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categoria: Poesie

PROFUMO DI CASTAGNE

profumo di castagne arrostite
sul crepitio delle fiamme del camino
brillante nel semibuio, tra la tenue luce
che entra dai vetri di un pomeriggio
piovoso e nebbioso di novembre.
Il chiarore sembra fuggire veloce
come le nostre vite terrene,
momenti, attimi, istanti, che passano
senza che ce ne accorgiamo, perchè
noi ci sentiamo sempre gli stessi di sempre,
mentre viaggiamo verso una eternità sconosciuta,
con un fascino misterioso e infinito.
Ogni nuovo autunno, ci costringe a meditare
nell'oblio delle foglie che cadono,
nella silenziosa ambiguità dei colori sgargianti,
della natura che cambia.
Essenza di castagne che ricorda
la nostra infanzia accanto ai nostri cari
che non ci sono piu.
Sensazione, grazia, incanto di un tempo lontano
come attimo fuggente di luce prima della notte,
come momento brillante di un tempo che fù,
come emozione che avvinghia il cuore
riempiendoci di calore e amore.

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA venerdì 20 novembre 2020

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categoria: Aforismi » comportamento

l'incanto di un incontro

Camminavo a testa bassa nel bosco
sotto un cielo grigio pesante e chiuso,
nel pungente freddo di un inverno
che non vuole lasciarci.
Sotto i rami degli alberi,
timidamente rinverditi, piccole chiome
sparute e timorose. La natura
tutto intorno continua a sonnecchiare,
all'improvviso lo squittio di uno scoiattolo
alzo lo sguardo e incontro la sua gioia,
sale e scende dall'albero vivace e allegro,
gli occhietti svelti, intelligenti, il
magnifico pelosetto, della foresta.
Ma uno strano fruscio dietro le mie spalle
mi fece voltare subito, e lo spettacolo
è stato incantenvole, lasciandomi senza parole.
un'elegante capriolo con il suo cucciolo!
Gli occhi obliqui e dolci, fermi su una radura verde
mangiavano l'erbetta fresca primaverile,
apparizione tenera che penetra nell'animo
e forma un quadro splendente in
quell'angolo di mondo, nella luce fredda del giorno,
a un passo dal cielo minaccioso.

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA giovedì 15 aprile 2021

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categoria: Poesie

VERDE PRIMAVERA

sotto un cielo blu scintillano
raggi del sole, nel tramonto
avvincente di maggio!
Lo sbuffo del vento interrompe
il caldo in eccesso, lo spettacolo
degli alberi è straordinario,
le nuove foglie impressionanti nel luccichio
dello smeraldo, sembrano parlare e danzare
nel tiepido vento dispettoso,
esprimono gioia incredibile,
che arriva al cuore e scorre nelle vene.
Bello il momento pieno di letizia piena
donata dalla primavera, stagione
della rinascita, del tempo stupendo
dei fiori multicolori, delle emozioni del cuore,
il verde brillante ha conquistato prati, boschi,
rocce, ogni anfratto nascosto, ogni cespuglio,
montagne intere si sono colorate di verde,
ogni fronda ondeggia armoniosa, nel suo nuovo luccichio
sotto un tramonto pieno di luce, accarezzato dagli angeli.
Uno spettacolo e una rivelazione conturbante di bellezza
che sconvolge d'amore ogni anima. ci porta il messaggio di Dio:
"Godete della natura, amatela, abbiatene cura, proteggetela,
perchè senza il verde e gli animali, voi non potete vivere."

DANIELA CESTA

segnalata da DANIELA CESTA sabato 22 maggio 2021

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categoria: Poesie

Io e… le mie idee (Ballata d’un moderno)


Questa sera mi scopro… sono sempre lo stesso!
E mi spiace vedere, che è tanto oramai,
che nulla si rinnova in me, fuorché il dolore,
di vivere… come un randagio dell'amore,
come un mendico del successo,
come un fallimento d'uomo,
che non riesce a trovare sé stesso.

Ma in queste ombre smarrite d'esistenza
ci scorre pure una vena di speranza,
la quale, sai, è l'ultima a morire!
E so che qui ci posso trovare il mio riscatto:
la gioia di vivere e rischiare… per qualcosa che vale,
che io possa amare con tutto me stesso.

Sì, perché dalla mia vita
io ci voglio ancora un pò di Sole,
prima che la sera cali,
fra i rossi bagliori d’un tramonto,
a seppellire il corpo consumato e stanco.

Vorrei allora... che la Natura insuperbisse
al ricordo di quello che le ho dato,
e che stendesse, per un breve istante,
un grande velo azzurro su tutte le tristezze.

Poi vorrei che un pianto... sulla Terra si levasse,
dolce e tranquillo, per andar lontano,
ma come un canto di vittoria,
a dire a tutti che anch'io ci sono stato.

E così… mi lascerei andare,
fra le sue braccia di Madre,
con la gioia di tornare
a quei Misteri dell'Universo mai disvelati,
alle bellezze della Notte Stellata,
e a tutte le altre Meraviglie,
che il mio cuore ha immaginato,
durante il sogno… della calda Estate.

FernyMax

segnalata da FernyMax martedì 22 ottobre 2002

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categoria: Poesie

La ballata del Bene e del Male

Lo sai che c’è nell’uomo il Bene e il Male,
che esistono da sempre due nature,
quella spirituale e l’altra materiale...
e che il problema vero nella vita
è sapere scegliere la via migliore!

Con l’angelo di Dio o col demonio,
che porta me e te alla dannazione...
Amore, Amore, sei la mia passione!
Il fuoco dell’inferno ci sta aspettando...
ma non m’importa niente e sai perché?

Perché io non posso fare a meno di te...
del nostro amore caldo che ci consuma,
di quel tuo viso rosso per la gran smania,
di questa voglia pazza di saltarci addosso
e di succhiarci ore ed ore, fino all'osso...

Ma è così bello, Amore, lasciarsi andare
a voluttuose sensazioni di libertà...
fra le pareti di una piccola stanza,
dove sfilano i giochi dell'intimità
e tutti i peccati dell'immaginazione.

Facendo a gara a chi ne sa di più,
con un’ansia che non vuol finire...
in questi corpi che cercano il sublime:
tutte le verità che può dare l’amore
con il sesso vissuto senza inibizione,

fra un rogo di stelle acceso nel cuore
dalla magìa amica dell’Universo...!
Ora ci diciamo addio senza parlare,
certi di ritrovarci laggiù... dove
la Dea dell’Amore ci vuole portare,

nel suo celeste regno in fondo al mare,
in fondo al mare...

FernyMax

segnalata da FernyMax domenica 25 maggio 2003

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categoria: Frasi d'amore

L'amore disperato di Quasimodo

Dio, ma quanto è ingiusto il mondo
Bello in lui e brutto in me
Io la luna te la prendo
Ma non strappo amore a te

Lui, con quella sua freddezza
Senza te nei suoi pensieri
Trova in te la tenerezza
Là, nei tuoi occhi neri

E tu gli aprirai il tuo corpo
Entrerà coi giuramenti
Tu l'ami, ma l'ami intorno
Non sai che non c'è niente dentro

Dio, ma quanto è ingiusto il mondo
Io nessuno e lui Signore
Ti dà, senza che domandi
L'universo dell'amore

Dio, ma quanto è ingiusto il mondo
Ama il tuo bel cavaliere
Tu sei liscia come un onda
E io sponda di miserie

Con la mia bruttezza insulto
La bellezza tua insolente
La natura sbagliò tutto
Mi ha fatto male, mi ha dimenticato

Dio, ma quanto è ingiusto il mondo
Zero a noi e tanto a loro
Se la nostra razza è immonda
Di che razza è il loro cuore?

Sono nati nei merletti
Per far l'amore e la guerra
Ma anche a noi, stracci della terra
La vita piacerebbe bella

Ma da quale parte è Dio
Se ne sta con gli ostensori
O qui, dove lo prego io
Dal mattino fino a sera

Gesù Cristo che adoriamo
Quali figli preferì?
I Re Magi e il loro oro
O noi, che strisciamo qui?

Dio, com'è crudele un mondo
Che non sa legare i cuori
Sono brutto e tu sei bella
E mai mi amerai...mai

...un sogno... - tratto da musical Notre Dame de Paris

segnalata da Monella venerdì 14 maggio 2004

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categoria: Poesie

AMORI A PRIMAVERA

Le giornate si sono allungate
la primavera e' arrivata
e con essa
si e' risvegliata la natura.
Gli animali dopo un lungo e freddo inverno
sono usciti dal loro lettargo.
Gli uccelli cantano con gioia
costruendo i loro nidi ,
mentre su questa spiaggia portoghese
si vedono delle giovani coppie
che
si tengono stretti stretti
per mano,
altre si abbracciano
e,
dopo una lunga passeggiata in riva al mare,
si siedono l'uno accanto all'altro
aspettando che questo meraviglioso e caldo sole
dopo essere completamente arrosito
tramonti.
I giovani innamorati
ammirando questo romantico tramonto
che
si rispecchia sul mare,
stringendosi sempre piu' forte
si fanno le loro promesse.
Il sole si e' oramai spento
e
anche questo giorno e' finito
mentre
gli innamorati incamminandosi verso casa
si
sussurrano nell'orecchio parole d'amore
e
si danno appuntamento su questa spiaggia
per il domani,
per vedere ancora tramontare il sole
e veder concludere un altro giorno
con la speranza che la loro love story
non finisca mai.
Buona Fortuna
a tutti gli innamorati

Mara

Mara - tratto da scritta da me stessa

segnalata da Mara mercoledì 9 giugno 2004

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categoria: Frasi d'amore » lettere

ogni secondo

Io ti amo….
L’ho scoperto col tempo,
il duro arido petto,
nasconde, li nel torace,
un duro arido cuore
e ancora ti amo
il dolce sguardo
fonte è di implacabile dolore.
Bello nel tempo, imperfetto sorriso
Scioglie, come il sole fa col ghiaccio,
il sangue che scorre più veloce,
sento nel petto un cuore pazzo, cattivo,
è lui che dice che ti vuol bene,
dovevo continuare, non dire ciao
fa male salutare chi ami,
chi ami che non ha stima di te.
Cristina è il nome perfetto, da divinizzare,
fortunato chi ha avuto te in dono,
non lo sai quanto sei bella,
tenera, esile, ma forte,
rubi lo sguardo,
uccidi me tu che sei la fonte della vita mia.
Muoio e vivo vedendo te.
chi sapeva quanto avrebbe fatto male il no di te ?
dura come la pietra,
che natura nasconde il tenero sguardo?
Che desidèri; sopprimere loro è negare me, negare te.
Non c’è paura, non è il nome
fossi acqua e io fuoco
per te morirei ma di fumo ti coprirei.
Sono fiume e tu le sponde, tu segni la strada e io seguo.
Non c’è paura, prima o poi al mare arriverò,
fossi anche il Nilo, del lungo, arido, letto avrei bagnato il percorso,
ma li in fondo, al mare arriverei.
Arrenditi uccidermi non puoi,
negare a me il pensiero tuo non puoi,
non posso neppure io, maledetta, cosa sei?
bruci come ferro rovente,
la paura c’è, ora lo so,
che tu bruci li per sempre, sempre.
Cristina io ti amo,
ora, ora, ora
che ogni secondo scrivessi non cambierebbe mai…..

Mario

segnalata da mario martedì 10 gennaio 2006

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categoria: Poesie

memorie 2

La fine del mio tormento,
l’estinzione di una malattia,
lascia che gridi per accrescere la mia ira,
l’ira di un amore spento,
grida, del buio e del dolore,
delle labbra bruciate, dell’eco assordante.
Fammi arrivare dove le mie grida vogliono gridare,
dove le mie parole sono fiamme degli inferi
e le lacrime la lava del vulcano sacro.
Nasce l’arma perfetta, fredda, fluida all’apparenza,
ardente e affilata all’occorrenza.
Strizzo le mie mani, e mi trafiggo,
nascerà il sangue della sofferenza,
il liquido dell’ignoranza e della forza bruta.
Bevi, la mia essenza
lo stato fuso della mia vendetta,
bevi, assorbilo, assorbimi,
ti travolgo, ti sto attraversando, spegniti.
Prova l’angoscia di non poterlo più fare,
di non poter commettere più errori,
di non provocare più male.
Una spada insanguinata invisibile alla tua incredulità.
Affoga, nel sonno più depresso, il non ritorno.
Tenta, non concedo tregua,
la rabbia si è riversata, ora ti schiaccia,
ti comprime ancora, finché la tua ombra diverrà
ombra dei tuoi residui, nulla.
Sei stata trafitta senza misura, come volevo,
hai bevuto fino all’ultimo sorso,
retrogusto mortale.
La pioggia cadrà silenziosamente
sul luogo del delitto, non lascerà tracce,
diluirà acqua con sangue, formerà la pozzanghera
del peccato, lo specchio della tua morte.
Non ci sarà sole eterno e raggio capace
di cambiare la sua natura,
siamo io e te, macchiati dalla spada e dalla follia.

segnalata da purafollia sabato 2 settembre 2006

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categoria: poesie

Un cuore...

UN CUORE… (18-01-07)

Un cuore…
Rimane in silenzio
In mezzo ai suoi battiti
Che danno vita all’anima.

Un cuore…
Non deve mai insegnare
Sa già tutto, per natura
Ma spesso è l’uomo
Che non sa sentire.

Un cuore sa
Cos’è il miracolo della vita
La bellezza di un sorriso
La profonda attenzione di uno sguardo
Un cuore sa.

Un cuore…
Ci arriva prima del cervello
Perché non si perde
Dietro troppe domande
Come un bambino
Agisce d’istinto.

Un cuore fa
Confondere tutti i sensi
E può incendiarsi
Se si tratta d’amore.
Un cuore piange
Se si tratta d’amore.

Un cuore…
Attraversa il tempo
Ma non invecchia mai
Un cuore è casa
Per l’eternità.

LucaG - tratto da MyLirics

segnalata da LucaG giovedì 18 gennaio 2007

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categoria: Aforismi

Citazioni Domenico Cieri Estrada

Abbandonarsi in Dio é un dono e, allo stesso tempo, la maggiore manifestazione della libertá dell’uomo.

Accorgergersi della vita mentre si vive, arrivare a scorgere la sua implacabile grandezza, sfruttare il tempo e le persone che lo abitano, celebrare la vita ed il sogno di vivere, questo é il suo arte.

Alcune volte nella vita conviene tenere gli occhi ben aperti, a volte alla metá, e a volte ben chiusi. Il fatto é sapere come ogni volta.

Ama se vuoi influire.

Che altri tempi non tolgano vita alla tua giornata.

Chi non perdona in tempo, soffre un tempo.

I favori rimbalzano.

Il diavolo si veste a volte di ragioni serie per odiare.

Il primo che l’uomo ostentuoso vuole convincere del suo valore é se stesso.

Il tempo é come il vento, si porta via il leggero e lascia il pesante.

Il tempo é un digestivo.

L’arte é una pausa, un incontro di sensibilitá.

L’artista é sempre un persecutore della bellezza.

L’ostinato é un tiranno alla missura delle sue possibilitá.

La bellezza umana é il lusso della natura.

La buona vita consiste in amare e farsi amare sufficiente.

La causa della maggior parte dei problemi nelle relazioni umane consiste nella mancanza di riconoscenza reciproca.

La generositá umana é un riflesso dell’amore di Dio.

La morte e il tempo hanno lo stesso cognome.

La poesia non ha tempo, chi la legge la riscatta, la fa presente, e poi la restituisce alla sua eternitá.

La ragione e la fede sono le due sponde dello stesso fiume.

La vita é come le arance, bisogna spremerle il succo in tempo.

La vita non é ciambelle con miele, ma ha miele ed ha ciambelle.

Lí cé il fastoso scenario della vita per quelli che sanno guardare un po’.

Matematicamente, se la intelligenza e l’amore umano esistono, ci debe essere una intelligenza e un amore superiore che gli hanno dato origine.

Non siamo venuti a questo mondo per vedere passare le lepri.

Portati appresso il passato solo se hai l’intenzione di costruire.

Poter essere utili é un favore che ci fanno.

Quante cose non inventerá l’uomo per giustificare quello che desidera il suo cuore.

Sapere allontanarsi e avvicinarsi é la chiave di qualsiasi relazione duratura.

Se nell’altra vita non ci fosse musica, si dovrebbe importarla.

Se questa vita fosse tutto quella che avesse, e non un’altra come tanto ci hanno detto, e per esistere in essa l’amore, questa sola sarebbe un onore.

Sebbene siamo il nostro proprio tempo, a volte siamo il tempo di altri ed altri sono il nostro tempo, a volte senza volerlo, a volte volendo, a volte dormendo, a volte svegli.

Tutti i misteri che l’universo racchiude sono solo una strizzata d’occhio di Dio.

Una delle sorprese piú piacevoli che possiamo trovare quando ci compromettiamo in forma totale con un progetto specifico, consiste in che sorgono forze e opportunitá che prima non ci saremmo immaginati.

Domenico Cieri Estrada - tratto da www.geocities.com/domenicocieriestrada

segnalata da Mariano Sicilia mercoledì 11 aprile 2007

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categoria: poesie

Ti Sedurrò

Ti Sedurrò

Anelo e bramo d’essere in te

scioglierò il mio cuore

nel tuo grande mare

per poi specchiarmi attraverso la tua essenza.

E tu sorvolando le montagne del mio dire

i grandi mari delle mie stanchezze

ascoltando la voce della mia anima

giungerai al centro del mio cuore.

Ti Sedurrò

Affascinandoti con la forza grande della mia essenza

sentirai la passione confonderti la mente

e saranno i tuoi stessi pensieri a condurti a me.

Ti Sedurrò

Servendomi della tua anima

per ammansuetire

la tua ribelle natura.

Ti Sedurrò

Circuendo le tue convinzioni,

addolcendo i tuoi alti picchi

col soffio leggero del mio sentire.

E per la tua sete io sarò l’acqua che inebria.

Ti Sedurrò

Sarai nel mio cuore ogni giorno prima ancora

che brina tocchi foglia

e al risveglio di ogni sole io tornerò a cantarti.

Ti Sedurrò

E accarezzandoti il cuore,

sentirai i miei passi profanare il tuo scrigno

non per prendere, ma per donare.

Ti Sedurrò

e nel gioco dell’amore tu diverrai specchio

affinché io possa riflettermi.

Cleonice Parisi

segnalata da Cleopa mercoledì 17 ottobre 2007

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categoria: poesie

poesie il natale e amare

Poesia
Il Natale Versione 2
In una temperatura bassa
Scende l’avvento in man bassa
La neve sovrasta
E babbo natale si sconquassa.
Presepi e preparativi
Per i festeggiamenti attivi.
Un mondo spera nel Salvatore
Affinchè cambi quella roccia increspita
Al di sotto della sua meravigliosi
Addobbiamo alberi con speranza
E pieno di bambini sorridenti di ogni nazione.
Anno vecchio sei spento,
Sei stato vinto,ora tutti esplodiamo e saltiamo
L’anno fantastico è tornato.

Poesia
Amare
Amare è una sensazione grande,
Dove si esprime con grande carisma
E con sublime maestria di romanticismo.
Si cerca di non tradire e di non spezzare
Tutto ciò che in questo mondo possiamo
Ammirare ed amare.
L’amore è paragonato come un meteorite infiammato,
Nelle galassie porta luce e splendore, ma su un
Pianeta può far danno.
E’ coinvolto nella similitudine della natura
La certezza e l’onestà sono gli assi fondamentali
Che noi stessi ci immedesimiamo a interpretarli.
Siamo dei grandi sognatori
E dentro il nostro grande desiderio d’esser cavalieri eroici
Riusciamo ad afferrare quella meravigliosa principessa,
Libera come una farfallina solitaria,
Ma prigioniera dell’ingiustizia e dei guai.
Il portento ha saputo valorizzarsi
Riscontrando i vecchi criteri aristocratici e politici.
Ora lei libera dal dolore,vola per essere afferrata dalla
Gioia universale e sensazionale,
E così vasta e così forte che ella non fugge più per sempre.
Adesso insieme a lei si cavalca verso il tramonto
Dove la favola si tramuterà i un’ icona pregiata.

Marco poeta siracusano - tratto da dai suoi brani poetici

segnalata da Marco sabato 27 dicembre 2008

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categoria: Aforismi » stati d`animo » solitudine

Angeli o Demoni

Siamo noi i figli degli antichi mostri
e dei giganti delle epoche passate?
Siamo noi eroi possenti
o solo piccole persone di sempre?

A noi appartiene il mondo e la realtà,
noi ne siamo i padroni…
Oppure siamo solo schiavi ribelli
sempre in lotta alla ricerca di qualcosa?

Vediamo lontano ma siamo ciechi,
sentiamo tutto ma siamo sordi...

Siamo noi angeli caduti e immemori,
oppure siamo demoni tristi
battuti ma non rassegnati?

Siamo noi messaggeri
che non ricordano
quale sia il messaggio
e quale la sua destinazione?

Amiamo e odiamo
con forza e passione
oppure restiamo immobili
per tutta la vita
ottenebrati dall’orrore
della rivelazione?

Forgiamo da soli il nostro fato,
oppure crediamo in superiori forze
che ci obbligano ad un triste destino?

Siamo noi esseri immortali,
ignari della nostra natura
e imprigionati in una materia
dolorosa e mortale?

Siamo noi gemme splendenti
ma sporche di fango…
Siamo noi stelle cadenti
ma che brillano intense…

Siamo noi capaci di gelido fuoco,
Siamo noi capaci di malvagità,
Siamo noi capaci di bontà.

Siamo noi Angeli o Demoni…

Ma dove sta la verità?

Vallant Langosco

segnalata da Vallant giovedì 14 gennaio 2010

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categoria: Aforismi » morte

Eutanasia e accanimento terapeutico

Questa che è solo la mia opinione generale su eutanasia e accanimento terapeutico.
Credo che nessuno di noi sia davvero in grado a priori di sapere come reagirebbe in situazioni del genere.
Ci sono persone che sanno ergersi e lasciare un segno proprio in situazioni estreme e senza speranza come queste;
altre che non reggono all'idea di cosa le aspetta, che lo vivono comprensibilmente come un incubo continuo dal quel sanno non esserci uscita.
Entrambi vanno rispettati.
In ogni caso, va rispettata la scelta di ognuno.
Non solo sono personalmente d'accordo contro ogni forma di accanimento terapeutico,
soprattutto quando espressamente rifiutata dal paziente,
ma sarei pronto a votare "sì" ad un referendum sull'eutanasia,
ovviamente con le dovute precauzioni e cautele.
Io "nasco" Cattolico, ma ci sono delle cose che proprio non riesco a comprendere...
Quando un animale "non ce la fa più",
l'eutanasia è un atto d'amore;
quando a non farcela più è un essere umano,
una persona che prega affinché la sua indicibile sofferenza venga interrotta,
l'atto di amore diviene NON concedergli di evitare una penosa ed estrema sofferenza, senza rimedio e senza speranza...
Spiegatemi voi, perché io davvero non capisco.
E per favore, non parlatemi di Gesù in croce.
Se ricordo bene qualcuno disse "Se sei davvero chi dici di essere, salvati!",
e lui avrebbe potuto farlo, ma non lo fece, perché lui... SCELSE!
Non credo proprio che imporrebbe a qualcuno di rimanere in vita,
CONTRO la sua volontà,
OLTRE le sue possibilità naturali.
Non sostituiamoci a Dio.
C'è qualcosa di sbagliato in tutto questo, una posizione che non è giustificabile con la religione e la spiritualità.
Si dice "non cade foglia che Dio non voglia",
ma dov'è finito il tanto sbandierato "libero arbitrio"?
Ad un animale è concesso morire quando non può più vivere (suona paradossale questa frase, vero?),
all'uomo invece no, lui deve essere mantenuto in vita ad ogni costo,
a dispetto della sua inutile sofferenza, a volte a dispetto della sua stessa volontà...
ma ci chiediamo mai quanto, in Natura, vivrebbe una persona ridotta in certe condizioni?
Perché il "giusto libero arbitrio" deve essere quello di chi aziona le macchine e da i medicinali,
e non quello del paziente? In nome di cosa ci si arroga il diritto di scegliere al posto del malato?

marines

segnalata da marines venerdì 7 gennaio 2011

stelline voti: 5; popolarità: 0; 0 commenti

categoria: Poesie

La zoria virgina e la jaddina

LA ZORIA VIRGINA E LA JADDINA

Era usanza, ne li tiempi antichi,
aroppa la primma notte re li sposi,
appenne lu lenzulo janco
annanti a lu balcone re la casa,
cu’ a lu centro re lu llino,
‘na bedda macchia rosa.

Era la mamma re la zita,
pe’ affà vvedé ca’ la figghia
sova grazzie a edda era arrivata
nnanti all’artare re’ la chiesa
virginedda e ancora ‘libata.

Lu’ lenzulo cu’ la macchia
a lu centro rossa re sango,
l’aviano verè la matina tutte quante,
cumm’esempio all’autri zuriedde,
ca’ primma re arrivà ra’ lu preveto,
n’aviano tuccà lu maneco re lu mbreddo.

Ma si la sposa già l’avìa ‘ngingata,
e primma re lu matrimonio
già a quarcuno l’avìa rata,
s’acceria ‘na vecchia jaddina,
e lu sango suovo stia appiso la matina.

A lu pranzo re li ziti se facia la vrora,
ca’ purtava figghi masculi alla bon’ora,
e si lu ninno nassìa primma ‘nu’ beddo matino,
la mamma e la gnora riciano a la chiazza
ca’ era la natura ca’ era sciuta pazza,
e si sulo aroppa sette misi era nato lu’ bambino,
vuleva sulamente significà ca’ era sittimino!!!

TRADUZIONE
Era consuetudine anticamente, nei paesini dell’alto Cilento, dopo la prima notte di matrimonio, appendere al balcone della camera da letto, il lenzuolo sporco di sangue della sposa vergine. A quel tempo arrivare alle nozze ancora “cumme l’avìa fatti la mamma” era quasi un obbligo oltre che un motivo di onore e di orgoglio per la famiglia della sposa. Quando la mamma della sposa veniva a conoscenza che la figlia non era più illibata, la mattina dopo la prima notte di nozze, avendo provveduto a sgozzare una gallina vecchia ( che da anche buon brodo ma che non faceva più le uova) cosparge il sangue al centro del lenzuolo, nel punto strategico, creando una macchia adeguata e di poi il lenzuolo viene esposto al balcone per l’intera giornata. Tutti dovevano sapere che la ragazza (zuriedda) era arrivata ancora vergine alle nozze, proprio come mamma l’aveva fatta. La gallina non veniva buttata, ma il giorno veniva usata per fare un buon brodo per la sposa. Tradizione voleva che il brodo di gallina propiziava alla sposa figli maschi, allora importanti per i lavori nei campi. E se il bambino nasceva due mesi prima? Era semplicemente nato settimino!!!

Catello Nastro - tratto da Poesie Cilentane

segnalata da Catello Nastro lunedì 4 aprile 2011

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categoria: Aforismi » vita

Le cose che ho imparato…
Ho imparato
Che crescere
non significa solo fare l’anniversario
Che il silenzio
è la miglior risposta quando si sente una stupidaggine
Che lavorare
non significa solo guadagnare soldi
Che gli amici
si conquistano mostrando chi realmente siamo
Che i veri amici
stanno con noi fino alla fine
Che le cose peggiori
spesso si nascondono
attraverso una buona apparenza
Che la natura
è la cosa più bella di questa vita
Che quando penso di sapere tutto
ancora non so’ niente
Che un solo giorno
può essere più importante di molti anni
Che si può conversare con le stelle
Che ci si può confessare alla luna
Che si può viaggiare nell’infinito
Che è salutare sentire buone parole
Che anche ad essere gentili fa bene alla salute
Che è necessario sognare
Che si può essere bambini tutta la vita
Che il nostro essere è libero
Che Dio non vieta nulla in nome dell’amore
Che giudicarsi non è importante quando realmente importa è la pace interiore
E finalmente ho appreso… che non si può morire per imparare a vivere.

William Shakespeare

segnalata da marines domenica 17 giugno 2012

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categoria: Poesie

sole orientale

in questa bella mattina
con lo spirito della morte
incombente vicino ...
invece di malinconia vedo
un raggio di sole nel mio
cielo orientale.
Sono grato per
la mia salute
ho letto i messaggi di dolore
in quelli vicino a me e sento che
è in mano a maestri per offrire
comfort a loro.
come in tutta la natura
le stagioni della nostra vita
cambiare con il tempo.
i ricordi di inseguimenti giovanili ...
i pensieri di amori passati,
altri non così buoni,
ma tutti preziosi.
i nostri antenati nel corso della storia
ci hanno detto che il nostro tempo
su questa terra è limitato e
le sabbie del tempo sono fugaci.
la mia passione per l'amore
è grande e la mia speranza
sta nel sorgere del sole orientale ...
sapendo che ogni giorno porta
e spero, più vicino a me.
presto in questa stagione di disperazione
si passa troppo vicino alla gioia
e la mia faccia sorriderà
di nuovo al cielo
e ci uniremo, grazie per le cose
che sono destinate ad essere!

daniela cesta

segnalata da Daniela cesta venerdì 31 agosto 2012

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categoria: Aforismi » ricordo

ricordo, immagini, fantasia

Quando cominciai a capire
salivo le scale a quattro, zampe,
nella vecchia casa dei miei nonni,

tutto scricchiolava, e le pietre antiche erano fredde,
quando sono cresciuta, dall'alto scivolavo sulla lunga scalinata
partivo come un razzo per scivolare e le pietre erano diventate

lisce, levigate, lucide, ma nelle giornate di pioggia, non mi bastava piu
una intera casa per giocare, scendevo nelle cantine a guardare le botti
gli attrezzi di campagna, oggetti antichi, prosciutti appesi,

e un giorno cominciai a risalire le vecchie scale,
sempre piu su, fino all'ultima camera e capii che
la scala continuava a salire nel buio..

avevo tra le mani la mia piccola bambola
e una piccola porta scorticata, io vidi
diedi una leggera spinta e come per magia la porta si spalancò,

un bagliore giallo verde, arrivava da una piccola finestra,
una soffitta mai visitata, pensai, bauli vecchi di secoli
in un angolo, spalliere di un letto di ferro battuto,

una specchiera di, chissà, quale trisnonna
vecchie lettere con una calligrafia svolazzante ed elegante,
mi tolsi le scarpe e le poggiai sul davanzale della finestrella

gli ultimi raggi del sole scomparivano dietro la montagna
e la luna spuntava, sembrava cantare dolci armonie celestiali,
ascoltai il sussurro del vento, valutavo che chiamasse me,

sentii lo sgocciolare della rugiada sugli steli di erba, nel prato
e notai un sentiero verso il bosco, attraverso i vetri, lo reputavo cosi misterioso,
immaginai elfi, fate, gnomi, su quel viottolo erboso

immaginavo loro che danzavano sotto la luce della luna!
E il bosco che sorrideva e tutti gli animali che facevano festa,
lasciai la mia bambola e chiusi gli occhi mentre dentro le mie piccole narici

entravano aromi e profumi di fiori ed erbe aromatiche
farfalle che svolazzavano sopra la mia testa, e i folletti che
chiamavano il mio nome....

la mia immaginazione non aveva limite,
abbandonai la mia bambola alla soffitta....per sempre,
il bosco aspettava me, per ogni avventura nella natura.

daniela cesta

segnalata da daniela cesta lunedì 9 novembre 2015

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categoria: Barzellette » mamma

.. " lo sportello " ..

.. Pierino.., ormai diventato adulto fa il tassista..,
.. si trova all' aeroporto per ricevere un suo zio
.. che dovrà ospitare per qualche giorno ...
.. Incontratolo., dopo i dovuti convenevoli.,
.. lo fa accomodare nel sedile posteriore.
.. Mentre stanno attraversando la città
.. Pierino dice ... :
- Zio.., mi devi credere.., io per lavoro
.. passo su queste strade tutti i giorni
.. e mi innervosisco nel dover vedere
.. tanti vecchietti e vecchiette
.. che attraversano le strade dappertutto
.. e non sulle strisce pedonali..!! . .
.. In certi momenti devo fare lo slalom prr evitarli..!! ..
- E tu., ammazzane qualcuno..!! ..
.. Così di sparge la notizia
.. e vedrai che incominceranno
.. ad attraversare sulle strisce pedonali..!! .. -
.. Pierino., che è un burlone per natura.,
.. decide di fare uno scherzo allo zio ... :
.. Appena vede un vecchietto
.. che sta attraversando la strada..,
.. lo punta e dice ... :
- Guarda zio.., questo lo facciamo fuori..!! .. -
.. Però., all'altezza momento.., con destrezza,
.. lo sfiora solamente..!! ..
- Accidenti..!! ... : L'ho mancato..!! .. -
.. Dopo un po vede una vecchietta,
.. la punta .. e dice ... :
- Ah.., questa la metto sotto..!! .. -
.. Ma, ancora una volta, riesce ad evitarla..!! ..
.. Ed ecco che un altro vecchietto
.. si sta accingendo ad attraversare la strada
.. e dice ... :
- Se sbaglio anche questo..,
.. giuro che cambio mestiere..!! ..
.. Mi compro un carretto e un asinello
.. e vado al mercatino a vendere frutta e verdura..!!
- Quindi., all'ultimo momento evita
.. anche questo vecchietto ..
.. però .. sente un botto ..
.. e dallo specchietto retrovisore
.. vede il vecchietto che sta ruzzolando per terra..!!
.. Al che lo zio, con fierezza.., gli dice ... :
- Eh.., caro nipote..!! ..
.. Se non aprivo lo sportello..,
.. col cavolo .. che lo prendevi..!! . . . .

ugo bischero - tratto da umorismomio di Paolo Festa

segnalata da Paolo Festa lunedì 3 settembre 2018


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