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categoria: Poesie
donna
Donna
Gioia e dolore. E’ vero.
Se ce l’hai, non l’apprezzi come dovresti, vedi qualche pregio e molti difetti.
Quello che fa è normale, sempre.
Se esce dagli schemi ti insospettisci, o peggio.
Se ride, quasi disturba.
Se piange, decisamente ti indispone.
Se parla va bene, ma che duri poco. Se non lo fa, meglio.
Se prende iniziative deve sentire il tuo parere. Se non le prende, sei tranquillo.
Se è bella sei geloso. Se non è bella, ma solo carina, vai sicuro, quasi sempre.
Quando fai l’amore, spesso sembra per dovere.
Stella cometa senza desiderio.
Sole senza calore.
Se non ce l’hai, la elevi all’infinito. Col pensiero, e rifletti…
Occhi che illuminano.
Bocca che racconta.
Sorriso che contagia.
Cuore che riscalda.
Seno che conforta.
Fianchi che fanno sognare.
Gambe che inebriano.
Simbolo d‘amore.
La stella va fatta brillare.
Il sole va rifornito di energia vitale.
Magari avessi una donna…
Per vivere in due
Per ridere in due
Per piangere in due
Per amarsi, per guardarsi negli occhi, per tenersi per mano…
La lode del “se” ha la vita corta,
E troppe volte conduce il timone della nostra vita.
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno venerdì 28 luglio 2006
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categoria: Poesie
solitudine
La solitudine
Chi ha un gatto, chi un cane
Chi un amico, chi un parente
Chi solo tu, crudele, incorruttibile, altera compagna.
Chi non ti conosce difetta
Chi cammina al tuo fianco ha già un piede nella fossa
Ci sei, si sente, eccome!
Non ci sei…chi sei?
Impalpabile eterea figura
Per molto tempo sconosciuta
Purtroppo adesso ombra mia
Ti amo perché sei l’ultimo baluardo
Ti odio pensando ai ricordi che furono
Perché ti ho incontrato nel mio girovagare?
Traguardo dei miei fallimenti
Cosa ho perso per trovare te?
Hai vinto l’ultima delle battaglie
Sei diventata la mia regina
Ed io il tuo lacchè
Tu che vivi delle mie lacrime
Tu che godi del mio patire
Tu che ridi nel mio cuore infranto
Tu che rodi ad ogni mio sussulto
Tu che castri le mie pulsioni
Tu che polverizzi l’intelletto
Tu che inibisci i sogni e smorzi ogni impeto vitale
Fammi almeno credere in una possibilità
Permettimi l’ardire di poter cambiare, se non invertire, la rotta
Dammi la forza di spezzare la catena dell’àncora
e dai vigorìa ai colori della speranza
il tempo non ti costa e quindi aspetta,
ancora non sono pronto
per vivere solo con te.
Voglio riprovare le emozioni per uno sguardo,
i fremiti per una carezza,
l’imbarazzo per una parola.
Voglio dimenticarti, a te non ho fatto neppure la promessa
Di eterno amore, nel bene e nel male…
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno venerdì 28 luglio 2006
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categoria: Proverbi » morte
meglio morire in fretta che patire a lungo
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno domenica 15 gennaio 2006
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categoria: Proverbi » morte
la morte
la morte pone tutti allo stesso livello: ricchi e poveri, belli e brutti, capaci e inetti...
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno domenica 15 gennaio 2006
voti: 12; popolarità: 0; 1 commenti
categoria: Poesie
e se...
E se…
Tu riflettessi su…
gli occhi di un bambino
una stella nel buio del cielo
una fronda che trema al vento
un tramonto incantato
un’aurora pungente
una lacrima che nasce e scorre via
una ruga che nasconde la vita
una parola non detta
uno sguardo che ti esplora
una smorfia di dolore
Tu imparassi…
ad assaporare tutte le sfumature della vita
ad abbeverarti della saggezza altrui
ad ascoltare chiunque
a far tesoro delle notizie che assimili
ad accettare gli ostacoli della vita
a concedere senza chiedere nulla in cambio
a comprendere prima di giudicare
ad esaltare l’essere e ridimensionare l’apparire
a vedere chi ti sta intorno senza il trucco
a parlare e non urlare
Tu pensassi…
a come sei
a cosa sei
a chi hai
a chi potresti essere
a cosa potresti essere
a chi potresti avere
…se solo tu dessi un po’ di spazio al tuo cuore.
Bruno
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno venerdì 13 gennaio 2006
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categoria: Poesie
a chi
A chi
A chi è solo e è consapevole della sua solitudine
A chi non piange perché non ha più lacrime
A chi non ride perché non ne vede il motivo
A chi non festeggia una ricorrenza perché un giorno vale l’altro
A chi non sa più vedere l’arcobaleno a colori
A chi non vede più il cielo azzurro perché c’è sempre la nebbia
A chi non canta perché non ha più voce
A chi non ascolta un pianto perché non ha più cuore
A chi non prende la mano a chi la tende perché ognuno per sé e Dio per tutti
Dico
Da soli la strada è troppo lunga e noiosa
Piangere aiuta ad accettare gli ostacoli
Ridere distoglie dai dolori
I giorni devono essere tutti diversi
L’arcobaleno è bello solo a colori e i colori sono il bello della vita
La nebbia è momentanea e poi deve tornare l’azzurro del cielo
Se proprio non vuoi cantare almeno parla, che tiene svegli
Il pianto lo devi ascoltare, e farlo smettere, con dolcezza
Se ti tendono la mano, accoglila nella tua
Non costa nulla
Camminare in compagnia
Guardare il sole negli occhi di una donna
Sentire il calore in un sorriso
Apprezzare il vento nei capelli
Gioire al freddo di un’alba
Riflettere alla serenità di un tramonto
Bere le lacrime di un amico ricambiandole con un abbraccio
Stringere una mano scambiandosi emozioni
Fallo, ti sentirai meno solo, e, soprattutto, vivo.
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno sabato 31 dicembre 2005
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categoria: Poesie
nasseriya
Nasseriya
La vita.
L’esistenza.
La morte.
Che scorrere, mai certo, sconcerto, sempre.
Morire. Quando, perché.
Fai, costruisci, erigi, rompi, distruggi, per cosa.
Mai chiedere. Non chiedere. La risposta può far male, tanto.
Io, figlio, padre, povero, ricco, chi sono, cosa sono.
Come sto, quando vivo, per cosa vivo.
Credo, non credo, perché… faccio, obbedisco, sempre… o quasi.
Assorbo quello che posso, elargisco quanto posso. Normalmente.
Sensazioni belle, brutte, definite, indefinite.
Penso. Questo è il dramma. Non dovremmo, ma dobbiamo, per restare vivi.
Vivi, ma per cosa.
24 ore al giorno, ti chiedi, ti imponi, rifletti, obbedisci.
I tuoi superiori, nel piccolo e nel grande. I superiori.
Vai, fai, e… torna.
Ma se non torni… è uguale, certo.
La differenza è che sei un eroe, per tutti.
Quasi per tutti, forse per coloro che ti devono considerare tale, perché è comodo, per tamponare le parole di disprezzo, di costernazione, di debolezza, di umana considerazione.
Ma i tuoi, quelli che contano, per loro, semplicemente, non ci sei più. Forse anche un eroe, ma non ci sei più. Solamente… ti ricorderanno.
Meglio un figlio “normale” vivo che un “eroe” morto.
Della pecora forse non apprezzi nulla, ti limiti a vederla, nella sua semplicità, nella sua modestia, nella sua limitatezza.
Del leone lodi la criniera, la forza, la fierezza… che fu.
Per me padre, si, è vero.
Per me uomo, no.
Ho lottato, e lotto per vivere, ma per cosa.
Voi avete vissuto e lottato per noi, per loro, per tutti.
Avete dato un senso alla Vostra esistenza, breve, troppo breve, ma intensa, troppo intensa.
Potessi mi cambierei con uno di Voi, che certo avrebbe da dare in misura grande.
E invece io sono qui e Voi in una bara, magari bella, di noce, preziosa, ma distesi, senza un alito di vita. Morti. Senza appello.
Meglio soli, in un viale coperto di foglie fradice, e col vento che ti sferza il viso, ma vivi, che esanimi, accompagnati nel fatidico viaggio da migliaia di persone, magari con un bel sole…
Non lo so. L’incertezza mi pervade. Però a me il vento e il freddo piacciono… e poi, non sono un eroe, non lo ero, e non lo sarò mai.
E le lacrime rubano spazio al raziocinio, fino ad esaurirsi, fino allo sfinimento, fino al dolore, che ti avvinghia il cervello, e ti fa capire tante cose che prima non prendevi neppure in considerazione.
Siete morti per un’azione selvaggia e sconsiderata, consapevoli del rischio, e forti nel viverlo.
Ora i forti devono essere quelli che restano. Non è facile, ma è più facile.
Per qualche giorno resterete eroi, poi forse neanche storia. Per quella ci vogliono i grandi numeri.
Nel cuore degli umili forse un po’ di più. Per adesso le lacrime, anche le mie.
Se è vero che esiste un altro mondo, etereo, costruito apposta per le disgrazie, allora Vi auguro di passare l’eternità con quella serenità che di sicuro non avete avuto finora.
Bruno
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005
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categoria: Poesie
musica
Musica
Da ragazzo, come tutti, era un’illusione.
Le parole delle canzoni, ma solo di alcune, erano le mie.
Era facile appropriarsi delle idee altrui costruendoci sopra castelli di carta, cullando i sogni e le speranze giovanili.
Poi è diventata un riempitivo dei rari momenti vuoti,
ascoltata ma non capita.
Rumori che neanche distraevano.
In due, o tre, è una compagna docile, che non chiede mai.
Da solo diventa crudele, interroga ad ogni nota, ti scava dentro,
costringendoti a pensare, e rispondere a 1000 quesiti che non ti sei mai posto.
Odiavo quella inglese, che non ho mai capito.
Meglio la nostra, magari dei cantautori.
Mi identificavo con loro, godendo delle parole, e quasi non considerando gli strumenti.
Più belle le parole, come sempre pane quotidiano nella mia vita.
Ora che le soppeso, ma mai come meritano, ancor di più.
Mi immergo nei pensieri degli autori.
Alterno felicità a tristezza e malinconia.
Come mai l’uomo si crogiola più nel negativo che non nelle cose belle che gli capitano?
Forse perché la proporzione è ingenerosa.
Forse perché il male ti dà di più.
Spunti facili di commiserazione, e la comprensione di tutti, almeno nella fase iniziale.
Poi tutto sfuma, ma resti comunque solo col tuo compagno/nemico che cerchi di combattere, convivendovi tuo malgrado.
Poi una canzone che neanche conosci, ma che ti sferza il viso, magari con dolcezza.
E pensi ancora a quello che eri, che sei, che potresti essere.
E spengi lo stereo, con calma o con rabbia.
Lo riaccenderai, quando avrai riacquistato la tranquillità, e il tuo io sarà nuovamente scevro dai soliti macigni che lo zavorrano.
Una musica rilassante, senza sussulti.
Magari con qualche rullo di tamburi ogni tanto, per mantenersi vivi, e vigili, nello scorrere del tempo.
Quanto darei per ascoltarla assieme a te. Forse più di quanto possa credere.
Senza senso, non lo merito, ma con tanto amore, con gli occhi che dolgono nel cercarsi.
Col cervello che scoppia nelle tante emozioni che lo coinvolgono.
Col sangue che ribolle di sensazioni da troppo tempo non provate.
Ma nel rispetto della tua persona, di una donna che non esiste, almeno per me.
E restano pensieri, solo pensieri.
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005
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categoria: Poesie
perché
Perché?
Parlo sincero e ascolto ipocrisia
Sono limpido e incontro malignità
Vivo modestamente e mi si ostenta il superfluo
Non lecco ma inciampo nella saliva altrui
Non posso correre, ma devo sforzarmi di farlo, per resistere
Guardo con amore e raccolgo indifferenza
Penso agli altri, ma gli altri non pensano a nessuno, se non a loro stessi
Aborro l’apparire, ma la fa da padrone
Amo l’essere, ma è sempre meno importante
Credo nella saggezza, ma che è?
Capisco gli sfortunati, ma che ci stanno a fare?
Come una fronda in balia del vento
Così noi nel mondo
Un piccolo, insignificante, bruscolo nell’universo
Che ci sia o non ci sia
Può disturbare qualcuno, per qualche momento
Poi tutto passa
E ci dimentichiamo dei problemi altrui
Con la velocità della luce
Sono solo i nostri, di problemi, che veramente contano
Ma quanto siamo piccoli?
Come facciamo a non capire?
Quale ottusità attanaglia la nostra mente?
Ci chiedono aiuto, e latitiamo
Lo chiediamo, pretendendolo
Muore un uomo, ci rattristiamo per un attimo
Muore il nostro cane non troviamo pace
Gli altri sono malati, chissenefrega!
Conta solo la mia, di salute…
Tanti muoiono di fame, che fare?
Io ho il frigo che trabocca…
Ci sono tanti barboni, che mondo ingiusto!
Io prendo 1000 euro al mese, ne vorrei il doppio…
Perché un essere normale può pensare queste cose?
Perché quando sta bene lui va bene così.
Per il resto ci sono i giornali, e la politica, e la tv
Diamo la colpa a loro, che è facile
Ma la sera, prima di addormentarsi, proviamo a pensare, se ci riusciamo
Qualcosa non va?
Perché?
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005
voti: 19; popolarità: 0; 0 commenti
categoria: Poesie
grande
Grande
Sono venuto per dare e ho ricevuto
Sono venuto per suggerire e mi sono abbeverato della tua saggezza
Pensavo di trovare un debole e ho scoperto un blocco di granito
Credevo di essere forte e mi sono sentito debole
Se fossi stato triste mi sarei ricreduto
Sono disponibile al sorriso ma tu di più
Gli anziani insegnano, sempre, basta saper imparare
Prendiamo atto dell’ignoranza che ci pervade e memorizziamo quanto ci dicono
Non partiamo con la solita supponenza, ma ascoltiamo attenti quel che dicono
In due minuti ci ridicolizzano, non volendo
La loro saggezza è allarmante, a confronto della nostra, spesso inesistente
Ti hanno tagliato un pezzo di gamba, e tant’è
Ma la testa ti è rimasta, e ben piantata sul collo
E il cervello stride da quanto lo fai lavorare
Come i freni di una macchina messa a dura prova
Ma reagisce ancora alle tue domande, al tuo amore, alla tua voglia di non cedere, mai
Grande, non ho altre parole
Peccato non averti conosciuto quando eri in piena forma, e anch’io
Ti ascolto cercando avidamente di capire il più possibile, ma tu sei troppo in alto
Hai una capacità di espressione che ti ruberei
Hai un cuore che batte potente, anche dopo mille traversìe
Sai cosa vuol dire la fame, e noi non lo sappiamo
Sai cosa vuol dire la povertà, e noi non lo sappiamo
Sai cosa vuol dire lottare, e troppi di noi non lo sanno
Sei sincero, e quanti dovrebbero esserlo
Sei generoso, e troppi non lo sono
Sei grande.
Con affetto, Bruno.
16.06.2005
bigbruno - tratto da pensieri
segnalata da bigbruno martedì 27 dicembre 2005
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