote
trasognanti delle tue dita
a percepire con oro rosa e brunito
le antiche reminiscenze
sui melliflui versanti
del mio veemente cuore,
ancora drudo e perso di te!
Con la malleabile pennellessa
del miraggio che riflette
leggiadre giravolte rarefatte
di atone caterve fiorite
in aliti d'amore mai eclissati,
e drappi di brezza d'albore!
Dipinge ancor originando etra
intinta nel fato dei singulti
della danzante nostalgia
sul lapideo suolo cinereo,
l'anima mia intrisa in colori
di spente tacite lacrime
sgretolate sul trabucco
ove lo sciabordio di risacca
inerme mi riconducono
nei desueti e giulivi momenti,
tra le tue braccia olezzanti
di porpora amore vero
e amaranto impeto puro,
mentre lentamente spira
la speme del mio gouaches
nel non dissolverti
tra i tenui colori senza fine
dei miei pigri amorfi giorni,
senza liridi nel blu della notte
come fulgide sorelle amiche
a darmi sguardi di luce
come boccioli di rose rosse.
Dove le mie cupidità
si traducono in realtà
solo nell'infinito dei miei sogni...
Ove l'inesorabile realtà
non può strapparti più via il respiro
dei tuoi lieti sogni,
e dei tuoi lemmi più profondi,
ove il tuo riposo eterno
si perpetua sol col mio,
nel dolce sonno di questo eterno amore, senza più sole.
Laura Lapietra ©
segnalata da Laura Lapietra venerdì 18 ottobre 2024
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